Da oltre 20 anni i governi stanno attaccando la scuola pubblica cercando di trasformarla nella scuola miseria.
La pseudoriforma della Gelmini, è ormai chiaro, aveva l'unico scopo di tagliare tempo scuola e cattedre agli istituti professionali e tecnici, così come tutti i provvedimenti presi dai governi di centrodestra o centrosinistra, che hanno portato l'Italia ad essere il paese che investe di meno nella scuola, rispetto al PIL, di tutta la UE.
In questo scenario di bassa macelleria sociale si tentano di finanziare i tagli dei governi attraverso il contributo delle famiglie che però è assolutamente volontario, ad esclusione delle tasse di iscrizione, di frequenza, di esame e di diploma, cioè delle tasse erariali (facilmente riconoscibili perchè si pagano sul CCP n. 1016).
Tutte le spese che non rientrano in questa voce possono essere richieste dalle scuole, ma i genitori non sono obbligati a pagarle.
E' inaccettabile - anche considerando il diritto allo studio, sancito dalla Costituzione ma vanificato dal ceto politico- che i tagli alla scuola pubblica siano coperti dalle famiglie, già pesantemente attaccate dalla crisi causata dalle politiche neoliberiste della troika UE.
I COBAS della scuola invitano quindi le famiglie a non pagare i contributi volontari, a rivendicare il diritto all'istruzione gratuita, sancito chiaramente anche dalla nota del MIUR n. 312 del 20 marzo 2012 e soprattutto la nota del MIUR n.593 del 7 marzo 2013
Se durante l'iscrizione o la reiscrizione i dirigenti scolastici pretendessero il pagamento di generici contributi (che sono solo volontari) contattate i COBAS o inviate segnalazioni agli Uffici scolastici regionali responsabili della vigilanza sulle scuole.
Vi invitiamo a leggere e diffondere il vademecum sui contributi volontari fatto dai Cobas che trovate e potete scaricare qui
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mercoledì 28 gennaio 2015
Solidarietà a Franco Coppoli, per una scuola laica e senza simboli religiosi
L’Ufficio scolastico regionale per l’Umbria ha convocato, per il 5 Febbraio prossimo, per il contraddittorio in sua difesa, il professor Franco Coppoli, reo di aver rimosso i crocifissi dalle aule in cui insegna presso l’Istituto Tecnico Industriale e Geometri “Allievi-Da Sangallo” di Terni.
L’Ufficio per i procedimenti disciplinari contesta al professor Coppoli, cui l’Uaar presterà assistenza legale, «il fatto che abbia divelto dalle pareti di quattro aule in cui fa lezione i crocefissi fissati con una vite a pressione e con la colla provocando dei danni alle pareti durante le ore di lezione e che successivamente sempre durante le attività didattiche abbia proceduto personalmente a chiudere i fori».
Contestualmente, l’Ufficio «evidenzia che i fatti che si contestano, la rimozione del crocefisso dalle aule, sono stati oggetto di precedente procedimento disciplinare a suo carico e che pertanto rappresentano una recidiva».
Contestualmente, l’Ufficio «evidenzia che i fatti che si contestano, la rimozione del crocefisso dalle aule, sono stati oggetto di precedente procedimento disciplinare a suo carico e che pertanto rappresentano una recidiva».
Una notizia, comunicatagli il 9 Gennaio, cui fa il paio la sentenza della Corte d’Appello di Perugia che, il 15 Ottobre scorso, ha respinto il ricorso presentato dal docente contro la sentenza con la quale il Tribunale di Terni, nel Marzo del 2013, ha ritenuto insussistente la discriminazione denunciata da Coppoli e legittima la sospensione di trenta giorni inflittagli, per aver rimosso il crocifisso dalle aule dell’Istituto professionale “Alessandro Casagrande” di Terni, dove all’epoca prestava servizio.
I fatti risalgono al 2008, quando Coppoli si rifiutò di ripristinare i crocifissi nell’aula della classe III A — come invece deciso da un’assemblea di classe e intimatogli dal dirigente dell’Istituto — e fu per questo sospeso per un mese dall’insegnamento.
Per la Corte d’Appello di Perugia, contro la cui sentenza Coppoli ha annunciato che presenterà ricorso in Cassazione, non «sembra configurabile una discriminazione» perché le «disposizione del dirigente scolastico, concernenti l’esposizione del crocifisso, erano dirette non al solo professor Coppoli, bensì a tutti i docenti che operavano nella classe III A» e dunque «non comportavano una disparità di trattamento del Coppoli rispetto a quello riservato agli altri insegnanti».
La Corte d’Appello ritieni altresì che Coppoli non abbia alcun titolo per dolersi della «supposta violazione» dei principi di buon andamento e imparzialità della pubblica amministrazione e di laicità dello Stato poiché questi «danno origine non a diritti soggettivi dei singoli, bensì a interessi diffusi, ossia della collettività nel suo complesso».
Richiamandosi, quindi, alla ormai famigerata sentenza del 2011 della Grande Camera della Corte europea dei diritti dell’uomo, la Corte sostiene che l’esposizione del crocifisso nei luoghi di lavoro «non possa costituire un fattore tale da condizionare e comprimere la libertà di soggetti adulti, dotati, come nel caso dell’appellante, di un livello di istruzione elevato e dunque, presumibilmente, di uno spirito critico più spiccato rispetto a quello dell’uomo medio, intellettualmente e culturalmente meno attrezzato».
La Corte d’Appello ritieni altresì che Coppoli non abbia alcun titolo per dolersi della «supposta violazione» dei principi di buon andamento e imparzialità della pubblica amministrazione e di laicità dello Stato poiché questi «danno origine non a diritti soggettivi dei singoli, bensì a interessi diffusi, ossia della collettività nel suo complesso».
Richiamandosi, quindi, alla ormai famigerata sentenza del 2011 della Grande Camera della Corte europea dei diritti dell’uomo, la Corte sostiene che l’esposizione del crocifisso nei luoghi di lavoro «non possa costituire un fattore tale da condizionare e comprimere la libertà di soggetti adulti, dotati, come nel caso dell’appellante, di un livello di istruzione elevato e dunque, presumibilmente, di uno spirito critico più spiccato rispetto a quello dell’uomo medio, intellettualmente e culturalmente meno attrezzato».
«Ancora oggi — è il commento dell’Uaar — cercare di insegnare o esercitare la propria attività lavorativa in luoghi pubblici non connotati da alcun simbolo religioso è difficile e pesante.
