NO ALLA LETTERACCIA E AL DIKTAT FRANCO-TEDESCO
La “letteraccia” portata servilmente a Bruxelles dal governo Berlusconi, in ossequio alle imposizioni di Francia e Germania, è il proclama di un ulteriore massacro sociale. Essa contiene la piena libertà di licenziamento in tutti i settori lavorativi, pubblico impiego e scuola compresi; il trasferimento coatto da una Amministrazione all’altra di dipendenti pubblici, con l’introduzione anche nel lavoro pubblico della Cassa Integrazione; l’annullamento dei contratti nazionali e dei diritti del lavoro; il peggioramento ulteriore del sistema pensionistico; la cancellazione degli effetti dei referendum su acqua, servizi pubblici e nucleare; la svendita del patrimonio naturale e artistico collettivo. Il centrosinistra di fatto non si oppone al disastroso progetto, a parte qualche flebile lamento sulla libertà assoluta di licenziare.
Per la scuola a tutto questo va aggiunto il blocco dei contratti e degli scatti di anzianità fino al 2014, che stanno imponendo a docenti ed ATA condizioni di sottosalario intollerabili e la perdita di decine di migliaia di euro nell’arco dell’intera carriera; l’intenzione, già anticipata dalla ministra Gelmini nei giorni scorsi, di differenziare gli stipendi degli insegnanti e il finanziamento alle scuole sulla base dei risultati dei grotteschi quiz Invalsi, che nella primavera scorsa mostrarono davanti all’opinione pubblica la loro assoluta cialtroneria didattica; un ulteriore massacro degli organici, che accentua l’intollerabilità di una scuola-miseria oramai incapace di rispondere alle richieste di istruzione di qualità per tutti/e; la vigliacca deportazione dei docenti “inidonei” per gravi motivi di salute dal loro lavoro a mansioni che non possono né devono svolgere; l’espulsione in massa dei precari.
C’E’ UN’ALTRA VIA DI USCITA DALLA CRISI, FACENDOLA PAGARE A CHI HA CONTINUATO AD ARRICCHIRSI ANCHE IN QUESTI ANNI.
Il 10% degli italiani/e possiede circa il 55% della ricchezza nazionale, con un patrimonio globale valutato intorno ai 5000 miliardi di euro. Basta una tassa patrimoniale di un 1% per recuperare 50 miliardi di euro l’anno. L’evasione fiscale è stimata tra i 300 e i 400 miliardi di euro annui. Con i mezzi a disposizione, se li si usa davvero, un taglio, fosse pure solo del 20%, metterebbe a disposizione circa 70 miliardi annui. La corruzione nelle strutture pubbliche, assaltate da un esercito di clientele, divora almeno 200 miliardi annui: impedendola anche qui almeno al 20%, otterremmo altri 40 miliardi di euro. Ponendo limiti alle “pensioni d’oro” si risparmierebbero decine di miliardi l’anno; e lo stesso avverrebbe con la cancellazione delle missioni di guerra e la drastica riduzione delle spese militari.
Con questi soli cinque provvedimenti ci sarebbero oltre 200 miliardi annui in più, non solo per aggiustare il bilancio pubblico senza stermini sociali, ma per avere salari e pensioni adeguate, investimenti importanti nella scuola e nella sanità pubblica, nei servizi sociali, nei beni comuni, nella tutela del patrimonio naturale ed artistico; si potrebbe porre fine alla precarietà lavorativa, garantendo l’occupazione stabile, un reddito minimo per tutti/e e il benessere sociale.
Il 17 è la giornata mondiale di lotta degli studenti ed in tutta Italia si svolgeranno manifestazioni di centinaia di migliaia di giovani delle scuole e dell’Università. E’ la migliore occasione per avere in piazza insieme lavoratori/trici e studenti in un fronte comune contro la “letteraccia” e il gravissimo scempio sociale che annuncia.
Il 17 NOVEMBRE CONVOCHIAMO, INSIEME ALLA CUB, LO SCIOPERO GENERALE DELL’INTERA GIORNATA DI TUTTO IL LAVORO DIPENDENTE E MANIFESTEREMO NELLE VARIE CITTA’ INSIEME AGLI STUDENTI IN LOTTA