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mercoledì 16 novembre 2011

QUIZ INVALSI: SVELATO IL SEGRETO DI PULCINELLA






Lo scorso anno scolastico, i Cobas tramite il Cesp, suo centro studi, hanno tenuto decine di convegni per spiegare ai lavoratori della scuola i pericoli per la scuola pubblica connessi alla somministrazione dei quiz Invalsi. Tra l’altro sostenevamo che tra gli obiettivi dei quiz c’era quello di creare un sistema per differenziare economicamente i finanziamenti alle scuole e i salari dei docenti. Qualche collega non condivideva tale analisi affermando che tale fine, per noi evidente e naturale, non era dichiarato da nessuna parte.
Ebbene, le scorse settimane sono giunte ben due conferme alla nostra tesi.
La prima sotto forma di un’intervista all’ormai ex ministro Gelmini, su La Repubblica del 9/10/2011 nella quale la povera donna afferma: “Non riusciremo ad aumentare gli stipendi, ma vareremo un sistema di incentivi basato sui test Invalsi”.
La seconda è giunta il 2 novembre scorso, quando il Miur ha reso disponibile sul suo sito lo statuto dell’Invalsi (decreto n. 11 prot. 5657 del 2/9/11). Il documento, formato da 20 articoli, ne definisce natura giuridica, composizione, missione e obiettivi. All’articolo 2 leggiamo che l’Invalsi “concorrere alle azioni di sviluppo della cultura del merito promosse dalla Fondazione per il merito…” e all’articolo 4 comma e si aggiunge che l’Invalsi ha anche l’obiettivo di collaborare  “… alle attività di valutazione del sistema scolastico al fine di realizzare iniziative di valorizzazione del merito …”. Più chiaro di così: mentre si massacra la scuola pubblica (e insieme ad essa le pensioni, la sanità, gli stipendi, i diritti dei lavoratori), si cerca di far passare un modello meritocratico per il quale, se la tua scuola non ha soldi e il tuo stipendio è una miseria, la colpa alla fin fine è di chi ci lavora.
D’altra parte ciò era evidente con le manovre estive che tagliava ancora una volta le risorse alle scuole e bloccava contratti e stipendi continuando ad espellere i colleghi precari ma riusciva a trovare magicamente il modo di aumentare le risorse per l’Invalsi ponendolo sempre più al centro dei processi di ristrutturazione della scuola pubblica.
E un’altra, allarmante conferma ci viene dalla recente lettera di Berlusconi alla UE, laddove si afferma che tra le proprie azioni prioritarie il governo assume il rafforzamento della valutazione delle scuole sulla base dei quiz Invalsi, con finanziamenti differenziati a seconda del merito e, già a partire dal prossimo anno, con azioni di “ristrutturazione” per quelle che andranno male (proprio sul modello USA, disastroso e al quale là si sta cercando di porre rimedio); vi si dice anche che si procederà all’aumento “dell’impegno didattico”, che si agirà sul “livello stipendiale” e che si introdurranno nuove forme di reclutamento (= la chiamata diretta dei presidi).
Stanno facendo pagare la crisi ai lavoratori in carne e ossa e stanno distruggendo pezzo per pezzo i servizi pubblici, mentre salvano  e ingrassano quella finanza virtuale delle banche e banchieri che sono i primi responsabili del disastro delle nostre economie. Devono riscrivere un intero modello di società e hanno bisogno di abolire finanche il concetto di “diritto” (alla scuola, alla vecchiaia, alla salute).
È un modello che si ripropone per i finanziamenti all’istruzione: si taglia il corpo vivo della scuola, si colpisce la didattica, si tagliano gli stipendi, ma si finanzia il fumo di coloro che pretendono di  misurare i nostri risultati. Il merito per pochi al posto dei diritti di tutti.
Nel frattempo il MIUR ha fissato le date per lo svolgimento dei quiz per il corrente anno scolastico:
data
Grado di scuola
Ambito dei quiz
8 maggio 2012
Classe II Secondaria di secondo grado
ITALIANO
MATEMATICA
QUESTIONARIO STUDENTE
9 maggio 2012
Classe II Primaria
PROVA PRELIMINARE DI LETTURA E DI ITALIANO
Classe V Primaria
ITALIANO
10 maggio 2012
Classe I Secondaria di primo grado
ITALIANO
MATEMATICA
QUESTIONARIO STUDENTE
11 maggio 2012
Classe II Primaria
MATEMATICA
Classe V Primaria
MATEMATICA
QUESTIONARIO STUDENTE

