16 maggio che fare. Riflessioni per le studentesse e Gli studenti delle scuole superiori che il 16 maggio prossimo sono chiamati a svolgere i test invalsi
di F.M. da ReteScuole, Alcuni studenti della mia scuola mi hanno chiesto informazioni sulle possibili opzioni che hanno riguardo a tali test. Ho deciso allora di rendere palesi le mie considerazioni in modo che ognuno possa decidere e scegliere in modo libero e consapevole, sulla base di quello che pensa di questi test.
uest’ultimo è l’aspetto che più mi sta a cuore come educatore: ogni volta che si deve operare una scelta è bene farsi un’idea propria sulla questione in modo che la decisione possa essere il più possibile personale e frutto di un confronto di idee a favore e contro una certa tesi.
Per questo motivo vi invito a documentarvi sulla bontà o meno del metodo INVALSI leggendo pareri favorevoli e contrari, in modo da potervi fare un’idea vostra e scegliere nel modo il più possibile libero.
Ho scelto per voi alcune posizioni esemplari, favorevoli e contrarie, con le quali potrete misurarvi, ma vi invito a cercarne delle altre, del resto in rete avete solo l’imbarazzo della scelta.
Come vedrete si tratta di interventi, a favore e contro, di persone molto conosciute e autorevoli nel mondo della scuola, che analizzano la questione INVALSI in modo diffuso e competente.
Detto questo, prima di procedere sarà bene sapere con quale tempistica si svolgeranno i test il 16 maggio prossimo (giovedì).
Appello e presentazione delle prove (dalle 8.00 alle 8.20/8.30)
Prova di Italiano (90 min, dalle 8.20/8.30 alle 9.50/10.00)
Pausa (15 min, dalle 9.50/10.00 alle 10.05/10.15)
Prova di Matematica (90 min, dalle 10.20/10.30 alle 11.50/12.00)
Pausa (15 min, dalle 11.50/12.00 alle 12.05/12.15)
Questionario studente (dal manuale INVALSI: “che permetterà di raccogliere informazioni sulle caratteristiche degli alunni, sul loro contesto familiare, sulle attività che svolgono dentro e fuori la scuola”) (30 min, dalle 12.10/12.25 alle 12.40/12.50)
Come si vede, il giorno 16 le prime 5 ore di lezione verranno dedicate ai test INVALSI e sottratte alla normale programmazione, che si limiterà alla sola 6^ ora per le classi che quel giorno la prevedono nel loro orario.
Alla luce di queste informazioni ecco allora quali opzioni ogni studente ha a disposizione:
a) Misurarsi coi test mettendosi alla prova e cercando di rispondere al meglio
Probabilmente, anzi, quasi sicuramente, non saprà mai come realmente è andata, se e dove ha risposto bene, se e dove ha risposto male; questo perché gli esiti, ad esempio nella mia scuola, nessuno li ha mai comunicati, e poi dal momento che “dovrebbero” essere anonimi, si saprebbero soltanto i risultati complessivi; certo, chi sceglie questa opzione può pretendere che i prof di riferimento (italiano e matematica) forniscano successivamente i testi delle prove e diano le risposte corrette in modo che ciascuno possa, a memoria, realizzare se ha risposto bene o ha risposto male; consiglio vivamente quest’ultima opzione per chi crede nella utilità e correttezza del metodo INVALSI; aggiungo, anzi, che, per chi ci crede, sarebbe bene pretendere che non solo venga prevista una comunicazione ai docenti degli esiti dei test e una loro riflessione sugli stessi, ma che tale informazione venga comunicata anche agli studenti, che possano avere un riscontro dall’essersi misurati con questa prova e un’occasione di riflessione sulla propria preparazione; senza questi basilari passaggi, al di là di ogni altra considerazione, si tratterebbe di una inaccettabile ipocrisia collettiva.
Probabilmente, anzi, quasi sicuramente, non saprà mai come realmente è andata, se e dove ha risposto bene, se e dove ha risposto male; questo perché gli esiti, ad esempio nella mia scuola, nessuno li ha mai comunicati, e poi dal momento che “dovrebbero” essere anonimi, si saprebbero soltanto i risultati complessivi; certo, chi sceglie questa opzione può pretendere che i prof di riferimento (italiano e matematica) forniscano successivamente i testi delle prove e diano le risposte corrette in modo che ciascuno possa, a memoria, realizzare se ha risposto bene o ha risposto male; consiglio vivamente quest’ultima opzione per chi crede nella utilità e correttezza del metodo INVALSI; aggiungo, anzi, che, per chi ci crede, sarebbe bene pretendere che non solo venga prevista una comunicazione ai docenti degli esiti dei test e una loro riflessione sugli stessi, ma che tale informazione venga comunicata anche agli studenti, che possano avere un riscontro dall’essersi misurati con questa prova e un’occasione di riflessione sulla propria preparazione; senza questi basilari passaggi, al di là di ogni altra considerazione, si tratterebbe di una inaccettabile ipocrisia collettiva.
