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martedì 12 novembre 2013

La democrazia ha bisogno dei senza-dio! - “Vero!”

Mi permetto di parafrasare il titolo del saggio di Paolo Flores D'Arcais ( La democrazia ha bisogno di Dio. “ Falso” ) che l'autore ha illustrato recentemente a Terni in un incontro presso l'auditorium Primavera.
Confesso il mio interessato obiettivo: stimolare i non-credenti ad intervenire più intensamente e direttamente nel contrastare gli intenti delle religioni, e di quella cattolica in particolare, da sempre diretti alla conquista di ogni spazio vitale della società in cui operano.
Un pur sommario sguardo rivolto alla storia del fenomeno religioso nel nostro paese si impone se vogliamo afferrare in tutta la sua intensità l'importanza della posta in gioco.
Quando il Cristianesimo si affacciò alla ribalda della storia non proponeva assolutamente nulla di nuovo rispetto alle religioni che affollavano il palcoscenico fantastico delle popolazioni del bacino del Mediterraneo: un figlio di Dio, nato da un rapporto miracoloso tra un Dio padre ed una vergine , catapultato dal cielo per salvare l'umanità, ucciso e risorto dopo tre giorni passati a visitare gli inferi era il nucleo di tutte le religioni misteriche praticate e diffuse nella capitale e in tutto il territorio dell'impero romano . Questo nucleo costitutivo, accompagnato dalla variopinta congerie di miracoli ( capacità di resuscitare i morti, moltiplicazione di pani e pesci, trasformazione di acqua in vino, cacciata di demoni, guarigioni istantanee di paralitici, storpi e ciechi ecc..) era patrimonio di tutte le religioni a partire dal Mazdeismo di Zarathustra del XVI secolo fino al contemporaneo mito di Mitra, prevalente nella Roma imperiale, a quello del frigio Attis, dei greci Esculapio e Dioniso, religioni tutte che convivevano tranquillamente nel multiculturale mondo romano.La credenza escatologica della fine del mondo e successiva generale resurrezione dei morti e avvento di un nuovo evo di felicità e salvezza era comune a tutte queste credenze pur nel variegato , imaginifico panorama della fantasia religiosa.
Perché le religioni misteriche sono state spazzate via dalla scena mentre il Cristianesimo, che pure ne aveva tutte le caratteristiche, ha avuto il sopravvento? Perché tutte quelle religioni erano dette appunto “ misteriche” per il fatto che erano praticate da cerchie ristrette di seguaci che si consideravano privilegiati rispetto alla massa informe degli “altri”, che aborrivano dal proselitismo e consideravano un traguardo riservato a pochi eletti l'introduzione ai “misteri” della religione di riferimento. Il Cristianesimo di Pietro , riservato ai soli circoncisi come voleva il dettato del Maestro, avrebbe fatto inevitabilmente la stessa fine , ma il Cristianesimo di Paolo no: a differenza di tutte le altre questa si impose come la religione che “doveva” essere diffusa e rivelata a tutti, dal magistrato , al liberto , allo schiavo, che tutti doveva includere e nessuno escludere, comprese le donne, dalla matrona alla schiava che avevano anche compiti diretti nella predicazione e nella diffusione del vangelo, che per tutti aveva un messaggio di salvezza e a tutti rivelava la speranza in un futuro glorioso. La millantata illuminazione sulla via di Damasco non è che la fantastica , geniale intuizione, il colpo di genio di Paolo: l'invenzione di una religione universale capace di adattarsi a tutte le variegate categorie sociali. E il successivo colpo di fortuna del Cristianesimo fu fornito dalla Storia su un piatto d'oro: la divisione dell'amministrazione dell'Impero in una tetrarchia, adottata da Diocleziano nel 293, portò il padre di Costantino, Costano Cloro a diventare Cesare dell'augusto Massimiano . Da qui l'oculato calcolo che indusse Costantino , teso a riunificare l'Impero sotto il suo unico comando, ad “adottare” tale religione. La strombazzata visione della croce prima della vittoriosa battaglia contro Massenzio (“ In hoc signo vinces”) non è che la traduzione fantastica di un disegno astuto: utilizzare una religione già ampiamente diffusa, strutturata in un organigramma verticistico di funzionari autorevoli e capaci di ottenere la supina obbedienza dei propri adepti all'autorità costituita, funzionale al suo tentativo di riunificare l'impero sotto il suo unico comando: un solo imperatore ed una sola religione che prevedeva un solo Dio, abbracciati in un connubio opportunistico che mai più si sarebbe disciolto.
