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mercoledì 31 ottobre 2012

DOSSIER 24=18

Quello che segue è un lavoro documentario utile a chiarire a tutti coloro che sono sopraffatti dal gran ciurlare nel manico di partitoni, sindacatoni, giornalistoni e amiconi del giaguaro sulle 24 ore nella legge di stabilità.

DOSSIER 24=18 PRESENTAZIONE – Chiavi di lettura


a cura di Piero Castello - Cobas Scuola di Roma
Quello che segue è il testo integrale del Dossier (Una sorta di sintesi di vari documenti parlamentari: Testo del Disegno di Legge, Relazione Tecnica, prospetto riepilogativo) predisposto dai Servizi Parlamentari della V Commissione che accompagna il testo della legge di stabilità al momento in cui il Consiglio dei Ministri ha trasmesso alla stessa V Commissione . La parte riprodotta è quella relativa all’articolo 3 del disegno di legge e specificatamente i commi da 29 a 48 relativi ai tagli disposti per la scuola pubblica. Rispetto al testo approvato dal Consiglio dei Ministri sono stati tolti i commi relativi al blocco dei Contratti Nazionali di Lavoro e del blocco degli scatti di anzianità. Il ministro Profumo ne darne notizia alla stampa ha precisato che si tratta di uno stralcio di provvedimenti che è più proprio inserire in un provvedimento legislativo ad hoc che verrà presentato da Governo quanto prima dopo l’approvazione della legge di stabilità. Rispetto all’aumento dell’orario di lavoro settimanale dei docenti delle scuole medie e superiori il Ministro Profumo aveva annunciato uno stralcio analogo a quello annunciato per il blocco dei contratti e scatti di anzianità. Ma come si può ben vedere ai commi 42-45 invece, il testo è rimasto identico a quello varato dal Consiglio dei Ministri, senza alcuno stralcio. Particolare valore predittivo ha però la dichiarazione rilasciata alla stampa per motivare lo stralcio che poi non c’è stato. Anche in questo caso non sarebbe stato proprio il Disegno di Legge per la stabilità la modifica dell’orario di lavoro anche perché è provvedimento non è adatto ad essere approvato nel momento a ridosso delle elezioni, quando i partiti sono già in fase preelettorale e relative fibrillazioni. Un provvedimento del genere dovrà essere presentato all’inizio della nuova legislatura quando i partiti sono ancora lontani dalle campagne elettorali. Risulta, quindi, chiaro che non c’è nessuna volontà a rinunciare ai tagli anzi, gli stralci annunciati e effettuati, hanno solo motivazioni di tempistica ed opportunità. Rimane confermata più che mai la volontà ad effettuare i tagli. D’altronde conferma dell’intenzione del governo di procedere ai tagli si può dedurre anche dai numeri che accompagnano i provvedimenti dei commi 42/44 relativi all’aumento dell’orario di insegnamento dei docenti. I numeri minimizzano gli effetti del provvedimento sia per l’importo delle risorse risparmiate, sia per il numero di precari che vengono “rottamanti” in seguito all’aumento di orario dei docenti già in servizio. L’ordine di grandezza dei risparmi si misura tra i 4 e 5 miliardi annui, il numero di posti tagliati, e quindi precari estromessi, si aggira intorno alle 150.000 unità. All’aumento di un terzo dell’orario di lavoro (6 ore in più rispetto alle attuali 18 ore settimanali) corrisponde ad un terzo degli attuali 500.000 docenti in servizio nei due ordini di scuola più i 95.000 insegnanti di sostegno. Questo limitandoci agli effetti quantitativi e la sciando ad altra sede l’ulteriore degrado della scuola pubblica.

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