NO AD ASSUNZIONI TRUFFA CHE MANTENGONO IN CONDIZIONI DI PRECARIETÀ I NEOASSUNTI : RITIRO DEI TAGLI, ASSUNZIONE IMMEDIATA SU TUTTI I POSTI DISPONIBILI, PARITÀ DI DIRITTI PER TUTTI !

martedì 9 agosto 2011 · Posted in

E’ stato siglato da CISL, UIL, SNALS e Gilda, (la CGIL si è riservata ancora di firmarlo) un contratto separato e in deroga al Contratto Nazionale, per i nuovi assunti, il quale prevede il congelamento delle ricostruzioni di carriera per i precari che stipuleranno l’agognato contratto a tempo indeterminato.
Ecco i numeri che caratterizzano l’accordo:
30.308 docenti, dei quali 10.000 ad integrazione delle nomine effettuate nel 2010/11, e quindi utilizzando le precedenti graduatorie, e 20.308 dalle nuove.
   Per gli ATA le nomine saranno 36.000, da cui bisogna detrarre i 450 posti accantonati per il concorso ordinario di DSGA e la quota parte (1300 posti) dei circa 4000 docenti inidonei che vogliono costringere a chiedere l’inquadramento nei ruoli ATA ed i posti degli idonei alla mobilità professionale.
I numerosi ricorsi pendenti presso i Tribunali del Lavoro li hanno costretti ad aumentare il numero delle immissioni in  ruolo ma si tratta ancora di numeri limitati che neppure garantiscono il turn-over con i pensionamenti di questi ultimi anni ed è prevedibile che l’utilizzazione in parte delle  graduatorie 2009-11 ed in parte di quelle vigenti  scatenerà ancora una volta la “guerra tra poveri” dei ricorsi e controricorsi giurisdizionali.
I criteri di nomina per i docenti rimangono quelli già utilizzati in precedenza: il 50% delle assunzioni avverrà da Graduatorie di merito dei concorsi ordinari, risalenti addirittura al 2000, il rimanente 50% dalle graduatorie ad esaurimento.
   Ma spieghiamo il senso del contratto, che ancora una volta i Sindacati di Stato hanno firmato sulla pelle dei precari e di tutta la categoria
   Nella scuola, da sempre o quasi, la percentuale del personale con contratti a tempo determinato è altissima. Circa un sesto dei docenti e quasi la metà degli ata – per circa 220.000 unità – sono precari.   Questo sia per avere una quota di personale da poter facilmente lasciare a casa quando si attuano i tagli straordinari della cosiddetta riforma Gelmini, sia per una questione di risparmio.
   Mediamente il personale precario percepisce – per svolgere la stessa prestazione lavorativa – in un anno - circa 9.000 € lordi in meno del personale a tempo indeterminato.
Questo per lo stipendio estivo che i supplenti fino al termine dell’attività didattica non hanno e per la progressione di carriera (gli scatti di anzianità) che i precari, anche se hanno lustri e lustri di servizio, non percepiscono.
Insomma è solo ed esclusivamente una questione di sfruttamento: poter sottopagare una quota consistente di personale per svolgere la stessa attività professionale, anche a costo di precarizzare il servizio scolastico e non garantire la continuità didattica agli studenti.
  E’ per questo motivo che l’Amministrazione - al di là del ministro pro-tempore che via via si insedia a Viale Trastevere e della compagine politica che sta al governo – in questi anni ha effettuato le immissioni in ruolo con il contagocce, non garantendo neppure il normale turn-over con le cessazioni dal servizo di coloro che se ne vanno in pensione.
   E’ dal 1997 che è stata inserita una norma – dal governo Prodi dell’epoca – per cui le assunzioni devono essere autorizzate dal Ministero dell’Economia, mentre fino ad allora i posti vacanti disponibili di organico di diritto venivano normalmente e automaticamente coperti con assunzioni stabili.
   Senza contare che moltissimi sono i posti che vengono mantenuti in organico di fatto sui quali occupare supplenti fino al 30 giugno.
   I 67.000 posti che si accingono a coprire con le nuove assunzioni infatti sono solo i posti vacanti di organico di diritto, mentre altre decine di migliaia – e nonostante i tagli straordinari – saranno le assunzioni a termine che saranno fatte dal 1 settembre per far funzionare la scuola.
   Dal 2005 ad oggi ci sono stati ben 275 mila pensionamenti, tra docenti e personale A.T.A., pensionamenti che continueranno al ritmo di almeno 25-30.000 l’anno, per quanto riguarda i docenti, nel prossimo futuro, mentre 155 mila sono i posti finora cancellati a seguito dei tagli.
   Ora, in cambio di queste limitate assunzioni, si congelano per i nuovi assunti anni ed anni di supplenze, congelando gli scatti di anzianità e lo stipendio fino al nono anno di servizio, puntando alla cancellazione del Contratto Collettivo e al superamento della progressione automatica delle carriere.
   Il personale della scuola, come progressione di carriera, poteva godere solo degli scatti di anzianità. La manovra economica dell’estate scorsa ha cancellato per tre anni tali scatti e la manovra economica di questi giorni ne ha cancellato un quarto.
 Se pensiamo a questo comprendiamo come, dopo aver bloccato gli scatti per il personale di ruolo che si accingeva a raggiungere il gradone più alto e quindi lo stipendio al massimo della carriera, l’accordo del 4 agosto, che congela il primo gradone di carriera (fascia 0-2) per i neoassunti, oltre a completare un attacco senza precedenti al monte stipendi di tutta la categoria, allude ad un attacco al Contratto Nazionale.
  Insomma, da una parte si intende attuare nella scuola la cosiddetta riforma Brunetta per premiare il presunto “merito” (legare i premi ai quiz invalsi od altro?) dall’altra si bloccano gli scatti di anzianità per tutti e si congelano gli anni di servizio pre-ruolo per i precari neo-assunti.
   Si tratta quindi di un attacco senza precedenti non solo ai precari, che per poter entrare in ruolo dovranno continuare a prendere uno stipendio da precari, ma all’intera categoria e all’istituto contrattuale della progressione di carriera.
NO ALL’ ACCORDO CHE MANTIENE IN CONDIZIONE DI PRECARIETA’ I NEOASSUNTI   E  CHE CANCELLA DIRITTI PER I PRECARI E PER TUTTA LA CATEGORIA.
INVITIAMO I PRECARI AD AUTORGANIZZARSI DAL BASSO PER :
- LA  FINE DELLA PRECARIETA’, CON LE ASSUNZIONI SU TUTTI I POSTI DISPONIBILI, NON SOLO QUELLI DI ORGANICO DI DIRITTO, MA ANCHE QUELLI CHE SI OSTINANO A MANTENERE IN ORGANICO DI FATTO ANNUALE
- IL RITIRO DEI TAGLI
- LA PARITA’ DI TRATTAMENTO TRA PERSONALE A TEMPO DETERMINATO ED INDETERMINATO, come già i Tribunali del Lavoro di tutta Italia stanno sancendo, emettendo sentenze favorevoli ai precari che sono ricorsi per  il diritto appunto a percepire gli scatti di anzianità anche nel periodo pre-ruolo.
Solo la parità di trattamento – e quindi l’abolizione dello sfruttamento dei precari – potrà in  futuro, abolendo la convenienza per lo Stato a mantenere la precarietà stessa, risolvere i problemi dei precari della scuola.

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