La scuola-quiz tra le sperimentazioni fallite e la trappola INVALSI

lunedì 13 febbraio 2012

In questi ultimi giorni i sindacati della Triplice e altri sostenitori della scuola-azienda e della scuola-quiz si stanno vantando di aver bloccato l’orrenda sperimentazione gelminiana (fatta propria il 7 dicembre anche dal neo-ministro Profumo) Valorizza, che prevedeva premi in denaro e in seguito differenziazioni gerarchiche e salariali tra docenti utilizzando il grottesco metodo reputazionale.  Ad assegnare le “pagelle” agli insegnanti avrebbe dovuto essere un improponibile nucleo di valutazione, composto dal preside e da due docenti eletti dal Collegio (con la supervisione del presidente del Consiglio di Istituto), utilizzando, per distribuire premi salariali, anche i giudizi interessati di genitori e studenti sui propri docenti, e una ridicola scheda di autovalutazione in cui gli insegnanti dovevano auto-incensarsi su quanto sono bravi a spiegare, a coinvolgere le classi, ad avere un eccellente rapporto con le famiglie.
In realtà tale progetto era stato stroncato l’anno scorso - grazie all’intransigente opposizione dei COBAS – dai docenti coinvolti che al 99% si erano rifiutati, in tutte le province interessate, di prestarsi all’eutanasia del proprio lavoro. I pochissimi sostituti/e, reclutati affannosamente, avevano poi fatto mestamente notare ai Signori della Valutazione l’assenza di qualsiasi criterio oggettivo utilizzabile, dando il colpo finale alla manicomiale sperimentazione. A quel tempo tutti i sindacati, che oggi si prendono meriti abusivi, appoggiarono le sperimentazioni in atto o, i più ipocriti, osservarono un silenzio ponziopilatesco. E oggi, tra chi si vanta di vittorie non sue, non è avanzato alcun ripensamento sulla distruttività dei meccanismi pseudo-valutativi  e  di una futura scuola-quiz regolata dai pagliacceschi test INVALSI. Basterebbe leggersi i comunicati Cgil in cui si sottolinea di aver chiesto l’accantonamento del progetto Valorizza2 (la replica della fallita sperimentazione dello scorso anno) non perché tali meccanismi valutativi cancellerebbero ogni didattica di qualità, ma in quanto “invasivi di specifiche prerogative contrattuali”. Come se la sedicente valutazione andasse bene se a distribuire premi e punizioni fossero, oltre ai presidi, le RSU e i sindacati che gestiscono oligarchicamente i diritti democratici nelle scuole: ipotesi peraltro già presente negli esiti della Commissione MIUR-OOSS prevista dal CCNL 2003 e ribadita in quello vigente.
In verità la sperimentazione Valorizza era così grottesca da non poter essere sostenuta neanche tra i corifei e i galoppini, numerosi purtroppo, del collaborazionismo aziendale, tanto più dopo una  opposizione di massa come quella messa in campo, grazie ai COBAS ma anche a tanti docenti non legati a noi, l’anno scorso. Pur tuttavia non ci rallegriamo troppo di questa vittoria non solo perché prosegue il secondo progetto di sperimentazione gelminiano, quel VALES (valutazione e sviluppo scuola, ex-VSQ) che intende valutare le scuole distribuendo ad esse premi e punizioni in termini di finanziamento, ma soprattutto perché l’arma di distruzione definitiva della scuola di qualità e di affermazione di una miserabile e cialtrona scuola-quiz è già pronta grazie all’INVALSI.
