Le sedi territoriali di Terni e di Orvieto del CESP – CENTRO STUDI PER LA SCUOLA PUBBLICA hanno organizzato il 14 febbraio il convegno nazionale di formazione per personale docente e ATA “Le vicende del confine orientale d'Italia durante la seconda guerra mondiale e il contributo dei partigiani slavi alla Liberazione” presso la Sala Digipass della Nuova Biblioteca Pubblica “L. Fumi”di Orvieto cui hanno partecipato in presenza e on line, oltre cinquanta docenti e cittadini provenienti da cinque diverse regioni d’Italia.
Il CESP è un ente accreditato/qualificato per la formazione del personale della scuola come da Decreto Ministeriale 25/07/06 prot. 869 e intende ringraziare gli storici Alessandra Kersevan e Angelo Bitti per le loro relazioni ampie, ricche di spunti bibliografici e storiografici importanti per ricostruire i fatti: la prima riguardante la storia della complessa vicenda del confine orientale dalla fine della 1 guerra mondiale, durante la dittatura fascista e i fatti successivi all’8 settembre 1943 e al maggio 1945; l’altra sull’importante contributo dopo l’8 settembre 1943 dei partigiani jugoslavi (precedentemente internati nei campi di concentramento e di lavoro di Colfiorito, Ellera, Pissignano e Tavernelle o detenuti nel carcere di Spoleto e di Perugia) alla costituzione delle formazioni partigiane e alla lotta di liberazione contro il nazifascismo in Umbria, come già evidenziato da importanti convegni storici e dalla storiografia locale e nazionale.
Il successo di partecipazione e gli interventi dei relatori hanno dimostrato la necessità di approfondire i temi in questione attraverso la ricerca e l’indagine storica e storiografica con convegni di formazione di ampia portata storica, in una fase estremamente delicata di rovescismo storico. Qualcuno infatti tenta ipocritamente di dimenticare cosa sia stata la dittatura fascista, di rimuovere dalla storia o dalla memoria collettiva i crimini e i criminali di guerra italiani nelle colonie africane o nei territori orientali, tacendo sui campi di concentramento italiani nell’isola di Arbe, a Gonars o su quello di sterminio nella risiera San Saba rischiando di trasformare in carnefici coloro che diedero la vita insieme ai partigiani alla lotta di Liberazione dell’Umbria o dell’Italia, e in vittime coloro che si resero protagonisti o complici per oltre 20 anni delle peggiori nefandezze e dei crimini di guerra perpetrati dall’occupazione nazi-fascista nei confronti delle popolazioni della ex Jugoslavia cercando di imporre una lettura esclusivamente nazionalitaria e vittimaria di fatti ben più complessi per le implicazioni di natura politica, militare ed economica che li caratterizzano.
Anche per tali ragioni, è incomprensibile quanto grave il comportamento della Dirigente dell’Istituto di Istruzione Superiore Scientifico e Tecnico di Orvieto che ha negato il giorno prima dello svolgimento del convegno -adducendo esclusivamente generici motivi di sicurezza ancora oggi tutti da dimostrare sulla carta nonché inesistenti nei fatti- l’utilizzo dell’aula magna concessa per il convegno sette giorni prima, pur avendo avuto tutto il tempo di valutare preliminarmente i temi del convegno e i profili professionali e le competenze storiche dei relatori. Nonostante ciò, la Dirigente ha preferito ascoltare alcuni detrattori censurando il diritto all’informazione, alla libertà di parola e di ricerca, rischiando di tacitare studiosi che da anni lavorano sulle questioni storiche inerenti il confine orientale e la Resistenza, privando i docenti e gli studenti del suo Istituto di elementi fondamentali per la conoscenza di fatti storici, debitamente documentati. A ciò si sono aggiunte, se confermate, altre gravi dichiarazioni alla stampa nazionale, in particolare quelle relative alla “sicurezza dei ragazzi”. E’ importante ribadire che anche se fossero stati comunicati problemi riguardanti la sicurezza del Convegno da generiche “autorità superiori”, in uno Stato di diritto e democratico si sarebbero definite insieme alle stesse “autorità superiori” le condizioni per il rispetto del diritto di parola, di ricerca e di formazione garantite dalla Costituzione, invece che vietare l’utilizzo dell’aula per lo svolgimento del corso di formazione. Altrettanto grave quanto illegittimo è il fatto che la Dirigente abbia comunicato ad alcuni docenti del Suo Istituto iscritti al convegno, la revoca dell'esonero dal servizio, motivandolo con il diniego di utilizzo dell'aula magna, senza prima verificare se il convegno fosse stato annullato dall’ente formatore, ovvero dal CESP. Il convegno si è comunque tenuto in altra sede e pertanto tale diniego è risultato insussistente e i docenti hanno partecipato all’iniziativa come prevede la normativa vigente.
Considerati inoltre i contenuti strumentali di qualche sparuto articolo di stampa locale e nazionale pubblicato nei giorni scorsi e che la tardiva revoca della disponibilità dei locali dell’IISST di Orvieto ha causato molti disagi all'organizzazione del convegno nazionale di formazione, abbiamo già dato mandato ai nostri legali di verificare le affermazioni riportate e valutare nelle sedi opportune se vi siano i presupposti per tutelare ulteriormente il buon nome e i diritti di un ente come il CESP, il diritto alla formazione dei docenti, nonché il buon nome, la professionalità e l'immagine dei due relatori.
Il convegno è stato ripreso in audio e in video e nelle prossime settimane verrà pubblicato on line nella sua versione integrale.
CESP – Centro Studi per la Scuola Pubblica di Terni e di Orvieto
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