W 1° MAGGIO INTERNAZIONALISTA , ANTIRAZZISTA E ANTICAPITALISTA

sabato 1 maggio 2021

 Come per il 25 Aprile, migliaia di antagonisti  sono tornati a riempire le piazze d'Italia il 1° Maggio, nel segno dell'opposizione al governo Draghi e alla modernità capitalista annunciata nel "recovery plan", assecondata da tutto l'arco parlamentare e giubilata da Cgil,Cisl Uil, che proprio il 1° Maggio hanno mostrato la faccia del loro asservimento ai piani padronali facendosi finanziare il concertone dall'ENI, multinazionale dell'estrattivismo fossile e della corruzione,


La manifestazione più partecipata è stata quella di Torino con le motivazioni della rinnovata lotta NO TAV dopo le vincenti battaglie di S. Didero e le solite aggressioni delle forze dell'ordine . Non da meno è stato il partecipato corteo del 1° Maggio a Milano ; così come le manifestazioni di Brescia, Bologna , Firenze, Pisa e Napoli largamente unitarie; a Roma eravamo in p.za S. Apostoli a sostenere la lotta dei lavoratori Alitalia, con la delegazione curda a rappresentare il valore universale del 1° Maggio; a Taranto per chiudere la fabbrica di morte ex Ilva, che il 22-23 maggio porterà a Roma la protesta; iniziative a Cosenza, Messina, Padova,....

1° Maggio vietato in Turchia , con arresti e feriti a Istambul,Izmir, Dyarbakir,...; in Palestina si è lottato "il venerdì del ritorno" e contro Israele+ ANP che impediscono le elezioni; in Colombia sotto assedio" contro la riforma fiscale", in Cile, Perù e Ecuador ; in Europa 150.000 in piazza a Parigi e scontri....; a Madrid e Barcellona;

Primo maggio: migliaia in piazza per un futuro libero da sfruttamento e devastazione

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Oggi primo maggio migliaia di manifestanti sono scesi in piazza per rivendicare la necessità di un cambio di direzione nella politica istituzionale a fronte della pandemia che sta sconvolgendo il nostro modo di vivere e rendendo evidenti le contraddizioni della società.

Mentre sindacati ed istituzioni celebravano il primo maggio rinchiusi nel Comune di Torino proiettando il comizio su un megaschermo in Piazza San Carlo, cifra distopica della distanza che esiste oggi tra queste componenti e la sofferenza sociale che da Nord a Sud riguarda milioni di persone, due piazze vive e partecipate da lavoratori e lavoratrici, facchini, giovani, migranti e No Tav hanno scelto di condividere lo spirito originario di lotta di questa giornata.

Da piazza Vittorio è partito un corteo di almeno 1500 persone che ha ricordato quanto sta succedendo in Val Susa, la devastazione del cantiere di San Didero, l’allargamento del cantiere di Chiomonte ed i rischi che questi rappresentano per la salute pubblica della valle e per le casse del paese. Mentre viviamo un evento storico che dovrebbe farci ripensare interamente il sistema di sviluppo odierno, la logica delle grandi opere sottrae risorse e possibilità ad una sanità territoriale che sia in grado a rispondere all’emergenza, a scuola ed università, alla riconversione ecologica ed ad un lavoro che non sia sfruttamento e precarietà, ma che sia utile e giusto.

Fridays for Future è intervenuto durante il corteo contestando il piano per la transizione ecologica che dietro il green washing nasconde le solite logiche di finanziamento delle produzioni inquinanti, in barba alla necessaria decarbonizzazione, e delle grandi opere inutili che ancora una volta dentro il recovery plan rivestono un ruolo centrale nonostante le enormi emissioni di CO2 che comportano. La transizione ecologica di questo governo è una farsa dietro cui si nascondono i soliti grandi interessi come quelli di Eni e di Enel, come quelli degli speculatori e devastatori della terra.

In questo primo maggio è stato necessario ancora una volta sottolineare “che c’è lavoro e lavoro”, che esiste lavoro utile, degno, che costruisce condizioni di vita migliori per tutti e che questo lavoro andrebbe liberato dallo sfruttamento, mentre altri lavori significano solo impoverimento, devastazione e inquinamento.

Il corteo di Piazza Vittorio ha poi raggiunto Piazza Castello incontrandosi con i lavoratori e le lavoratrici, gli studenti e le studentesse che hanno condiviso dai microfoni le esperienze di lotta e di sfruttamento che hanno vissuto durante la pandemia.