Chi negli anni passati aveva creduto alle rassicurazioni dei ministri Fioroni e Gelmini sull’innocuità dei quiz Invalsi, come sedicente supporto didattico ai docenti, ora deve aprire gli occhi. Di fronte alle sollecitazioni della Commissione Europea prima il governo Berlusconi e poi quello Monti hanno ammesso ciò che noi sosteniamo fin dall’esordio dell’INVALSI: “La responsabilità delle singole scuole verrà accresciuta, sulla base delle prove INVALSI, definendo per l’anno scolastico 2012-2013 un programma di ristrutturazione per quelle con risultati insoddisfacenti; si valorizzerà il ruolo dei docenti, elevandone, nell’arco di un quinquennio, impegno didattico e livello stipendiale relativo; si introdurrà un nuovo sistema di selezione e reclutamento”. Gelmini prima, Profumo ora, hanno smentito nell’arco di tre mesi chi negli ultimi anni si era affannato a dimostrare che l’INVALSI avrebbe aiutato docenti e studenti, scuola e famiglie: come sempre sostenuto dai COBAS la valutazione a quiz è un temibile strumento per piegare, con il ricatto del licenziamento e della dismissione degli istituti (come negli USA e in Gran Bretagna), docenti e scuole alla ristrutturazione più miserabile dell’istruzione.
I due governi, con una staffetta micidiale, hanno convenuto che “ l’ INVALSI misurerà il ‘valore aggiunto’ in termini di risultati dell’insegnamento prodotti da ogni scuola. La valutazione delle scuole sarà condotta da un Corpo di Ispettori…e porterà alla definizione di una classifica usata per dare alle scuole migliori incentivi e ricompense in termini di finanziamenti..Gli Ispettori valuteranno i risultati e proporranno le misure più appropriate che potranno includere una ristrutturazione dell’istruzione, compresa la ridefinizione della dimensione delle singole scuole. Per valutare le carriere dei migliori docenti è stato testato un sistema innovativo che disponga nuovi criteri di ricompensa”.
Dunque, come dai COBAS previsto fin dall’avvio del “nuovo”INVALSI, i quiz verranno usati per ristrutturare l’istruzione, premiare i docenti proni agli indovinelli, assegnare loro maggiorazioni stipendiali e progressioni di carriera e aumentare i finanziamenti non alle scuole in difficoltà ma a quelle che saranno giudicate le migliori in base ai quiz. Che queste saranno le linee-guida del programma per la scuola lo ha confermato Monti al Senato il 17 novembre, giorno del voto di fiducia al governo: “La valorizzazione del capitale umano deve essere un aspetto centrale: sarà necessario mirare all’accrescimento dei livelli di istruzione della forza-lavoro, che sono ancora oggi nettamente inferiori alla media europea, anche tra i più giovani. Vi contribuiranno interventi mirati sulle scuole…anche mediante i test elaborati dall’INVALSI e la revisione del sistema di selezione, allocazione e valorizzazione degli insegnanti”. E pochi giorni dopo gli ha fatto eco il neo-ministro Profumo in prima fila per imporre la “valutazione come fattore imprescindibile per attivare qualsiasi processo di miglioramento sia nella scuola che nell’Università” durante un Convegno internazionale, sponsorizzato da grandi centrali economiche e finalizzato a dimostrare la assoluta centralità della valutazione.
Le intenzioni degli aziendalisti scolastici sono cristalline: l’adeguamento alle esigenze delle industrie e del potere economico non passerà più attraverso le mega-riforme ma, come aveva anticipato una dozzina di anni fa Tullio De Mauro, ministro a V.Trastevere per pochi mesi, attraverso la modifica delle prove finali per gli studenti e costringendo tutto il sistema didattico ad adeguarsi alla valutazione finale a quiz per assegnare premi e punizioni a studenti, docenti e scuole, con la conseguente ristrutturazione su questa base dell’intero ciclo didattico e la sparizione di materie e programmi stabili, alla ricerca di “competenze” che siano improntate a quella massima flessibilità cognitiva richiesta dalla impresa capitalista. Dunque, questo sarà il prossimo terreno di scontro tra i difensori della scuola bene comune e i suoi distruttori.