Questo abbraccio subì il destino paradigmatico di tutte le unioni : al declinare del potere temporale degli imperatori fece da contrappeso il crescere del potere ecclesiastico. Già il vescovo Ambrogio di Milano si permise di umiliare l'imperatore Teodosio rifiutandosi di celebrare la messa in sua presenza per punirlo della strage di Tessalonica e l'editto cha da questa città prese il nome, degli imperatori Graziano e Teodosio I° del 380 , elevò il Cristianesimo a Religione di Stato e negli anni successivi, in un vorticoso crescendo, i “ Decreti teodosiani” del 391 inasprirono le proibizioni dei culti pagani, iniziando una vera e propria persecuzione del paganesimo: i vescovi di Alessandria, di Antiochia e di Gaza organizzarono spedizioni di asceti assetati di sangue che distrussero i templi pagani della città ed uccisero migliaia di persone e l'arcivescovo di Alessandria, Cirillo, faceva seviziare e smembrare la filosofa Ipazia da parte di un gruppo di monaci fanatici ( 415). A partire dal 416 l'imperatore romano Teodosio II° permise ai soli cristiani lo svolgimento di cariche pubbliche costringendo alle dimissioni tutti i non credenti e successivamente arrivò a proclamare “culto del demonio” tutte le religioni pagane punendo con il carcere e la tortura i loro seguaci. La politica degli imperatori successivi si basò sul presupposto che l'unità dell'impero richiedesse anche l'unità della religione e così Giustiniano decretò per i pagani il divieto di accesso a cariche pubbliche, la perdita di titoli onorifici, dell'insegnamento e di stipendi della pubblica amministrazione. Nel 529 fu definitivamente chiusa la scuola filosofica di Atene, ultimo centro di eccellenza ancora attivo della cultura pagana e nello stesso anno venne imposto l'obbligo del battesimo per tutti i sudditi dell'impero.
Nel corso del Medioevo la diffusione del Cristianesimo proseguì con entusiasmo sempre sulla punta della spada: i libri scolastici celebrano le vittoriose gesta di Carlo Magno e dei suoi successori che estesero ai territori dell'est europeo , con le conquiste territoriali, anche la diffusione della fede cattolica imposta come necessario corollario alla violenza militare ed alla rapina , ma nascondono ai nostri ragazzi i retroscena meno edificanti. E così è impossibile che essi vengano a sapere che i tre quarti delle armate carolinge erano costituite da truppe assoldate e guidate dai vescovi di Treviri, Colonia e Magonza i cui vescovati divenivano sempre più estesi man mano che nuovi territori venivano conquistati alla fede al punto di estendersi per un terzo dei territori imperiali, né viene mai fatto cenno alla strage di 4500 sassoni che, fatti prigionieri nell'autunno del 782, per essersi rifiutati di aderire alla fede cattolica furono sgozzati sulle rive del fiume Aller che si tinse di rosso per chilometri. Ma la sete di potere del papato non si esaurì con l'incessante conflitto con le autorità imperiali che caratterizzò i secoli successivi e che culminò con la lotta per le investiture: essa si servì anche della frode più spudorata utilizzando falsi storici famosi quali la “ Donazione di Costantino” creata ad arte dalla segreteria lateranense nella metà dell'VIII sec. in cui si millantava una fasulla eredità lasciata da Costantino ai papi che comprendeva , oltre alla città di Roma e all'Italia, tutto il restante territorio dell'Occidente imperiale. E' su queste basi truffaldine che sorse il nucleo dello Stato della Chiesa, via via sempre più esteso nel corso di secolari espropri e conquiste, lo stesso che, ridimensionato nel periodo risorgimentale italiano, verrà poi “ rimborsato” da Mussolini con il Concordato che costò all'erario dello Stato Italiano un ventesimo del suo patrimonio e i cui effetti tuttora infestano la nostra Costituzione nell'infausto art. 7. Ad essa si affiancava un altro falso storico memorabile, i “ Decretali dello Pseudo-Isidoro” nei quali si esaltava il potere dei papi su tutti, re e imperatori compresi e lo si considerava unico legislatore sia in campo ecclesiastico che in campo civile, assolutamente immune da qualsiasi possibilità di contrasto da parte di chiunque: tale falso storico fu redatto intorno all'anno 850 dalla centrale di falsari della corte vescovile di Reims e spacciata come opera del dottore della Chiesa Isidoro da Siviglia, da cui il nome.
Il delirio di onnipotenza del papato culminò con il “ Dictatus Papae” di Gregorio VII , con le pretese di governo mondiale di Innocenzo III e con la sbandierata teoria delle due spade , il potere temporale e quello spirituale, entrambe sguainate e a disposizione del papato secondo l'arrogante pretesa di Bonifacio VIII al sorgere del XIV secolo.
A partire da Costantino ad oggi non un solo papa ha mai cessato di pretendere privilegi economici e territoriali ( esenzioni fiscali, tributi, prebende, decime , oboli, oblazioni ) e di utilizzare su scala industriale la simonia tramite la vendita di cariche ecclesiastiche ( vescovati, nomine cardinalizie ) e il mostruoso commercio delle indulgenze, nonché l'esproprio forzoso e la rapina dei beni di tutti i condannati dai tribunali della santa Inquisizione che per secoli ha arricchito il clero ( l'importo degli espropri veniva diviso e attribuito per un terzo rispettivamente al papa, al vescovo locale ed ai componenti del tribunale).
