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domenica 27 gennaio 2013

TERNI ENA: E' più pulito il percolato di questi qui


21 milioni per la costruzione della centrale Acea-Terni ENA

Il sistema-Roma emerso dopo l'inchiesta si allarga a un nuovo capitolo. Nel consiglio di amministrazione della società che affidò i lavori un fedelissimo del sindaco

di DANIELE AUTIERIIl sistema-Roma emerso dopo l'inchiesta per corruzione e le dimissioni dell'ad di Eur spa,Riccardo Mancini, si allarga a un nuovo capitolo che, in questo caso, coinvolge l'Acea, l'azienda controllata al 51% dal Campidoglio e guidata da Giancarlo Cremonesi, un altro uomo vicinissimo al sindaco Alemanno.

Appellandosi all'articolo 221 del decreto 163/2006 che ammette la deroga alla procedura di gara pubblica quando ricorrono ragioni di estrema urgenza, Aria, l'azienda di Acea specializzata nel settore dei rifiuti, ha affidato "l'appalto integrato di progettazione esecutiva e di lavori per il revamping dell'esistente centrale di recupero energetico della società Terni Ena spa" all'associazione temporanea di imprese costituita da Società Generale Rifiuti srl (SoGeRi), Intercantieri Vittadello, Loto Impianti srl e IGM Ambiente srl. L'affidamento prevedeva il termine dei lavori entro la fine del 2012 per una contropartita economica da 21,9 milioni di euro.

L'attenzione a questo punto cade sulla SoGeRi, la società di cui Mancini è stato in passato amministratore unico prima di lasciare la guida dell'azienda a Emilia Fiorani che oggi occupa la poltrona di presidente del consiglio di amministrazione. La Fiorani è stata già lambita dalle cronache sulla parentopoli dell'uomo forte dell'Eur che l'hanno descritta come la compagna di Carlo Pucci, il tabaccaio di viale Europa nominato da Mancini direttore marketing dell'Ente. Quello che più interessa però è la gerarchia azionaria della SoGeRi. 

La società è infatti di proprietà di un'altra azienda, la Treerre spa di cui la Fiorani è l'azionista di minoranza con il 40% del capitale. La maggioranza (il restante 60%) è invece nelle mani della Emis spa, un'azienda sconosciuta alle cronache ma preziosa per Riccardo Mancini che ne controlla il 99% (319.900 euro di capitale sui 320mila totali). Come insegna il gioco delle scatole cinesi, la gerarchia azionaria della Emis conduce fino alla SoGeRi, la società aggiudicatrice dell'appalto, che Mancini controlla per intermezzo delle altre aziende che fanno da filtro.

Il fatto è rilevante e svela l'intreccio di interessi attivato all'interno delle aziende controllate dal Comune che in questo caso vede l'uomo che nel 2008 sostenne la campagna elettorale di Alemanno (indagato per aver favorito a forza di tangenti la vendita dei filobus di Breda Menarini all'Atac) ottenere un appalto senza gara da 21 milioni di euro da un'azienda (Acea) controllata al 51% dal Comune di Roma.

Peraltro nel consiglio di amministrazione di Aria spa, la società di Acea che gestisce l'inceneritore di Terni e ha assegnato l'appalto, siede Ranieri Mamalchi, un altro fedelissimo del sindaco di Roma, già capo della sua segreteria quando Alemanno era ministro dell'Agricoltura, membro del cda della fondazione alemanniana "Nuova Italia", nonché direttore degli affari istituzionali di Acea spa.

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