Ma l’imposizione dei quiz INVALSI come prova della qualità del lavoro dei docenti e degli studenti provocherà anche la piena standardizzazione dell’insegnamento, da tempo ricercata da chi vuole far divenire l’istruzione una merce da vendere in regime di concorrenza tra privati. Sulla base dei quiz INVALSI si potrà modificare alla radice il lavoro didattico, imporre un modello universale di insegnamento-infarinatura, costringere il docente a seguire procedure prestabilite e generalizzabili, sconvolgere i testi scolastici (“abbiate pazienza, stiamo invalsizzando i nuovi testi”, dicono ai docenti i rappresentanti delle case editrici). Una volta realizzata la standardizzazione e la verifica omologata dell’insegnamento, verrebbe meno la necessità dei docenti professionisti. Per impostare, applicare, realizzare e valutare i quiz/test e con essi il rendimento di un insegnante o di uno studente, non serve un corso di laurea, basterebbero quei prestatori di servizi scolastici che l’OCSE caldeggiava fin dal 1996, trattandosi di un lavoro subordinato di bassa qualità. Insomma, i docenti che accettano l’invalsizzazione contribuiscono fattivamente alla eutanasia di una professione, oltre che all’immiserimento della scuola.
Secondo i diktat dei sostenitori della scuola-azienda e dell’istruzione-merce, l’obiettivo dell’istruzione non sarebbe più l’acquisizione del sapere (o dei saperi) e la capacità di leggere il mondo ma l’addestramento a “competenze” che permettano di svolgere lavori a bassa qualifica e modellati sulle capricciose esigenze del mercato. Ma se basta una infarinata linguistica, tecnica e numerica per uno studente disciplinato e reso acquiescente nel lavoro e nella società, colmo di “spirito aziendale e di gestione”, allora certamente la spesa pubblica del passato per l’istruzione risulta esagerata. E conseguentemente la scuola-azienda non può che produrre una scuola-miseria (tanto più in Italia con un apparato produttivo che ha sempre vissuto sul sostegno statale, l’abbassamento del costo del lavoro, il rifiuto di ogni spesa significativa per l’innovazione e la ricerca) e una scuola basata su quiz come metro di valutazione e di apprendimento.
L’epicentro dello scontro tra i difensori della scuola pubblica e i suoi distruttori ci sarà nelle giornate tra l’8 e l’11 maggio quando le scuole italiane saranno nuovamente investite dallo “tsunami” INVALSI con il tentativo ministeriale di imporre nuovamente e illegalmente i quiz ad ogni istituto e ad ogni docente. Se la grande maggioranza degli insegnanti, degli studenti (alle superiori) e dei genitori (medie ed elementari) collaborerà ai mefitici quiz, il prossimo anno essi diverranno prova d’esame alla Maturità, completando il ciclo della valutazione quizzarola e del conseguente immiserimento didattico dalle elementari all’Università.
E’ dunque cruciale organizzare fin d’ora il più ampio boicottaggio dei quiz, che non sono obbligatori né per le scuole né per i docenti, malgrado il MIUR e i presidi cerchino illegalmente di imporre il contrario: e in tal senso va letto anche il decreto sulle “semplificazioni”, per il quale le prove INVALSI rientrerebbero tra le “attività didattiche ordinarie”. Ancora una volta il MIUR non ha potuto far rendere legge la pretesa obbligatorietà dei quiz, perché essa invaderebbe il campo contrattuale per quel che riguarda gli obblighi di lavoro degli insegnanti e soprattutto violerebbe i principi costituzionali dell’autonomia delle istituzioni scolastiche (art.117) e della libertà di insegnamento (art.33), in base ai quali gli Organi collegiali e i singoli docenti hanno libertà di decisione su come svolgere qualsiasi “attività ordinaria”, compresi i criteri di valutazione sugli apprendimenti degli studenti: cosicché i quiz INVALSI restano non obbligatori.
Stiamo discutendo con varie e importanti organizzazioni studentesche e con molti genitori le forme di questo boicottaggio, ivi compresa la possibilità di uno sciopero per i primi due giorni dei quiz (la legge anti-sciopero impedisce di superare i due giorni consecutivi). Ma fin d’ora dobbiamo impegnarci al massimo per far circolare la più ampia informazione (compatibilmente con il divieto dittatoriale ai COBAS di tenere assemblee nelle scuole in orario di servizio, persino durante la campagna elettorale RSU) sulla distruttività della scuola-quiz e del diabolico meccanismo INVALSI e sull’autolesionismo di ogni forma di collaborazione con essi da parte di chi vuole difendere e migliorare la scuola pubblica.

