Sono stati 50 i crolli e 13 i feriti nell’anno scolastico 2017-18. Italia a tre velocità. Sud investe poco in manutenzione.
Un
crollo ogni quattro giorni di scuola, tre scuole su quattro senza
agibilità statica, solo una su venti in grado di resistere ad un
terremoto. Crescono gli investimenti per la manutenzione ad
opera degli enti proprietari, Comuni e Province: in media di 50mila euro
ad edificio per interventi di manutenzione ordinaria e di 228mila euro
per quelli straordinari, ma il divario fra le varie realtà regionali è
notevole. Emerge una Italia a tre velocità, sia sulla manutenzione che
sull’adempimento delle norme e delle certificazioni richieste dalla
legge: ad investire di più sulla manutenzione ordinaria è la Lombardia
(in media quasi 119mila euro), meno la Puglia (non si arriva ai 3mila
euro); la verifica di vulnerabilità sismica è stata effettuata solo nel
2% delle scuole calabresi e nel 59% di quelle umbre, il certificato di
prevenzione incendi è presente nel 69% degli istituti del Trentino Alto
Adige e solo nel 6% di quelli laziali. Questi alcuni dei dati che
emergono dal XVI Rapporto sulla sicurezza delle scuole, presentato oggi a
Roma da Cittadinanzattiva.
Ben
cinquanta gli episodi di crolli e di distacchi di intonaco registrati
da Cittadinanzattiva, tramite la stampa locale, tra settembre 2017 e
settembre 2018, ovvero più di un episodio ogni 4 giorni di scuola. Ad essere interessate in particolare scuole della Campania (8 casi), del Lazio (7) e della Lombardia (6).
I crolli hanno provocato il ferimento, per fortuna lieve, di 10 bambini
e bambine, di 2 docenti e di 1 addetta alle pulizie. Questi si
aggiungono ai 156 censiti nei precedenti anni scolastici (36 nel
2013/14, 45 nel 2014/15, 31 nel 2015/16, 44 nel 2016/17), per un totale
di 206 episodi in cinque anni. Anche grazie a queste segnalazioni e alle
conseguenti proposte presentate alle Istituzioni nazionali, ha preso
avvio nel 2016 uno specifico filone di finanziamento riguardante le
indagini diagnostiche di soffitti e solai. Da dati di Cittadinanzattiva –
è stato spiegato oggi – emerge che queste indagini siano state
richieste da un quarto delle scuole, con punte del 45% in Sardegna e del
43% in Piemonte. Assai indietro su questa verifica le scuole del Lazio
(solo il 3% l’ha richiesta) e della Campania (5%). Cittadinanzattiva
chiede poi a tutte le amministrazioni comunali e provinciali di
considerare prioritaria la verifica di vulnerabilità sismica per tutte
le scuole. Infine, chiede al Miur di definire annualmente, con tutti i
soggetti competenti, un Piano delle attività da proporre alle scuole per
la Giornata nazionale della sicurezza (22 novembre).
Più di 2 scuole su 5 sono in zona a rischio sismico elevato
– Più di due scuole su cinque sono in zona a rischio sismico elevato: è
quanto emerge dal XVI Rapporto sulla sicurezza delle scuole, presentato
oggi a Roma da Cittadinanzattiva. Ben 18.665 gli edifici scolastici –
spiega il Rapporto – si trovano in zone ad elevato rischio sismico (zona
sismica 1 e 2), in particolare in Sicilia (3.832), Campania (3.458) e
Calabria (2.399). Nonostante ciò, solo per il 29% delle scuole è stata
effettuata la verifica di vulnerabilità sismica (che sarà obbligatoria
entro fine dicembre); fanalino di coda Calabria (solo 2% con verifica),
Campania (4%) e Sicilia (7%), regioni in cui insistono un maggior numero
di scuole in zone ad elevata sismicità. Solo il 9% delle scuole è stato
migliorato dal punto di vista sismico e ancor meno (5%) è stato
adeguato sismicamente. Sul miglioramento sismico, va meglio per le
scuole del Molise (dove l’intervento è stato effettuato nel 41% delle
scuole) e la Valle D’Aosta (40%), molto male per quelle del Lazio e
della Sicilia (3%). Ben pochi sono poi i Comuni che si dichiarano pronti
a gestire eventuali emergenze. A livello nazionale, si dice pronto del
tutto il 24% del campione, in parte l’11%. Ma la percentuale sale al 60%
per il FVG e scende al 7% in Campania, 3% in Basilicata e 1% in
Calabria. Cittadinanzattiva chiede di intervenire per ridurre
drasticamente alcuni passaggi, a partire dalla ricostruzione delle
scuole nelle zone colpite dal sisma del Centro Italia che richiedono una
accelerazione immediata. Va poi garantito un controllo ferreo,
individuando figure specifiche e prevedendo sanzioni economiche e
penali, qualora si accertino responsabilità sulla mancata o errata
esecuzione dei lavori. Infine, per Cittadinanzattiva è tempo di rivedere
alcune importanti normative per chiarire le responsabilità in materia
di sicurezza scolastica (legge 81/2008) e per ripensare gli spazi
superando la prospettiva “aula centrica” (decreto ministeriale del
18/12/1975).
Associazione presidi, grave sicurezza edifici –
“Le soluzioni delle problematiche relative alla messa in sicurezza
degli edifici scolastici e alla qualità delle strutture edilizie, non
sono più rinviabili: una media di 44 crolli all’anno, una scuola su
quattro con manutenzione inadeguata e solo il 3% in ottimo stato. Si
tratta in larga parte di edifici storici, o comunque costruiti da oltre
40 anni, che versano in uno stato allarmante non solo a causa della
vulnerabilità sismica, ma anche per la mancanza in quasi il 50% dei casi
dei collaudi statici e delle certificazioni di agibilità e di
prevenzione incendi”. A sostenerlo è stato Antonello Giannelli,
presidente dell’Associazione nazionale presidi (ANP), che oggi al
convegno promosso da Cittadinanzattiva ha ribadito che il problema della
sicurezza nelle scuole è di estrema gravità. “Riguarda circa otto
milioni di studenti, per lo più minori, circa un milione di lavoratori e
non può essere risolto riferendosi a controlli su presunte inadempienze
organizzative dei dirigenti scolastici. La carenza di personale, in
particolare del personale ATA, di cui non si parla, rischia di bloccare
le attività amministrative della scuola”, ha spiegato il dirigente. “Si
devono potenziare le tecnostrutture, non solo coprendo le carenze di
personale, ma inserendo persone realmente competenti che possano essere
di supporto alle attività scolastiche, dato che il problema principale
in materia è che le risorse finanziarie sono scarse e quelle esistenti
non si riescono ad utilizzare per l’eccessiva farraginosità delle
procedure. Si dovrebbe semplificarle drasticamente”. Per Giannelli, “i
problemi della sicurezza scolastica sono le controsoffittature e i
solai. Quello che andrebbe fatto è il controllo di tutti i solai, in
tutte le aule e in tutti gli ambienti di tutte le scuole. Giannelli
propone che in caso di pericolo grave e immediato i dirigenti scolastici
abbiano il potere di interdire l’utilizzo parziale o totale dei locali e
degli edifici assegnati, nonché di ordinarne l’evacuazione.
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Cittadinanzattiva
Leggi il comunicato stampa
Scarica il Rapporto integrale (gratis, dopo compilazione del form) e la Sintesi dei dati
Scarica i file, Regione per Regione, con i dati relativi a tutte le scuole prese in esame