In questi giorni in cui si sono chiuse le iscrizioni
alle scuole pubbliche balza agli occhi una notizia nella nostra città: il rischio
di estinzione di uno storico istituto come quello dei “Geometri” (trasformato dalla
controriforma Gelmini in CAT Costruzioni, Ambiente e Territorio) che avrebbe,
tra gli altri, lo scopo fondamentale di formare
chi tutelerà l’ambiente e la pianificazione urbanistica nel nostro territorio.
Abbiamo letto sulla stampa locale ridicole scuse e
giustificazioni di chi dirige l’istituto da due anni, che attribuirebbe il calo
degli iscritti alla battaglia civile per la laicità delle aule scolastiche.
Visto che non è uno scherzo di carnevale, come Cobas affermiamo che è ora di
smetterla con l’uso strumentale da parte dei dirigenti di un ruolo gerarchico
che spesso nasconde chiare incapacità gestionali; mentre, allo stesso tempo,
vogliamo fare chiarezza sul fallimento nell'amministrazione dell’istituto da
quando è stato acquisito dalla dirigente Cinzia Fabrizi.
Tre anni fa
l’IISAG (Istituto superiore artistico e per geometri) è stato smembrato senza
alcuna logica didattica, con una nefasta delibera del consiglio regionale,
nonostante la forte e motivata opposizione dei docenti, dei genitori e degli
studenti. Un anno di mobilitazioni, prese di posizioni che non servì a nulla
“grazie” ad una norma che l’anno successivo sarebbe stata cancellata. I docenti dei “geometri” presentarono ricorso
al TAR regionale che purtroppo non lo accolse, mentre -contro i pareri degli
organi collegiali
dell'IISAG e dello stesso consiglio di Istituto dell'ITIS- l’istituto tecnico
per “geometri” fu accorpato all'ITIS e il Liceo Artistico al Classico. Lo
smembramento fu fatto con una logica politica clientelare e senza prospettive
per i processi di formazione degli studenti nella nostra città e tutelò i soli
presidi garantiti della casta politica. A ulteriore conferma di ciò ricordiamo
l'atto promosso da due consiglieri comunali allora presidi: Talamonti e la
stessa Fabrizi con cui il Comune di Terni perorava -nonostante la competenza
fosse della Provincia- l'accorpamento dell'ITIS con l'ITG e l'autonomia
dell'IPSIA grazie all'escamotage, per
superare il vincolo dei 600 iscritti per mantenere la dirigenza, dei corsi per
adulti.
Nell’a.s. 2013/14, dal momento in cui l'Istituto per
geometri è stato unito con l’ITIS, è
iniziata una crisi irreversibile che ne ha portato ad affossarne la storia e le
prospettive di sviluppo. L’IT per geometri si è avviato a perdere l'identità
e la soggettività diventando, anche agli
occhi della città, quello che non è: uno
degli indirizzi dell’ITIS, nascosto tra chimica e meccanica, invece di avere pari
dignità è visibilità dello storico Istituto Tecnico Industriale.
Da settembre 2014 l’istituto per geometri -con una
decisione di cui non si comprende la ratio e per una chiara incapacità politica
di pensare allo sviluppo e alla programmazione delle scuole in città- è stato
“deportato” (nei mesi estivi) dalla sede storica di viale Trento (costruita e
conosciuta come “geometri”) all'istituto dell’ITIS di via Battisti. Inoltre il
fatto che l’intestazione dell’istituto sia diventata ITT cioè Istituto
Tecnico-Tecnologico con la scomparsa anche nominale dei “geometri” (al
contrario da quanto successo a Narni) ha ulteriormente fatto perdere identità
ed appeal alla scuola. La deportazione alle indyustriali ha fatto perdere i
laboratori del legno, il settore in espansione del CAT.
Inoltre il tamtam tra studenti ha fatto una pessima pubblicità alla
scuola, che prima era una piccola realtà che funzionava coesa e libera
garantendo agli studenti reali spazi di autonomia durante le
assemblee e libertà nei momenti di relax come la ricreazione.
Ora che una dirigente voglia attribuire il crollo delle
iscrizioni dell’istituto alla battaglia civile per la laicità della scuola
pubblica dimostra l’incapacità gestionale ed il tentativo di spostare la
responsabilità di un chiaro fallimento su altri. Se i “Geometri” rischiano a
Terni l’estinzione -mettendo a rischio decine di posti di lavoro di docenti ed
ATA- si deve a chi dirige l’istituto che negli ultimi due anni si è mosso in
maniera tale da ottenere i risultati del 15 febbraio: nessuna classe prima per
il prossimo anno.
In una scuola che subisce tagli da oltre vent’anni -in
pieno accordo tra centrodestra e centrosinistra- con l’impiego di risorse, rispetto al PIL,
minore d’Europa, l’unico investimento fatto negli ultimi anni è stato quello
sul progetto fallimentare della valutazione dei docenti, ripreso anche dalla
controriforma annunciata dal duo Renzi-Giannini. In questa situazione di miseria economica e professionale, abbiamo:
docenti sottopagati, costretti ad andare in pensione vicino ai 70 anni ed un
esercito di precari senza diritti e possibilità di impiego stabile, tanto
indecentemente trattati che una sentenza della corte europea ne ha imposta a
novembre l’assunzione. Se la scuola della valutazione fosse veramente tale non
resterebbe che valutare l’operato del dirigente e chiedere quello che sarebbe
il minimo in ogni “azienda”: le dimissioni per manifesta incapacità.
COBAS DELLA SCUOLA- TERNI
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