Come noto la Legge di bilancio
2020
ha recentemente provveduto a
cancellare il bonus premiale previsto dalla legge 107 restituendo le
somme stanziate a tale scopo alla ordinaria contrattazione di istituto
senza più vincoli di destinazione né limiti di accesso da parte del
personale docente e ATA in servizio
L’
art. 1, comma 249, l. n. 160/2019 infatti
recita:
“Le risorse iscritte nel fondo
di cui all’articolo 1, comma 126, della legge 13 luglio 2015, n. 107,
già confluite nel fondo per il miglioramento dell’offerta formativa,
sono utilizzate dalla contrattazione integrativa in favore del personale
scolastico, senza ulteriore vincolo di destinazione”
.
Viene esplicitamente cancellato il riferimento alla destinazione specifica di tale risorse previsto dal
comma 128 dell’art. 1 della l. n. 107/2015:
La somma di cui al comma 127, definita bonus, è destinata a
valorizzare il merito del personale docente di ruolo delle istituzioni
scolastiche di ogni ordine e grado e ha natura di retribuzione
accessoria.
Come procedere dunque nella contrattazione di istituto relativa alla parte economica?
Il fondo assegnato per la valorizzazione del merito va considerato a tutti gli effetti come FIS,
suddiviso tra ATA e docenti e integralmente contrattato con le RSU
sulla base dei
criteri stabiliti nelle assemblee delle lavoratrici e dei lavoratori.
Ogni riferimento alla
discrezionalità dei dirigenti, ai criteri formulati dal comitato di
valutazione e alle fasce di retribuzione risulta evidentemente decaduto insieme ai vincoli di destinazione previsti dalla l. n. 107/2015.
Per quanto riguarda i contratti
già sottoscritti
è
opportuno
prevede
rne la riapertura per quanto riguarda tale voce specifica
,
al fine di integrare quanto previsto dalla legge e non presente al momento della stipula.
Seppure tardivamente si è finalmente
preso atto
di quanto fu contestato fin dalla gestazione della Legge sulla Buona scuola :
il modello competitivo-individualisticodel premio aziendale di produttività, risulta inadeguato, contraddittorio e dannoso in un contesto lavorativo che dovrebbe promuovere la collaborazione, la condivisione, la collegialità, la trasparenza
.
Sarebbe stato meglio dirottare queste risorse al fine di aumentare quanto previsto per il rinnovo contrattuale e dunque
per alzare gli stipendi
,
perché solo questo
può restituire dignità e riconoscimento sociale al lavoro svolto nelle scuole.
Almeno ci siamo lasciati alle spalle un meccanismo volto a promuovere
la desolante competizione individualistica
tra colleghe e colleghi per es
sere riconosciuti meritevoli agli occhi del “capo”
,
questo sì certamente lesivo
della nostra dignità.
Non dubitiamo che anche molte e molti dirigenti abbiano accolto questa novità con piacere e con il sospiro di sollievo
chi si sente quantomeno sollevato da un’incombenza inutile e gravosa.
COBAS SCUOLA
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