Monti
esterna sul servizio sanitario: “Senza finanziamenti potrebbe non
essere più garantito”. Le polemiche costringono Palazzo Chigi
all'ennesima rettifica ma la minaccia rimane ed incombe sul futuro di
questo paese. Dobbiamo fermarli.
''Il nostro Sistema sanitario nazionale, di cui andiamo fieri, potrebbe non essere garantito se non si individuano nuove modalita' di finanziamento''. Questo è quanto è stato affermato dal premier Mario Monti a Palermo. ''Il momento e' difficile - ha aggiunto il premier - la crisi ha colpito tutti e ha impartito lezioni a tutti''. Le sue dichiarazioni, come prevedibile, hanno suscitato un vespaio di reazioni e polemiche perchè indicavano piuttosto implicitamente una destrutturazione del Sistema Sanitario Nazionale pubblico. Il vespaio ha fatto sì che con una nota Palazzo Chigi e' tornato sulle considerazioni del Presidente del Consiglio precisando che ''Contrariamente a quanto riportato dai media, il Presidente ha voluto attirare l'attenzione sulle sfide cui devono far fronte i sistemi sanitari per contrastare l'impatto della crisi. Cio' vale, peraltro, per tutti i settori della pubblica amministrazione. Le soluzioni ci sono, e vanno ricercate attraverso una diversa organizzazione piu' efficiente, piu' inclusiva e piu' partecipata dagli operatori del settore. Le garanzie di sostenibilita' del servizio sanitario nazionale non vengono meno. Per il futuro e' pero' necessario individuare e rendere operativi modelli innovativi di finanziamento e organizzazione dei servizi e delle prestazioni sanitarie''. ''In sintesi - specifica Palazzo Chigi -, il Presidente non ha messo in questione il finanziamento pubblico del sistema sanitario nazionale, bensi', riferendosi alla sostenibilita' futura, ha posto l'interrogativo sull'opportunita' di affiancare al finanziamento a carico della fiscalita' generale forme di finanziamento integrativo. Inoltre, egli ha voluto sollecitare la mobilitazione di tutti gli addetti ai lavori, cosi' come degli utenti e dei cittadini, per una modernizzazione e un uso piu' razionale delle risorse''.
Fin qui la cronaca che oggi troviamo sui giornali o sulle agenzie. Ma la sostanza dell'esternazione di Monti, l'ennesima, resta e soprattutto rimane l'inquietudine sul modello sociale che il Presidente del Consiglio, i suoi ministri e la troika Bce,Ue.Fmi hanno in mente.
Non è un mistero che Monti, i montisti e la troika intendano procedere con l'accetta sulla spesa sociale. Lo hanno fatto su quella previdenziale e sui servizi sociali locali, vogliono farlo sul sistema sanitario. In questo vengono coadiuvati da studi e previsioni improbabili e falsati che dovrebbero servire a spianargli la strada secondo i quali nel 2060 (!?) la spesa sanitaria in Italia potrebbe raggiungere l'8% del Pil, meno di Francia, Germania, Austria, Danimarca, Repubblica Ceca, Portogallo, Slovacchia e Inghilterra.
La realtà ci dice che nel 2012 la spesa sanitaria è stata di 113 miliardi pari al 7,3% del Pil (dall'anno prossimo con i tagli previsti dovrebbe scendere a 107 miliardi). Un dato perfettamente compatibile ed anzi al di sotto di quanto spendono altri paesi europei. Secondo alcune stime la spesa potrebbe crescere nel 2015 a 116 miliardi, anche qui niente di straordinario per un paese di 60 milioni di abitanti con un Pil di 1.500 miliardi di euro e una ricchezza privata di circa 9mila miliardi.
La realtà ci dice ancora che ogni anno lo Stato spende tra gli 85 e i 97 miliardi all'anno per pagare gli interessi sul debito pubblico ai proprietari dei titoli del debito (che per l'84% coincidono con banche, assicurazioni,società finanziarie e fondi di investimento stranieri e italiani). Con questo trend nel 2060 la spesa per far ingrassare banche e mercati finanziari arriverà, a spanne, a 4.300 miliardi tenendo conto dei su e giù dello spread.. E allora? Vogliamo mettere!!
In pratica Monti, i montisti e la troika ci stanno dicendo che dobbiamo pagarci le spese sanitarie tramite assicurazioni private e minori prestazioni perchè questi soldi servono per pagare le banche e i gruppi finanziari. Ci dicono in sostanza: dovete morire!! Dunque dovremo lottare per sopravvivere, il che assegna al conflitto una dimensione completamente diversa dalla battaglia di opinioni.