b) Decidere di non collaborare rispondendo a caso alle domande
Questa soluzione rende la contrarietà non palese, nessuno se ne accorge e il risultato è che verranno assunte informazioni non attendibili sul vostro grado di apprendimento, ma in modo inconsapevole, per cui verranno prese per buone e considerate lo specchio del vostro grado di preparazione.
Diciamo che si tratta di una scelta che non è di testimonianza delle proprie idee e di assunzione di responsabilità.
Non mi permetto di esprimere giudizi di natura etica su questa opzione, ognuno conosce se stesso e la situazione in cui si trova e potrà valutare se ricorrono le condizioni per operare una scelta come questa, che ha una dimensione molto individuale ed intima e accantona o ritiene non percorribile, il confronto con una dimensione collettiva della decisione.
Questa soluzione rende la contrarietà non palese, nessuno se ne accorge e il risultato è che verranno assunte informazioni non attendibili sul vostro grado di apprendimento, ma in modo inconsapevole, per cui verranno prese per buone e considerate lo specchio del vostro grado di preparazione.
Diciamo che si tratta di una scelta che non è di testimonianza delle proprie idee e di assunzione di responsabilità.
Non mi permetto di esprimere giudizi di natura etica su questa opzione, ognuno conosce se stesso e la situazione in cui si trova e potrà valutare se ricorrono le condizioni per operare una scelta come questa, che ha una dimensione molto individuale ed intima e accantona o ritiene non percorribile, il confronto con una dimensione collettiva della decisione.
c) Decidere di non collaborare consegnando in bianco il modulo
Questo atto rende palese la scelta fatta ed è un atto di testimonianza contro lo strumento test INVALSI, un atto di cui ci si assume la responsabilità rendendolo pubblico, anzi, direi quasi, rivendicandolo; nessuno potrà essere punito per questo o ne riceverà un danno, perché non si tratta di una valutazione (nel manuale INVALSI di somministrazione dei test è scritto, a pag 12, “che non verrà dato alcun voto per lo svolgimento della prova”), a differenza di quanto accade all'interno dell'esame di 3^ media.
C’è da aspettarsi, però, che venga in classe qualcuno (docenti, dirigenti ...) a convincere i resistenti a collaborare, e potrebbero anche arrivare ad usare le minacce – l'anno scorso, ad esempio nella mia scuola, lo hanno fatto – ma si tratta di minacce senza fondamento perché nessuno è perseguibile in alcun modo per questa libera scelta.
Occorre dire, però, che far passare ben 90 minuti per ogni test (90 min +90 min = 180 min) più 30 min per il Questionario studenti (totale 3h e mezza!) per poi consegnare in bianco, rischia di essere molto noioso e richiede una grande determinazione al sacrificio.
Dal punto di vista dell’informazione, poi, questa scelta rimane nell’ambito ristretto della classe a meno che chi decide di operarla non la diffonde utilizzando i canali più vari.
Sicuramente però, tale decisione si presta a rendere evidente, a se stessi innanzi tutto, una dimensione collettiva della scelta, che non può che rendere più forte la determinazione a far valere le proprie idee.
Questo atto rende palese la scelta fatta ed è un atto di testimonianza contro lo strumento test INVALSI, un atto di cui ci si assume la responsabilità rendendolo pubblico, anzi, direi quasi, rivendicandolo; nessuno potrà essere punito per questo o ne riceverà un danno, perché non si tratta di una valutazione (nel manuale INVALSI di somministrazione dei test è scritto, a pag 12, “che non verrà dato alcun voto per lo svolgimento della prova”), a differenza di quanto accade all'interno dell'esame di 3^ media.
C’è da aspettarsi, però, che venga in classe qualcuno (docenti, dirigenti ...) a convincere i resistenti a collaborare, e potrebbero anche arrivare ad usare le minacce – l'anno scorso, ad esempio nella mia scuola, lo hanno fatto – ma si tratta di minacce senza fondamento perché nessuno è perseguibile in alcun modo per questa libera scelta.
Occorre dire, però, che far passare ben 90 minuti per ogni test (90 min +90 min = 180 min) più 30 min per il Questionario studenti (totale 3h e mezza!) per poi consegnare in bianco, rischia di essere molto noioso e richiede una grande determinazione al sacrificio.
