Mi
permetto di parafrasare il titolo del saggio di Paolo Flores D'Arcais
( La democrazia ha bisogno di Dio. “ Falso” ) che l'autore ha
illustrato recentemente a Terni in un incontro presso l'auditorium
Primavera.
Confesso
il mio interessato obiettivo: stimolare i non-credenti ad intervenire
più intensamente e direttamente nel contrastare gli intenti delle
religioni, e di quella cattolica in particolare, da sempre diretti
alla conquista di ogni spazio vitale della società in cui operano.
Un
pur sommario sguardo rivolto alla storia del fenomeno religioso nel
nostro paese si impone se vogliamo afferrare in tutta la sua
intensità l'importanza della posta in gioco.
Quando
il Cristianesimo si affacciò alla ribalda della storia non proponeva
assolutamente nulla di nuovo rispetto alle religioni che affollavano
il palcoscenico fantastico
delle popolazioni del bacino del Mediterraneo: un figlio di Dio, nato
da un rapporto miracoloso tra un Dio padre ed una vergine ,
catapultato dal cielo per salvare l'umanità, ucciso e risorto dopo
tre giorni passati a visitare gli inferi era
il nucleo di tutte le religioni misteriche praticate
e diffuse
nella capitale e
in tutto il territorio dell'impero
romano . Questo
nucleo costitutivo, accompagnato dalla variopinta congerie di
miracoli ( capacità di resuscitare i morti, moltiplicazione di pani
e pesci, trasformazione di acqua in vino, cacciata di demoni,
guarigioni istantanee di paralitici, storpi e ciechi ecc..) era
patrimonio di tutte le religioni a partire dal Mazdeismo di
Zarathustra del XVI secolo fino al contemporaneo mito di Mitra,
prevalente nella Roma imperiale, a quello del frigio Attis, dei greci
Esculapio e Dioniso, religioni
tutte che convivevano tranquillamente nel multiculturale mondo
romano.La
credenza escatologica della fine del mondo e successiva generale
resurrezione dei morti e avvento di un nuovo evo di felicità e
salvezza era comune a tutte queste
credenze
pur nel variegato , imaginifico
panorama
della
fantasia religiosa.
Perché
le religioni misteriche sono state spazzate via dalla scena mentre il
Cristianesimo, che pure ne aveva tutte le caratteristiche, ha avuto
il sopravvento? Perché tutte quelle religioni erano dette appunto “
misteriche” per il fatto che erano praticate da cerchie ristrette
di seguaci che si consideravano privilegiati rispetto alla massa
informe degli “altri”, che aborrivano dal proselitismo e
consideravano un traguardo riservato a pochi eletti l'introduzione ai
“misteri” della religione di riferimento. Il
Cristianesimo di Pietro , riservato ai soli circoncisi come voleva il
dettato del Maestro, avrebbe fatto inevitabilmente la stessa fine ,
ma il
Cristianesimo di
Paolo no:
a differenza di tutte le altre questa
si impose come la
religione che “doveva” essere diffusa e rivelata a tutti, dal
magistrato , al
liberto , allo
schiavo, che tutti doveva includere e nessuno escludere, comprese
le donne, dalla matrona alla schiava
che
avevano anche compiti diretti nella predicazione e nella diffusione
del vangelo, che
per tutti aveva un messaggio di salvezza e a tutti rivelava la
speranza in un futuro glorioso. La
millantata illuminazione sulla via di Damasco non è che la
fantastica , geniale intuizione, il
colpo di genio di Paolo: l'invenzione di una religione universale
capace
di adattarsi
a tutte le variegate categorie sociali. E il successivo
colpo di
fortuna del Cristianesimo fu fornito
dalla Storia su un piatto d'oro: la divisione dell'amministrazione
dell'Impero in una tetrarchia, adottata da Diocleziano nel 293, portò
il padre di Costantino, Costano Cloro a diventare Cesare dell'augusto
Massimiano . Da qui l'oculato
calcolo che indusse Costantino , teso
a riunificare l'Impero sotto il suo unico comando, ad
“adottare” tale religione. La
strombazzata visione della croce prima
della vittoriosa battaglia contro Massenzio (“
In hoc signo vinces”)
non è
che la traduzione fantastica di un disegno astuto: utilizzare una
religione già ampiamente diffusa,
strutturata in un organigramma verticistico di funzionari autorevoli
e capaci
di ottenere
la supina
obbedienza
dei
propri adepti all'autorità
costituita, funzionale
al suo tentativo di riunificare l'impero sotto il suo unico comando:
un solo imperatore ed una sola religione che prevedeva un solo Dio,
abbracciati in un connubio opportunistico che mai più si sarebbe
disciolto.
