Roma rifiuta i fascioleghisti xenofobi, razzisti e protagonisti di venti anni di malgoverno
No alle politiche liberiste del governo Renzi e dell’Unione europea
La questura di Roma ha autorizzato il corteo della coalizione #mai con Salvini che si svolgerà a Roma il 28 febbraio in contrapposizione alla adunata (in P. del Popolo) dei fascioleghisti di Salvini e di Casa Pound. Il corteo partirà da P. Vittorio (ore 14) e percorrerà S. M. Maggiore, V. Cavour, V. dei Fori Imperiali, P. Venezia, V. delle Botteghe Oscure, P. Argentina, C. Vittorio, fno a S.Andrea della Valle, con deflusso da Campo de’Fiori.
Il riciclaggio della “Lega ladrona” di Bossi e famiglia, operato da Matteo Salvini, sarebbe impossibile in qualsiasi paese con una adeguata memoria sociale e politica e con una diffusa consapevolezza pubblica. Ma in Italia la “nuova” Lega ha potuto reinventarsi, negando e stravolgendo tutto il proprio passato. Oggi la Lega, in versione fascistoide alla Le Pen, si finge partito nuovo e immune da responsabilità di governo: e lo stesso fa il suo rozzo neoleader Salvini. Ma la Lega è il partito più vecchio esistente in Parlamento, con oramai 25 anni di presenza istituzionale sulle spalle: e il suo neoleader è corresponsabile delle sue malefatte, avendo fatto in vita sua soltanto il professionista politico leghista (a parte la formale iscrizione per 16 anni all’università senza laurearsi): a venti anni, nel 1993, consigliere comunale a Milano e poi sempre parlamentare, in Italia e/o in Europa. Durante questi anni, la Lega, al servizio di Berlusconi, è stata al governo ben tre volte, per 12 anni, varando ad esempio la legge Biagi, che ha abbattuto ogni garanzia per milioni di precari, dei quali oggi Salvini osa addirittura ergersi a paladino; ed ha promosso la peggiore legge possibile sull’immigrazione (in gara con la Turco-Napolitano), che porta proprio il nome di Bossi (insieme a Fini). Andata al potere contro “Roma ladrona”, la Lega è stata coinvolta con il proprio leader maximo - l’Umberto Bossi del Dio Po e della secessione “padana” - e la sua corte dei miracoli nel più clamoroso caso di corruzione di un intero gruppo dirigente di partito. E la Lega, al servizio di Berlusconi, ha anche accettato le imposizioni tedesche che hanno preparato l’inserimento del Fiscal Compact in Costituzione, senza mai opporsi, fino ad un paio di anni fa, ai diktat della Unione Europea.
Ma le più profonde ragioni del successo dell’attuale Lega hanno a che fare, in alleanza con le più smaccate organizzazioni nazifasciste, con la sindrome “del penultimo contro l’ultimo” e cioè con la volontà di una parte dei settori popolari di combattere da “penultimi” non già contro i “primi”, quei poteri economici e politici responsabili del loro immiserimento, ma contro gli “ultimi”, quei milioni di migranti che cercano in Occidente una vita serena e pacifica, fuggendo dalla grande miseria e dalle guerre che infestano i loro paesi. La Lega e i suoi alleati nazifascisti usano la stessa lurida propaganda che per decenni colpì i nostri migranti in giro per il mondo, speculando cinicamente sulle paure di tanti italiani, esaltando un nazionalismo che avevano dileggiato per venti anni, con la grottesca favola della secessione “padana”, ed istigando alla avversione xenofoba e razzista.
Ma è pur vero che a ingigantire Salvini e i fascioleghisti ci pensano soprattutto le distruttive politiche del governo Renzi e l’amplificazione parossistica, mediante le TV di Stato, del personaggio, visto come il migliore (in quanto ritenuto più facile) avversario del centrosinistra, che così invita a scegliere tra sé e la barbarie leghista. La nostra coalizione, già sperimentata nello Sciopero sociale nazionale del 14 novembre scorso, formata da lavoratori “stabili” e precari, sindacati di base e centri sociali, strutture di precari e organizzazioni studentesche, ambientalistiche, antirazziste e antifasciste, ha tutte le carte in regola, avendo combattuto fin dall’inizio contro le politiche della UE e del governo Renzi, per portare in piazza il 28 l’opposizione della parte migliore del popolo romano alle orride proposte fascioleghiste e al tentativo di occuparne il territorio. Per questo invitiamo tutti i romani/e antifascisti e antirazzisti, ma anche ostili alle politiche liberiste del governo Renzi e della Unione Europea, ad essere con noi in piazza il 28 febbraio.
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