In data odierna, 19 ottobre 2012, si sono riuniti in un'assemblea
autoconvocata oltre un centinaio di docenti delle seguenti scuole di
Genova e provincia:
1) L.s.s. Cassini
2) L.s.s. Leonardo da Vinci
3) L.s.s. Fermi
4) L.s.s. M.L. King
5) L.c. Doria
6) L.c. Colombo
7) L.c. Mazzini
8) Convitto Colombo
9) L.a. Klee-Barabino (diurno e serale)
10) L. Godetti
11) L. Pertini
12) Marco Polo
13) Rosselli
14) Giorgi-Majorana
15) V. Emanuele-Ruffini
16) Galilei
17) Marsano
18) L.s.s. Nicoloso da Recco
19) L.c. Da Vigo di Rapallo
20) Gaslini-Meucci
21) I. Nautico Calvino
22) Linguistico Deledda
23) L.s.s. Lanfranconi
24) Firpo
25) Odero
26) Liceti (Rapallo)
27) Primo Levi (Ronco Scrivia)
28) Istituto Comprensivo S. Fruttuoso
29) I.C. Oregina
30) I.C. S. Martino
31) I.C. S. Francesco da Paola
32) I.C. Rivarolo
33) I.C. San Teodoro
34) I.C. Molassana
35) I.C. Bogliasco
36) I.C. Albaro
37) I.C. Val Trebbia
38) I.C. Barbino
39) I.C. Pegli
40) I.C. Lagaccio
41) I.C. Teglia
42) I.C. Foce
Al termine dell'assemblea i presenti hanno votato all'unanimità il seguente documento. E le seguenti proposte.
Dopo i durissimi attacchi alla scuola statale dei governi precedenti,
molti Docenti avevano sperato che un governo di professori avrebbe,
finalmente, considerato la scuola fondamentale e centrale, e non solo a
parole, per la ripresa del Paese. Purtroppo la speranza si è dimostrata
nuovamente mal riposta. Ancora tagli agli organici. Otto anni di blocco
sugli stipendi (con perdita dal 2006 del 25% del potere d'acquisto),
senza più nemmeno l'indennità di vacanza contrattuale.
Un patente disprezzo per il quotidiano lavoro dei Docenti spinge la
nostra classe politica e dirigenziale persino ad stabilire, senza
nessuna consultazione né trattativa ed in spregio al CCNL, un aumento
secco di sei ore di insegnamento settimanale a parità di retribuzione,
un'ipotesi assurda che non tiene assolutamente conto né di quello che
significa insegnare, né della fatica intellettuale che questo comporta,
sia in termini di preparazione di lezioni che di lavoro con gli
studenti. Se tale scriteriata idea è stata partorita in base ad una
logica puramente ragionieristica, ciò significa che essa ha come scopo
solo lo smantellamento della scuola statale. Il tutto sembra rientrare
nella tecnica tutta politica di depauperare i lavoratori e di togliere
ai giovani finanche la speranza di trovare lavoro. Mentre si confermano
gigantesche spese militari e privilegi per le caste di potere, non vi
sono patrimoniali eque e non viene risolto il problema dei cento
miliardi annui di evasione fiscale.
Ciò nondimeno, la nostra preoccupazione di Docenti della Repubblica va
soprattutto alla prossima trasformazione in legge del Ddl 953 (ex
disegno di legge Aprea) sulla "Autonomia statutaria delle Istituzioni
Scolastiche": legge che molto probabilmente verrà varata, grazie
all'inusitata armonia bipartisan tra partiti apparentemente avversi su
tutto, tranne che sulla distruzione della Scuola Statale istituita dalla
Costituzione.
Questa legge prevede la creazione di un «consiglio dell'Autonomia» al
posto dell'attuale Consiglio d'Istituto, organo di indirizzo della
scuola. Non ne farà più parte il personale non docente della scuola, al
posto del quale troveremo invece «membri esterni, scelti fra le realtà
culturali, sociali, produttive, professionali e dei servizi, in numero
non superiore a 2 […]» (art. 4), i cui dubbi criteri di individuazione
hanno solo una certezza: un regalo di potere ideologico e finanziario al
localismo territoriale. La logica della convenienza privata e della
clientela si sostituirà così al controllo democratico dell'interesse
collettivo, perché ogni scuola sarà esposta ai poteri forti presenti nel
territorio. Ogni Consiglio dell'Autonomia elaborerà uno «Statuto
autonomo», diverso per ciascuna delle diecimila scuole italiane, che
regolamenterà (normalizzandole) l'amministrazione dell'Istituto, la
strutturazione degli organi interni, nonché le delicate relazioni tra le
diverse componenti che ne fanno parte: materie finora regolate da una
normativa unitaria per tutto il territorio nazionale. Lo Stato, insomma,
non garantirà più le pari opportunità degli studenti nell'esercizio del
diritto allo studio.
Inoltre lo Statuto definirà in ogni scuola le regole secondo cui
studenti e genitori avranno il diritto di partecipare; cancellando così
il Decreto Legislativo 297/94 (Testo Unico sulla scuola) che finora
dettava le norme sugli organi collegiali. Quei decreti delegati,
conquista di dignità e di democrazia, che hanno dato voce a tutte le
componenti della scuola.
E non è tutto: lo Statuto autonomo di ogni singola scuola scavalcherà le
competenze didattiche dei Docenti e la loro libertà di insegnamento,
perché stabilirà «la composizione e le modalità della necessaria
partecipazione degli alunni e dei genitori alla definizione e
raggiungimento degli obiettivi educativi di ogni singola classe (art. 6
c. 4)».
