PADOVA. Il tribunale ha condannato la Cgil, nello specifico la Filcams-Cgil (il sindacato di categoria del commercio ) ed il suo ex segretario Andreà Donegà, per «mobbing» nei confronti della dipendente Vally Benato, in Fifta-Cgil dal 1978 e responsabile, dal 1996, dell’ufficio vertenze della Filcams nella sede di via Longhin. Il giudice del lavoro, Barbara Bortot, ha deciso che alla Benato sia risarcito un importo pari a 35.339, 40, più le spese processuali, che assommano a 6.510 euro, per i «danni patiti» dalla ricorrente. In più ha intimato alla Filcams ed a Donegà di rifondere alla vincitrice del ricorso i 1.230 euro di spese mediche che aveva sostenuto, a suo tempo, per curarsi dalla patologia da cui era affetta. Ossia dalla sindrome ansiosa depressiva, come, d'altronde, accertato dalla perizia medico legale disposta dal magistrato durante l’istruttoria.
In tutto, intessi compresi, Cgil e Donegà dovranno sborsare circa 43 mila euro. In pratica il giudice Bortot, nel depositare la sentenza nella cancelleria del tribunale il 28 settembre scorso, ha riconosciuto all’ex coordinatrice dell’ufficio vertenza della Camera del Lavoro, sia i danni biologici che morali, così come, in passato, è stato sentenziato più volte dalle sezioni unite della Corte di Cassazione in casi simili. Questa storia, tutta interna alla Cgil, che è stato il primo sindacato a Padova a promuovere le cause per mobbing ai lavoratori dipendenti ed in particolare alle donne nel periodo in cui, in via Longhin, la Filcams era guidata da Andrea Donegà e l’ufficio vertenze dalla Bennato.
Come hanno testimoniato davanti al giudice alcuni colleghi di lavoro, tra cui anche Diana Pellizza, ora in pensione e Massimo Andolfo, (oggi in forza alla Cgil di Vicenza), tra i due si sono subito verificate numerose liti verbali, che, in genere, evidenziavano un modo diverso di vivere e lavorare nel sindacato. Fatto sta che le «baruffe» tra i due finiscono anche alla Commissione Regionale di Garanzia della Cgil, che sanziona Donegà con un richiamo scritto e sposta la Benato ad altro incarico. Il tutto sembra cadere nel dimenticatoio nel momento in cui il segretario della Filcams viene spostato nella segreteria provinciale della Fiom, guidata da Antonio Silvestri e viene sostituito dall’attuale segretaria della Cgil-Commercio, Cecilia de’ Pantz.
Ed invece, tra la sorpresa generale di tutti i dirigenti della Cgil, Vally Benato, nell’ottobre del 2006, presenta ricorso in Tribunale, per «mobbing» attraverso lo studio legale dell’avvocato Carniello. Nel suo ricorso la Benato presenta anche una serie di certificati medici, in cui notifica al tribunale di essere caduta in depressione proprio a causa del comportamento «mobbizzante» di Donegà. Significativi sono alcuni passaggi della sentenza per capire i motivi che hanno spinto la Bortot a dare ragione alla Benato. In pratica il giudice ha ritenuto fondato il ricorso perché «la reazione di Donegà, dettata dall’inesperienza e dalla volontà di voler gestire la sua organizzazione con criteri personali, sarebbe stata spropositata ed intimidatoria» e nel momento in cui riconosce che la ricorrente «è stata, progressivamente, emarginata e, quindi, estromessa dall’ufficio in virtù di un disegno persecutorio posto in essere dal segretario della Filcams e nell’indifferenza totale del direttivo di categoria».
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