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martedì 25 febbraio 2014

Renzi, Giannini e Faraone: cominciamo molto male!


Non abbiamo mai preso sul serio le rodomontate di Renzi, le rottamazioni, la rivoluzione
democratica, la nuova politica che spazza via la “casta” ecc..E’ stata subito palese la smisurata ambizione e presunzione del Matteo, ottimo allievo di Berlusconi nel cambiare tesi e programmi da un giorno all’altro in base ad esclusivi criteri di potere: ed avevamo già verificato l’abisso tra chiacchiere e fatti nella conduzione della sua città. Dunque, non siamo troppo sorpresi delle  pur clamorose svolte a 180 gradi che lo hanno portato al governo. Piuttosto, sono sconcertanti i suoi innumerevoli corifei - nei mass media, nel suo partito, tra i poteri che contano - uniti nel “il fine giustifica i mezzi” e prodighi di un’indulgenza mai regalata a Berlusconi, malgrado la svolta, con la quale il puttino ha rinnegato tutta la sua mitologia, sia stata totale e rapidissima e abbia lasciato a bocca aperta persino i due milioni di elettori che lo avevano incoronato segretario PD senza la minima idea del suo programma e solo perché figura bene in TV.
Al governo solo tramite un plebiscito elettorale, collaborando per l'intanto con “Staisereno” Letta? Col cavolo. Roso dall'ambizione smisurata e dalla fretta di chi ha puntato tutto sull'immagine, ci arriva con un accoltellamento di palazzo che manco la peggior DC. Doveva rottamare la vecchia politica? Ha fatto un governo con il solito manuale Cencelli, tre posti al NCD, uno a Scelta civica, uno all’Udc e gli altri ben divisi tra le correnti PD. Non mi farò condizionare dai poteri forti? Ha trattato i ministri con Draghi, Napolitano, la Confindustria e le Coop che gli hanno imposto i loro, ed ha sfornato un Letta-bis senza Letta, con 9 ministri confermati e new entry orrende come il Padoan, fan dell’austerità alla tedesca pure peggio di Saccomanni, con lo Sviluppo economico in appalto alla Confindustria e il Lavoro alle Cooperative “rosse”. Con in più la berlusconiana promozione di giovanotte-immagine senza “meriti” che non siano d’estetica e di totale fedeltà al capo, mentre viene cancellato l’odiato - da Lega e razzisti al seguito - Ministero “negro”.
Ciò malgrado, ci siamo ripromessi di attendere i programmi: e quelli, almeno per la scuola, stanno già arrivando grazie alle interviste alla neoministra Stefania Giannini e a Davide Faraone, neo-responsabile scuola PD e “renziano Doc”. La prima, dopo il rituale “premierò il merito”, grottesco se detto da un governo del tutto senza meriti, annuncia che vuole cancellare gli “automatismi”, cioè gli scatti di anzianità per docenti ed Ata, l’unica forma, miserella, di avanzamento economico rimasto. Poi, dopo aver promesso di invertire l’immiserimento dell’istruzione, propone il taglio di un anno di scuola nelle superiori, cioè una riduzione di spesa e di personale intorno al 20%, per la felicità di Padoan e di tutti coloro che hanno diminuito negli ultimi venti anni del 30% gli investimenti nell’istruzione e gli stipendi di docenti ed Ata; e un taglio anche all’Università, di quel personale amministrativo “eccessivo” per colpa dei sindacati. Faraone le fa eco (o le dà la linea), confermando il taglio di un anno di scuola e proponendo la “necessaria revisione dello stato giuridico” di docenti ed Ata e il “superamento di alcune rigidità del contratto nazionale” per portare a compimento la “vera autonomia”, con la quale Berlinguer lanciò la scuola-azienda che ha prodotto l’attuale scuola- miseria e scuola-quiz; e che ora per Faraone dovrebbe partorire, dopo fantasticate stabilizzazioni di precari in massa, le ben più concrete assunzioni dirette (e licenziamenti) da parte dei presidi.
Dunque, prendendo almeno loro sul serio, sembra prospettarsi un orizzonte oscuro che smentisce le mirabili promesse del Renzi per il “rilancio” dell’istruzione come “interesse primario”. Rafforzeremo le mobilitazioni che abbiamo in corso – inidonei, precari Ata e delle elementari, quota 96, scuola in carcere, scioperi contro i quiz Invalsi, Itp, Lsu e Ata pulizie, modelli viventi ecc..- di fronte a questi primi segnali inquietanti. E visto che le nostre proteste si svolgeranno spesso davanti al Ministero ora guidato da Giannini, ci auguriamo che la ministra ne approfitti per farci cambiare idea con i fatti rispetto a questo primo, inevitabilmente negativo, giudizio.

Piero Bernocchi  portavoce nazionale COBAS

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