NO al nuovo progetto sperimentale “VALeS” per misurare le nostre scuole e i nostri studenti
Dopo il fallimento dei due progetti sperimentali (VSQ e “Valorizza”) presentati dalla Gelmini e bocciati in moltissime scuole d’Italia, solo attraverso l’invio forzato di “esperti” entrati nei Collegi Docenti per “supportare” i dirigenti e far passare la sperimentazione, il MIUR ha racimolato una trentina di scuole con le quali stanno portando avanti le sperimentazioni. Il progetto “Valorizza” però, basato sul ridicolo metodo “reputazionale” (pagelle sui prof. date da studenti e genitori) è stato definitivamente accantonato (dopo essere costato a noi tutti contribuenti fior di quattrini ottenuti dai tagli ai nostri stipendi conseguenti al blocco degli scatti). Ciononostante si cercano 300 scuole in tutta la penisola che partecipino al “nuovo” progetto e, tra queste, le scuole del sud che verranno scelte (Sicilia, Calabria, Puglia e Campania), saranno finanziate con i soldi dei PON “Competenze per lo sviluppo” finanziati dalla UE, sottraendo alle altre soldi che sino ad ora erano destinati a tutte. Di novità il progetto ne contiene davvero poche; le uniche sembrano
- la valutazione dei presidi: che è un vero e proprio bleuf visto che ad essere valutato non sarà il singolo preside, ma l’area della dirigenza, in base a criteri peraltro opinabili;
- i finanziamenti: si cerca di sostenere la fine della premialità , poiché le scuole scelte riceveranno tutte tra i 10.000 e i 20.000 euro- cioè una miseria- ma ciò sarà oggetto di specifica contrattazione di istituto e la sperimentazione viene esplicitamente collegata alla necessità di trovare metodi di valutazione, dunque ci sarà un finanziamento differenziato alle scuole, così come richiesto altrettanto esplicitamente dalla UE.
Ecco in sintesi come si articola il progetto triennale VALeS = “Valutazione e Sviluppo Scuola, finalizzato alla valutazione esterna delle scuole e dei dirigenti scolastici”. Sono previste tre fasi:
1) ANALISI basata su:
a) dati strutturali della scuola;
b) Misurazione degli apprendimenti attraverso i quiz Invalsi (grotteschi, criticati dalla comunità scientifica, in via di abbandono in altri sistemi scolastici del mondo, incapaci di individuare una vera qualità della scuola e dei docenti);
• c) giudizio del Nucleo esterno ( ispettori ed esperti in valutazione) che visitano le scuole, effettuano interviste, sottopongono il personale a questionari preparati dall’Invalsi e stilano un Rapporto di Valutazione Iniziale
2) PIANO DI MIGLIORAMENTO:
a) la scuola, aiutata da una “task force di supporto” (la chiamano davvero così!) cioè INDIRE e/o università o risorse culturali e professionali (!) del territorio, definisce «gli obiettivi di miglioramento ( che) dovranno necessariamente essere numericamente ridotti, rilevabili e misurabili», così come afferma la ‘Brunetta’ (dlgs 150/2009), in quanto unico meccanismo per accedere allo stipendio accessorio;
b) l’OCSE stesso monitorerà il progetto sperimentale: sappiamo che il MIUR ha istituito già da tempo un rapporto privilegiato con alcune fondazioni bancarie e confindustriali che affiancano il ministero nella definizione dei processi valutativi (vedi Fondazione S. Paolo e Fondazione Treelle, entrambe di diretta emanazione confindustriale).
3) VALUTAZIONE; consisterà in:
a) misurazione ( individuazione) dei risultati raggiunti; (i risultati devono essere misurabili, ci devono essere numeri, voti: se non come si fa a fare le classifiche?)
b) esposizione degli stessi alla comunità scolastica e al Dirigente USR;
c) pubblicazione degli stessi sul sito del MIUR (progetto “La scuola in chiaro”)
Stanno applicando il sistema della qualità totale (TQM = Total Quality Management ) alla scuola, ma i docenti italiani rifiutano di applicare i presupposti della valutazione aziendale alla scuola, perché la maggior parte dei docenti sa che tutto questo anziché innalzare la qualità della scuola, la distruggerà, poiché attacca il cuore vero della scuola, la didattica, visto che è, ora, l’idea stessa della ‘performance’ ad essere messa al centro dei processi.
Chiunque sia interno alla scuola sa che sono i tagli alla scuola pubblica statale a distruggere la qualità della scuola e che non saranno i ‘ soldi tolti’ a tutte le scuole, a renderne ‘ virtuose’ alcune; sa che i quiz Invalsi sono una farsa che non misura né la qualità del docente né la preparazione dei nostri alunni; sa che, al contrario, i quiz rappresentano un enorme pericolo per la qualità della didattica e la formazione degli studenti. I più attenti di noi sanno anche che ci stanno portando via la scuola pubblica, che stanno inserendo pesanti meccanismi di privatizzazione attraverso una competizione tra scuole basata su ‘falsi’ presupposti meritocratici.
CGIL, CISL, UIL, SNALS, ecc. , che lo scorso anno, se non le hanno favorite, non hanno fatto nulla per aiutare i Collegi dei docenti a rifiutare le “sperimentazioni”, nei recenti incontri al MIUR hanno aperto positivamente al progetto VALeS con piccole remore (spiragli che si tengono aperti nel caso la categoria, che paga i loro stipendi, dovesse dare segnali negativi): ciò che a loro veramente interessa è che la questione della valutazione sia normata per via contrattuale (insomma il merito per contratto: la valutazione e il merito vanno bene purché a distribuire i premi siano dirigenti scolastici, Rsu e OOSS concertative!).
Ma ora la parola passa ai Collegi dei docenti e dobbiamo perciò spiegare bene qual è la posta in gioco; l’immiserimento materiale dei docenti e delle scuole non può servire per introdurre in maniera coatta elementi distruttivi per la scuola pubblica, con il solo scopo di recuperare ‘risorse’ per sé e i propri studenti. Se è ciò che si vuole, allora le forze politiche vadano in Parlamento ed approvino una legge e i sindacati concertativi abbiano il coraggio di inserire i cambiamenti nel rinnovo del CCLN!
L’adesione al progetto sperimentale prevede l’approvazione del Collegio docenti (dal 10 febbraio al 12 marzo): lì siamo noi che possiamo/dobbiamo dire NO!
NOI NON COLLABORIAMO: RESPINGIAMO LA SPERIMENTAZIONE VALES!
VOTIAMO “NO” NEI COLLEGI DOCENTI!