Basti pensare alla vicenda del giudice Luigi Tosti, a quella del prof. Davide Zotti e a quella che vede coinvolto il prof. Franco Coppoli: il cammino per i diritti civili e la laicità dello Stato, nel nostro Paese, è ancora in salita, ma l’Uaar è e sarà uno strumento di tutela e solidarietà concreta in queste importanti battaglie civili».
Basti pensare alla vicenda del giudice Luigi Tosti, a quella del prof. Davide Zotti e a quella che vede coinvolto il prof. Franco Coppoli: il cammino per i diritti civili e la laicità dello Stato, nel nostro Paese, è ancora in salita, ma l’Uaar è e sarà uno strumento di tutela e solidarietà concreta in queste importanti battaglie civili».
Comunicato stampa Uaar
Il preside dice no: "I cani antidroga non entrano a scuola"
Ludovico Arte è da tre anni preside dell’istituto tecnico per il turismo Marco Polo di Firenze. Negli ultimi tempi si è opposto a interventi con i cani antidroga nel suo istituto, lanciando l’allarme sulle possibili ripercussioni psicologiche degli studenti sottoposti al controllo. Insieme a un ristretto numero di colleghi, sta portando avanti una campagna di sensibilizzazione per valutare un approccio meno repressivo per combattere l’uso di droghe leggere degli adolescenti.
I controlli nelle scuole si concludono spesso con sequestri di hashish e marijuana. Ci sono poi inchieste da cui emerge il consumo di sostante stupefacenti tra i giovanissimi. Allora perché opporsi ai cani antidroga nelle classi? «Perché i cani a scuola sono un fatto innaturale, è un modo sbagliato di affrontare la questione. È chiaro che il consumo di droghe e lo spaccio sono intollerabili, ma non si può usare solo la repressione e in particolare non nelle classi, luoghi di formazione ed educazione. In certi casi i controlli finiscono per mettere a disagio e umiliare lo studente, che subisce il controllo davanti a tutti gli altri compagni. Può essere un trauma devastante»
La maggior parte dei dirigenti delle altre scuole fiorentine la pensa diversamente. Sono loro a chiedere di intervenire.
«Esistono due fronti, è inutile negarlo. Da una parte chi come me chiede un uso limitato della forza e punta sulla prevenzione, dall’altra i presidi che preferiscono usare il pugno di ferro. Credo che uno dei problemi maggiori sia proprio la mancanza di comunicazione tra questi due blocchi, quando invece servirebbe un punto di equilibrio per cercare un percorso condiviso in nome del benessere degli studenti. Senza una vera discussione finiscono per crearsi incomprensioni, tra colleghi ma anche con le stesse forze dell’ordine. È accaduto alcuni mesi fa, quando mi hanno chiesto di far entrare i cani antidroga. C’è stato un confronto per alcuni aspetti anche duro».
Ha alzato le barricate.
«Ho solo fatto presente che se avessero deciso di fare comunque il controllo avrei chiamato i giornali, per dire che si trattava di un intervento contro la mia volontà. Ma nessuno alla fine ha voluto forzare la mano. Apprezzo la sensibilità della gran parte dei poliziotti e carabinieri che si occupano di droga tra i giovani, so quale impegno e professionalità richieda un lavoro simile. Ma è chiaro che un intervento diretto nella scuola, sotto gli occhi degli altri studenti, è un’altra cosa. Si perde di vista l’obiettivo principale, la prevenzione. Noi abbiamo ottocento studenti, e ben cinque psicologi che ascoltano le loro preoccupazioni e anche quelle dei genitori. Forse conviene investire di più proprio su questo versante».
Ma, in passato, anche il Marco Polo è finito al centro di controlli.
«In realtà è proprio l’esperienza diretta che mi spinge a chiedere azioni meno invasive. Un anno fa gli investigatori si nascosero fuori dalla scuola all’ora di ricreazione per verificare l’esistenza di un giro di spaccio. Appena visto il passaggio di droga, fermarono due studenti e li misero a terra, davanti a centinaia di compagni. Sono situazioni che non aiutano il recupero di un giovane, e che rischiano di alimentare quella diffidenza che purtroppo molti ragazzi hanno per le forze dell’ordine. In questo caso, i due hanno entrambi lasciato la scuola a fine anno, non so quanto questo abbia influito ma l’esperienza non ha di certo aiutato».
Cosa suggerisce?
«Mi rifaccio a un altro episodio accaduto di recente. Una studentessa che era stata sospettata sempre di spaccio. Quando gli investigatori mi hanno avvisato, ho chiesto di evitare di fermarla a scuola e di aspettare che la chiamassi in presidenza. Nel mio ufficio hanno potuto controllare la sua borsa, senza provocarle alcun trauma e senza trovare niente di niente. Così però si è potuto combinare le esigenze investigative alla tutela del percorso di crescita. Perché, ripeto, un ragazzo che usa stupefacenti non deve essere solo punito ma al tempo stesso ricevere aiuto. E in ogni caso va rispettato».
I controlli nelle scuole si concludono spesso con sequestri di hashish e marijuana. Ci sono poi inchieste da cui emerge il consumo di sostante stupefacenti tra i giovanissimi. Allora perché opporsi ai cani antidroga nelle classi? «Perché i cani a scuola sono un fatto innaturale, è un modo sbagliato di affrontare la questione. È chiaro che il consumo di droghe e lo spaccio sono intollerabili, ma non si può usare solo la repressione e in particolare non nelle classi, luoghi di formazione ed educazione. In certi casi i controlli finiscono per mettere a disagio e umiliare lo studente, che subisce il controllo davanti a tutti gli altri compagni. Può essere un trauma devastante»
La maggior parte dei dirigenti delle altre scuole fiorentine la pensa diversamente. Sono loro a chiedere di intervenire.
«Esistono due fronti, è inutile negarlo. Da una parte chi come me chiede un uso limitato della forza e punta sulla prevenzione, dall’altra i presidi che preferiscono usare il pugno di ferro. Credo che uno dei problemi maggiori sia proprio la mancanza di comunicazione tra questi due blocchi, quando invece servirebbe un punto di equilibrio per cercare un percorso condiviso in nome del benessere degli studenti. Senza una vera discussione finiscono per crearsi incomprensioni, tra colleghi ma anche con le stesse forze dell’ordine. È accaduto alcuni mesi fa, quando mi hanno chiesto di far entrare i cani antidroga. C’è stato un confronto per alcuni aspetti anche duro».
Ha alzato le barricate.
