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giovedì 16 febbraio 2012

Il Senato approva il ‘milleproroghe’: per la Scuola nessuna buona nuova


di A.G. La Tecnica della Scuola, 15.2.2012
Delle modifiche che avrebbe potuto attuare l’Aula, attese e auspicate da alcuni partiti politici e dalle parti sociali, non si è fatto nulla. Anzi, all’ultimo momento è saltata la stabilizzazione di personale educativo e scolastico degli enti locali e dei lavoratori socialmente utili. Il decreto ora torna alla Camera. L'approvazione finale entro lunedì 27.
Nessuna sorpresa dell’ultimo momento: il decreto ‘milleproroghe’ è stato approvato nella serata del 15 febbraio dal Senato con la fiducia (dopo quella già posta dal governo alla Camera): dopo la chiamata nominale, i voti a favore sono stati 255 e i voti contrari 34.
Delle modifiche che avrebbe potuto attuare l’Aula, attese e auspicate da alcuni partiti politici e dalle parti sociali, non si è fatto nulla. In particolare, per quanto riguarda la scuola, non ha mai visto la luce (per difetto di copertura economica) l’emendamento che avrebbe permesso a migliaia di dipendenti pensionandi, in larga parte insegnanti, di lasciare il servizio col sistema pre-Fornero facendo valere i contributi dell’intero anno scolastico in corso, quindi fino 31 agosto 2012.
È anche saltata per carenza di fondi, questa però sul fotofinish, una disposizione che riguardava le assunzioni di personale educativo e scolastico degli enti locali e dei lavoratori socialmente utili coinvolti in percorsi di stabilizzazione.
L’unica vera modifica riguarda l’approdo degli abilitati tra il 2008 e il 2011 nelle graduatorie ad esaurimento. Come preannunciato ieri, in questo modo le liste di attesa restano chiuse, ma viene istituita una fascia aggiuntiva. Niente da fare, invece, per gli abilitandi (coloro che stanno concludendo il percorso). Che rimarranno fuori.
Di fatto, si tratta di un ritorno delle “code”. 
Il provvedimento, del resto, a questo punto appare "blindato": dopo la fiducia accordata oggi, tornerà all'esame della Camera, in terza lettura, per l'ok definitivo. Il decreto, pena la decadenza, dovrà essere convertito in legge entro il 27 febbraio. E visti e tempi ristretti non si prevedono ulteriori modifiche.

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