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giovedì 19 aprile 2012

Le Invalsioni barbariche.

Quella che ora racconterò è una storia che presto molto presto rischierà di essere reale.
Una storia che deve invitare tutte e tutti alla riflessione.
a cura di Marco Barone

Giorno 9 maggio. Giorno di svolgimento della prova di preliminare Invalsi di lettura (decodifica strumentale) della durata di due minuti per la II primaria e prova di Italiano per la II e V primaria.

Buongiorno maestra Alice.
Buongiorno Preside.
Bene, vedo che è arrivata in anticipo...
Ho studiato il manuale del somministratore diceva di venire in anticipo quindi...
Si è munita di cronometro, penne blu o nere?
Sì, sì.
Senta maestra Alice, per il bambino Andrea avrei pensato una soluzione.
Andrea, si riferisce al bambino con DSA?
Sì, Alice a lui.
Non possiamo fare brutta figura, ho pensato che potrebbe fare altra attività con la maestra di sostegno, andare nella sala insegnanti e disegnare magari...
Mah... come lo spiego a lui? Alla classe?
Alice, Alice, vuole forse dire che non è favorevole? Vuole forse...
No,no è che...
Vada in classe è ora.

I passi della maestra Alice sono più pesanti del solito. Nel corridoio si intravedono gli ultimi bambini sorridenti e felici, pronti per entrare in classe.
Alice non è felice.
Alice deve aprire la porta.
Deve essere serena e determinata.
Alice deve somministrare le prove.

Buongiorno Maestra.
Buongiorno bambini.
Oggi cambieremo la disposizione dei banchi, oggi faremo delle prove importanti, oggi non sono ammessi errori.
Maestra, maestra che prove?
Bambini silenzio.

All'improvviso ecco un tocco secco e puntuale sulla porta.
Sì?
Sono Matilde.
Ah, ciao, sei venuta per Andrea?
Sì, sì, oggi dovete fare le prove no?
Sì, le prove...
Andrea oggi andrai via con la maestra Matilde.

Già, perché l'Invalsi prevede che pur ribadendo nella sua retorica, l' auspicio che gli allievi con DSA partecipino alle prove SNV nel numero più elevato possibile, se a giudizio del Dirigente scolastico le prove standardizzate non sono ritenute adatte a un allievo con DSA in ragione della natura e della specificità del disturbo stesso, è possibile dispensare lo studente dal sostenimento delle prove, avendo cura di impegnarlo nei giorni delle prove in un’altra attività ritenuta più idonea.

Ed è quello che ora accadrà ad Andrea.
Lontano dai suoi compagni di classe, lontano dalla sua classe, lontano dalle statistiche che uccidono la scuola pubblica italiana.

Allora bambini, ora qualche minuto di silenzio.
Prima di somministrarvi le prove devo leggere nuovamente il manuale, non voglio sbagliare.

Un silenzio surreale dominava la quiete ribelle della classe.
La voce della Maestra mutava tono.
Sempre più ferma, sempre più decisa, sempre più robotizzata.

Fase uno: prendere conoscenza in modo approfondito delle procedure descritte nel presente
manuale almeno una settimana prima della data prevista per la somministrazione;

Fatto, ma un ripasso è sempre utile, ripeteva nella sua mente Alice.

Fase due :assicurarsi che ciascun allievo riceva in modo corretto i materiali appositamente
predisposti;

Fase tre: somministrare le prove nel modo indicato nel presente manuale

Fase quattro: assicurare che la somministrazione avvenga nei tempi stabiliti;

Fase cinque: raccogliere, alla fine della somministrazione, tutti i fascicoli (sia quelli compilati che
quelli eventualmente inutilizzati);

Fase sei: registrare sulla scheda-risposta studente2di ciascun alunno le risposte date alle domande
delle prove cognitive (Italiano e Matematica) e del Questionario studente. In questa fase,
che può avvenire in un momento separato rispetto alla somministrazione delle prove
secondo le disposizioni date dal Dirigente scolastico, è possibile farsi aiutare da altri
insegnanti o dal personale di segreteria.