«Ho solo fatto presente che se avessero deciso di fare comunque il controllo avrei chiamato i giornali, per dire che si trattava di un intervento contro la mia volontà. Ma nessuno alla fine ha voluto forzare la mano. Apprezzo la sensibilità della gran parte dei poliziotti e carabinieri che si occupano di droga tra i giovani, so quale impegno e professionalità richieda un lavoro simile. Ma è chiaro che un intervento diretto nella scuola, sotto gli occhi degli altri studenti, è un’altra cosa. Si perde di vista l’obiettivo principale, la prevenzione. Noi abbiamo ottocento studenti, e ben cinque psicologi che ascoltano le loro preoccupazioni e anche quelle dei genitori. Forse conviene investire di più proprio su questo versante».
Ma, in passato, anche il Marco Polo è finito al centro di controlli.
«In realtà è proprio l’esperienza diretta che mi spinge a chiedere azioni meno invasive. Un anno fa gli investigatori si nascosero fuori dalla scuola all’ora di ricreazione per verificare l’esistenza di un giro di spaccio. Appena visto il passaggio di droga, fermarono due studenti e li misero a terra, davanti a centinaia di compagni. Sono situazioni che non aiutano il recupero di un giovane, e che rischiano di alimentare quella diffidenza che purtroppo molti ragazzi hanno per le forze dell’ordine. In questo caso, i due hanno entrambi lasciato la scuola a fine anno, non so quanto questo abbia influito ma l’esperienza non ha di certo aiutato».
Cosa suggerisce?
«Mi rifaccio a un altro episodio accaduto di recente. Una studentessa che era stata sospettata sempre di spaccio. Quando gli investigatori mi hanno avvisato, ho chiesto di evitare di fermarla a scuola e di aspettare che la chiamassi in presidenza. Nel mio ufficio hanno potuto controllare la sua borsa, senza provocarle alcun trauma e senza trovare niente di niente. Così però si è potuto combinare le esigenze investigative alla tutela del percorso di crescita. Perché, ripeto, un ragazzo che usa stupefacenti non deve essere solo punito ma al tempo stesso ricevere aiuto. E in ogni caso va rispettato».
mercoledì 21 gennaio 2015
RSU 2015 VADEMECUM ELEZIONI
PRINCIPALI SCADENZE ELEZIONI RSU 2015
·
14 gennaio inizio raccolta firme per la
presentazione delle liste
·
23 – 28 gennaio insediamento della commissione elettorale
·
6 febbraio termine presentazione liste
·
3 – 4 – 5 marzo votazioni
6 marzo scrutinio
Perché i Cobas partecipano alle elezioni RSU
e perché sono fondamentali le candidature,
la partecipazione e i voti di tutti/e voi
Care e cari, come già saprete, il 3-4-5 marzo 2015 si svolgeranno in tutte le scuole le elezioni delle Rappresentanze Sindacali
Unitarie (RSU), mentre le liste andranno presentate dal 14 gennaio al 6 febbraio. Abbiamo partecipato con
grande impegno alle precedenti elezioni, pur coscienti dei molti limiti di
questa forma di rappresentanza sindacale e del fatto che se gli eletti RSU
fanno gruppo intorno al "preside manager", possono concorrere a
svuotare di ruolo gli organi collegiali. E negli ultimi tempi, la pressione dei
presidi-padroni e del MIUR per l’esautoramento dei poteri contrattuali delle
RSU e per la loro subordinazione alle decisioni “padronali” è divenuta sempre
più forte, malgrado le tante lotte che abbiamo fatto per impedire la
minimizzazione degli organi collegiali, il dominio e l'arbitrio dei dirigenti
scolastici e la contrattazione sindacale frammentata scuola per scuola e
svilita a spartizione di briciole salariali tra chi accetta il potere
“aziendale”. In generale, fin dallo scontro con il MIUR di Berlinguer e il suo
“concorsaccio”, noi ci siamo battuti sempre contro la frammentazione della
scuola pubblica, la sedicente "autonomia scolastica" e la logica
aziendale che ha prodotto il proliferare di "progetti" che hanno
svilito la qualità e l'unitarietà dell'istruzione, mettendo in confitto tra
loro lavoratori/trici, grazie all'uso ricattatorio del fondo d'Istituto. Pur
tuttavia, i COBAS hanno sempre partecipato alle RSU per renderle strumento di
conflitto e di contrattacco nei confronti della scuola-azienda, consapevoli
però che solo un'ampia partecipazione da parte della maggioranza dei colleghi/e
può farci ottenere vittorie significative. E con lo stesso spirito ci
apprestiamo, con la vostra partecipazione, ad affrontare le elezioni anche ora.
Tanto più che stavolta, e finalmente, anche i precari/e, sull’onda delle lotte
degli ultimi anni che ci hanno visto massimamente impegnati e della sentenza
della Corte Europea, potranno partecipare alle elezioni come candidati/e
(quelli con incarico annuale), mentre i supplenti temporanei potranno comunque
votare.
Nella palude diffusa dell'immiserimento materiale e
culturale della scuola pubblica, a tutto vantaggio della scuola privata, nella
restrizione dei diritti di tutti/e i lavoratori/trici e nel quadro dell'attacco
ai poteri degli organi collegiali, le RSU Cobas hanno:
a) garantito la diffusione e la trasparenza
dell'informazione attraverso incontri assembleari e propaganda nelle scuole;
b) arginato il processo di aziendalizzazione della scuola,
avviato fin dai tempi di Berlinguer e aggravato dai suoi successori fino alla
Giannini;
c) combattuto il diffondersi degli atteggiamenti autoritari
dei dirigenti scolastici;
d) coinvolto i lavoratori/trici nell'organizzazione del
proprio lavoro, cercando di garantire a docenti e Ata l'accesso a tutte le
attività in modo non discrezionale;
e) permesso in molte scuole il recupero salariale
attraverso una redistribuzione più equa del Fondo d'istituto;
f) impedito l'espandersi di inutili progetti riducendo così
l'uso mercificatorio delle risorse.
In generale, le nostre RSU negli ultimi anni, e in
particolare in questo triennio, hanno contrastato la scuola-azienda, la
scuola-miseria e la scuola-quiz dell’Invalsi, elemento di devastazione
dell’istruzione che, in quasi assoluta solitudine, abbiamo combattuto al suo
apparire e la cui distruttività siamo riusciti negli ultimi tempi a fare
comprendere ad una parte significativa di cittadini/e, oltre che di docenti,
Ata e studenti; hanno lottato per massicci investimenti nella scuola pubblica e
per un significativo recupero salariale di quanto perso (docenti ed Ata) negli
ultimi venti anni; per l’assunzione di tutti i precari che da tempo lavorano
nella scuola con pari doveri ma diritti dimezzati rispetto ai colleghi
“stabili”.
