Il governo delle banche e dei potentati economici non brilla per fantasia  e, in perfetta continuità con i precedenti esecutivi, prosegue col massacro  della scuola pubblica e anche di tutti gli altri servizi.  
È di pochi giorni fa  l’anteprima del piano del ministro Giarda per tagliare la spesa scolastica e  accumulare ulteriori macerie sull’istruzione pubblica. Eccone qualche dettaglio  che i media ci hanno girato. 
Abolizione del sostegno. Fedele ai suoi mandanti, il Miur copia una recente  analisi della Fondazione Agnelli. E, infatti, leggiamo nel documento  governativo: "Nonostante la significativa crescita degli insegnanti di sostegno  (che hanno superato le 100 mila unità) il servizio non appare soddisfacente".  Visto che - secondo il governo – il sostegno non è soddisfacente si può anche  abolire: basta formare tutti gli insegnanti sulla gestione dei soggetti in  situazione d’handicap e passare su posto comune o utilizzare in altri incarichi  (oppure licenziare) gli specialisti di sostegno.
"Riduzione  delle articolazioni provinciali": i provveditorati agli studi di una volta  dovrebbero sparire, trasferendone le residue funzioni alle scuole e agli Uffici  scolastici regionali. Insomma, un ulteriore aggravio di lavoro a gratis per i lavoratori delle  segreterie.
"Razionalizzazione di distacchi e comandi": secondo il  Miur sono circa 10.000 gli insegnanti che anziché lavorare in classe svolgono  altre mansioni: 
-                                   4.500 inidonei per  motivi di salute, 
-                                   1.000 che insegnano  all'estero,
-                                   1.000 distaccati presso  i sindacati. 
-                                   1.250 distaccati presso  enti, associazioni e organi costituzionali, 
-                                   700 comandati al  ministero, 
-                                   900 senza cattedra per  effetto dei tagli agli organici. 
Per ciascuna di queste  situazioni il Miur sta cercando cosa tagliare. 
"Riequilibrio  della rete scolastica regionale": dopo il dimensionamento della rete  scolastica voluta dal precedente governo (1.013 scuole in meno), secondo il Miur  restano ancora 2000 istituzioni scolastiche con meno di 500 alunni. Toccherà  alle Regioni, competenti in tale materia, rimetterci  mano. 
“Riequilibrio  della proporzione tra docenti e classi di alunni": dopo i 140 posti  eliminati dal ministro Gelmini, altri tagli. Attualmente, il rapporto  alunni/posti di docente è pari a 12,5. Ma in diverse regioni meridionali -  Calabria, Sardegna, Basilicata, Molise - tale rapporto è inferiore a 12.  
“Tagli alle  spese”: riduzione del 15% al miliardo e 216 milioni di spese correnti,  che servono a pagare le supplenze brevi e le spese di funzionamento delle  scuole. Il Miur pensa di istituire il "Fondo di funzionamento dell'autonomia"  raggruppando in una unica voce tutti i finanziamenti ministeriali. "In tal modo,  si potrà sperimentare un modello di finanziamento budgettario che tenga conto  sia di indicatori di fabbisogno che della valutazione dei risultati". Capito a  cosa servono le prove Invalsi? Inoltre, dal 2013/2014 il ministero conta di  ridurre spese con l'acquisto di beni e servizi online, l'uso di energie  rinnovabili e del Voip.
"Snellimento della struttura centrale": prevede l’eliminazione della sede del Miur a piazza Kennedy, mantenendo solo quella in viale Trastevere e una riduzione degli organici dei dirigenti.
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