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lunedì 10 ottobre 2011

LA TRUFFA INVALSI: COME E PEGGIO DEL VECCHIO CONCORSACCIO

Non riusciremo ad aumentare gli stipendi, ma vareremo un sistema di incentivi basato sui test Invalsi

di Comitato Genitori ed Insegnanti per la Scuola Pubblica di Padova
9 ottobre 2011
In un’intervista riportata oggi dal quotidiano “La Repubblica” al ministro Gelmini (clicca qui per il testo integrale), figura il seguente botta e risposta con l’intervistatore:
È pentita di qualche scelta?
“Non sono riuscita a spiegare come il paese debba ricredersi sul ruolo dell’insegnante. Ha perso valore sociale, prestigio”.
Gli insegnanti pensano sia colpa sua.
“Credo che i buoni docenti debbano essere pagati meglio di coloro che hanno solo scelto un impiego pubblico. Non riusciremo ad aumentare gli stipendi, ma vareremo un sistema di incentivi basato sui test Invalsi”.
Non entriamo nel merito dei giudizi espressi dal ministro, ma ci interessa fissare l’attenzione sull’ultima riga: Non riusciremo ad aumentare gli stipendi, ma vareremo un sistema di incentivi basato sui test Invalsi.
Dunque tutto quello che avevamo segnalato in tempi non sospetti era vero!
I test Invalsi sono lo strumento con cui il ministero si appresta a valutare su base meritocratica gli insegnanti, con buona pace di chi ci ha sempre risposto che erano le illazioni dei “soliti facinorosi”.
Se la Gelmini intendeva rassicurare insegnanti e genitori, noi non lo siamo per niente.
Cosa succederà, si pagheranno di più gli insegnanti delle classi che ottengono punteggi più alti?
E questo come si riverbererà sulla formazione delle classisull’assegnazione delle cattedre, sul preoccupante rischio di ufficializzare la distinzione tra “sezioni migliori” e “sezioni peggiori”?
“Per forza mio figlio va male: ha un insegnante di serie B!” (il quale, magari, è bravissimo, ma gli è capitata una classe problematica…).
E rispetto ai quiz (non ci dilunghiamo più di tanto, per il materiale cliccate qui…) come la mettiamo?
Cederemo all’allenamento degli studenti per poter dimostrare che siamo dei bravi insegnanti (e per accedere a qualche palanca in più…)?
E, vista la situazione economica in cui giornalmente viviamo e la retribuzione a dir poco umiliante che gli insegnanti percepiscono, vi sembra così amena l’idea che qualche docente possa suggerire le risposte esatte agli studenti per potersi pagare le rate del mutuo della casa…?
L’idea della valutazione/incentivazione basata sui risultati di questi test, così come sul numero di promozioni, sul numero di iscrizioni, non ci convince e ci pare anzi assai pericolosa.
Chiediamo a tutti (genitori ed insegnanti) di impegnarsi affinché la logica dei test Invalsi subisca un arresto; non è un’impresa impossibile ma è senza dubbio collegata alla necessità di condurre azioni coordinate.
Maggio (il mese dei test…) è ancora lontano: cominciamo a ragionarci sopra fin da ora?

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