Ma un’importanza rilevante hanno avuto le nostre RSU anche
nella denuncia delle politiche di austerità imposte dagli ultimi governi e
dall’Unione Europea all’Italia e agli altri paesi del Continente, che per la
scuola hanno significato anche il blocco oramai esennale del contratto e degli
scatti di anzianità; nonché nella lotta a fianco dei docenti “inidonei”, dei
Quota 96, dei modelli viventi e dei lavoratori/trici delle scuole in carcere.
E infine, in queste ultime settimane, le RSU Cobas hanno
sostenuto la denuncia e lo smascheramento della “cattiva scuola” di Renzi che
riassume in un unico Piano tutto il peggio dell’aziendalizzazione, della
gerarchizzazione e dell’immiserimento materiale, culturale e “quizzarolo” della
scuola pubblica, imposti nell’ultimo ventennio da tutti i governi di
centrodestra e centrosinistra, a braccetto.
Le RSU COBAS debbono continuare a svolgere il ruolo
fondamentale sinora svolto, per la difesa dei diritti di docenti e Ata e per il
rispetto delle regole, spesso violate dai dirigenti scolastici, impegnandosi a
rilanciare la democrazia sindacale con particolare riferimento al diritto di assemblea
e a garantire un rapporto continuo con i
lavoratori/trici, per una adeguata circolazione dell'informazione; continuando
la battaglia per l'abrogazione delle leggi Gelmini-Tremonti-Brunetta-Fornero;
contrastando la riduzione degli organici dei docenti e degli Ata, e del tempo
scuola; tutelando e valorizzando il lavoro del personale docente e Ata
attraverso l'opposizione a tutte le modalità di divisione della categoria;
garantendo trasparenza ed equità nella gestione del fondo d'istituto. Il
compito delle RSU Cobas è impegnativo ma può essere meno gravoso se non ci si
sfinisce in estenuanti trattative, tenendo anche presente che è possibile e coerente
non firmare una contrattazione che non si condivide, soprattutto quando la
controparte non fornisce le dovute informazioni. Inoltre, la RSU Cobas non deve
diventare colei che si fa carico da sola della risoluzione di ogni
vertenza individuale, ma deve sollecitare la più ampia partecipazione alla
difesa del corretto funzionamento dell’attività scolastica e del massimo
rispetto dei diritti e dei doveri dei suoi protagonisti. In tal senso, è
importante lo stretto collegamento con le sedi territoriali Cobas, alle quali
il/la singolo/a lavoratore/trice e la stessa RSU possono rivolgersi per la
tutela, la consulenza, le vertenze e i contenziosi.
Infine, riteniamo che le/gli RSU Cobas, oltre alle attività
sindacali d'istituto debbano svolgere una importantissima funzione di
veicolazione delle informazioni e di coordinamento con le sedi Cobas in
relazione alle campagne e lotte, da estendere coinvolgendo il maggior numero di
docenti ed Ata.
La nostra concezione di RSU mira a rappresentare le
esigenze e la volontà di quanti lavorano nella scuola e perciò le/gli elette/i
Cobas nelle RSU si impegnano a:
1) non concludere trattative con il dirigente scolastico
senza aver prima svolto un'assemblea di scuola;
2) agire in maniera trasparente per la difesa dei diritti
di tutto il personale;
3) operare per realizzare un'organizzazione del lavoro
condivisa;
4) rifiutare qualsiasi trattativa con il dirigente
scolastico su tematiche di competenza degli Organi collegiali, rispettandone
gli ambiti decisionali;
5) difendere la libertà d'insegnamento e i diritti di
docenti e Ata, riguardo a ferie, permessi, fondo d'istituto, supplenze, orari
di lavoro, ecc.
Va tenuto presente, infine, che i voti ottenuti dalle
singole organizzazioni sindacali alle elezioni delle RSU sono anche il
meccanismo con il quale si misura la Rappresentatività Sindacale Nazionale che
norme antidemocratiche prevedono sia raggiunta solo se si ottiene la media del
5% tra iscritti all'organizzazione ed i voti ottenuti alle elezioni delle
singole RSU.
Le elezioni scuola per scuola, ovviamente, avvantaggiano le
organizzazioni che hanno la piena agibilità sindacale,mezzi, strutture,
sindacalisti di mestiere, e la possibilità di effettuare assemblee in tutti i
luoghi di lavoro. Noi chiediamo da sempre che, come logica e democrazia
vorrebbero, la rappresentatività nazionale si ottenga attraverso una elezione
su liste nazionali, che possano essere votate da qualsiasi docente ed Ata,
anche se non si ha una candidatura del sindacato preferito per la RSU della
propria scuola. Abbiamo sempre chiesto che ci siano due schede elettorali, una
per la RSU di scuola e una per stabilire quali sindacati hanno il maggior
consenso ai fini della rappresentatività nazionale.
Ma ancora una volta i sindacati monopolisti impediscono
questa soluzione democratica: e dunque presentare il maggior numero di liste e
ottenere il maggior numero di voti è anche un modo per cercare di raggiungere
la rappresentatività nazionale per i Cobas.
Tutte le sedi Cobas sono impegnate a coordinare e tutelare
gli eletti Cobas nelle RSU, al fine di dare senso e significato più ampio alle
rappresentanze delle singole scuole, per cercare di incidere ai livelli più
alti della contrattazione e dare voce a tutte/i le/i lavoratori/trici della
scuola.
Candidandovi con noi alle RSU, vi impegnate a difendere il
valore fondante di civiltà che la scuola pubblica può e deve svolgere, come
luogo di formazione di individui in grado di interpretare il mondo circostante
da soli, e non solo nei posti di lavoro; come modello di eguaglianza,
solidarietà, lavoro collegiale senza gerarchie o subordinazioni, un luogo
ostile al razzismo e alla xenofobia, ai privilegi per censo o classe economica,
alla logica purtroppo assai diffusa del “mors tua vita mea” e della lotta di
tutti contro tutti.
Ma nello stesso tempo difendete anche voi stessi, come
docenti o Ata rispettosi dei diritti e dei doveri di ognuno/a dei protagonisti
della scuola pubblica. Perché anche il potere scolastico, come tutti i poteri
in Italia (e forse ovunque), è forte con i deboli (o coloro che ritiene tali) e
debole con i forti. E in particolare tende ad infierire con chi ritiene
isolato, senza difese, organizzazione, competenze sindacali e giuridiche; ma ci
pensa cento volte ad attaccare frontalmente chi invece ha alle spalle
un’organizzazione combattiva, conosciuta, preparata, militante e rispettata
anche dai suoi avversari per la coerenza, la trasparenza, la distanza da ogni
potere politico o economico costituito; e ancor più, forse, per il lavoro
volontario svolto dai suoi rappresentanti che, unici in Italia e in Europa,
hanno costituito un sindacato di decine di migliaia di persone senza nessun
sindacalista di professione ma mettendo a disposizione il proprio tempo libero
dal lavoro.