La sperimentazione del nulla

La scuola a punti, di Francesco Di Lorenzo da fuoriregistro


Nel mercato della sperimentazione, che una volta aveva un significato ben definito e che dalla gestione Moratti in poi ha perso progressivamente valore, oggi si ritrovano - vicini, attigui/contigui - sia gli insegnanti che i dirigenti. La novità è che saranno valutati attraverso il percorso sperimentale Vales (Valutazione Sviluppo Scuola), per la prima volta con questo metodo, anche i dirigenti scolastici.
Il progetto dovrebbe coinvolgere un massimo di trecento istituti e durare tre anni. Ma la novità vera, all’interno del percorso di valutazione dei singoli istituti, spiegano i tecnici che se ne intendono, sarebbe l’entrata in scena del ’valore aggiunto’. Cos’è? Difficile spiegarlo, ma proviamoci. In pratica, in base ai test Invalsi, con i dati opportunamente trattati, dopo tre anni si saprà se, nella materia testata, l’alunno ha fatto un salto di qualità o meno. Di conseguenza, si scoprirà se l’insegnante di quella materia è un fannullone o uno che ci sa fare. Insomma, se non proprio alle solite comiche, ci siamo molto vicini.
Si parte dalla coda e ci perdiamo nei meandri del percorso. Il discorso è sempre quello: ci si accanisce a fare infinite verifiche e a dare valutazioni, tanto da non aver il tempo di stimolare, suggerire, inventare percorsi di studio insieme e per gli alunni. Invece di farli crescere con il lavoro del ragionamento, li mettiamo in ansia con l’assillo dell’errore. Così anche la certificazione di un momento, diventa standardizzazione e giudizio perenne.
Ci si infila in percorsi irreali e pieni di rituali, in viaggi oscuri e fiabeschi (ma lugubri), per cui dopo tre anni si spera che, in base a non si sa cosa e per quale motivo, quello che prima andava male, all’improvviso va bene.
Dovremo invece sapere che così, al massimo, si avrà la certificazione della realtà, ma senza aver fatto il minimo sforzo per modificare lo stato delle cose. Anche perché non c’è all’orizzonte, nella scuola, né un piano di aggiornamento metodologico, né un ammodernamento programmatico e neanche uno straccio di sviluppo delle competenze comunicative. Però, intanto, ci si augura che dopo tre anni, in base al ’dono magico’ che qualcuno ci offrirà nel frattempo, le cose si aggiustino da sole. Ed essendo noi, in fondo, un popolo di fedeli, questo lo si può anche capire. Meno, giustificare.
Tutto questo mentre Obama, negli Stati Uniti, lancia un piano di investimenti con l’assunzione di centomila insegnanti di materie scientifiche, perché, dice, il futuro dei giovani è nell’invenzione e nella creatività, appunto, scientifica. L’obiezione la conosciamo: ’non siamo americani e il loro sistema è diverso e non paragonabile al nostro’.
D’accordo. Però ricordiamoci anche che noi siamo ancora mentalmente legati ad un vecchissimo ed ’idealissimo’ liceo classico. Con tutto quel che ne consegue.

Da Fioroni a Profumo passando per la Gelmini: Il filo bianco

mercoledì 8 febbraio 2012


E’ stato reso noto il testo definitivo del decreto sulle semplificazioni. La parte sulla scuola viene in parte modificata.
Sulla questione più urgente dei tagli ancora in fieri all’organico si fa una decisa marcia indietro rispetto alle iniziali ipotesi di recupero. Il cosiddetto organico funzionale è subordinato ai limiti della legge 133. L’art. 50 si conclude così: “3. Dall’attuazione delle disposizioni del presente articolo non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.”
