Non è bastata
la manovra “salva-Italia” (in realtà “ammazza-Italia”) e il
massacro delle
pensioni, la legge Fornero - che ha demolito i pochi diritti del
lavoro
restanti - e la “spending review”. Monti, come una macina che
implacabilmente
tritura salariati e pensionati, giovani e precari, servizi
pubblici e Beni
comuni, ha colpito di nuovo. La sedicente “legge di stabilità”
demolisce ancora,
immettendoci nella “spirale greca” di tagli e recessione, a cui
seguono altri
tagli fino al fallimento totale. Tocca di nuovo alla scuola,
alla sanità, al
Pubblico impiego e ai servizi sociali fare da agnelli
sacrificali, malgrado l’evidente
inutilità dei sacrifici visto che il debito pubblico continua ad
aumentare e
spread e interessi sui titoli di Stato restano alti. I contratti
del PI, della
scuola e della sanità, già fermi dal 2009, restano bloccati fino
al 2014 senza
neanche l’indennità di vacanza contrattuale; la spesa per la
salute pubblica
sarà ancora tagliata (tra i 600 e i 1500 milioni annui), l’IVA
verrà aumentata
di un altro punto. E, come schiaffo brutale ai docenti e alla
scuola pubblica
che rifiutano l’immiserimento, l’orario dei professori delle
medie e delle
superiori verrà aumentato di imperio di sei ore settimanali a
parità di (già
miserabile) stipendio, con la cancellazione di altri 6500 posti
di lavoro e
l’espulsione di altrettanti precari, già derisi con il
“concorsaccio”.
L’ulteriore
e brutale Finanziaria ammazza-Italia rende ancora più decisiva
la presenza in
piazza il prossimo 27 ottobre nella manifestazione nazionale a
Roma contro il
governo, le sue politiche e i partiti che lo appoggiano,
convocata dal Comitato
No Monti Day. In tale occasione i COBAS, insieme a varie organizzazioni sindacali e
politiche e a tanti
lavoratori/trici e cittadini in lotta contro il massacro
sociale, daranno
visibilità a chi rifiuta Monti e le politiche governative che
colpiscono solo
coloro chi ha sempre pagato, salariati, pensionati, precari,
disoccupati,
settori popolari, piccolo lavoro "autonomo". Nulla pagano gli
evasori
fiscali, i grandi patrimoni, banche, gruppi finanziari e
industriali, mentre la
corruzione e le ruberie delle caste politiche raggiungono il
parossismo. E' ora
che la crisi sia pagata da chi l'ha provocata e che ha
continuato ad
arricchirsi anche in questi anni!
Scendiamo
in
piazza per respingere l'ennesima manovra ammazza-Italia, per
dire NO al governo, alla distruzione di scuola, sanità e servizi sociali, alla
chiusura delle
fabbriche, ai licenziamenti, alla cancellazione dei diritti del
lavoro; SÌ a
massicci investimenti nei Beni comuni e ambiente, all'assunzione
dei precari;
SI a una politica economica pagata dalle finanze dei ricchi, dal
taglio delle
spese militari e dalla cancellazione delle missioni di guerra,
dalla
soppressione della corruzione e dei privilegi delle caste
politiche e
manageriali; NO all'Europa dei patti di
stabilità, del Fiscal
Compact, dell'austerità; NO all'attacco alla democrazia, alla
repressione
contro il dissenso; SÌ ad una democrazia vera nel paese e nei luoghi di
lavoro.
Promuoviamo
una
manifestazione che porti in piazza a mani nude e a volto
scoperto l'opposizione
al governo, per esprimere il massimo sostegno a tutte le lotte
in atto per i
diritti, i Beni comuni ed il lavoro, dalla Valle Susa al Sulcis,
da Taranto
alla Fiat, dagli inidonei e precari della scuola a tutti/e
coloro che subiscono
i colpi della crisi. La manifestazione partirà alle 14,30 da
Piazza della
Repubblica e si concluderà in Piazza S. Giovanni con una grande
assemblea popolare.
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