Per le scuole in sicurezza servono finanziamenti, ma il governo dice no. Il 20 settembre Cobas in piazza
Su Il Sole24ore del 10 agosto 2021 è uscito un articolo dettagliato sugli ingenti investimenti (2 miliardi e 886 milioni) a disposizione per la scuola italiana; si tratta di quei miliardi che ogni giorno il ministro non manca di sbandierare alla stampa, come la “prova” di quanto lui e il suo governo di unità nazionale stanno facendo per la scuola pubblica italiana. Ma in tal modo si mettono veramente in sicurezza le scuole? Si sta operando davvero in modo che non si torni alla DAD?
Qualche risposta si ottiene esaminando più da vicino la distribuzione di queste risorse:
VOCE SPESA | MILIONI DI EURO | % SUL TOTALE |
SPESE STRAORDINARIE PERSONALE | 758 400 → organico Covid 358 → sostituzione personale non vaccinato | 26,2% |
LOGISTICA E MESSA IN SICUREZZA (mascherine, sistemi di areazione, psicologi a scuola, edilizia leggera, , ecc.) | 700 150→ Decreto Sostegni 350→ Sostegni bis 200→ a Enti Locali | 24,2% |
SCUOLA DIGITALE | 646 | 22,3% |
PIANO ESTATE | 540 320→ da PON 150 → da Sostegni bis 70→ DM 48/21 | 18,7% |
RIDUZIONE CLASSI POLLAIO | 142 50-PON per scuole statali e paritarie 22-riduzione numeri alunni per classe (0,7%); 70-A enti locali per affitto spazi | 4,9% |
SCREENING | 100 | 3,4% |
Le scelte di questo governo appaiono chiarissime:
- 0,7% delle risorse per intervenire sulle classi pollaio, mentre il problema del distanziamento è il problema centrale che pone la pandemia! E anzi, il governo, insieme ai sindacati firmatari del Protocollo, ha deciso che si potrà derogare al distanziamento di 1 metro!
- solo il 3,4% per svolgere gli screening nelle scuole, quando invece il tracciamento sarebbe uno strumento essenziale, insieme alle vaccinazioni, per il contenimento della pandemia: in Cina, (e lì di pandemie se ne intendono) processano milioni e milioni di tamponi perché sanno che è uno degli strumenti più importanti per contenere il Covid.
Dopo più di un anno di mobilitazioni in cui chiedevamo la riduzione degli alunni per classe e screening a tappeto, questa è la risposta del governo.
- Il Governo si è guardato bene dal rendere strutturale l’aumento di personale, e anzi ha diminuito il “personale covid” da 75.000 a 42.000 unità, tra docenti e ATA, un personale super precario, assunto con contratti al 31 dicembre, a cui ha aggiunto i finanziamenti per sostituire i docenti non vaccinati. Ma siccome questi ultimi non riceveranno alcuno stipendio, la loro sostituzione con personale precario comporterà solo un risparmio! In entrambi i casi si tratta di docenti usa e getta, assunti per mettere una pezza, non certo per riqualificare la scuola pubblica.
- Anche per gli edifici scolastici vengono programmati interventi di “edilizia leggera”, non gli interventi strutturali di cui la scuola italiana avrebbe urgente bisogno.
Dove sono gli investimenti che guardano alla scuola in senso positivo e prospettico? Li troviamo nella scuola digitale (22,3%), nonostante tutti ormai riconoscano il fallimento della DAD, e nel piano estate (18,7%), uno strumento per far entrare nelle scuole pubbliche le cooperative, e dunque i privati, anche se alcune scuole hanno ricorso perlopiù a personale interno o precario.
Il governo finanzia un piano scuola lontano anni luce dal progetto di una scuola pubblica di qualità, stravolgendo il carattere pubblico dell’istruzione.
E allora che cosa hanno ottenuto i sindacati che hanno firmato il Protocollo d’Intesa sulla sicurezza? Niente di nuovo: le risorse erano già stanziate. E le scelte operate mostrano quanto sia lontano il governo Draghi dalla volontà di risolvere le drammatiche condizioni in cui si trova la scuola italiana dopo la pandemia, che ha privato di fatto milioni di studenti e studentesse del diritto allo studio.
E’ inaccettabile che il governo pensi di risolvere i problemi della scuola con l’obbligo del green pass, uno strumento che, con il 90% dei docenti e Ata vaccinati volontariamente, serve a coprire proprio i mancati investimenti strutturali che, nonostante due anni di pandemia, questo governo non ha voluto e non vuole fare.
Per tutti questi motivi il 20 SETTEMBRE saremo in piazza in molte città con Priorità alla Scuola e invitiamo docenti, genitori, studenti e studentesse a partecipare.
Esecutivo nazionale COBAS – Comitati di base della scuola
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