''Il nostro Sistema sanitario nazionale, di cui andiamo fieri, potrebbe non essere garantito se non si individuano nuove modalita' di finanziamento''. Questo è quanto è stato affermato dal premier Mario Monti a Palermo. ''Il momento e' difficile - ha aggiunto il premier - la crisi ha colpito tutti e ha impartito lezioni a tutti''. Le sue dichiarazioni, come prevedibile, hanno suscitato un vespaio di reazioni e polemiche perchè indicavano piuttosto implicitamente una destrutturazione del Sistema Sanitario Nazionale pubblico. Il vespaio ha fatto sì che con una nota Palazzo Chigi e' tornato sulle considerazioni del Presidente del Consiglio precisando che ''Contrariamente a quanto riportato dai media, il Presidente ha voluto attirare l'attenzione sulle sfide cui devono far fronte i sistemi sanitari per contrastare l'impatto della crisi. Cio' vale, peraltro, per tutti i settori della pubblica amministrazione. Le soluzioni ci sono, e vanno ricercate attraverso una diversa organizzazione piu' efficiente, piu' inclusiva e piu' partecipata dagli operatori del settore. Le garanzie di sostenibilita' del servizio sanitario nazionale non vengono meno. Per il futuro e' pero' necessario individuare e rendere operativi modelli innovativi di finanziamento e organizzazione dei servizi e delle prestazioni sanitarie''. ''In sintesi - specifica Palazzo Chigi -, il Presidente non ha messo in questione il finanziamento pubblico del sistema sanitario nazionale, bensi', riferendosi alla sostenibilita' futura, ha posto l'interrogativo sull'opportunita' di affiancare al finanziamento a carico della fiscalita' generale forme di finanziamento integrativo. Inoltre, egli ha voluto sollecitare la mobilitazione di tutti gli addetti ai lavori, cosi' come degli utenti e dei cittadini, per una modernizzazione e un uso piu' razionale delle risorse''.
Fin qui la cronaca che oggi troviamo sui giornali o sulle agenzie. Ma la sostanza dell'esternazione di Monti, l'ennesima, resta e soprattutto rimane l'inquietudine sul modello sociale che il Presidente del Consiglio, i suoi ministri e la troika Bce,Ue.Fmi hanno in mente.
Non è un mistero che Monti, i montisti e la troika intendano procedere con l'accetta sulla spesa sociale. Lo hanno fatto su quella previdenziale e sui servizi sociali locali, vogliono farlo sul sistema sanitario. In questo vengono coadiuvati da studi e previsioni improbabili e falsati che dovrebbero servire a spianargli la strada secondo i quali nel 2060 (!?) la spesa sanitaria in Italia potrebbe raggiungere l'8% del Pil, meno di Francia, Germania, Austria, Danimarca, Repubblica Ceca, Portogallo, Slovacchia e Inghilterra.
La realtà ci dice che nel 2012 la spesa sanitaria è stata di 113 miliardi pari al 7,3% del Pil (dall'anno prossimo con i tagli previsti dovrebbe scendere a 107 miliardi). Un dato perfettamente compatibile ed anzi al di sotto di quanto spendono altri paesi europei. Secondo alcune stime la spesa potrebbe crescere nel 2015 a 116 miliardi, anche qui niente di straordinario per un paese di 60 milioni di abitanti con un Pil di 1.500 miliardi di euro e una ricchezza privata di circa 9mila miliardi.
La realtà ci dice ancora che ogni anno lo Stato spende tra gli 85 e i 97 miliardi all'anno per pagare gli interessi sul debito pubblico ai proprietari dei titoli del debito (che per l'84% coincidono con banche, assicurazioni,società finanziarie e fondi di investimento stranieri e italiani). Con questo trend nel 2060 la spesa per far ingrassare banche e mercati finanziari arriverà, a spanne, a 4.300 miliardi tenendo conto dei su e giù dello spread.. E allora? Vogliamo mettere!!
In pratica Monti, i montisti e la troika ci stanno dicendo che dobbiamo pagarci le spese sanitarie tramite assicurazioni private e minori prestazioni perchè questi soldi servono per pagare le banche e i gruppi finanziari. Ci dicono in sostanza: dovete morire!! Dunque dovremo lottare per sopravvivere, il che assegna al conflitto una dimensione completamente diversa dalla battaglia di opinioni.
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