Non c’è pertanto alcuna svolta nella politica scolastica, ma la conferma che questo governo si muove in continuità con quella visione economicista che ha caratterizzato quella dei precedenti.
Questo il dipanarsi del filo sulle questioni che hanno creato i maggiori problemi negli scorsi anni:
1) I tagli all’organico. A settembre 2007 i Ministri Padoa Schioppa e Fioroni pubblicano il cosiddetto “Libro bianco sulla scuola”. Questo libro fu curato dall’attuale Ministro per la coesione territoriale Fabrizio Barca, economista ed ex direttore del MEF. In esso si evidenziavano le differenze fra il nostro sistema e quello di altri paesi e si individuavano i settori nei quali vi sarebbe un eccesso di personale e quindi di spesa: il tempo pieno, il sostegno, il numero di alunni per classe, il numero di ore di lezione. Sono questi gli ambiti che sono poi stati soggetti dei tagli più pesanti negli anni successivi:
a) Fioroni aveva previsto un taglio di 30.000 posti nel triennio 2008-2011.
b) Il nuovo governo Berlusconi entrato in carica nel corso del 2008 produsse il decreto legge 112 il cui art. 64 ha comportato il taglio di altri 120.000 posti e di 8 miliardi di euro.
c) Per effetto dell’entrata in vigore della “controriforma” Gelmini e della riduzione progressiva delle ore di lezione dalle elementari alle superiori tali tagli continuano ad agire per scorrimento. Questo governo continua ad applicare tali norme: . “Gli organici di cui al comma 1 sono determinati, complessivamente, nel rispetto dell’articolo 64 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133” art. 50, c2, e neppure si preoccupa degli oltre 10.000 docenti in esubero che rischiano entro due anni il licenziamento.
2) Valutazione e ruolo dell’Invalsi
a) Fioroni (Legge 176/07) introduce le prove Invalsi all’esame di Stato, affida al Servizio nazionale di valutazione il compito di “effettuare verifiche periodiche e sistematiche sulle conoscenze e abilità degli studenti e delle scuole nonché altre rilevazioni necessarie per la valutazione del valore aggiunto realizzato dalle scuole”. La rilevazione deve avvenire su campione e minimizzare l’onere per le scuole (direttiva 52 del 19/06/07).
b) Gelmini (direttiva 15/09/08) applica la norma per l’esame di terza media di Italiano e Matematica e avvia la sperimentazione di prove Invalsi per l’esame finale delle scuole superiori. La direttiva impone all’Invalsi la valutazione di sistema, la valutazione delle scuole, la valutazione degli studenti con analisi del valore aggiunto, la valutazione del personale. La valutazione deve coinvolgere obbligatoriamente tutti gli studenti delle classi seconde e quinte elementari, prime e terze medie, seconde e quinte superiori, scaricando l’obbligo e l’onere sulle scuole.
c) Profumo decreta (art. 51, c2) che “Le istituzioni scolastiche partecipano, come attività ordinaria, d’istituto, alle rilevazioni nazionali… di cui alla legge 176/07”. La direttiva n. 88 del 18/10/11 del Ministro Gelmini prevede ancora la somministrazione obbligatoria delle prove a tutti gli studenti nel mese di maggio. La formulazione dell’art. 51 sembra confermare un presunto obbligo di somministrazione e correzione delle prove da parte delle scuole e l’ assurda impostazione che pretende di usare una stessa prova per valutare di tutto.
3) Clericalismo e scuole private
a) Fioroni approva i nuovi programmi per la scuola d’infanzia con un impronta neoclericale. Con il decreto dell’8/08/07 riconosce alle scuole paritarie private di svolgere una funzione pubblica (non solo un servizio) e amplia i finanziamenti a tutti gli ordini di scuola, dall’infanzia alle superiori.
b) La Gelmini prosegue su questa strada aumentando i finanziamenti mentre taglia quelli alle scuole statali.
c) Il Ministro Profumo nella sua relazione programmatica davanti alla Commissione cultura della Camera inserisce fra le 10 azioni prioritarie del suo ministero “Scuola paritaria nel sistema pubblico di istruzione (Semplificazione delle modalità di finanziamento).” Nella prima versione del decreto compare l’istituzione del “Fondo per l’istruzione paritaria” che tende a far divenire istituzionale il finanziamento vietato dall’art. 33 della Costituzione. Fortunatamente tutto l’art. 59 del vecchio testo scompare dalla versione definitiva (per ora).