In particolare, questa difesa sindacale, in quanto eletti/e
come Cobas nelle RSU, sarà fondamentale per i precari/e che, nella loro lotta,
tutt’altro che conclusa, per vedersi finalmente garantire un lavoro stabile (al
di là delle promesse del governo Renzi, che comunque tagliano fuori almeno la
metà dei precari), avranno bisogno nel prossimo anno di non trovarsi da soli ad
affrontare il potere dei presidi-padroni e delle loro corti.
Grazie, un augurio
di buon lavoro e un abbraccio a tutte e a tutti
COBAS
Comitati di base della scuola
|
COBAS – Comitati di base della scuola
Sede nazionale: viale Manzoni, 55 – 00185 Roma
tel 06 70452452 – fax 06 77206060
www.cobas-scuola.it - mail@cobas-scuola.org
|
Alla Commissione Elettorale
per le elezioni delle RSU della Scuola
_____________________________________
di
___________________________________
OGGETTO: Conferimento di incarico di
rappresentanza e nomina a presentatore della lista “COBAS - Comitati di base della scuola”
Il/la sottoscritto/a
_____________________________________, componente dell'Associazione Federativa
Nazionale COBAS - Comitati di base della scuola, in nome e per conto
della suddetta associazione dichiara che il/la Sig./ra _________________________________________
nato/a a _______________________, il ______________________ è delegato/a a
presentare la lista COBAS - Comitati di base della scuola all’elezione
delle RSU di codesta Scuola in nome e per conto della scrivente Organizzazione
sindacale.
Il sottoscritto dichiara che detta organizzazione
ha formalmente accettato l’Accordo del 7/8/1998 per la costituzione ed elezione
delle RSU.
per
l’Esecutivo
COBAS -
Comitati di base della scuola
data ________________________ ________________________________
Presentazione della lista “COBAS - Comitati di
base della scuola”
Il/la
sottoscritto/a ____________________________________________, presenta, in nome
e per conto dell’Associazione Federativa Nazionale COBAS - Comitati di base
della scuola (ai sensi del Regolamento per la disciplina delle elezioni
delle RSU al quale l'organizzazione ha aderito per le precedenti elezioni), la
lista elettorale denominata “COBAS - Comitati di base della scuola”
CANDIDATI
N.
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Cognome
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Nome
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data di nascita
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1
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2
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3
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4
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5
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6
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7
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8
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I/le seguenti lavoratori/trici sottoscrivono la
presentazione della lista
“COBAS - Comitati di base della scuola”:
N.
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Cognome
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Nome
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firma
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1
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2
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3
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4
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5
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6
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7
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8
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9
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10
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11
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12
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13
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14
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15
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|
|
Il/la sottoscritto/a
_____________________________________________, presentatore/trice della lista,
garantisce che le n. ____ firme dei sottoscrittori della lista “COBAS -
Comitati di base della scuola”, sono autentiche.
Dichiara,
altresì, che la stessa è in possesso dei previsti attestati rilasciati
dall’ARAN:
1) Adesione
all’Accordo Collettivo Quadro del 7 agosto 1998 per la costituzione delle RSU
per il personale dei Comparti delle Pubbliche Amministrazioni e per la
definizione del relativo regolamento elettorale.
Attestato ARAN prot. n° 6711 rilasciato in data
29 settembre 2003.
2) Deposito
dello Statuto e dell’Atto Costitutivo.
Attestato ARAN prot. n° 6710 rilasciato in data
29 settembre 2003.
Il/la presentatore/trice della Lista
data _________________
__________________________
AUTENTICA DI FIRMA DA PARTE DELL'AMMINISTRAZIONE
Io sottoscritto/a
________________________________________________________ in qualità di ________________________, attesto che il/la
Sig/ra ___________________________________, presentatore/trice della lista,
nato/a a __________________________________, identificato/a con documento
(indicare tipo) ______________________ n. ____________________ rilasciato da
____________________ il _______________ ha apposto la firma in mia presenza.
data
________________ firma
______________________________
Timbro Amministrazione
COBAS
Comitati di base della scuola
|
COBAS – Comitati di base della scuola
Sede nazionale: viale Manzoni, 55 – 00185 Roma
tel 06 70452452 – fax 06 77206060
www.cobas-scuola.it - mail@cobas-scuola.org
|
Al
Dirigente Scolastico
o alla
Commissione elettorale
per le
elezioni delle RSU dell’Istituzione scolastica
___________________________________
di ______________________________
OGGETTO: nomina di
membro della commissione elettorale
Il/la
sottoscritto/a _______________________________________, presentatore/trice
della Lista “COBAS - Comitati di base
della scuola”, per le elezioni delle RSU in codesta Scuola, designa, quale
membro della Commissione elettorale
il/la
Sig./ra __________________________________________________________________
nato/a il ___________________ a
_______________________________________________
di
cui si allega la relativa accettazione della nomina e la dichiarazione di
rinuncia alla candidatura per le elezioni RSU.
data
_____________________ Il/la presentatore/trice della
Lista
_______________________________________
ACCETTAZIONE
DELLA NOMINA IN COMMISSIONE ELETTORALE
E
RINUNCIA ALLA CANDIDATURA
Ai
sensi dell’art. 5 del Regolamento per le elezioni RSU di cui all’Accordo del
7/8/1998 il/la sottoscritto/a _____________________________________________,
nominato membro della Commissione elettorale dal presentatore della Lista “COBAS - Comitati di base della scuola”,
DICHIARA di accettare la nomina di cui sopra e di rinunciare a candidarsi per
le elezioni RSU.
data ___________________ ___________________________
firma
COBAS
Comitati di base della scuola
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COBAS – Comitati di base della scuola
Sede nazionale: viale Manzoni, 55 – 00185 Roma
tel 06 70452452 – fax 06 77206060
www.cobas-scuola.it - mail@cobas-scuola.org
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Al Presidente
Commissione elettorale
per le elezioni delle
RSU dell’Istituzione scolastica
______________________________
di ____________________________
OGGETTO:
designazione scrutatori
Il/la
sottoscritto/a _________________________________________________________,
presentatore/trice della Lista “COBAS - Comitati di base della scuola”,
per le elezioni delle RSU in codesta Istituzione scolastica designa quali
scrutatori:
N.
