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martedì 19 febbraio 2019

22 FEBBRAIO DIBATTITO, MOSTRA E VIDEO SULL’USO POLITICO DELLA STORIA E I CRIMINI DI GUERRA ITALIANI E FASCISTI


22 FEBBRAIO DIBATTITO, MOSTRA E VIDEO SULL’USO POLITICO DELLA STORIA E I CRIMINI DI GUERRA ITALIANI E FASCISTI
La CONFEDERAZIONE COBAS, il CESP-CENTRO STUDI PER LA SCUOLA PUBBLICA di Terni e il centro sociale Germinal Cimarelli organizzano l'iniziativa "la guerra della memoria. LE FOIBE E LA BRIGATA GRAMSCI. La storia e il suo uso pubblico tra dimensione nazionale e locale" venerdì 22 febbraio alle 16,30 presso il C.S. Cimarelli via del Lanificio 19, Terni. Parleremo del revisionismo e dell’uso politico della storia, affrontando due casi emblematici a proposito con cui si è cercato di attaccare la Resistenza -umbra e yugoslava- attraverso la narrazione tossica e fascista sulle “foibe” e sulla Brigata Gramsci, tentando di deresponsabilizzare il regime mussoliniano e ribaltare la storia con l’omissione delle responsabilità e i crimini di guerra italiani e fascisti.


La giornalista e storica Claudia  Cernigoi presenterà il suo ultimo libro:"Operazione Plutone. Le inchieste sulle Foibe triestine" ed. Kappavu, Udine, 2018

Interventi di Angelo Bitti,storico e dottore di ricerca presso l’Università degli studi la Tuscia di VT "Giudicare o comprendere ? Lo storico di fronte alla storia: una riflessione sulla Resistenza in Umbria" 

e di Marco Venanzi, storico e dottore di ricerca: "Il giudice e lo storico. Il cantastorie e il politico : la Resistenza ternana tra mito e realtà".

Sempre venerdì 22 febbraio sarà inaugurata la mostra didattico-ducumentaria “RICORDIAMO TUTTO. TESTA PER DENTE” sui crimini fascisti in Yugoslavia dal 1941 al 1945, per ricostruire le stragi e i crimini di guerra italiani e fascisti e smontare la falsa immagine di “italiani brava gente” su cui ha scritto in maniera definitiva Angelo Del Boca, il maggiore storico del colonialismo italiano. La mostra rimarrà esposta nei locali del centro sociale Germimal Cimarelli in via del Lanificio 19 fino al 17 marzo.

A seguire alle ore 20,00 cena sociale e successivamente alle ore  21.30 verrà proiettato il documentario della BBC “FASCIST LEGACY” (L’eredità del fascismo) sui criminali di guerra italiani e fascisti, documentario acquisito dalla RAI nel 1991 e mai trasmesso sulla rete di Stato.
La prima parte del documentario ricostruisce i numerosi e diffusi crimini di guerra commessi durante l'invasione italiana dell'Etiopia e nel Regno di Jugoslavia. Viene messo in rilievo l'impiego dell'iprite, o gas mostarda, da parte dell’esercito italiano e del generale Pietro Badoglio, sui bombardamenti di ospedali della Croce Rossa e sulle rappresaglie – in particolare la strage nel monastero copto di debra libanos- dopo un attentato contro l'allora governatore italiano dell'Etiopia Rodolfo Graziani.
La sezione che esamina l'occupazione della Jugoslavia cita gli oltre 200 campi di prigionia italiani sparsi nei Balcani, in cui morirono 250.000 internati (600.000 secondo il governo jugoslavo), e si sofferma sulle testimonianze relative al campo di concentramento di Arbe (Rab in lingua serbo-croata) e sulle atrocità commesse nel villaggio croato di Podhum, presso Fiume.
La seconda parte tratta del periodo successivo alla capitolazione italiana nel 1943 e si rivolge principalmente all'ipocrisia mostrata tanto dagli USA quanto soprattutto dai britannici in questa fase della guerra. L'Etiopia, la Jugoslavia e la Grecia richiesero l'estradizione di 1.200 criminali di guerra italiani (i più attivamente ricercati furono Pietro BadoglioMario RoattaRodolfo Graziani), sugli atti dei quali fu fornita una completa documentazione. Entrambi i governi alleati videro però in Badoglio anche una garanzia per un dopoguerra anticomunista in Italia, e fecero del loro meglio per ritardare tali richieste fino al 1947 quando i trattati di Parigi restituirono la piena sovranità al paese. L'unico ufficiale italiano mai perseguito e condannato a morte da un tribunale britannico fu un antifascistaNicola Bellomo, responsabile della morte di prigionieri di guerra britannici.


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