Gli scatti di anzianità producono in media
un aumento di 9.000 euro sullo stipendio
annuo di un lavoratore della scuola nel corso dei 35 anni che intercorrono
dalla prima all’ultima tappa del percorso della carriera. Un residuo di quello
che erano gli aumenti dovuti all’anzianità di servizio prima che i sindacati
confederali concordassero con il governo l’abrogazione degli scatti biennali e
la loro sostituzione con gli scatti di 6/9 anni.
Ma in ogni caso essi costituiscono ancora
l’unico automatismo a difesa del potere d’acquisto degli stipendi dei
lavoratori, una redistribuzione equa della ricchezza sociale prodotta dal
lavoro, un riconoscimento alla professionalizzazione della complessità del lavoro
educativo che cresce nel corso della sua pratica.
E’ una condizione
miserrima della carriera dei lavoratori della scuola se si pensa che nella
maggior parte dei paesi europei il massimo della carriera si raggiunge tra 15 e
i 20 anni di servizio, e che il culmine della carriera corrisponde spesso al
doppio della posizione stipendiale iniziale.
Indice chiarissimo della scarsissima considerazione di cui gode la
scuola pubblica tra i sindacati “firmaioli” di contratti e governi succedutesi
negli ultimi anni.
Oggi, quindi, in media gli scatti di
anzianità producono ogni anno in media (posizione mediana dei lavoratori della
scuola)
256
euro di aumento annuo
dei nostri salari.
Ma va considerato che questi aumenti sono aumenti salariali tabellari (stipendio
base) ossia costituiscono la base di calcolo per gli aumenti contrattuali, per
il calcolo della pensione e per il TFS. Sono quindi soldi preziosissimi
soggetti a cumulo, e crescita composta ben diversamente da quanto avviene per
altri “fuori busta”, precari ed aleatori che non contribuiscono a modifiche
sostanziali della condizione salariale dei lavoratori.
La “piangina” ministra Fornero sostenuta dal Presidente
Monti ha più volte sostenuto che questo come i pochi altri istituti salariali
automatici devono cessare e non abbiamo dubbi che le forze politiche e sindacali che si
accingono a gestire la prossima stagione politica cercheranno di realizzare il
proposito di Fornero&Monti.
Ogni
anno quindi non solo ci vengono sottratti, in media, i 256 euro di cui avrebbero goduto le nostre
buste paga, ma futuri aumenti contrattuali, calcoli per il TFS (liquidazione),
calcoli pensionistici verranno proporzionalmente diminuiti per la mancanza dei
relativi contributi.
L’ ordine di grandezza della sottrazione,
di tre annualità, degli scatti di anzianità
alla nostra retribuzione annua è stata
una media di 768 euro che verranno a mancare per tutta la nostra vita in
servizio e in pensione.
Se
facciamo una previsione che comprende 20 anni ancora di servizio più 20 anni di pensione, l’importo complessivo che
ci è stato e verrà sottratto è di circa 31.000 euro (per un lavoratore di 45 anni,
con già 20 anni di servizio).
Anche in questo caso la cifra complessiva è
calcolata con una approssimazione per difetto in quanto è solo un calcolo
aritmetico mentre andrebbe considerato il calcolo composto crescente.
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