Come sapete, alcuni giorni fa vi
abbiamo comunicato con una lettera di aver raccolto il vostro invito a
scioperare nella scuola il 24 novembre, convocandolo anche noi e proponendovi un
incontro per trovare un
accordo per un’unica manifestazione nazionale a Roma. Non abbiamo ricevuto
risposte ma, ciò malgrado, vi scriviamo nuovamente facendoci carico della
generale volontà di docenti ed Ata di avere a disposizione una giornata di
sciopero e di manifestazione massimamente unitari in difesa della scuola
pubblica e delle condizioni di lavoro dei suoi protagonisti. Vi abbiamo
segnalato nella precedente lettera che la data scelta non ci sembrava proprio la
migliore, sia perché essendo di sabato impedisce a tantissimi/e docenti di
scioperare sia perché arriverebbe dopo l’approvazione della “legge di
in-stabilità”alla Camera (voto finale il 15 o il 16 novembre). Pur tuttavia,
aggiungevamo che non volevamo dividerci scegliendo una data diversa. Però nel
frattempo sono successe tre cose rilevanti: 1) da tutte le scuole in agitazione
(e sono moltissime) è venuta la stessa richiesta: “ottimo che 5 dei 6 sindacati
più rilevanti della scuola convochino uno sciopero insieme, e anzi che ci si
aggiunga anche la Cgil; ma anticipate la data e soprattutto non di sabato”; 2) a
livello europeo i sindacati spagnoli, portoghesi e greci hanno deciso per il 14
novembre lo sciopero generale coordinato nei loro tre paesi contro le politiche
liberiste che colpiscono la scuola come i salari, le pensioni e i servizi
pubblici, i lavoratori/trici e i disoccupati; e la CES, riferimento europeo di
Cisl e Uil come della Cgil, ha invitato i sindacati degli altri paesi a far
confluire nella data del 14, se possibile, le azioni di lotta già programmate; 3) sotto la pressione
delle massicce proteste dei protagonisti della scuola e del timore di un
grandioso sciopero che delegittimi il governo e soprattutto i partiti che lo
sostengono (e che vanno verso le elezioni), il ministro Profumo sta annunciando
la marcia indietro sulle 24 ore, che però deve essere concretizzata in
Parlamento nei prossimi giorni e che comunque lascia aperti gli altri fronti di
conflitto, dai contratti e scatti bloccati, ai precari e inidonei, fino (per
quel che ci riguarda) alla legge Aprea-Ghizzoni.
E allora perché non raccogliere tutte
queste spinte ed anticipare tutti insieme lo sciopero e la manifestazione
nazionale al 14 novembre? Ci sembra la scelta che la categoria che sta lottando
ci chiede di fare: e vorremmo farla insieme. Ci auguriamo di ricevere da voi una
risposta ragionevolmente rapida e pubblica, visto che riguarda l’intero popolo
della scuola. Vi diciamo fin d’ora, comunque, che nel caso non siate d’accordo
per l’anticipo, noi manterremmo comunque il nostro impegno per il 24 anche se
intendiamo dare la possibilità di scioperare anche a quei docenti ed Ata che non
potranno farlo il 24, nonché a tutti i lavoratori/trici delle altre categorie
che vorranno essere in piazza il 14 insieme all’Europa che lotta. E quindi vi
reiteriamo la richiesta di incontrarci per arrivare, oltre che allo sciopero
unitario, anche ad una manifestazione nazionale unica, con pari dignità. Perché
sulla partecipazione agli scioperi si apre sempre un balletto di cifre con il
MIUR, mentre i numeri delle manifestazioni non sono occultabili e incidono
direttamente sul Parlamento, sul governo e sui partiti che lo sostengono, sui
mass-media. E noi tutti insieme (invitando anche la Cgil ad aggiungersi)
possiamo mettere in campo una manifestazione che potrebbe essere per la scuola
la più grande del decennio. Restiamo in attesa di una vostra risposta.
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