Come si evince dalla tabella, la minaccia gelminesca di introdurre i quiz anche per l’esame di maturità si è rivelata un’altra bufala: per le classi 5^ delle superiori il Miur (con la direttiva n. 88 del 18 ottobre scorso titolata Obiettivi delle rilevazioni nazionali INVALSI sugli apprendimenti degli studenti – a.s. 2011/2012) prevede che l’INVALSI valuterà, limitatamente all’italiano, “i livelli di apprendimento degli studenti a conclusione dei percorsi dell’istruzione secondaria superiore, utilizzando un campione significativo di prove scritte delle diverse tipologie, relativo a tutti gli ordini e gli indirizzi di studio del secondo ciclo di istruzione. La rilevazione avrà come riferimento gli obiettivi di apprendimento propri dei percorsi di studio del vecchio ordinamento e riguarderà alcune province del nord, del centro e del sud del Paese”.
Insomma, niente test ma solo una indagine a campione delle diverse prove scritte d’italiano. La stessa direttiva, però, minaccia che l’Invalsi realizzerà uno studio di fattibilità per l’introduzione dei quiz per l’esame di maturità.
Retromarcia anche nell’allargamento dei quiz per l’esame di terza media: tutto resta come prima e non ci sarà il quiz né per Inglese né per Scienze.
La citata direttiva, inoltre, ricorda che
1) nelle singole scuole è richiesta “la collaborazione dei docenti per la raccolta e l’inserimento dei dati, la somministrazione delle prove e la trascrizione dei risultati sui fogli risposta”;
2) “gli impegni connessi allo svolgimento delle rilevazioni dovranno trovare adeguato spazio di programmazione nell’ambito del piano annuale delle attività, predisposto dal dirigente scolastico e deliberato dal collegio dei docenti
3) “l riconoscimento economico per tali attività potrà essere individuato, in sede di contrattazione integrativa di istituto, ai sensi degli artt. 6 e 88 del vigente CCNL
Resta quindi pienamente confermato quanto abbiamo sostenuto lo scorso anno scolastico: per i docenti non c’è alcun obbligo né di somministrazione né di inserimento dei dati, tanto è vero che “il riconoscimento economico per tali attività potrà essere individuato, in sede di contrattazione integrativa di istituto“, cioè come retribuzione per attività aggiuntive e, in quanto tali, da svolgersi solo su base volontaria.
Trova, dunque conferma, la campagna dei Cobas avviata ad inizio di quest’anno scolastico contro la somministrazione dei quiz Invalsi e contro l’inserimento nel Piano Annuale delle Attività del lavoro necessario al loro svolgimento.
Come trovano conferma tutte le altre iniziative messe in campo con successo nello scorso anno scolastico, dato che da un punto di vista normativo è cambiato poco.
L’unica prova obbligatoria per legge è quella dell’esame di terza media. Per poter svolgere le altre occorre una mozione favorevole del collegio dei docenti e l’approvazione del Piano Annuale delle Attività che preveda le attività connesse ai quiz.
Attenzione, dunque, nei collegi a non far passare i quiz Invalsi. Sono già numerose le scuole che si sono espresse in questo senso (trovate alcuni esempi a questo url http://www.cesp-pd.it/spip/spip.php?article253) e quest’anno saranno più numerose di quello precedente.
Importante è anche il ruolo dei genitori che possono opporsi tramite tre modalità:
1)  non mandando i figli a scuola il giorno dello svolgimento del quiz;
2) inviando una diffida al DS in cui ci si oppone per vari motivi a che i propri figli siano sottoposti ai quiz (in una prossima mail manderò un modello che stiamo predisponendo, aggiornando quello dello scorso anno)
3) inviando una diffida al DS in cui ci si oppone alla somministrazione del questionario alunni avvalendosi dell'articolo 7 del codice privacy (anche questo modello sarà inviato in una prossima mail).
Ricordiamo che i Miur sta cercando di recuperare il consenso perduto e ha stanziato molto soldi per organizzare una propaganda capillare scuola per scuola, per spiegare la bontà, serietà e necessità dei quiz.
Ma il mondo della scuola sono anni che vive i quiz come un corpo estraneo alla didattica e sono anni che ne testa l’approssimazione e la scarsa scientificità; l’INVALSI è un carrozzone che sbanda senza sosta: dopo i pastrocchi all’esame di terza media (risposte sbagliate, telefonate convulse alle scuole e raddoppio del lavoro per gli insegnanti), ecco l’incredibile vicenda del concorso a presidi (quiz sbagliati, approssimativi, oscuri, annullati, reinseriti); e noi dovremmo dare in mano a loro la valutazione dei nostri allievi, del nostro lavoro, delle nostre scuole?

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