Dal punto di vista dell’informazione, poi, questa scelta rimane nell’ambito ristretto della classe a meno che chi decide di operarla non la diffonde utilizzando i canali più vari.
Sicuramente però, tale decisione si presta a rendere evidente, a se stessi innanzi tutto, una dimensione collettiva della scelta, che non può che rendere più forte la determinazione a far valere le proprie idee.
d) Decidere di non collaborare scegliendo di non andare a scuola quel giorno
Si tratterebbe ovviamente di un’assenza da giustificare sul libretto e concorre a costituire quel monte ore di assenze da non superare, pena la non validità dell’anno scolastico (264 ore di assenza per chi fa religione, 256 ore per chi non la fa), quindi se qualcuno è a rischio di raggiungere questi numeri nell’anno, fa bene ad evitare di assentarsi; se invece questo limite è lontano, la scelta di assentarsi rappresenta un modo per dichiarare in modo palese ed evidente la propria contrarietà ai test ed evita ogni intervento coercitivo da parte della Scuola (docenti, dirigenti ...).
Si evita anche la lunga attesa inoperosa (90 min +90 min + 30 min = 210 min = 3,5 h) di chi decida di consegnare in bianco.
Dal punto di vista dell’informazione, poi, risulta più evidente e palese la scelta di non collaborare, che potrà essere misurata dal numero di assenze della giornata nelle classi seconde.
La dimensione collettiva di una scelta come questa si gioca nelle giornate prima del 16, quelle in cui essa può maturare nel confronto e nella discussione tra tutti i membri della classe, ma non nel giorno in cui ognuno rimane a casa sua, cosa che non ha molto di collettivo.
A meno che i dissenzienti non decidano di organizzare insieme attività alternative, casomai con l’aiuto dei docenti che quel giorno sciopereranno, per rendere comunque utile quella giornata, salvando la dimensione collettiva della scelta.
Si tratterebbe ovviamente di un’assenza da giustificare sul libretto e concorre a costituire quel monte ore di assenze da non superare, pena la non validità dell’anno scolastico (264 ore di assenza per chi fa religione, 256 ore per chi non la fa), quindi se qualcuno è a rischio di raggiungere questi numeri nell’anno, fa bene ad evitare di assentarsi; se invece questo limite è lontano, la scelta di assentarsi rappresenta un modo per dichiarare in modo palese ed evidente la propria contrarietà ai test ed evita ogni intervento coercitivo da parte della Scuola (docenti, dirigenti ...).
Si evita anche la lunga attesa inoperosa (90 min +90 min + 30 min = 210 min = 3,5 h) di chi decida di consegnare in bianco.
Dal punto di vista dell’informazione, poi, risulta più evidente e palese la scelta di non collaborare, che potrà essere misurata dal numero di assenze della giornata nelle classi seconde.
La dimensione collettiva di una scelta come questa si gioca nelle giornate prima del 16, quelle in cui essa può maturare nel confronto e nella discussione tra tutti i membri della classe, ma non nel giorno in cui ognuno rimane a casa sua, cosa che non ha molto di collettivo.
A meno che i dissenzienti non decidano di organizzare insieme attività alternative, casomai con l’aiuto dei docenti che quel giorno sciopereranno, per rendere comunque utile quella giornata, salvando la dimensione collettiva della scelta.
NOTA SULL’ANONIMATO DELLE PROVE
Si dice che le prove siano anonime e sulla carta dovrebbero esserlo. Ma, c’è un ma molto grande. In ogni foglio del test c’è un codice a barre che riconduce a ciascuno di voi. Questo serve per riuscire a collegare l’esito della vs prova con le vostre risposte al Questionario studente che ho citato sopra (dal manuale INVALSI: “che permetterà di raccogliere informazioni sulle caratteristiche degli alunni, sul loro contesto familiare, sulle attività che svolgono dentro e fuori la scuola”).
Questo vuol dire che se necessario la scuola è in grado di risalire al compilatore del questionario e del test. Evitate quindi di manomettere il codice a barre, perché questo non vi rende anonimi, anzi vi si può accusare di aver intralciato/boicottato lo svolgimento dei test, col rischio di sanzioni come è successo in passato. Dall’altra parte evitate di scrivere cose nel test che possano essere oggetto di sanzione, anche perché si tratterebbe di cose che verrebbero lette da un docente incaricato di correggere il test e che forse non è molto interessato al vostro pensiero. Molto più utile che il vostro pensiero lo affidiate alla rete dei vostri contatti, in modo che possa essere letto da tutti gli interessati e diventi oggetto di confronto e riflessione collettiva.
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