La tanto vantata matrice cristiana della nostra civiltà occidentale, le tanto esaltate radici cristiane dei nostri costumi e dei nostri ordinamenti nascondono l'arrogante pretesa di camuffare come conquista di valori positivi e inalienabili quella che è stata un secolare , umiliante esercizio di sopraffazione e di violenza da parte di una teocrazia , classe pretesca usurpatrice di autorità, che si è trasformata nei secoli in una ierocrazia che esercita la sacralità del potere. Noi non possiamo e non dobbiamo dimenticare che queste radici cristiane affondano nel terreno di una storia che gronda del sangue di milioni di uomini e donne vittime delle guerre di religione, delle crociate contro i diversamente credenti , sia seguaci di altre religioni come l'Islam sia cosiddetti eretici come donatisti, ariani, monofisiti, catari, stedingi, valdesi, protestanti, ussiti ecc. Queste radici sono abbarbicate alle segrete dell'Inquisizione dove migliaia di infelici sono stati brutalizzati e condannati da monaci fanatici assetati di sangue, sono innervate sui resti dei roghi di centinaia di migliaia di povere donne , seviziate, torturate e bruciate vive con l'accusa di essere state streghe in rapporti carnali col demonio. Queste radici prolungano i loro tentacoli fino alla conquista delle Americhe dove la croce era brandita come una spada e portata quale emblema da bande di assassini conquistatori che nel giro di due sole generazioni hanno causato il più grande e trascurato genocidio della storia dell'umanità: settanta milioni di poveri essere sacrificati sulla strada di famelici devastatori che operavano agli ordini dei cattolicissimi sovrani di Spagna e Portogallo, armati della benedizione di papa Alessandro VI Borgia ( trattato di Tordesillas 1494 a seguito della bolla “ Inter caetera” del 1493). Sono le stesse radici che hanno pervaso il terreno dell'ignoranza e della superstizione che hanno portato alla distruzione della cultura classica , sono culminate nel divieto di possedere e leggere perfino i libri del Vecchio e Nuovo Testamento in lingua volgare nonché l'infinito elenco dei libri inclusi nell'Indice dei libri proibiti ed hanno arrestato perfino l'avanzare delle conoscenze mediche e della cultura umanistica. Non possiamo e dobbiamo dimenticare che queste radici sono le stesse che per duemila anni hanno predicato e praticato l'odio sistematico contro gli ebrei accusati di essere gli uccisori del dio cristiano. I progrom che sistematicamente, per secoli, sono stati scatenati in concomitanza con l'arrivo di ogni pestilenza o calamità naturale, le stragi delle comunità ebraiche puntualmente verificatesi al partire di ogni crociata quale rito propiziatorio per il successo della spedizione, i ghetti e i marchi di infamia e le calunniose accuse di infanticidi rituali, le conversioni forzate e la cacciata dalle proprie terre, sono tutte invenzioni cattoliche che per secoli hanno inflitto pene inenarrabili a degli innocenti. Chi semina vento raccoglie tempesta, dice un noto proverbio e se duemila anni di predicazione di odio contro il popolo ebraico sono sfociati poi nel delirio dei campi di sterminio nazista non crediamo che gli esaltati esegeti delle radici cristiane abbiano il diritto di pretendere di nascondere la mano che ha lanciato sassi per tanto tempo.
Non possiamo né dobbiamo dimenticare che le radici cristiane sono state alimentate per secoli dal disprezzo tutto cristiano per la donna, dalla condanna alla sottomissione predicata da Paolo all'infamante accusa di essere la causa della rovina dell'uomo per la biblica favola della mela e del serpente che Agostino le addebita, fino alla definizione di essere inferiore ed errore di natura che il Tommaso, dottor angelico della Scolastica, le attribuisce. Un essere inferiore , causa di rovina morale e di peccato il cui contatto genera colpa e da cui è consigliabile star lontani il più possibile, escluso dalla gestione della società, ridotto al solo ruolo riproduttivo: questo è ciò che la donna è stata per secoli per la predicazione cristiana.
Oggi si presenta sulla scena mediatica il nuovo papa, il gesuita Francesco. Brillante esibitore della rassicurante figura del dispensatore di buoni sentimenti che gli sta assicurando generale simpatia , che si esibisce in un disarmante profluvio di accattivanti gesti distensivi. A noi atei interessa però la sostanza e non la scena ed è per questo che ci teniamo a tenere alta la guardia , ora più che mai.

Aspettiamo che sul piano dottrinale la Chiesa rinunci alla arrogante pretesa di ergersi a depositaria del diritto di gestire la vita e la morte delle persone: lo aspettiamo sul campo dell'eutanasia, del testamento biologico, del diritto all'aborto e dell'obiezione di coscienza dei medici, della procreazione assistita, della rapina operata con la truffaldina legge dell'otto per mille, della esenzioni fiscali, dell'insegnamento della religione cattolica nelle scuole pubbliche, nel sovvenzionamento statale delle scuole cattoliche. E' per questo che la democrazia ha assoluto bisogno di noi atei: perché non perisca sotto i colpi di un oscurantismo ipocrita ed edulcorato. 
di E.G. Terni

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