Il
 ruolo dei Capi d’Istituto, nel corso del tempo, ha subito importanti 
trasformazioni, soprattutto a partire dal 1997, quando è stata emanata 
la legge sull’Autonomia scolastica.
La
 Legge n. 59/97, sull’Autonomia appunto, ha attribuito ai Capi 
d’Istituto la funzione dirigenziale, trasformando i Presidi e i 
Direttori didattici in Dirigenti scolastici.
Funzioni,
 compiti e competenze dei D.D.S.S., nella scuola dell’Autonomia, sino 
all’approvazione della legge n. 107/2015, sono stati definiti e regolati
 dalla legge n. 59/97, dal D.L.vo  n. 59/98, dal DPR n. 275/99 e dal 
D.L.vo n. 165/01, secondo cui il Dirigente ha la rappresentanza legale 
dell’Istituto, rappresenta l’unitarietà dell’Istituzione ed è 
responsabile della gestione della medesima.
Nello specifico, le suddette norme prevedono che il D.S.:
- gestisca unitariamente la scuola;
- rappresenti legalmente l’istituzione che dirige;
- gestisca le risorse finanziarie, umane e strumentali;
- diriga e coordini le risorse umane;
- organizzi le attività scolastiche in base a criteri di efficacia ed efficienza;
- assicuri la qualità della formazione, la collaborazione culturale, professionale, sociale ed economica del territorio interagendo con gli Enti locali, la libertà di scelta educativa delle famiglie e il diritto di apprendimento.
Compiti specifici derivanti dalla gestione della Scuola sono:
- la presidenza del Collegio dei Docenti, dei Consigli di Classe, del Comitato di valutazione e della Giunta esecutiva del Consiglio di Istituto;
- l’esecuzione delle delibere di questi collegi;
- il mantenimento dei rapporti con l’autorità scolastica centrale e periferica (Ministero e Provveditorato);
- la formazione delle classi, il ruolo docenti, il calendario delle lezioni (insieme al Collegio dei Docenti).
Le
 competenze e i compiti, sopra descritti, sono stati potenziati dalla 
Legge n. 107/2015 che, si legge al Comma 1, dà piena attuazione 
all’Autonomia delle Istituzioni scolastiche.
Le
 competenze e i compiti del D.S., descritte sinteticamente nel comma 78 
della suddetta legge, proseguono nel solco tracciato dalle norme sopra 
citate:
“il
 dirigente scolastico, nel rispetto delle competenze degli organi 
collegiali, fermi restando i livelli unitari e nazionali di fruizione 
del diritto allo studio, garantisce un’efficace ed efficiente gestione 
delle risorse umane, finanziarie, tecnologiche e materiali, nonche’ gli 
elementi  comuni del sistema scolastico pubblico, assicurandone il buon 
andamento. A tale scopo, svolge compiti di direzione, gestione, 
organizzazione e coordinamento ed e’ responsabile della gestione delle 
risorse finanziarie e strumentali e dei risultati del servizio secondo 
quanto previsto dall’articolo 25 del decreto legislativo 30 marzo 2001, 
n. 165, nonche’ della valorizzazione delle risorse umane.”
Le novità più rilevanti sono introdotte, invece, dai commi 4, 79, 80 e 127.
Il
 comma 4 prevede che il Dirigente definisca gli indirizzi, per le 
attività della scuola e delle scelte di gestione e amministrazione, da 
seguire nell’elaborazione del PTOF.
I
 commi 79 e 80 prevedono che dall’anno scolastico 2016/17, siano i 
Dirigenti a coprire i posti dell’organico dell’autonomia, 
prioritariamente posti comuni e di sostegno, proponendo incarichi triennali (quella che è stata diffusamente definita “chiamata diretta”) ai docenti di ruolo assegnati all’ambito territoriale di riferimento.
 La proposta di incarico ai docenti viene formulata in coerenza con il 
Piano triennale dell’offerta formativa e sulla base del curriculum, 
delle esperienze e delle competenze professionali e anche di un 
colloquio.
Il comma 127 attribuisce, infine, al Dirigente scolastico il compito di valorizzare il merito dei docenti di ruolotramite
 l’assegnazione di una somma di denaro, retribuita dall’apposito fondo 
previsto dal comma 126. I criteri per individuare gli insegnanti più 
meritevoli vengono stabiliti dal novellato Comitato di valutazione 
(comma 129).
Proviamo ora ad analizzare i suddetti commi, individuandone la portata innovativa.
Il comma 4 conferisce al D.S. un’attribuzione di fondamentale importanza, in quanto egli indicherà, per l’elaborazione del PTOF, gli indirizzi (prima determinati dal Consiglio d’Istituto) per
 l’organizzazione dell’attività didattica curricolare ed 
extracurricolare, per il potenziamento dell’offerta formativa, per le 
attività progettuali anche d’intesa con gli enti e le associazioni del 
territorio, per la formazione di tutto il personale docente e non.
L’importanza
 di tale attribuzione, grazie alla quale è possibile delineare in 
maniera significativa l’identità dell’Istituzione scolastica cui si è 
preposti, è testimoniata dal fatto che le indicazioni del D.S. saranno 
sottoposte al vaglio dei due principali organi collegiali della scuola: 
il Collegio dei docenti, che elabora il PTOF e il Consiglio d’istituto, 
che lo delibera.
I
 commi 79 e 80 daranno luogo ad una vera e propria “rivoluzione” 
relativamente alle competenze del D.S. e al funzionamento 
dell’Istituzione scolastica stessa. La “chiamata diretta” dei docenti, 
infatti, permetterà al Dirigente di individuare gli insegnanti più 
confacenti, in base alle loro competenze ed esperienze professionali, 
all’Offerta Formativa della Scuola. Vero è che è lasciata ampia 
discrezionalità al Capo d’Istituto, considerato che la proposta può 
fondarsi anche su colloqui, ma è pur vero che i criteri adottati per 
l’incarico devono essere trasparenti e pubblici. Quanto previsto dai 
prima citati commi può risultare determinante per migliorare la qualità e
 l’efficacia dell’Offerta Formativa, in quanto il D.S. ha concretamente 
la possibilità di mettere in relazione i bisogni formativi degli alunni 
con le competenze dei docenti, al fine di effettuare la scelta migliore.
Il
 comma 127, come quelli 79 e 80, va nella direzione di una scuola a 
guida manageriale, in cui è il dirigente a premiare i propri dipendenti.
L’incremento
 dei poteri del Dirigente scolastico, coadiuvato comunque dagli organi 
collegiali della Scuola, è direttamente proporzionale all’attuazione 
dell’Autonomia scolastica, per cui difficilmente le scuole saranno 
concretamente autonome senza un potenziamento delle competenze dei 
D.D.S.S.
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