II Giudice del lavoro di Terni, con la sentenza 262 del 22 luglio 2015, ha affermato che il fatto non sussiste respingendo come infondata l’opposizione della COOP
CENTROITALIA e confermando l’ordinanza del
22/12/2014 di reintegro e
risarcimento del lavoratore ingiustamente licenziato da COOP CENTROITALIA, condannando
la cooperativa di distribuzione a rifondere le spese processuali.
Una seconda vittoria importante che oltre a ingiungere alla COOP
CENTROITALIA a ridare diritti, salario e
contributi previdenziali a TP,
lavoratore iscritto ai cobas e difeso dall’avvocato Gabriella Caponi per
la confederazione Cobas di Terni, ne
ristabilisce pienamente la dignità e la caratura che l’accusa di furto,
pretestuosa ed inconsistente da parte di Coop, aveva di fatto messo in
dubbio.
E’ stata dunque respinta
l’opposizione di COOP CENTRO ITALIA all’ordinanza del giudice del lavoro di
Terni del 22 dicembre 2014 che aveva già ordinato la reintegra del
lavoratore e condannato la COOP CENTRO ITALIA, al pagamento
dell’indennità risarcitoria nonché al versamento dei contributi previdenziali e
assistenziali dal licenziamento alla reintegra e alle spese processuali.
Quello che è assurdo è che questa sentenza non potrà essere affissa
nella bacheca sindacale all’interno della COOP CENTRO ITALIA, perché nonostante i l 30% dei lavoratori
abbiano votato Cobas alle RSU, la direzione di COOP ha consegnato le chiavi
alla sola CGIL che monopolizza, in “strana” sintonia col datore di lavoro, la
stessa bacheca e come COBAS DEL LAVORO PRIVATO siamo ancora in attesa della
conclusione di un art. 28 L. 300/70 contro Coop per comportamento
antisindacale.
Ricordiamo brevemente l’ingiusto
licenziamento di P.T.: nel novembre del
2013 COOP CENTRO ITALIA rispondeva di fatto alla costituzione del COBAS e
all’affermazione alle elezioni RSU del
sindacato di base nel punto vendita di Terni, votato da oltre il 30% dei
lavoratori, con un licenziamento che abbiamo sempre definito “politico”
e del quale abbiamo sempre denunciato l’inconsistenza e insussistenza delle
motivazioni nonché il carattere pretestuoso e strumentale da parte di COOP
CENTROITALIA.
Partiva subito una campagna
di solidarietà nazionale contro il licenziamento di PT, un lavoratore di sessanta anni accusato di furto di merendine da COOP CENTRO ITALIA attraverso l’uso
strumentale di immagini che nulla mostravano se non la loro palese illegalità
essendo state riprese nei magazzini
senza alcuna comunicazione alle RSU e ai sindacati, in piena violazione delle
norme e dei diritti dei lavoratori.
Se nell’immagine pubblicitaria COOP lancia slogan come “la coop sei tu”
nelle pratiche di relazione sindacali è
ben altro il quadro che si viene a definire. Con un’arroganza ed un attacco ai
diritti dei lavoratori che non appartengono assolutamente alla storia del
movimento operaio e del mutualismo da cui Coop proviene ma da cui si è
allontanata abissalmente, come queste pratiche confermano. Ma ora dovrà
reintegrare e risarcire PT .
“Un torto subito da un lavoratore è un torto
fatto a tutti” diceva l’IWW, oggi
possiamo dire che con questa sentenza
giustizia è stata fatta non solo per PT, ma per tutti i lavoratori, contro i
licenziamenti illegittimi il videocontrollo illegale e l’arroganza padronale.
Franco Coppoli, confederazione COBAS Terni
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