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venerdì 29 giugno 2012
considerazioni-sulle-recenti-operazioni repressive in umbria
Come storicamente è sempre accaduto nei momenti di crisi, il Potere prende di mira gli Anarchici, per mettere a punto una strategia della tensione, che impedisca il radicarsi nel territorio di proteste di massa contro un ordine sociale sempre più ingiusto. Pertanto, la Confederazione Cobas denuncia l’operazione repressiva nei confronti delle dieci persone arrestate nella notte tra il 12 ed il 13 Giugno 2012 in Italia, in Spagna ed in Germania, nonché delle 24 indagate, di cui 6 in Grecia. Ancora una volta, alcuni elementi ci inducono a pensare che si tratti di una montatura dello Stato: - la sproporzione esistente tra i reati contestati : costituzione, direzione e partecipazione ad un’associazione con finalità di terrorismo, eversione e programmazione di campagne terroristiche ed una parte del materiale sequestrato: bulbi di lampadine, bulloni e altro utilizzati appunto per confezionare ordigni esplodenti; - il fatto che vengano chiamati in causa anche due Anarchici già in carcere in Svizzera ed in Germania, perché si ritiene che, con i complici liberi in Italia, avessero progettato campagne terroristiche, dettandone tempi, obiettivi, documenti e sigle di rivendicazione. Soprattutto, le nostre considerazioni sono rafforzate dall’esame delle precedenti tappe della repressione in questa Regione. A) L’1 Aprile2004, furono arrestati Moreno Pasquinelli, Alessia Monteverdi, una Compagna turca, Er Avni e Maria Grazia Ardizzone; quest’ultima colpevole, secondo il mandato di cattura, di aver contratto: “matrimonio con Er Avni allo scopo di favorirne l’insediamento sul territorio italiano e sottraendolo al pericolo di espulsione dal territorio dello Stato.” Moreno Pasquinelli ebbe addirittura l’imputazione di: ” … partecipazione ad associazione con finalità di terrorismo anche internazionale e di eversione dell’ordine democratico”. In realtà, dopo molti anni, fu nuovamente contestato un reato associativo, che persegue, di fatto, delle opinioni e non dei reati specifici. È bene ricordare che questa prassi repressiva affonda le sue radici nel Codice Rocco, varato in piena epoca fascista, proprio per stroncare sul nascere ogni forma di protesta sindacale e politica. Iin ogni caso, l’infondatezza delle suddette accuse fu dimostrata dal fatto che, il 24 Aprile dello stesso anno, i tre arrestati italiani furono rilasciati per mancanza di indizi, mentre i due Turchi rimasero in carcere. Evidentemente, il Tribunale del riesame non ritenne che i “pericolosi terroristi” costituissero un rischio. B) Il 23 Ottobre 2007, a Spoleto, 108 uomini armati, 4 elicotteri, ROS dell’ Antiterrorismo incappucciati, agli ordini del Generale Giampaolo Ganzer, arrestarono 5 giovani : Michele Fabiani,, Fabrizio Reali Roscini, Dario Polinori, Andrea Di Nucci, Damiano Corrias. L’ipotesi di reato per tutti fu la seguente: “ ART. 270 BIS, del codice penale, costituivano, organizzavano, partecipavano, a un gruppo di ispirazione “anarchico-insurrezionalista” denominato COOP-FAI, in Spoleto, dal Marzo 2007 ad oggi” . L’11 Maggio 2011, la sentenza del la Corte d’Assise di Terni ha smontato l’impianto accusatorio del PM Manuela Comodi rispetto al reato associativo, che prevede almeno tre persone, poiché ne sono state condannate solo due, Michele Fabiani ed Andrea Di Nucci, ed a pene più lievi (Fabiani: 3 anni ed 8 mesi, Di Nucci: 2 anni e 6 mesi) di quelle richieste dalla pubblica accusa: 9 anni per Fabiani, 8 anni per Di Nucci. Gli altri due imputati, Dario Polinori e Damiano Corrias, sono stati invece assolti dal reato associativo per non aver commesso il fatto. C) Il 28 Febbraio 2010, all’aviosuperficie di Terni centinaia di Antifascisti contestarono con una decisa, ma pacifica, manifestazione i neofascisti di Casapound, che, sotto la copertura della sigla “Istinto rapace”, stavano tentando di organizzare un corso di paracadutismo, grazie al sostegno della Rotkopf di Viscardo e Riccardo Paganelli. Nonostante tutte le cronache della manifestazione riportassero tensione politica, ma assenza di violenza, … l’allora Questore Domenico Gregori emise 11 avvisi orali contro altrettanti Antifascisti, accusati di fare attività politica e definiti, con quel provvedimento, socialmente pericolosi. … A seguito di quella mobilitazione, la Questura si concentrò sulla pratica repressiva contro gli Antifascisti, denunciandone due per stampa clandestina (!), perché distribuivano - per la scadenza del 25 