Bene.
Rivediamo le note:

NON risponda alle eventuali richieste di aiuto degli alunni sulle domande delle prove
cognitive.  
NON dia alcuna informazione aggiuntiva, indicazione o suggerimento relativamente al
contenuto di alcuna delle domande della Prova.
 LA MIGLIORE RISPOSTA da dare a qualunque richiesta di aiuto è:Mi dispiace ma non posso rispondere a nessuna domanda. Se ti può essere utile, rileggi
le istruzioni e scegli la risposta che ti sembra migliore”.

Sudava.
Alice sudava.
Perché comprendeva che la sua libertà d'insegnamento, in quel preciso momento giungeva alla fine.
Perché tutto ciò che ha insegnato nel corso del tempo ai suoi bambini, in quel preciso giorno, andava in frantumi. Un frutto maturo per la vita, diveniva acerbo per la libertà di educare e formare menti critiche e pensanti, libere da ogni imposizione, libere da ogni omologazione, libere da ogni standardizzazione.

Le prove si svolgevano secondo i criteri previsti nel manuale del somministratore.
La maestra Alice faceva avanti ed indietro per i banchi.
Controllava , sorvegliava.
La classe in quel preciso momento diveniva una caserma.
Una caserma.

Maestra, maestra devo fare la pipì.
La pipi?
Aspetta Giuseppe, devo vedere cosa dice il manuale del somministratore:

Gli allievi che chiedono di uscire dal locale della somministrazione al di fuori della/e
pausa/e prevista/e possono farlo solo in situazioni di emergenza (ad esempio, nel caso si
sentano male).

Giuseppe, ma hai dolori?
No, maestra ma la pipì...
Mi spiace Giuseppe, ora non puoi...

Intanto, nella mente della maestra Alice, scorrevano come un fiume in piena le frasi che doveva ripetere nel caso in cui i suoi bambini, le ponessero qualche domanda...

«Mi dispiace, non posso risponderti. Cerca di fare del tuo meglio»;

Ora verranno distribuiti i fascicoli per la prova. Non dovete aprirli finché non ve lo dirò. Se
avete cellulari, libri, quaderni o altre cose del genere sul banco, mettetele via. I cellulari
devono essere spenti e riposti nella borsa e non possono rimanere né sul banco né sotto al
banco.

Quando vi darò il via, dovete cominciare la prova vera e propria e cercare di fare più in
fretta che potete ma non vi preoccupate se non riuscite a finire. Ricordatevi di non fermarvi
quando arrivate in fondo ad una pagina e di passare subito a quella dopo. Quando vi dirò di
smettere, dovete posare immediatamente la penna e chiudere il fascicolo.

Ora girate la pagina e cominciate”

Si, girare la pagina e cominciare
E' cominciata la fine della libertà d'insegnamento, è cominciata la fine di una cultura degna di tal nome, è cominciata la fine del vivere e studiare senza frenesia, con quella lentezza che permette il rispetto dei ritmi di apprendimento dei bambini, che permette e favorisce l'integrazione.

Questo pensava Alice nella sua mente.

Giuseppe continuava a dire, Maestra Maestra devo fare la pipì.
I suoi occhi erano lucidi.
Un senso di rabbia e calore scorreva nel corpo di Alice.
Un gesto funesto e violento.
Passò velocemente in rassegna tutti i banchi, raccolse i fogli che i bambini stavano compilando, uno dietro l'altro.
Alice era una furia.
Prese quelle prove e le gettò via dalla finestra.
Via.
Carte che volavano.
Carte rapite dal vento ribelle.

Bambini, disse Alice, lo vedete questo cronometro?
Ora lo butto via, sì, anche lui, nel cestino.
Io sono la vostra Maestra, voi siete i miei bambini.
Siete qui per imparare, siete qui per studiare, siete qui non per diventare soldati.
I bambini non capivano, ma sorridevano.
Quella tensione che regnava sovrana in classe venne sovrastata dalla voglia di andare oltre l'oltre.
Giuseppe, vai in bagno .

Maestra ,Maestra, dissero i Bambini, ma Andrea perché è ancora fuori?

Ora Andrea ritornerà in classe, bambini, con noi e per noi.

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