Fermo restando che nessuno restituirà né la vita ad Angelo Laurino, Antonio Schiavone, Bruno Santino, Giuseppe Demasi, Roberto Scola, Rocco Marzo e Rosario Rodinò né la serenità ai loro familiari,
la Confederazione Cobas ritiene ineccepibile la sentenza che ha condannato a 16 anni e mezzo di galera Harald Espenhahn per “omicidio volontario con dolo eventuale”, ed ha inflitto pesanti condanne per omicidio colposo ad altri manager.
La Confederazione Cobas ritiene che incomprensibile e inspiegabile sia solo l'affermazione contenuta nella nota della ThyssenKrupp, che valuta la condanna dell'Amministratore Delegato Espenhahn “incomprensibile e inspiegabile”.
La Confederazione Cobas giudica ugualmente incomprensibili e inspiegabili le dichiarazioni degli Amministratori regionali, provinciali e comunali, compreso il Sindaco di Terni Leopoldo Di Girolamo, nonché dei Sindacati FISMIC, FIM-CISL, UGL ed UILM-UIL, riportate dalla stampa locale Domenica 17 Aprile 2011, sui rischi che questa sentenza comporterebbe per la AST.
Queste dichiarazioni, fatte precedere da un formale / retorico omaggio alle decisioni della magistratura ed al rituale discorso sulla necessità che sia garantita la sicurezza nei posti di lavoro, grondano preoccupazione per le pene accessorie: la confisca dei beni per 800mila euro, un milione di sanzioni pecuniarie, il divieto di farsi pubblicità per 5 mesi, il sequestro della Linea 5, che è rimasta a Torino, l'esclusione per l'AST da agevolazioni e sovvenzioni pubbliche per 6 mesi.
Tutte queste prese di posizione e tutte queste preoccupazioni sono motivate dal rischio di un forte ridimensionamento dell'impegno della ThyssenKrupp o addirittura di una possibile chiusura della fabbrica.
La Confederazione Cobas respinge nel modo più netto qualsiasi strumentale collegamento tra la giusta sentenza emessa dalla corte di Torino ed il destino della AST.
Tra l'altro, un'impresa i cui profitti sono privati, perché dovrebbe continuare ad usufruire di agevolazioni e sovvenzioni pubbliche?
La Confederazione Cobas ritiene che questa sentenza renda giustizia alla memoria dei 7 operai morti fra atroci sofferenze, e sia un monito severo (il primo vero monito su questo tema nella storia italiana) ai padroni criminali che giocano con la vita degli operai, nonché una pietra miliare senza precedenti per la difesa futura delle condizioni di lavoro e di salute dei salariati.
Confederazione Cobas Terni
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