Questo
abbraccio subì il destino paradigmatico di tutte le unioni : al
declinare del potere temporale degli imperatori fece da contrappeso
il crescere del potere ecclesiastico. Già il vescovo Ambrogio di
Milano si permise di umiliare l'imperatore Teodosio rifiutandosi di
celebrare la messa in sua presenza per punirlo della strage di
Tessalonica e l'editto cha da questa città prese il nome, degli
imperatori Graziano e Teodosio I° del 380 , elevò il Cristianesimo
a Religione di Stato e negli anni successivi, in un vorticoso
crescendo, i “ Decreti teodosiani” del 391 inasprirono le
proibizioni dei culti pagani, iniziando una vera e propria
persecuzione del paganesimo: i vescovi di Alessandria, di Antiochia e
di Gaza organizzarono spedizioni di asceti assetati di sangue che
distrussero i templi pagani della città ed uccisero migliaia di
persone e l'arcivescovo di Alessandria, Cirillo, faceva seviziare e
smembrare la filosofa Ipazia da parte di un gruppo di monaci fanatici
( 415). A partire dal 416 l'imperatore romano Teodosio II° permise
ai soli cristiani lo svolgimento di cariche pubbliche costringendo
alle dimissioni tutti i non credenti e successivamente arrivò a
proclamare “culto del demonio” tutte le religioni pagane punendo
con il carcere e la tortura i loro seguaci. La politica degli
imperatori successivi si basò sul presupposto che l'unità
dell'impero richiedesse anche l'unità della religione e così
Giustiniano decretò per i pagani il divieto di accesso a cariche
pubbliche, la perdita di titoli onorifici, dell'insegnamento e di
stipendi della pubblica amministrazione. Nel 529 fu definitivamente
chiusa la scuola filosofica di Atene, ultimo centro di eccellenza
ancora attivo della cultura pagana e nello stesso anno venne imposto
l'obbligo del battesimo per tutti i sudditi dell'impero.
Nel
corso del Medioevo la diffusione del Cristianesimo proseguì con
entusiasmo sempre sulla punta della spada: i libri scolastici
celebrano le vittoriose gesta di Carlo Magno e dei suoi successori
che estesero ai territori dell'est europeo , con le conquiste
territoriali, anche la diffusione della fede cattolica imposta come
necessario corollario alla violenza militare ed alla rapina , ma
nascondono ai nostri ragazzi i retroscena meno edificanti. E così è
impossibile che essi vengano a sapere che i tre quarti delle armate
carolinge erano costituite da truppe assoldate e guidate dai vescovi
di Treviri, Colonia e Magonza i cui vescovati divenivano sempre più
estesi man mano che nuovi territori venivano conquistati alla fede al
punto di estendersi per un terzo dei territori imperiali, né viene
mai fatto cenno alla strage di 4500 sassoni che, fatti prigionieri
nell'autunno del 782, per essersi rifiutati di aderire alla fede
cattolica furono sgozzati sulle rive del fiume Aller che si tinse di
rosso per chilometri. Ma la sete di potere del papato non si esaurì
con l'incessante conflitto con le autorità imperiali che
caratterizzò i secoli successivi e che culminò con la lotta per le
investiture: essa si servì anche della frode più spudorata
utilizzando falsi storici famosi quali la “ Donazione di
Costantino” creata ad arte dalla segreteria lateranense nella metà
dell'VIII sec. in cui si millantava una fasulla eredità lasciata da
Costantino ai papi che comprendeva , oltre alla città di Roma e
all'Italia, tutto il restante territorio dell'Occidente imperiale.