La manifestazione ha provato a dirigersi verso il Comune dove si teneva la celebrazione istituzionale per rivendicare la necessità di un cambio di direzione rispetto le politiche che sono state messe in campo nel PNRR nazionale e regionale. La polizia ha caricato il corteo a freddo ferendo tre manifestanti alla testa. La solita gestione dell’ordine pubblico da parte della Questura torinese impegnata come sempre a tenere la legittima rabbia popolare lontana dai responsabili della crisi, delle privatizzazioni e di una gestione della pandemia fallimentare.

La volontà di lottare in questa giornata si è affiancata alla consapevolezza di quanto questo sistema di sviluppo sia insostenibile, di quanto larga parte della popolazione stia pagando le scelte della politica, dei sindacati asserviti al potere e delle lobbies finanziarie e speculatrici del nostro paese. Sappiamo bene come questo momento storico ci imponga una scelta, quella di lottare per salvarci dalla crisi, dalla devastazione ambientale e dalla malattia. Come recitava lo striscione in testa al corteo, per salvarci dobbiamo cambiare sistema.

AVANTI  NO TAV

 

BOLOGNA , alle 10 in via Matteotti la la manifestazione indetta da Cobas,Sgb, Usi,  Unione Inquilini , Comitato emiliano-romagnolo No Autonomia Differenziata, Prc, Pcl, Pci e Nessuno resti indietro.

 

Milano importante manifestazione organizzata dai sindacati conflittuali,con alcune migliaia di lavoratori e altri movimenti sociali da p.za Cairoli nonostante la pioggia battente .

Una quindicina gli organizzatori: tra gli altri, Non una di meno, i lavoratori dello spettacolo, Cantiere, Lume, la Camera del non lavoro e la brigata Lena Modotti, i sindacati Usb,S.I. Adl ,Sial e Slai Cobas, Usi e Cub,Rifondazione, Partito Comunista dei Lavoratori e Partito Comunista. I rider partecipano con una delegazione.

 

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Primo maggio, manifestazione dei lavoratori dello spettacolo al ‘Rendano’ di Cosenza

La rete composta da Approdi, collettivo di lavoratori dello spettacolo e della cultura della Calabria, insieme ad altre realtà e associazioni di base dell’area urbana, oltre a singole individualità del territorio regionale, si è riappropriata simbolicamente per un giorno del Teatro Rendano di Cosenza. “Dopo un anno di incontri, di riflessioni e mobilitazioni dal basso – raccontano gli operatori del comparto – crediamo sia arrivato il momento di ritrovarsi fisicamente per prendere nuovamente la parola”.

Sulla facciata del teatro cosentino è stato esposto uno striscione con scritto “Senza cultura l’anima muore. Lavoro, reddito, diritti, tutele”. Nel pomeriggio, un dibattito all’interno del teatro cosentino e per consentire l’accesso a chi vorrà partecipare – sempre nel rispetto del distanziamento sociale – sono stati eseguiti dei tamponi rapidi, in modo da consentire lo svolgimento della manifestazione in totale sicurezza.

“Senza un intervento definitivo – spiegano gli organizzatori – e il più possibile unitario, le conseguenze di questa crisi saranno drammatiche. Stiamo già assistendo a ricadute insostenibili sulla vita dei lavoratori, sulla salute dell’intero comparto dello spettacolo, specie per le attività più piccole che non hanno la possibilità e la forza di riaprire senza sostegni concreti”.

 

Padova l’appuntamento dato da Adl Cobas, Maestranze dello Spettacolo, Priorità alla Scuola, realtà sportive popolari cittadine e dalla rete di mutualismo All You Can Care è nel piazzale della stazione. Qui, in contemporanea con l’inizio del concentramento, è stato montato l gazebo di Granma, il laboratorio di salute popolare, che ha fatto tamponi con l’obiettivo di tutelare la manifestazione, ma soprattutto per garantirli a tutte quelle categorie di lavoratori e lavoratrici a rischio a cui viene negato un servizio così basilare.

Primo Maggio, rendere visibili gli invisibili nella convergenza delle lotte

Il primo maggio c'è. A Milano, Bologna, Roma e in altre città in piazza movimenti, sindacati e auto-organizzati. Dal pomeriggio in tutto il paese sfila un'ampia e eterogenea rappresentanza di un quinto stato ancora frammentato. E' la festa programmatica di chi, al di là delle vertenze settoriali, cerca una rivendicazione comune come il reddito di base e le politiche per superare la precarietà

1° MAGGIO IN TURCHIA:

