Il 16 Maggio nelle classi II delle scuole superiori di ogni ordine verranno somministrati i test di rilevazione INVALSI. L’Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema educativo d’istruzione e formazione entrerà invasivamente, per il secondo anno di seguito, nelle aule di scuole sempre più impoverite e confuse a causa dei tagli ai fondi, dei provvedimenti Gelmini e di un generale e voluto abbassamento della qualità della didattica e dell’offerta formativa.
I quiz a crocette piomberanno sui banchi di tutt’Italia e hanno già paralizzato programmi e attività didattiche ordinarie di molte classi : col beneplacito di tutti penetrerà nel corpo già distrutto della scuola pubblica italiana un modello di valutazione non soltanto parziale ma dannoso, che ignora lo stato cui sono ridotte le scuole e che non punta ad un omogeneo miglioramento di sistema ma pericolosamente tenta di gerarchizzare studenti, docenti e istituti .
Ad accompagnare le prove di Italiano e Matematica un ambiguo “Questionario per lo studente” che senza alcuna utilità statistica rende le prove tracciabili e mira a disegnare, quasi all’insaputa degli studenti, un portfolio delle competenze acquisite lungo tutto l’arco della vita. Dall’obbligatorietà introdotta per le terze medie dal ministro Fioroni, alla somministrazione di un questionario lesivo della privacy, fino ai recenti tentativi di fare dei test “attività ordinaria” di ogni scuola e alla paventata possibilità di introdurli tra le prove per l’esame di maturità, la pervasività delle prove è notevolmente aumentata. Anche il neo-ministro Profumo, ignorando i forti segnali di contrarietà manifestati nelle scuole e sottovalutando le criticità oggettive evidenziate nel modello INVALSI, intende proseguire con la grande “schedatura di massa” spacciata per valutazione di sistema.
Noi a tutto questo non ci stiamo! Non vogliamo l’ennesimo strumento di valutazione generalgenerica che considera gli studenti come cifre su un libro contabile, gli insegnanti come schiavi e i presidi come manager dell’azienda-formazione. Rivendichiamo al contrario dei processi di valutazione orizzontali e metodici che “fotografino” la situazione per poterla complessivamente interpretare e migliorare. E’ necessario lanciare un segnale d’opposizione forte a quanti in questi anni hanno provato, con fin troppi risultati, a smantellare la scuola pubblica, laica e di tutti; i test INVALSI sono un’arma bipartisan di cui essi si servono: i test omologano e classificano, non valutano, promuovono la competitivà invece di insegnare la cooperazione, non intendono migliorare la scuola ma farne un luogo sterile, quanto più compatibile possibile col sistema di potere neoliberista. Dobbiamo fermarli: cancellare l’INVALSI, pretendere la scuola che vogliamo.
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