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RETE ANTIFASCISTA TERNANA
A 10 mesi dal presidio antifascista che il 28 febbraio 2010 portò oltre 300 persone a manifestare per allontanare i neofascisti di casapound dall’aviosuperficie di Terni, la lunga “inchiesta” a senso unico della Digos locale ha portato il Pubblico Ministero Barbara Mazzullo a contestare a quattro ragazzi ternani di “aver partecipato ad una riunione pubblica in numero superiore a dieci, compiendo manifestazioni, emettendo grida sediziose e lanciando fumogeni”. Di fatto il PM contesta l’attività antifascista, attuata nel solco della storia cittadina e della Costituzione che afferma, nel capitolo XII delle disposizioni transitorie e finali, “E’ vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista”.
Non ci vergogniamo di dire fascisti ai fascisti di Casapound, né pensiamo sia un reato opporsi in maniera chiara e decisa a chi fa dei pestaggi, del razzismo, del sessismo e dell’omofobia la sua pratica quotidiana richiamandosi esplicitamente alla dittatura fascista. Pensiamo che manifestare l’antifascismo e l’indisponibilità di una città operaia come Terni a rigurgiti neofascisti non sia un reato ma un dovere ed una necessità rispetto alla storia ed al presente, nell’anniversario dell’uccisione del partigiano Germinal Cimarelli.
Cerchiamo di ricostruire i fatti, contro il tentativo di trasformare una importante manifestazione politica in problema di ordine pubblico.
A quella manifestazione di massa hanno partecipato centinaia di ternani ed anche importanti cariche istituzionali come gli assessori regionali Stufara e comunali Ricci e Guerra, la presidente di circoscrizione Malafoglia, il vicesindaco Paci ed il consigliere comunale Nannini per ribadire l’indisponibilità della città ad ospitare iniziative di chiara matrice neofascista anche se mascherate da evento sportivo tramite l’associazione di copertura “istinto rapace”.
Il risultato fu assolutamente positivo, infatti dopo quell’iniziativa fu riconosciuto il carattere politico dell’evento e il Comune di Terni e l’ATC tolsero la disponibilità dello spazio ai fascisti di Casapound. Ricordiamo le parole del Sindaco di Terni: “crediamo si possa scongiurare l’utilizzo della struttura pubblica per motivazioni politiche strumentali, a maggior ragione deprecabili quando provenienti da associazioni e gruppi i cui principi sono inconciliabili con le radici democratiche e antifasciste sancite dalla Carta costituzionale e proprie della città di Terni “.
Quella manifestazione è stata piena di contenuti, con uno speakeraggio continuato tutta la mattinata ma non ci sono stati contatti diretti, nonostante i saluti romani e l’atteggiamento provocatorio dei neofascisti. Anche i giornali parlarono di tensione ma di nessun incidente. Un anno dopo i fatti, dopo l’uso politico degli avvisi orali, intimidazione della Questura contro antifascisti locali, le “indagini” a senso unico della Digos, cercano di criminalizzare l’antifascismo e di legittimare i fascisti, cercando di trasformare fumogeni colorati in armi pericolose mentre ancora nessuna risposta proviene dalle forze dell’ordine sulla bomba carta di chiara matrice fascista esplosa il 17 giugno davanti alla sede del centro sociale Cimarelli e dei Cobas.
La Rete Antifascista Ternana condanna il tentativo di criminalizzare una manifestazione di massa determinata che ha impedito ai neofascisti di casapound di prendere piede nella nostra città.
Arci Terni, Arciragazzi "gli anni in tasca", Associazione "Buaba", Associazione "Demetra", Associazione "Interni Stranieri", associazione "il Pettirosso", associazione "Plaza de Mayo", Associazione "primidellastrada", Blob Lgc.-Laboratorio comunicazione, circolo de Il Manifesto di Terni, comitato antifascista cittadino di Orvieto, Centro sociale "Germinal Cimarelli", circolo anarchico "Carlotta Orientale", Confederazione Cobas, Curva Est Ternana, Alerta Network, USPK, F.G.C.I., Giovani Comunisti, Partito Comunista dei Lavoratori, Partito della Rifondazione Comunista
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