E' su queste basi truffaldine che sorse il nucleo dello Stato della
Chiesa, via via sempre più esteso nel corso di secolari espropri e
conquiste, lo stesso che, ridimensionato nel periodo risorgimentale
italiano, verrà poi “ rimborsato” da Mussolini con il Concordato
che costò all'erario dello Stato Italiano un ventesimo del suo
patrimonio e i cui effetti tuttora infestano la nostra Costituzione
nell'infausto art. 7. Ad essa si affiancava un altro falso storico
memorabile, i “ Decretali dello Pseudo-Isidoro” nei quali si
esaltava il potere dei papi su tutti, re e imperatori compresi e lo
si considerava unico legislatore sia in campo ecclesiastico che in
campo civile, assolutamente immune da qualsiasi possibilità di
contrasto da parte di chiunque: tale falso storico fu redatto intorno
all'anno 850 dalla centrale di falsari della corte vescovile di Reims
e spacciata come opera del dottore della Chiesa Isidoro da Siviglia,
da cui il nome.
Il
delirio di onnipotenza del papato culminò con il “ Dictatus Papae”
di Gregorio VII , con le pretese di governo mondiale di Innocenzo III
e con la sbandierata teoria delle due spade , il potere temporale e
quello spirituale, entrambe sguainate e a disposizione del papato
secondo l'arrogante pretesa di Bonifacio VIII al sorgere del XIV
secolo.
A
partire da Costantino ad oggi non un solo papa ha mai cessato di
pretendere privilegi economici e territoriali ( esenzioni fiscali,
tributi, prebende, decime , oboli, oblazioni ) e di utilizzare su
scala industriale la simonia tramite la vendita di cariche
ecclesiastiche ( vescovati, nomine cardinalizie ) e il mostruoso
commercio delle indulgenze, nonché l'esproprio forzoso e la rapina
dei beni di tutti i condannati dai tribunali della santa Inquisizione
che per secoli ha arricchito il clero ( l'importo degli espropri
veniva diviso e attribuito per un terzo rispettivamente al papa, al
vescovo locale ed ai componenti del tribunale).
La
tanto vantata matrice cristiana della nostra civiltà occidentale, le
tanto esaltate radici cristiane dei nostri costumi e dei nostri
ordinamenti nascondono l'arrogante pretesa di camuffare come
conquista di valori positivi e inalienabili quella che è stata un
secolare , umiliante esercizio di sopraffazione e di violenza da
parte di una teocrazia , classe pretesca usurpatrice di autorità,
che si è trasformata nei secoli in una ierocrazia che esercita la
sacralità del potere. Noi non possiamo e non dobbiamo dimenticare
che queste radici cristiane affondano nel terreno di una storia che
gronda del sangue di milioni di uomini e donne vittime delle guerre
di religione, delle crociate contro i diversamente credenti , sia
seguaci di altre religioni come l'Islam sia cosiddetti eretici come
donatisti, ariani, monofisiti, catari, stedingi, valdesi,
protestanti, ussiti ecc. Queste radici sono abbarbicate alle segrete
dell'Inquisizione dove migliaia di infelici sono stati brutalizzati e
condannati da monaci fanatici assetati di sangue, sono innervate sui
resti dei roghi di centinaia di migliaia di povere donne , seviziate,
torturate e bruciate vive con l'accusa di essere state streghe in
rapporti carnali col demonio. Queste radici prolungano i loro
tentacoli fino alla conquista delle Americhe dove la croce era
brandita come una spada e portata quale emblema da bande di assassini
conquistatori che nel giro di due sole generazioni hanno causato il
più grande e trascurato genocidio della storia dell'umanità:
settanta milioni di poveri essere sacrificati sulla strada di
famelici devastatori che operavano agli ordini dei cattolicissimi