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Cognome
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Nome
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data
di nascita
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per
il seggio n.
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1
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2
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3
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4
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Il/la presentatore/trice della Lista
COBAS - Comitati di
base della scuola
_______________________________
data
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REGOLAMENTO ELETTORALE
INDICAZIONI GENERALI
SCADENZE
ADEMPIMENTI
Le elezioni si svolgono a suffragio universale, con voto segreto e con metodo
proporzionale tra liste concorrenti.
Si vota il 3, 4 e 5 marzo 2015. Lo scrutinio si terrà il 6 marzo 2015.
-
dal 14 gennaio i dirigenti scolastici predispongono e
consegnano l'elenco degli aventi diritto al voto alle OOSS che lo richiedono.
- 14 gennaio inizia la raccolta delle firme per la
presentazione delle liste.
-
23 gennaio insediamento delle Commissioni Elettorali i cui
componenti sono designati dalle organizzazioni sindacali presenta-trici di lista.
- 28 gennaio: termine per la costituzione formale della Commissione
Elettorale.
-
6 febbraio SCADENZA TERMINE PER LA PRESENTAZIONE DELLA LISTA.
Prima di presentare la lista con i nomi dei candidati e corredata
dalle firme dei presentatori, contattare la sede Cobas Scuola più vicina o la sede nazionale di Roma.
IMPORTANTE:
dopo aver fatto protocollare il modulo
(dalla scuola o dalla commissione
elettorale) farsi rilasciare una
fotocopia.
- 19 febbraio: affissione liste all'albo della
scuola.
COMPOSIZIONE RSU
ELETTORATO ATTIVO
ELETTORATO PASSIVO
La Rappresentanza Sindacale Unitaria (RSU) è composta da:
-
3 lavoratori/trici nelle scuole che occupano fino a 200 dipendenti, tra docenti ed ATA.
-
6 lavoratori/trici nelle scuole che occupano più di 200 dipendenti, tra docenti ed ATA.
Le elezioni sono valide se vota il 50% + 1 degli aventi diritto.
Se il quorum non venisse raggiunto, le elezioni si ripetono entro 30 giorni, se mancasse ancora il quorum, tutta la procedura si ripete nei successivi 90 giorni.
Possono votare tutti i dipendenti "di ruolo"
ed i precari in forza nella scuola alla data delle votazioni (anche
quelli temporanei).
Possono essere candidati
tutti i dipendenti "di ruolo" e i
precari con incarico almeno fino al 30 giugno (anche se a part-time).
DIRITTI E
POTERI
DELLE RSU
Gli eletti nella RSU sono subentrati alle RSA (Rappresentanze Sindacali Aziendali)
nella titolarità dei diritti sindacali e dei poteri e competenze
legati alla contrattazione
d'istituto. Questi ultimi, però, vengono esercitati anche dai
rappresentanti delle OO.SS. firmatarie del CCNL: questa è l'ulteriore ipoteca
che i sindacati
concertativi hanno posto sull'autonomia e la sovranità dei lavoratori nel determinare e gestire la
contrattazione nel proprio luogo di lavoro.
Gli eletti RSU
hanno diritto a:
a) usufruire dei
permessi sindacali retribuiti e non retribuiti previsti dai contratti e dagli accordi;
b) indire l'assemblea
dei lavoratori
in orario di servizio;
c) agibilità dei locali e affissione.
Le decisioni relative all'attività della RSU sono assunte a maggioranza dei
componenti.
DURATA IN CARICA
E DIMISSIONI
I componenti della RSU restano in carica 3 anni, in caso di dimissioni o decadenza di
uno dei componenti, lo stesso sarà sostituito dal 1° dei non eletti della stessa lista. Non può far parte della RSU chi ricopre cariche
in organismi istituzionali o cariche esecutive in partiti.
PRESENTAZIONE
DELLE LISTE
Possono presentare liste solo le associazioni sindacali con proprio statuto ed atto costitutivo:
non sono
ammesse liste "spontanee" di gruppi di lavoratori.
Come previsto dal Protocollo ARAN - OOSS del 28/10/2014, le OO.SS. che hanno
partecipato alle
precedenti
elezioni, come i Cobas, non devono più allegare alla lista la formale adesione all'Accordo Quadro
del 7/8/98 sulle elezioni RSU.
La raccolta delle firme per la presentazione delle liste inizia ufficialmente il 14/01/2015
e cessa il 6/02/2015, termine ultimo per presentare le liste all'ora indicata dalla Commis-sione Elettorale.
Se la scuola è chiusa il 6 febbraio la scadenza è spostata al primo giorno utile successivo.
Per presentare la lista è necessario raccogliere un
numero di firme non inferiore
al 2% del totale dei dipendenti della
scuola (docenti ed Ata). È bene comunque, raccogliere tempestivamente
più firme possibili per evitare spiacevoli
inconvenienti dovuti ad annullamenti, eventuali irregolarità, ecc.
Il numero di candidati in ogni lista non può superare di oltre 1/3 il numero degli
eleggibili:
a) non più di 4 candidati nelle scuole fino a 200 dipendenti;
b) non più di 8 candidati nelle scuole con più di 200 dipendenti.
L'autenticità delle firme è garantita dal presentatore della lista.
Ovviamente
non possono essere candidati i dirigenti.
Le liste vanno presentate all'amministrazione scolastica fino al momento
dell'insedia-mento della Commissione Elet-torale; da quel momento in poi, le
ulteriori liste vanno presentate alla Commissione.
La data e l'ora di
ricezione delle liste - per individuarne
l'ordine di arrivo, da cui si
stabilisce la posizione sulla
scheda elettorale - deve risultare o
dal protocollo dell'amministrazione o
da quello della Commissione. L'ammissione della lista è compito della Commissione elettorale e non
dell'amministrazione.
Le liste dei candidati devono essere rese note ai
lavoratori tramite affissione all'albo della scuola il 19 febbraio 2015.
FIGURE RICHIESTE PER PRESENTARE LA LISTA
CANDIDATI
Anche con 1 solo candidato si può presentare la lista. Deve essere un dipendente
(docente o ATA) di ruolo o precario almeno fino al 30 giugno.
Ogni dipendente può candidarsi in una sola lista.
Non è richiesta l'accettazione scritta della
candidatura.
INCOMPATIBILITÀ. Il candidato:
a)
non può essere il
presentatore della lista;
b)
non può essere membro
della commissione elettorale;
c) non può essere designato come scrutatore.
