Pages

mercoledì 24 maggio 2017

Chiamata diretta, bocciata dai docenti ma anche da tanti Presidi


Una delle norme più contestate e devastanti della Legge 107 è la “chiamata diretta”, che mira a stravolgere completamente il reclutamento dei docenti.


Con essa infatti, il preside può scegliere a suo insindacabile giudizio, dall’ambito territoriale di riferimento, i docenti da far venire nella “sua” scuola con un incarico triennale che potrà o meno confermare alla fine del triennio. Cgil, Cisl, Uil e Snals, anziché battersi per l‘abrogazione di tale norma, stanno cercando, con una sorta di pre-Contratto Integrativo siglato l’11 aprile con il MIUR, di dar vita ad uno pseudo-coinvolgimento del Collegio docenti nella “chiamata diretta”.
Infatti, in tale pre-Contratto (che per ora è solo una “ipotesi”e deve ancora essere siglato in modo definitivo) viene stabilito che: a) il preside individua fino ad un massimo di 6 criteri per la scelta dei docenti; b) porta la sua proposta nel Collegio docenti, che può anche modificarla nei criteri, però sempre scelti tra 18 stabiliti dal pre-Contratto; c) se il Collegio non si esprime sulla proposta, il preside procede ugualmente a stabilire i requisiti e a effettuare la scelta; d) in caso di “inerzia” (cioè di non-decisione da parte del preside) sarà l’Ufficio Scolastico Regionale a decidere in merito all’invio di docenti nella scuola.
Il collaborazionismo che i Quattro sindacati vorrebbero imporre ai Collegi docenti non cambia di una virgola la sostanza della “chiamata diretta”, perché ciò che la rende inaccettabile è che sia il preside a scegliersi i docenti, nonché la triennalizzazione e precarizzazione del rapporto di lavoro Si tratta dunque, da parte dei Quattro, di un grave, oltre che ridicolo, tentativo di coinvolgere i docenti nell’abominio della “chiamata diretta”, facendo legittimare dal Collegio una norma così distruttiva e contestata. Noi, invece, continuiamo a batterci contro questa norma (ed altre della L.107) e ne chiediamo l’abrogazione. Conseguentemente, l’unica indicazione corretta da dare ai Collegi è quella di non avallare alcun criterio per la scelta dei docenti e di non approvare alcuna proposta del preside in tal senso. Perciò abbiamo formulato e portato nelle scuole una mozione da approvare nei Collegi che, in coerenza con le nostre lotte e la nostra posizione abrogazionista della norma , esprime la totale avversione alla chiamata diretta e il rifiuto a deliberare qualsiasi criterio proposto del dirigente. Tale mozione e altre analoghe, o derivate dalla nostra, stanno ottenendo un grande successo in centinaia di scuole finora chiamate a deliberare (in larghissima maggioranza istituti comprensivi per le Elementari mentre nella scuola dell’Infanzia, nelle Medie e nelle Superiori i tempi decisionali sono più lunghi e tali scuole verranno coinvolte via via nei prossimi giorni): e un primo parziale elenco di 120 scuole, ricavato per campione da un certo numero di province ove operiamo. A Terni alla  Scuola Media Statale "L. da Vinci e O. Nucula" la mozione cobas è passata all'unanimità del collegio docenti,  all'Istituto Comprensivo Orvieto-Montecchio, il collegio non ha deliberato sui criteri, lasciando all'USR le nomine.
Da notare, infine, che in molte scuole tanti presidi si stanno rendendo conto dei grandi rischi a cui vanno incontro, inventandosi criteri impresentabili e procedendo a scelte così contestabili che, è facile prevedere, provocherebbero ricorsi, denunce, accuse di clientelismo e nepotismo ecc. Cosicché, visto che i/le presidi non hanno l’obbligo di effettuare la “chiamata diretta”, dato che la L.107 prevede che “in caso di inerzia dei presidi, sia l’USR ad assegnare i posti in base al punteggio” , alcuni/e di essi/e non convocano nemmeno i collegi sul tema, dichiarando apertamente che lasceranno l’onere della chiamata agli USR; e molti/e altri/e, dopo che i Collegi si sono rifiutati di deliberare, optano per una salutare “ inerzia ”, girando anch’essi/e la patata bollente agli USR.
In parallelo alla vistosa crescita delle bocciature della “chiamata diretta” da parte dei docenti, ben vengano dunque tanti altri/e presidi “inerziali”.
Piero Bernocchi portavoce nazionale COBAS

Nessun commento:

Posta un commento