Ci riprovano.
Nel tempo in cui l'attenzione cade sulle riforme del diritto del lavoro, sulla crisi economica e sistemica di un Paese che ha letteralmente sospeso la politica, l'essenza della democrazia, per un governo tecnico c.d di Professori, con poche righe si cerca di riformare, di stravolgere il funzionamento globale della scuola pubblica statale italiana.
Mi riferisco alle Norme per l'autogoverno delle istituzioni scolastiche statali (C. 953 Aprea e abbinate, C. 806, C. 808 e C. 813 Angela Napoli, C. 1199 Frassinetti, C. 1262 De Torre, C. 1468 De Pasquale, C. 1710 Cota, C. 4202 Carlucci e C. 4896 Capitanio Santolini), al TESTO UNIFICATO APPROVATO DALLA COMMISSIONE VII.
Vediamo come cambierà la Scuola.
Come prima cosa si propone alle scuole la realizzazione di uno statuto.
Il comma 3 dell'articolo 1 della proposta di Legge Aprea c953 afferma testualmente che:
Alle istituzioni scolastiche è riconosciuta autonomia statutaria, nel rispetto delle norme generali di cui alla presente legge
All'articolo 2 si stravolge la composizione collegiale delle scuole.
Gli organi collegiali così come li abbiamo conosciuti spariranno.
Vi sarà il c.d consiglio dell'autonomia, ovvero una sorta di consiglio di amministrazione, che avrà tra i propri compiti l'adozione dello statuto; delibera il regolamento relativo al proprio funzionamento; adotta il piano dell'offerta formativa elaborato dal consiglio dei docenti ai sensi dell'articolo 3 del decreto del Presidente della Repubblica n. 275 del 1999; approva il programma annuale e, nel rispetto della normativa vigente in materia di contabilità di Stato, anche il bilancio pluriennale di previsione; approva il conto consuntivo; delibera il regolamento di istituto; designa i componenti del nucleo di autovalutazione, di cui all'articolo approva accordi e convenzioni con soggetti esterni e definisce la partecipazione ai soggetti pubblici e privati, fondazioni, associazioni di genitori o di cittadini, organizzazioni non profit; modifica, con la maggioranza dei due terzi dei suoi componenti, lo statuto dell'istituzione scolastica, comprese le modalità di elezione, sostituzione e designazione dei propri membri.
Il Dirigente scolastico diverrà un vero e proprio manager, avrà la legale rappresentanza dell'istituzione e, sotto la propria responsabilità, gestirà le risorse umane, finanziarie e strumentali e risponderà dei risultati del servizio agli organismi istituzionalmente e statuariamente competenti
Vi sarà il Consiglio dei docenti che curerà la programmazione dell'attività didattica, nonchè il nucleo di autovalutazione il quale coinvolgendo gli operatori scolastici, gli studenti, le famiglie, predisporrà un rapporto annuale di autovalutazione, anche sulla base dei criteri, degli indicatori nazionali e degli altri strumenti di rilevazione forniti dall'INVALSI. Tale Rapporto è assunto come parametro di riferimento per l'elaborazione del piano dell'offerta formativa e del programma annuale delle attività, nonché della valutazione esterna della scuola realizzata secondo le modalità che saranno previste dallo sviluppo del sistema nazionale di valutazione. Il rapporto viene reso pubblico secondo modalità definite dal regolamento della scuola.
Nascerà un consorzio tra le scuole automone, una sorta di consorzio aziendale, che avrò come scopo quello di promuovere o partecipare alla costituzione di reti, consorzi e associazioni di scuole autonome che si costituiscono per esercitare un migliore coordinamento delle stesse. Le Autonomie scolastiche possono altresì ricevere contributi da fondazioni finalizzati al sostegno economico della loro attività, per il raggiungimento degli obiettivi strategici indicati nel piano dell'offerta formativa e per l'innalzamento degli standard di competenza dei singoli studenti e della qualità complessiva dell'istituzione scolastica
Nascerà il Consiglio Nazionale delle Autonomie Scolastiche, che è un organo di partecipazione e di corresponsabilità tra Stato, Regioni, Enti Locali ed Autonomie Scolastiche nel governo del sistema nazionale di istruzione. È altresì organo di tutela della libertà di insegnamento, della qualità della scuola italiana e di garanzia della piena attuazione dell'autonomia delle istituzioni scolastiche. In questa funzione esprime l'autonomia dell'intero sistema formativo a tutti i suoi livelli.
E per concludere le Regioni dovranno istituire la Conferenza regionale del sistema educativo, scolastico e formativo che si occuperà :a) autonomia delle istituzioni scolastiche e formative;
b) attuazione delle innovazioni ordinamentali; c) piano regionale per il sistema educativo e distribuzione dell'offerta formativa, anche in relazione a percorsi d'integrazione tra istruzione e formazione professionale; d) educazione permanente; e) criteri per la definizione degli organici delle istituzioni scolastiche e formative regionali. f) piani di organizzazione della rete scolastica, istituzione, aggregazione, fusione soppressione di istituzioni scolastiche.
b) attuazione delle innovazioni ordinamentali; c) piano regionale per il sistema educativo e distribuzione dell'offerta formativa, anche in relazione a percorsi d'integrazione tra istruzione e formazione professionale; d) educazione permanente; e) criteri per la definizione degli organici delle istituzioni scolastiche e formative regionali. f) piani di organizzazione della rete scolastica, istituzione, aggregazione, fusione soppressione di istituzioni scolastiche.
Una scuola con il proprio statuto, una scuola che dovrà far quadrare il bilancio, che potrà essere finanziata liberamente dai privati, che potrà e dovrà concorrere con le altre scuole, una scuola che adotterà un modello di autovalutazione che per forza di cose condizionerà quella che ancora oggi viene chiamata libertà d'insegnamento. Quale libertà d'insegnamento nella scuola azienda?
Perché di scuola azienda trattasi.
Di norma l'organizzazione aziendale è così strutturata:
- divisione del lavoro;( docenti/ Ata/ studenti/genitori)
- grouping; (ovvero la gerarchia che emerge tra Dirigente e personale ordinario scolastico)
- meccanismi di coordinamento; ( Consiglio docenti e articolazioni varie)
- decentramento. (Consiglio nazionale delle Autonomie scolastiche)
E' questo il destino della Scuola Pubblica Statale italiana?
Una Scuola concorrenziale, che sostiene attivamente il processo scuola/lavoro, principio sostenuto dal grande capitale italiano, una scuola che non sarà più solidale, che dovrà attrarre, che dovrà produrre economia, profitto, a discapito della formazione di menti critiche e pensanti?
E' questo che vogliamo?
Scuole che per forze di cose verranno catalogate in serie A, B, C?
Già, come l'ABC dell'antipolitica, come l'ABC di una società sempre più dedita alla cultura del profitto e non all'amore del sapere.
Marco Barone
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