SOTTOSCRITTORI
Possono firmare la lista tutti i dipendenti di ruolo e i precari con incarico annuale.
Le firme apposte sulla lista sono garantite nell'autenticità dal presentatore della stessa. Ogni dipendente può firmare una sola lista, pena la nullità delle firme apposte.
INCOMPATIBILITÀ
Per i sottoscrittori non vi è nessuna incompatibilità: tutti possono sottoscrivere la lista, anche i candidati, il
membro della commissione elettorale e il presentatore della lista
(ovvia-mente se dipendente della scuola).
PRESENTATORE
Ogni lista ha un unico presentatore, la cui firma deve essere autenticata, anche
dal capo d'istituto; può essere un dirigente
sindacale
aziendale, territoriale o nazionale dell'organizzazione presentatrice oppure un
dipendente delegato dall'O.S. stessa, in quest'ultimo caso, la delega va allegata alla lista.
L'eventuale inadempienza dell'autenticazione della firma del presentatore è un caso in cui è prevista la
regolarizzazione formale e non determina l'inam-missibilità della lista.
INCOMPATIBILITÀ
Il presentatore:
a)
non può essere membro
della commissione elettorale
b) non può essere candidato
c) non può essere designato come scrutatore
COMPONENTE DELLA COMMISSIONE ELETTORALE
Non è una figura
necessaria per la presentazione della lista, ma è molto utile per
seguire tutte le procedure dall'interno. Può essere un dipendente di
ruolo o un precario con incarico annuale.
Viene
designato dal presentatore della lista. Deve dichiarare di non volersi candidare.
INCOMPATIBILITÀ
Il componente della commis-sione elettorale non può essere candidato.
INSEDIAMENTO E COMPITI DELLA COMMISSIONE ELETTORALE
La Commissione è composta unicamente dai lavoratori
designati dalle
organizzazioni sindacali presentatrici di lista.
La Commissione si considera insediata non appena siano pervenute almeno 3
designazioni e comunque non
oltre il 28 gennaio; essa si costituisce
formalmente entro il 28 gennaio con
i componenti designati dalle liste
presentate fino a quella data, è integrata dai lavoratori designati dalle liste presentate successiva-mente.
Qualora venga presentata una sola lista ovvero solo una delle OO.SS. presentatrici
di lista designi il componente della commissione, per l'insediamento della commissione è sufficiente tale unica designazione.
Scaduto il termine per
la presentazione delle liste (6 febbraio), se i componenti sono meno di 3, le OOSS presentatrici di lista designano componenti
aggiuntivi. Nella prima seduta plenaria la Commissione elegge il presidente, e fissa
l'inizio delle votazioni e l'orario
di chiusura dei seggi nell'ultimo
giorno. Tra gli altri compiti, la Commissione:
- riceve le liste elettorali;
- verifica liste e candidature e ne decide l'ammissibilità;
- esamina gli eventuali ricorsi;
-
definisce i seggi e distribuisce il materiale
elettorale;
- nomina i presidenti di seggio e gli scrutatori;
- organizza e gestisce le opera-zioni di scrutinio;
-
raccoglie i dati parziali e riepilogativi,
compila i verbali, comunica i risultati
e li trasmet-te all'ARAN.
L'Amministrazione scolastica non può entrare nel merito
delle questioni
relative alle opera-zioni elettorali, poiché queste sono un fatto sindacale.
Le Commissioni Elettorali decidono autonomamente sull'ammissibilità delle liste e sugli aspetti formali (es. auto-certificazioni, candidature, ecc.), per questo è importante nominare
un membro nella
commissione elettorale della propria scuola.
In caso di rilevazione di difetti meramente formali nella presentazione delle liste, la
commissione
consente la regolarizzazione, assegnando un breve termine. Deve riconoscere
valida anche l'autocertificazione. Le decisioni della commissione elettorale sulle controversie instauratesi prima
della data delle elezioni dovranno essere prese rapidamente, ossia con tempi tali da consentire alle
organizzazioni sindacali interessate di portare a termine tutti gli adempimenti necessari per
lo svolgimento delle elezioni.
I componenti delle Commissioni Elettorali, alla stessa stregua degli scrutatori e presidenti di seggio,
espletano gli adempimenti di loro
spettanza durante le ore di servizio.
SCRUTATORI
Ogni lista, tramite il proprio presentatore, può designare uno scrutatore per ogni seggio elettorale, non
oltre le 48 ore antecedenti le votazioni.
Presidenti di
seggio e scrutatori sono considerati in
servizio a tutti gli effetti dal
giorno prima delle votazioni fino al
giorno successivo alla chiusura dei
seggi.
ADEMPIMENTI DELLA SCUOLA
Le operazioni elettorali sono un atto dovuto per legge, per cui i dirigenti scolastici
devono consentire
ai membri delle
Commissioni
Elettorali l'assolvimento dei compiti previsti dal Regolamento
elettorale.
L'Amministrazione riceve, protocolla e conserva in plico chiuso (anche
per tutelare la riservatezza dei sottoscrittori
e garantire da eventuali
manomis-sioni) le liste presentate dal
14 gennaio 2015 fino all'inse-diamento della Commissione Elettorale.
Appena siano pervenute tre designazioni dei membri della Commissione
Elettorale, l'amministrazione:
a) comunica ai lavoratori designati l'avvenuto
insediamento della Commissione Elettorale stessa;
b) indica i locali
dove questa svolgerà la propria attività;
c) trasmette tutti i documenti nel frattempo pervenuti;
d) fornisce ilmateriale
necessario per le operazioni
elettorali.
Le scuole - concordando i loro adempimenti con le OOSS interessate
e con la Commissione elettorale non
appena insediata - dovranno assicurare la massima collaborazione e tempestività nello
svolgimento dei compiti assegnati, tra i
quali:
1. la messa a disposizione dei locali dove si
svolgono le operazioni di voto nonché di un locale per la Commissione elettorale;
2. la messa a disposizione della Commissione elettorale
di tutto il materiale
cartaceo o strumentale (anche informatico)
necessario per organizzare e gestire le
operazioni di scrutinio (es. urne);
3. la stampa - su fac-simile redatto dalla Commissione Elettorale - delle
schede elettorali, nonché delle liste dei
candidati da affiggere
all'ingresso dei seggi, nelle
scuole con più di 200 dipendenti;
4. la cura della sicurezza e sorveglianza dei locali
dove avvengono le votazioni specie dopo la chiusura dei seggi, nonché dell'integrità delle urne sigillate
sino alle operazioni di scrutinio, utilizzando ogni mezzo a disposizione per garantirla (casseforti,
camere di sicurezza,
camere blindate o altro sistema idoneo);
5. le amministrazioni devono fornire alle
commissioni, oltre il materiale previsto, anche copia di tutte le note di chiarimento inviate dall'ARAN e gli accordi sulle RSU.