sovrani di Spagna e Portogallo, armati della benedizione di papa
Alessandro VI Borgia ( trattato di Tordesillas 1494 a seguito della
bolla “ Inter caetera” del 1493). Sono le stesse radici che hanno
pervaso il terreno dell'ignoranza e della superstizione che hanno
portato alla distruzione della cultura classica , sono culminate nel
divieto di possedere e leggere perfino i libri del Vecchio e Nuovo
Testamento in lingua volgare nonché l'infinito elenco dei libri
inclusi nell'Indice dei libri proibiti ed hanno arrestato perfino
l'avanzare delle conoscenze mediche e della cultura umanistica. Non
possiamo e dobbiamo dimenticare che queste radici sono le stesse che
per duemila anni hanno predicato e praticato l'odio sistematico
contro gli ebrei accusati di essere gli uccisori del dio cristiano. I
progrom che sistematicamente, per secoli, sono stati scatenati in
concomitanza con l'arrivo di ogni pestilenza o calamità naturale, le
stragi delle comunità ebraiche puntualmente verificatesi al partire
di ogni crociata quale rito propiziatorio per il successo della
spedizione, i ghetti e i marchi di infamia e le calunniose accuse di
infanticidi rituali, le conversioni forzate e la cacciata dalle
proprie terre, sono tutte invenzioni cattoliche che per secoli hanno
inflitto pene inenarrabili a degli innocenti. Chi semina vento
raccoglie tempesta, dice un noto proverbio e se duemila anni di
predicazione di odio contro il popolo ebraico sono sfociati poi nel
delirio dei campi di sterminio nazista non crediamo che gli esaltati
esegeti delle radici cristiane abbiano il diritto di pretendere di
nascondere la mano che ha lanciato sassi per tanto tempo.
Non
possiamo né dobbiamo dimenticare che le radici cristiane sono state
alimentate per secoli dal disprezzo tutto cristiano per la donna,
dalla condanna alla sottomissione predicata da Paolo all'infamante
accusa di essere la causa della rovina dell'uomo per la biblica
favola della mela e del serpente che Agostino le addebita, fino alla
definizione di essere inferiore ed errore di natura che il Tommaso,
dottor angelico della Scolastica, le attribuisce. Un essere inferiore
, causa di rovina morale e di peccato il cui contatto genera colpa e
da cui è consigliabile star lontani il più possibile, escluso dalla
gestione della società, ridotto al solo ruolo riproduttivo: questo è
ciò che la donna è stata per secoli per la predicazione cristiana.
Oggi
si presenta sulla scena mediatica il nuovo papa, il gesuita
Francesco. Brillante esibitore della rassicurante figura del
dispensatore di buoni sentimenti che gli sta assicurando generale
simpatia , che si esibisce in un disarmante profluvio di accattivanti
gesti distensivi. A noi atei interessa però la sostanza e non la
scena ed è per questo che ci teniamo a tenere alta la guardia , ora
più che mai.
Aspettiamo
che sul piano dottrinale la Chiesa rinunci alla arrogante pretesa di
ergersi a depositaria del diritto di gestire la vita e la morte delle
persone: lo aspettiamo sul campo dell'eutanasia, del testamento
biologico, del diritto all'aborto e dell'obiezione di coscienza dei
medici, della procreazione assistita, della rapina operata con la
truffaldina legge dell'otto per mille, della esenzioni fiscali,
dell'insegnamento della religione cattolica nelle scuole pubbliche,
nel sovvenzionamento statale delle scuole cattoliche. E' per questo
che la democrazia ha assoluto bisogno di noi atei: perché non
perisca sotto i colpi di un oscurantismo ipocrita ed edulcorato.
di E.G. Terni
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