Silvana La Porta La Tecnica della scuola Sabato, 29 Agosto 2015.
Sarà una lunga notte quella a cavallo tra l’1 e il 2 settembre. E deciderà la sorte di tanti precari, soprattutto meridionali.
Il Miur ha emanato ieri un avviso con cui precisa che le proposte di assunzione di cui all’articolo 1, comma 102, della legge 13 luglio 2015, n. 107, verranno effettuate, per la fase di cui alla lettera b) del comma 98 della medesima legge, alle ore 00.01 del giorno 2 settembre 2015 attraverso il sistema informativo Istanze OnLine raggiungibile mediante apposito link sul sito www.istruzione.it.Da questo momento scatteranno i fatidici 10 giorni per accettare o meno la proposta. Il termine ultimo è fissato alle ore 24.00 del giorno 11 settembre 2015, esclusivamente attraverso le apposite funzioni disponibili nel sistema informativo.
Per quanto riguarda poi l’eventuale mancata accettazione, il Miur, per ovviare alla formulazione della legge 107, precisa che “i soggetti che non accettano la proposta di assunzione eventualmente effettuata nella citata fase b), non partecipano alle fasi successive del piano di assunzioni e sono definitivamente espunti dalle graduatorie di merito e ad esaurimento in cui sono iscritti”Dunque, secondo il Ministero, chi, vista la sede assegnata, rifiuta, per mille motivi contingenti, perde i diritti acquisiti in quindici, vent’anni di precariato. Vanifica pure l’eventuale concorso a cattedra, superato a prezzo di sacrifici. Ha ragione l’Anief a sostenere, come ribadito in un precedente articolo, che ne verranno fuori contenziosi a non finire?
Non resta che aspettare la notte di settembre. Gli avvocati son pronti, in una scuola dove tutto ormai avviene a suon di ricorsi…
Per quanto riguarda poi l’eventuale mancata accettazione, il Miur, per ovviare alla formulazione della legge 107, precisa che “i soggetti che non accettano la proposta di assunzione eventualmente effettuata nella citata fase b), non partecipano alle fasi successive del piano di assunzioni e sono definitivamente espunti dalle graduatorie di merito e ad esaurimento in cui sono iscritti”Dunque, secondo il Ministero, chi, vista la sede assegnata, rifiuta, per mille motivi contingenti, perde i diritti acquisiti in quindici, vent’anni di precariato. Vanifica pure l’eventuale concorso a cattedra, superato a prezzo di sacrifici. Ha ragione l’Anief a sostenere, come ribadito in un precedente articolo, che ne verranno fuori contenziosi a non finire?
Non resta che aspettare la notte di settembre. Gli avvocati son pronti, in una scuola dove tutto ormai avviene a suon di ricorsi…
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