Aprile e della Liberazione dal Nazifascismo - un volantino della RAT (Rete Antifascista Ternana) sottoscritto da ben 25 tra associazioni, Sindacati di base e Partiti. Il giudice ha, poi, accolto il ricorso contro l’impianto accusatorio e la pratica repressiva della Questura e con la sentenza del 25/05/11 ha sancito l’inconsistenza dell’accusa di stampa clandestina. Pure gli avvisi orali sono stati in parte revocati. Infine, è stata fissata per l’Ottobre del 2012 la nuova data per l’udienza del processo a carico di 4 Compagni, rinviati a giudizio per lancio di fumogeni durante la suddetta manifestazione. D) Il 19 Maggio 2012, allo stadio di Terni si è giocata una partita amichevole tra la “vecchia” e la “nuova” Ternana, allo scopo di raccogliere fondi, per acquistare un ventilatore artificiale da donare al Reparto UTIN dell’Ospedale di Terni. Alcuni aderenti all’Associazione Primidellastrada, che avevano festeggiato l’evento con dei fuochi d’artificio, sono stati denunciati dalla Digos di Terni. Se ci spostiamo a Perugia il quadro non cambia. E) Il 16 Marzo 2012, la Questura di Perugia, su segnalazione della Digos, ha emesso 25 denunce per alcune delle numerose persone, che il 3 Marzo scorso avevano occupato i binari della stazione FS di Fontivegge. L’iniziativa era stata lanciata in concomitanza con la grande manifestazione No Tav, tenutasi lo stesso giorno a Roma ed al culmine di una settimana di mobilitazione nazionale. I reati contestati sono: l’interruzione di pubblico servizio e la violazione delle disposizioni di ordine pubblico attraverso il “travisamento”. Tra le/i denunciate/i ci sono anche due minorenni. F) Aprile 2012 In relazione ad una manifestazione organizzata, il 30 Novembre 2010, all’epoca della Controriforma della Scuola di Mariastella Gelmini, 37 persone, in maggioranza dell’Università, sono convocate dalla Questura, per essere messe al corrente delle ipotesi di reato a loro carico: manifestazione non autorizzata, in quanto l’ultima parte del percorso da Piazza IV Novembre alla stazione di Fontivegge non era stata concordata con la Questura, nonché interruzione di pubblico servizio, essendo che in centinaia occuparono alcuni binari. G) Sempre nell’Aprile del 2012, “Perugia Today” scrive: “ … un’inchiesta … racconta di nuovi particolari emersi nella vicenda di Aldo Bianzino, il falegname di Pietralunga, che per la Procura di Perugia, che archiviò l’ipotesi di omicidio, morì per cause naturali nella prigione di Capanne nel 2007”. Infatti, nelle udienze tenutesi per giudicare la guardia carceraria Gianluca Cantoro, ritenuto responsabile di omissione di soccorso, falso e omissione di atti d’ufficio e condannato a Marzo a un anno e mezzo con pena sospesa, è emerso, tra l’altro, che alcune lastre non erano di Aldo Bianzino, bensì di un’altra persona, vanificando, così, gli sforzi tesi al raggiungimento della verità. Infatti, l’archiviazione si era basata sull’esistenza di un aneurisma, che venne documentato dai consulenti del pm Anna Aprile e Luca Lalli in una minuta documentazione del 2008, nella quale furono mostrate le parti smembrate del cervello di Bianzino e un’altra immagine di sezione di un cervello con, cerchiata in rosso, la “malformazione” vascolare aneurismatica origine del sanguinamento. Ma, durante un’udienza, la dottoressa Aprile ha spiegato ai magistrati che i medici legali non avevano “riscontrato l’aneurisma, ma abbiamo riscontrato dei vasi con delle caratteristiche alterate, che ben si correlano con l’ipotesi di una rottura, diciamo, spontanea”. Insomma, quella immagine cerchiata in rosso era nulla più che letteratura medica. Di fronte a questa, peraltro necessariamente sintetica, ricostruzione degli episodi di “ordinaria” repressione nella “verde e rossa” Umbria, noi invitiamo sia le più diverse aree della Sinistra non istituzionale, sia tutte le forze politiche ed i singoli cittadini, che hanno a cuore la Democrazia e la Costituzione, frutto della Resistenza, a mobilitarsi contro quello che sembra essere il Progetto complessivo, in cui si inscrivono i vari episodi: fare di questa Regione un laboratorio, in cui si sperimentano quelle nuove tecniche repressive, di cui questo agonizzante sistema capitalistico ha un bisogno disperato. Attraverso teoremi, che non contestano reati specifici, ma le idee, si vuole limitare l’agibilità politica, eliminare il conflitto sociale e politico, intimidire coloro che portano avanti le lotte di massa nel territorio. Confederazione Cobas Umbria, 20 di Giugno 2012
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