Primo maggio, Turchia: centinaia di persone fermate per il corteo La polizia in tenuta anti sommossa intorno alle strade ha fermato centinaia di manifestanti Tweet 01 maggio 2021 I numeri di quanti siano stati fermati non sono certi. Alcuni parlano di 100, altri di 200 persone. Secondo l'ufficio del governatore della città turca, sarebbero 212 le persone fermate a Istanbul. Quello che è certo è che nonostante il lockdown, molti sfidando il blocco, sono scesi per le strade per corteo per il 1° maggio a Istanbul. Un corteo che si è trovato davanti transenne e polizia in tenuta anti sommossa. Bloccate le strada che portano a piazza Taksim, luogo simbolo della protesta, e in altre aree vicine, compresa la popolare Istiklal Avenue. Non sono mancati momenti di tensione. Gli arresti sarebbero avvenuti in diverse aree intorno alla piazza, dove i manifestanti hanno cercato di superare gli schieramenti di polizia, i cui agenti in servizio dopo aver invitato più volte le persone a rispettare il lockdown, sono passati alla carica, prima di procedere con gli arresti. La cronaca parla di focolai di scontri tra poche centinaia di manifestanti e le forze dell'ordine in diversi quartieri attorno alla piazza.

 

 

PALESTINA, Abbas rinvia le elezioni palestinesi. I giovani protestano

il presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas ha dichiarato che le elezioni saranno rinviate fino a quando non ci sarà la garanzia che il voto possa aver luogo nella Gerusalemme est occupata, ritardando ulteriormente le votazioni in un Paese che è andato alle urne per l’ultima volta nel 2006.

Rivolgendosi a una riunione delle fazioni palestinesi, Abbas ha affermato di aver esortato la comunità internazionale a spingere Israele a consentire la campagna elettorale e il voto a Gerusalemme est, un’area annessa dallo Stato ebraico nel 1967 che i palestinesi rivendicano come loro futura capitale.

Abbas ha aggiunto che il processo elettorale non può proseguire perché Israele non ha fornito garanzie riguardo a Gerusalemme prima delle elezioni legislative e presidenziali – indette rispettivamente per il 22 maggio e il 31 luglio.

Abbiamo deciso di rinviare le elezioni fino a quando non ci sarà una garanzia su Gerusalemme”, ha dichiarato il leader palestinese di 85 anni.

I palestinesi nella Cisgiordania occupata da Israele e nella Striscia di Gaza bloccata hanno espresso la speranza che le elezioni, dopo 15 anni di attesa, potrebbero aiutare a risanare il sistema politico palestinese e le divisioni interne.
Le elezioni erano state indette a seguito di un accordo tra il movimento Fatah, di Abbas, che controlla la Cisgiordania, e il suo rivale di lunga data Hamas, che amministra la Striscia di Gaza bloccata da Israele.

Hamas ha affermato mercoledì che rifiuterà “qualsiasi tentativo di rinviare le elezioni”.

Un ritardo rischia di infiammare le tensioni nella società palestinese politicamente fratturata e i manifestanti a Ramallah hanno prontamente denunciato la mossa di Abbas.
“Abbiamo un’intera generazione di giovani che non sa cosa significano le elezioni”, ha detto all’Afp il manifestante Tariq Khudairi.

“Questa generazione ha il diritto di eleggere i suoi leader”, ha aggiunto.

I critici di Abbas hanno avvisato che avrebbe usato la questione di Gerusalemme per guadagnare tempo poiché le prospettive di Fatah sono state minacciate da fazioni interne.
Hamas è visto come meglio organizzato di Fatah e in una buona posizione per guadagnare terreno in Cisgiordania.

Abbas deve anche affrontare le sfide delle scissioni all’interno di Fatah, tra cui una guidata da Nasser al-Kidwa, nipote dell’iconico leader palestinese Yasser Arafat, e un’altra da un potente ex capo della sicurezza di Fatah in esilio, Mohammed Dahlan.

1 Maggio: 150mila in piazza in Francia, tensioni a Parigi

Lacrimogeni e cannoni ad acqua per disperdere la folla

© ANSA

 

Quest'anno il ritorno delle manifestazioni di piazza e dei cortei dopo lo stop dello scorso anno a causa del covid-19: alle 18 la Confederation Generale du Travail (Cgt), la principale sigla sindacale in Francia, conta 150mila partecipanti ai raduni in tutto il Paese, 25mila a Parigi dove si sono registrate anche tensioni e 34 fermi, stando a Le Parisien. Melenchon interrvistato" Francia e Italia sbagliano su ex terroristi,l'estradizione è una inutile vendetta".

1° Maggio in Colombia,proteste e scontri   contro la riforma fiscale

Mobilitazioni in tutto il paese contro la proposta di legge del presidente Ivan Duque. Se approvata, comporterà l’aumento dei prezzi dei generi alimentari in un paese già gravemente colpito dalla crisi pandemica e dalla violenza di Stato .

 

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