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mercoledì 12 marzo 2014

Terni,"la neve che uccide"

A Terni nevica. In dieci minuti la telecamera diventa bianca. C’è il sole, ma la neve non si scioglie perché non è di ghiaccio ma di granelli di polvere. «Quando l’acciaieria Ast Thyssenkrupp “spara”, tutto diventa bianco. Ma qui di candido non c’è nulla. - spiega Andrea Liberati di Italia Nostra – Questa polvere contiene veleni che ci stanno uccidendo nel silenzio generale. I valori ufficiali dell’Arpa di nichel, cromo e arsenico sono ben sopra la soglia benchmark tedesca (max 15 microgrammi/mq per il nichel; max 4 per l’arsenico). Abbiamo infatti registrato un superamento della soglia di 15 microgrammi al metro quadro fino a 23 volte rispetto a questa soglia di riferimento e per il cromo anche punte di 2500 microgrammi al metroquadro. Ci chiediamo se sia eticamente giusto che un’azienda tedesca in Italia non rispetti i limiti che nel proprio paese sarebbero tassativi?».

LE ACCIAIERIE - Prisciano, quartiere di Terni a ridosso delle acciaierie, potrebbe essere un borgo di casette e campagna. Solo che qui le piante diventano grigie, come le auto, i tetti delle case, i pavimenti. Gli abitanti della zona mostrano le tegole nuove che dovranno sostituire quelle ormai inservibili corrose dalla polvere. «Io compro litri di acido al mese. Per me è come se fosse acqua minerale. Lo uso per pulire ma riesco solo a tamponare. Questo grigio non va mai via», racconta un’abitante della zona mentre solleva taniche di acido. Alcuni di loro hanno fatto causa alle acciaierie e hanno ottenuto dei risarcimenti ma ora questo non basta più: «In ognuna delle nostre famiglie ci sono ammalati di cancro. Ci stiamo ammalando tutti. Devono dirci cos’è questa polvere, bonificare, smetterla di spararcela addosso. Le acciaierie ci stanno togliendo la vita. Stiamo diventando come il quartiere Tamburi di Taranto».

I RILEVAMENTI - La centralina di Prisciano da fine dicembre 2012 è disattivata. Si trova accanto ad un parco giochi per bambini. «La centralina era di per sé già obsoleta e registrava valori tra il 25% e il 30% più bassi di quelli effettivi, come attestato a seguito di interrogazioni comunali. - precisa Liberati - L’eliminazione del misuratore è stata determinata dalla scelta della Regione di scorporare le centraline industriali da quelle urbane. Faccio presente che ancor oggi né quella di Prisciano, né quella di Maratta (dove insiste un inceneritore), sono state riavviate e noi non sappiamo nulla di quello che avviene nell’aria. La Thyssenkrupp conformemente alle disposizioni dell’Aia, è stata delegata all’acquisto del nuovo impianto, fatto che a noi ambientalisti non piace molto. Questa centralina caratterizzerà finalmente i metalli pesanti: finora a Terni ciò veniva fatto soltanto tramite un’unica centralina collocata a c.a km 3 dai forni fusori (differentemente da quanto avviene ad Aosta, per esempio: lì ne hanno messe tre tutt’attorno allo stabilimento Cogne Acciai Speciali). Comunque con il dispositivo di Prisciano registrammo anche 123 giorni di PM 10 oltre la soglia di legge. Poi è stato deciso di cliccare su off».

I METALLI E LE EMISSIONI - Andrea snocciola i dati di una classifica da brividi: «Secondo il rapporto Mal’Aria-Legambiente 2012, siamo primi in Italia per cromo prodotto: kg. 968. Siamo certamente ai vertici anche con riferimento al nichel, sebbene la rete di monitoraggio sia molto carente, come detto. Secondi in Italia per mercurio nell’aria; terzi per cadmio». Gli ambientalisti denunciano che non è stata mai eseguita un’analisi delle emissioni diffuse dell’acciaieria, quelle cioè non captate. A guardare dall’alto gli impianti dell’acciaieria si resta impressionati: è una struttura enorme che fa lavorare tantissima gente. Lo stupore viene però annientato alla visione della discarica di scorie dello stabilimento: due montagne di strati a cielo aperto in mezzo agli ulivi e sopra le strade a scorrimento veloce. E’ uno dei cosiddetti siti Sin (siti di interesse nazionale ndr.) da bonificare, operazione che spetterebbe anche al comune di Terni che l’ha utilizzata anche per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani.

LE BONIFICHE MAI AVVIATE - Come nella maggior parte dei casi dei siti Sin la bonifica non è mai stata avviata. In discarica c’è un continuo via vai di camion che scaricano scorie. «Siamo in una situazione paradossale - spiega Giuseppe Rinaldi del Wwf – la Tyssenkrupp anziché favorire la bonifica della discarica, ha chiesto al Ministero dell’Ambiente una sua ulteriore espansione in direzione della Valnerina e della Cascata delle Marmore, con un evidente impatto paesaggistico e ambientale in un’area che è candidata a diventare patrimonio dell’Unesco. La capienza complessiva che la Tyssenkrupp otterrebbe se il Ministero assecondasse la loro pretesa, è pari a ben 7.000.000 di tonnellate di rifiuti -scorie di acciaieria».

LA GALLERIA DEI VELENI - Il paradosso più grande di tutta questa storia è però un’opera che sembra essere un caso unico in Europa: una galleria, costata un centinaio di milioni di euro circa che si trova esattamente sotto la discarica. Nella galleria Tescino piove acqua contaminata con metalli e cromo esavalente. L’autorità giudiziaria ne ha disposto il sequestro per alcuni periodi e il corpo forestale dello stato ha eseguito i rilievi sul liquido che cade lungo la galleria. «Siamo stati noi a fare le denunce – spiega Liberati – ma il problema è la discarica che andrebbe bonificata e che invece sta infiltrando un’opera, come la Tescino, costata tanti soldi».
In effetti, nonostante una serie di evidenti rinforzi applicati alle pareti continuano a venire giù liquidi sia lungo le pareti che direttamente sull’asfalto. Della tossicità di quel liquido se ne è accorto Alessandro Ridolfi che lavorava in galleria come tecnico per la prevenzione degli esplosivi e che asciugandosi il viso con una manica impregnata di quel liquido ha cominciato a sviluppare ulcere negli occhi e su tutto il corpo. «Da allora tutti i giorni mi alzo tra lenzuola insanguinate: secondo i medici dell’asl di Arezzo ho sviluppato una sensibilità ai metalli pesanti e al cromo. Ma queste sostanze sono contenute in tutti i prodotti, circa 1200 e così non posso avvicinarmi a nulla. Sono costretto a vivere isolato ad avere pochissimi contatti umani. Nessuno mi fa più lavorare perché prendere uno come me è una responsabilità enorme. Come vengo in contatto con una sostanza che contiene gli agenti immediatamente comincio a sanguinare e si aprono delle ulcere. La mia non è più vita. Ovviamente devo stare lontano dalla galleria e dalle acciaierie. Vorrei che fosse fatta giustizia: so che la procura sta svolgendo un’inchiesta. Spero che si vada avanti anche per i cittadini di Terni. Molti si stanno ammalando e non si accorgono di nulla».
11 marzo 2014 /Corsera

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