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mercoledì 21 febbraio 2024

3 FEBBRAIO SCIOPERO GENERALE- ORE 11 PRESIDIO SOTTO PREFETTURA DI TERNI PER IL CESSATE IL FUOCO IMMEDIATO E IL RITIRO DELL'ESERCITO ISRAELIANO DALLA STRISCIA DI GAZA-

23 FEBBRAIO SCIOPERO GENERALE- ORE 11 PRESIDIO SOTTO PREFETTURA DI TERNI PER IL CESSATE IL FUOCO IMMEDIATO E IL RITIRO DELL'ESERCITO ISRAELIANO DALLA STRISCIA DI GAZA- IL BLOCCO IMMEDIATO DEI TRAFFICI DI ARMI DIRETTE AD ISRAELE - LA FINE DELL'OCCUPAZIONE COLONIALE DELLE TERRE PALESTINESI IN CISGIORDANIA - IL BLOCCO DELLE SPESE MILITARI E DELL'INVIO DI ARMI IN UCRAINA

Da oltre tre mesi è in atto un genocidio condotto da Israele nella Striscia di Gaza: oltre 29 mila morti e omicidi indiscriminati di migliaia di bambini, donne e anziani palestinesi; scuole, ospedali e luoghi di culto bombardati senza sosta; centinaia di giornalisti ed operatori sanitari uccisi; violenze e massacri indiscriminati compiuti dall'esercito e dai coloni sionisti anche nella stessa Cisgiordania, in un contesto pluridecennale di occupazione, di apartheid e di pulizia etnica nei confronti della popolazione araba.

Da anni assistiamo a una continua corsa al riarmo su scala globale, frutto della crisi e dell'inasprimento delle contese politiche e economiche tra i principali blocchi capitalisti e imperialisti, nel quadro di una competizione sempre più accesa per il controllo politico e il saccheggio delle risorse dei paesi dipendenti in Africa, Asia, Medioriente, Sudamerica ed Est Europa.

Il governo Meloni, in linea con i procedenti governi neoliberisti, con l'UE e la Nato a guida statunitense, è attivo in prima linea nell'escalation militarista, sia nella guerra in Ucraina attraverso il supporto economico e militare al governo di Kiev, sia nel sostegno esplicito a Israele nella mattanza guidata dal criminale di guerra Netanyahu sui territori palestinesi.

La tendenza all'escalation bellica viene oramai esplicitamente ammessa finanche da autorevoli esponenti politici e militari occidentali: da Rob Bauer (presidente del comitato militare Nato) al ministro degli esteri britannico David Cameron, dal ministro della difesa tedesco Boris Pistorius al suo omologo nostrano, Guido Crosetto, nelle ultime settimane assistiamo a un coro di dichiarazioni senza precedenti sulla concreta possibilità a breve di una guerra aperta tra Nato e Russia e/o di un allargamento del conflitto in medioriente, cioè di una guerra mondiale tra potenze nucleari!

I lavoratori, i disoccupati e le masse povere, dopo aver abbondantemente pagato i costi sociali ed economici della pandemia, ora sono costretti a pagare il prezzo salatissimo dell'economia di guerra: salari fermi al palo da anni, nel mentre il grande capitale continua a registrare profitti da record; crescita esponenziale della precarietà, dello sfruttamento e del disciplinamento nei luoghi di lavoro; assenza di tutela della salute e della sicurezza con la moltiplicazione di infortuni e di morti sul lavoro; aumento dei prezzi dell'energia e dei generi di prima necessità; smantellamento della sanità, del trasporto e dell'istruzione pubblica; taglio e abolizione delle misure sociali minime, a partire dal reddito di cittadinanza; criminalizzazione e repressione degli scioperi e del conflitto sociale.

Già lo scorso 20 ottobre è stato indetto uno sciopero generale dal sindacalismo di base contro la guerra e l'economia di guerra, cui è seguito il 17 novembre uno sciopero nazionale in tutto il settore privato contro il massacro in corso nella Striscia di Gaza, cui hanno fatto seguito in entrambi i casi manifestazioni nei giorni immediatamente successivi, rispettivamente a Ghedi, nei pressi della base militare, e a Bologna, le quali hanno coinvolto migliaia di lavoratori, attivisti e solidali;

Malgrado l'ampia partecipazione a queste iniziative e alle centinaia di manifestazioni svoltesi in questi mesi su tutto il territorio nazionale e in gran parte del mondo, il governo Meloni continua tuttora a sostenere e legittimare la barbara aggressione israeliana a Gaza, rifiutandosi finanche di chiedere a Natanyahu un cessate il fuoco immediato.

Per questo, nel recepire l'appello del giovani palestinesi, di gran parte delle comunità arabe in Italia e delle migliaia di attivisti solidali con la resistenza palestinese, I COBAS DELLA SCUOLA DI TERNI invitano tutti i lavoratori a partecipare:

-al presidio che si terrà dalle ore 11 alle ore 13 sotto la prefettura di Terni in occasione dello sciopero generale indetto dalla scrivente O.S. nella giornata di venerdì 23 febbraio,

- alla manifestazione nazionale nella città di Milano sabato 24 febbraio, nel quadro di una iniziativa internazionale che vede coinvolte piu forze politiche, sindacali e sociali (in una trentina di paesi).

Tale data coincide col secondo anniversario dell'inizio della guerra tra Nato e Russia sul suolo ucraino (in realtà in corso già da un decennio "a bassa intensità" sui territori del Donbass), che ad oggi ha lasciato sul campo centinaia di migliaia di morti da ambo le parti.

Per queste ragioni, la scrivente O.S. COBAS DELLA SCUOLA DI TERNI aderisce allo sciopero nazionale di 24 ore in tutte le categorie del comparto privato e pubblico dalle ore 0,00 alle ore 23,59 del 23.02.2024 ivi compreso il primo turno montante/smontante per i c.d. Turnisti.

SI CHIEDE:

il cessate il fuoco immediato e il ritiro dell'esercito israeliano dalla Striscia di Gaza

il blocco immediato dei traffici di armi dirette ad Israele

la fine dell'occupazione coloniale delle terre palestinesi in Cisgiordania

il blocco delle spese militari e dell'invio di armi in Ucraina

NON POSSIAMO RIMANERE INDIFFERENTI DI FRONTE AL MASSACRO DI UN POPOLO !


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