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mercoledì 28 gennaio 2015

le LE FAMIGLIE NON DEVONO PAGARE I TAGLI DEI GOVERNI ALLA SCUOLA PUBBLICA

Da oltre 20 anni i governi stanno attaccando la scuola pubblica cercando di trasformarla nella scuola miseria.
La pseudoriforma della Gelmini, è ormai chiaro, aveva l'unico scopo di tagliare tempo scuola e cattedre agli istituti professionali e tecnici, così come tutti i provvedimenti presi dai governi di centrodestra o centrosinistra, che hanno portato l'Italia ad essere il paese che investe di meno nella scuola, rispetto al PIL, di tutta la UE.
In questo scenario di bassa macelleria sociale si tentano di finanziare i tagli dei governi attraverso il contributo delle famiglie che però è assolutamente volontario, ad esclusione delle tasse di iscrizione, di frequenza, di esame e di diploma, cioè delle tasse erariali (facilmente riconoscibili perchè si pagano sul CCP n. 1016). 
Tutte le spese che non rientrano in questa voce possono essere richieste dalle scuole, ma i genitori non sono obbligati a pagarle
E' inaccettabile - anche considerando il diritto allo studio, sancito dalla Costituzione ma vanificato dal ceto politico- che i tagli alla scuola pubblica siano coperti dalle famiglie, già pesantemente attaccate dalla crisi causata dalle politiche neoliberiste della troika UE.
I COBAS della scuola invitano quindi le famiglie a non pagare i contributi volontari, a rivendicare il diritto all'istruzione gratuita, sancito chiaramente anche dalla nota del MIUR n. 312 del 20 marzo 2012 e soprattutto la nota del MIUR n.593 del 7 marzo 2013
Se durante l'iscrizione o la reiscrizione i dirigenti scolastici pretendessero il pagamento di generici contributi (che sono solo volontari) contattate i COBAS o inviate segnalazioni agli Uffici scolastici regionali responsabili della vigilanza sulle scuole.

Vi invitiamo a leggere e diffondere il vademecum sui contributi volontari fatto dai Cobas che trovate e potete scaricare qui

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