SCHEDE ELETTORALI E MODALITÀ DI VOTO
La scheda è unica, con tutte le liste disposte in
ordine di presentazione e con la stessa evidenza.
Le schede devono essere firmate da almeno 3 componenti del seggio.
Le preferenze esprimibili sono:
- 1 nelle scuole fino a 200 dipendenti (docenti e Ata);
- 2 nelle scuole con più di 200 dipendenti (docenti e
Ata).
Nelle scuole fino a 200 dipendenti, sulla scheda devono essere stampati sia il nome
esatto della lista (“COBAS – Comitati di base della scuola”) che i nomi dei
candidati.
Nelle scuola con più di 200 dipendenti,
oltre al nome esatto delle liste vi sarà lo spazio per esprimere le due
preferenze.
In caso di incoerenza
tra voto di lista e preferenza, prevale il
voto di lista.
Il luogo o i
luoghi della votazione sono stabiliti dalla
Commissione elettorale e devono
essere comunicati ai lavoratori,
insieme al calendario, tramite
affissione all'albo almeno 8 giorni prima della votazione.
ATTRIBUZIONE DEI SEGGI
Il numero dei seggi è ripartito secondo il metodo
proporzionale in base ai voti conseguiti dalle liste. Nell'ambito delle liste che avranno conseguito i
voti, i seggi saranno attribuiti in base al numero di preferenze ottenuto dai vari candidati o, in caso di parità
del numero di preferenze, in base all'ordine nella lista.
Sotto un esempio ripreso dalle Note ARAN.
Informazioni utili per i
componentidella Commissione Elettorale e per gli Scrutatori
IL SEGGIO
Deve essere ubicato in un locale che possa essere chiuso e le chiavi verranno conservate solo dal
Presidente del seggio. Se il locale non sembrasse idoneo far spostare il
seggio in locali
più sicuri.
1. Lo svolgimento delle votazioni non può avvenire nei corridoi, negli atrii,
nei locali di passaggio, in locali
poco visibili e difficilmente raggiungibili.
2. L'urna non deve spostarsi nei vari uffici/aule.
3. Chiedere che tra il materiale fornito vi sia: nastro
carta adesivo (si può firmare sopra); nastro adesivo da pacchi trasparente; pennarelli
indelebili per sigillare urne, porte e finestre.
4. Essere presenti fin dall'inizio delle operazioni e
vistare personalmente tutte le schede con una penna di colore diverso dal nero (non
riproducibile tramite fotocopie).
L'URNA
Deve essere solida, capiente e con una sola apertura.
1. L'amministrazione è tenuta ad assicurare l'integrità dell'urna per tutta la durata del procedimento elettorale.
2. Sigillare con il nastro adesivo l'unica apertura e firmare a cavallo
tra il nastro
e l'urna (e far firmare gli altri scrutatori).
3. Fissare stabilmente l'urna al tavolo con nastro
adesivo.
4. Tra la fine delle operazioni di voto e lo scrutinio,
l'urna, debitamente e accuratamente sigillata, anche nella fessura per le schede, deve essere
custodita nel
luogo più sicuro (una cassaforte, un solido
armadio o nel seggio stesso
se offre adeguate garanzie) sigillato
sempre con nastro adesivo siglato.
LE SCHEDE
Saranno realizzate presumibil-mente con fotocopie e quindi sono facilmente
riproducibili.
1. È opportuno che lo scrutatore visti
personalmente (insieme agli altri componenti) tutte le schede con penna colorata per evitare fotocopie successive.
2.
La stampa delle schede deve essere ottimale
e non devono esserci macchie tali da
invalidarle.
3. La scheda va consegnate aperta e va verificato che non sia già votata e che non riporti alcun segno.
IL VOTO
Poiché il Regolamento elettorale è abbastanza scarno, è opportuno
far riferimento alla normativa generale
per le elezioni politiche ed
amministrative.
1. È utile reperire una
copia di un
libretto di istruzioni in dotazione ai presidenti dei seggi nelle elezioni
politiche, in cui sono riportate le norme legislative che regolamentano le
elezioni.
2. Gli scrutatori iniziano la loro attività il giorno precedente le votazioni: il primo giorno si insedia il
seggio, si verificano gli elenchi del
personale ed il materiale che l'amministrazione deve fornire, si controllano i locali, si attrezza
il seggio per le votazioni.
3. Gli elettori devono firmare sull'elenco del
personale; gli scrutatori devono accertare alla fine che le firme corrispondano alle schede votate.
SCRUTINIO
È la fase più delicata.
Importante essere presenti a tutta l'operazione fin dall'inizio ed evitare di allontanarsi anche
per poco (basta
un segno per invalidare la scheda).
Lo scrutatore deve essere tra coloro che aprono le schede
e ne controlla la regolarità.
Un delegato o un incaricato di fiducia deve seguire lo spoglio e registrare, man mano,
i risultati.
Alla fine dello spoglio confron-tare i dati rilevati dal delegato con i dati riportati in
verbale; in caso di incongruenza, chiedere la verifica e, una volta definiti i risultati, riportarli
su un foglio chiedendo il visto al presidente del seggio, o fotocopia del verbale firmato.
Affiggere subito davanti al seggio ed in bacheca i risultati.
Inviare subito alla sede locale e/o nazionale Cobas il risultato finale
della votazione.
CONTESTAZIONI
È importante che ogni volta che si verificano anomalie
alle quali non si può o non si vuole
rimediare, si riportino in verbale i fatti.
Contemporaneamente, il fatto - soprattutto se riguarda i risultati elettorali - deve
essere riportato nel ricorso da fare alla Com-missione elettorale entro 5 giorni dall'affissione dei
risultati; la Commissione deve rispondere entro 48 ore.
Se l'esito non è ancora soddisfacente,
si deve fare
ricorso al Comitato dei Garanti provinciale (entro 10 giorni) istituito
presso l'Ufficio Provinciale
del Lavoro.
Quelli sopra riportati sono gli adempimenti formali che vanno comunque garantiti e
controllati, ma la struttura
COBAS valuterà specifici episodi e porrà in essere le adeguate
iniziative, coinvolgendo i lavoratori.
Segnalare al più presto le eventuali irregolarità alla sede nazionale,
che provvederà ad ulteriori iniziative,
anche legali.