Verrà istituito un «nucleo di autovalutazione» con il compito di
giudicare la "qualità" della scuola (art. 8)». Ne faranno parte uno o
più membri esterni, che giudicheranno in collaborazione con l'Invalsi e
sulla base dei suoi famigerati quiz.
L'articolo 10 prevede l'opportunità di «ricevere contributi da
fondazioni finalizzati al sostegno economico delle loro attività»,
rimarcando che queste «possono essere soggetti sia pubblici che privati,
fondazioni, associazioni di genitori o di cittadini, organizzazioni no
profit (art. 10 c. 2)».
Tali soggetti avrebbero il proprio posto nel Consiglio dell'Autonomia,
implicitamente condizionandone le scelte, secondo criteri altri rispetto
a quelli della libertà di ricerca, di pensiero, di insegnamento, di
apprendimento, sancita dalla Costituzione repubblicana.
Pertanto, noi sottoscritti Docenti delle scuole di Genova e provincia ,
nella piena consapevolezza dei nostri diritti, delle nostre prerogative
in ambito pedagogico-didattico e, soprattutto, della nostra dignità,
rifiutiamo con forza la politica governativa sulla Scuola, e invitiamo i
Colleghi di tutte le Scuole d'Italia a respingere con tutte le proprie
forze il Ddl 953 (ex disegno di legge Aprea) sulla "Autonomia statutaria
delle Istituzioni Scolastiche", nel nome della Costituzione, delle
leggi tuttora vigenti, della libertà di insegnamento, della libertà di
pensiero, della libertà di apprendimento.
Rifiutiamo la logica, neoliberista ed antiliberale, che ha spinto il
Presidente del Consiglio a tagliare ulteriori fondi alla Scuola Statale e
a dichiarare, nell'agosto scorso, che «Il governo non farà mancare alle
scuole non statali, cui riconosce una essenziale funzione, il
necessario sostegno economico». Se questa logica prevalesse, se fosse
varata la controriforma che il Ddl 953 prefigura, noi Docenti non
saremmo più liberi di decidere che cosa insegnare e come (con gravissimo
pregiudizio per il progresso culturale e civile di questo Paese); il
potere discrezionale dei Dirigenti Scolastici aumenterebbe enormemente
(alla faccia della "autonomia"); la didattica verrebbe decisa non più
dai Docenti, ma dai privati esterni.
Invitiamo tutti i lavoratori della Scuola ad adottare ogni possibile e
legale forma di lotta per impedire che questo scempio della comune
libertà avvenga; a restituire le tessere di quei sindacati e di quei
partiti politici che questo scempio non respingeranno esplicitamente e
fattivamente. Invitiamo sempre le forze sindacali tutte a proclamare un
vero sciopero generale di tutti i lavoratori della scuola, non
depotenziato in partenza dalla scelta del sabato, quando le scuole
primarie e medie sono chiuse come del resto gran parte delle scuole
superiori.
Invitiamo i genitori e i cittadini a sostenerci e a difendere con noi la
Scuola Statale. Altrimenti, il destino delle nostre scuole e dei nostri
figli sarà in balia di poteri economici e dei loro ricatti clientelari.
Inoltre, le scuole dei territori più poveri verranno ulteriormente
impoverite, perché lo Stato non sarà più il principale finanziatore
dell'istituzione scolastica.
Invitiamo gli studenti, nostri alunni e nostri figli, a sostenerci e a
difendere con noi la Scuola Statale: per non avere Docenti ricattati,
demotivati e costretti a diventare trasmettitori di quanto imposto da
forze esterne;; per far valere ancora le proprie ragioni nei Consigli di
Classe; per impedire che ogni scuola abbia il proprio regime, e che i
diritti degli studenti non siano più garantiti.
I docenti riuniti in assemblea propongono a tutti i colleghi e ai
lavoratori delle scuole genovesi le seguenti forme di lotta ( da
adottare in toto o solo in parte):
:
1) blocco delle attività extracurricolari (cordinamento di classe e di
dipartimento, progetti, commissioni, uscite e viaggi di istruzione, e
tutto quanto non espressamente previsto dal CCNL);
2) blocco delle nuove adozioni dei libri di testo;
3) organizzare una giornata o più giornate di autogestione delle scuole
insieme agli studenti, durante le quali i docenti svolgano attività
didattica alternativa spiegando agli studenti e alle famiglie la gravità
dell' attacco in corso alla scuola pubblica e l' importanza della sua
difesa;
4) non partecipare al Festival della Scienza;
5) valutare la possibilità di un ricorso al TAR;
6) blocco degli scrutini del primo quadrimestre e finali;
7) rifiuto di collaborare ai test INVALSI;
8) organizzare una manifestazione cittadina insieme a studenti, genitori
e cittadini in occasione della giornata inaugurale del "Salone
dell'orientamento".
Invitiamo le forze sindacali tutte a proclamare un vero sciopero
generale di tutti i lavoratori della scuola, non depotenziato in
partenza dalla scelta del sabato, quando le scuole primarie e medie sono
chiuse come del resto gran parte delle scuole superiori.
Chiediamo, inoltre, a tutte le organizzazioni sindacali di sostenere e
fare proprie queste nostre proposte, altrimenti ci vedremo costretti a
restituire le nostre tessere e revocare l'iscrizione al sindacato.
I docenti presenti hanno anche deciso di riconvocarsi in assemblea in data 5 novembre p.v. alle h. 14.30.
Genova, 19-10-12
Nessun commento:
Posta un commento