Dopo la
straordinaria giornata del 14, di nuovo in piazza insieme a
Roma il 24 novembre (P.della Repubblica, ore 10)
Per battere Profumo e il governo, per impedire la distruzione della scuola pubblica.
Per battere Profumo e il governo, per impedire la distruzione della scuola pubblica.
Il 14 novembre, mentre
in 27 paesi europei milioni di persone manifestavano contro le
politiche di austerità e i massacri sociali del liberismo, in
Italia centinaia di migliaia di studenti, docenti ed Ata,
lavoratori/trici del settore pubblico e privato segnavano con la
loro forte presenza lo sciopero generale e i cortei che abbiamo
organizzato insieme a voi in 30 città. Enorme in particolare la
vostra partecipazione a Roma dove i due cortei, poi congiuntisi,
di circa 80 mila studenti e tante migliaia di lavoratori/trici
hanno bloccato la città, arrivando pure di fronte al Parlamento
e purtroppo dovendo subire un’ignobile aggressione poliziesca
che ha provocato tra di voi il ferimento di tanti giovani e
giovanissimi e l’arresto di otto di essi, ora scarcerati. Le
cariche poliziesche, seppur con dimensioni più ridotte e con
conseguenze non così drammatiche, hanno ricordato quelle di
undici anni fa a Genova contro i manifestanti anti-G8: come
allora, una nuova generazione scendeva in campo per difendere il
proprio presente e il proprio futuro; e come allora il
comportamento aggressivo e feroce delle “forze dell’ordine”
intendeva terrorizzare i giovani manifestanti per dissuaderli
una volta per tutte dal ribellarsi all’ingiusto ordine sociale e
politico esistente. Ma l’intento è fallito miseramente, perché,
anzi, le occupazioni di scuole e le proteste si sono estese,
coinvolgendo sempre più studenti, in alleanza con tanti docenti,
nella lotta contro la politica scolastica del governo, il
continuo impoverimento dell’istruzione pubblica, il folle
aumento dell’orario degli insegnanti a parità di salario, la conseguente
espulsione dei precari, la deportazione degli insegnanti
“inidonei”, il blocco di contratti e scatti e la legge
Aprea-Ghizzoni, che imporrebbe definitivamente la scuola
diretta dalle aziende, cancellando gli organi di democrazia
della scuola e imponendo i quiz Invalsi per valutare i docenti
e gli studenti.
La giornata del 14
e le precedenti mobilitazioni del popolo della scuola pubblica
hanno disvelato i veri intenti della politica scolastica
governativa, che è in perfetta continuità con quella dei
precedenti ministri dell’Istruzione: imporre una scuola-miseria
fatta di tagli permanenti e finanziamenti ridicoli, e una
scuola-quiz, basata sui grotteschi indovinelli dell’Invalsi come
metro di valutazione e di premio-punizione, che dovrebbero
sfornare una massa di giovani precari, indifesi, malleabili e
disponibili verso le imposizioni del padronato, dei gruppi
industriali e finanziari, delle caste politiche e manageriali
che hanno provocato la gravissima crisi che affligge dal 2008
l’Italia e l’Europa; crisi che sono i settori sociali più deboli
e indifesi a pagare e non i responsabili di essa, che anzi
aumentano i loro profitti, la corruzione dilagante, l’evasione
fiscale, le ruberie e le malversazioni. Dunque, il movimento che
vuole sconfiggere l’intera politica di immiserimento della
scuola pubblica non può fermarsi qui, ed in tal senso ci sembra
decisiva la massima riuscita dello sciopero della scuola del
24 novembre e di una grande manifestazione unitaria del popolo della scuola
pubblica a Roma, che vi proponiamo di gestire insieme.
Tenuto conto del comportamento autoritario e repressivo messo in
atto dalle “forze dell’ordine” il 14 novembre, come COBAS abbiamo chiesto e
ottenuto un corteo per il 24 mattina (ore 10) da P. della
Repubblica a P. Venezia: ma abbiamo anche fatto presente
che altri eventuali cortei che voi intendiate organizzare, con
la speranza che siate d’accordo per incontrarci o a Piazza della
Repubblica o in altri punti di passaggio del nostro corteo,
andranno considerati dalla questura e dal governo legittimi alla
pari del nostro autorizzato, e che considereremo un’aggressione
intollerabile qualsiasi tentativo di impedire l’espressione
della vostra libera e sacrosanta protesta. In ogni caso, vi
proponiamo di incontrarci per coordinare al meglio le
mobilitazioni del 24 novembre e vi ribadiamo il totale sostegno
alla vostra lotta e alle vostre rivendicazioni che sono anche le
nostre.
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