4) Obbligo scolastico e apprendistato
a) Fioroni introduce la possibilità di adempiere all’obbligo scolastico anche nella formazione professionale.
b) Gelmini prosegue su questa linea.
c) Profumo inserisce ufficialmente l’apprendistato fra i percorsi dell’istruzione tecnico-professionale (art. 52).
Occorre che il mondo della scuola torni a parlare e a esplicitare le proprie proposte (come la Legge di Iniziativa Popolare per una buona scuola per la Repubblica) che sappiano rimettere al centro la visione costituzionale della scuola come fattore di progresso civile di un paese e invertire la marcia rispetto alla linea impositiva e punitiva portata avanti negli ultimi 4 anni (o meglio negli ultimi 15). Bruno Moretto, Pubblicato da comitatonogelmini

MORIRE DI LAVORO

Salerno 8 febbraio 2012, Questa mattina dopo due giorni di chiusura della scuola causa neve mi sono rimesso in macchina per percorrere i miei 110 chilometri giornalieri, dopo l'uscita di Eboli vedo due agenti della stradale al centro dell'autostrada, fanno rallentare le auto e le incolonnano nella corsia centrale, percorro poche centinaia di metri a passo d'uomo, sulla destra in corsia di sorpasso vedo un rottame che era un'auto, dal lato opposto in corsia d'emergenza un camion  e poco dopo qualcosa d'indistinto ma la cosa che mi fa mettere a fuoco quel qualcosa è un telo dorato che lo copre, il vento lo agita, lo sposta, lo gonfia, sotto intravedo il corpo di una persona, passo oltre scosso. Come un flash, per un attimo, penso a un collega, a quell'ora sono migliaia i docenti, i bidelli, gli amministrativi, precari e non che percorrono le strade della provincia per raggiungere le Scuole, 50 100 200 anche 300 chilometri al giorno. Nel pomeriggio sono a casa, mi raggiunge una telefonata di Giuseppe, compagno di lotta in questi anni, insegnante precario, mi dice che nell'incidente della mattina è morto un collega, Fedele De Luca di 35 anni docente dell'Istituto Alberghiero di Contursi Terme, lascia la moglie un bambino ed un altro in arrivo, domani.
Mi metto al suo posto, penso a mia moglie alla bimba all'altro in arrivo, al caso, al destino, a quante volte il caso mi è stato amico. La tristezza mi assale, ma dura  poco, è la rabbia  a prevalere, carne da macello, questo siamo, in questi anni ci hanno delegittimati, tagliati, resi tutti più precari, sovrannumerari sempre, buttati su una macchina verso l'agognata scuola, ogni anno diversa, Castelnuovo, Sapri, Buccino, Sala Consilina, Amalfi, Positano, Scafati, Sarno, Montesano..... mezzi pubblici neanche a parlarne, la mannaia arriva anche lì, sempre meno treni, sempre meno autobus ed allora tutti sulla grande roulette rappresentata dalle nostre strade comunali provinciali nazionali a scorrimento veloce autostradali, una roulette al contrario dove 1000 volte vinci ma in una perdi e spesso per sempre.
Perchè non reagiamo? Perchè ci nascondiamo nel fatalismo? Quando percorri tanti chilometri è la legge della probabilità che governa tutto.
Quella di Fedele è una morte bianca, un altro assassinio del quale conosciamo mandante ed esecutore che come altre migliaia di volte resteranno impuniti e liberi di commetterne ancora.
Stonano ancor di più le parole che in questi giorni, sono state vomitate su di noi, sulla nostra generazione di sfigati amanti del posto fisso e del lavoro vicino a mamma, un merito ha questo Governo, quello di mostrare il volto vero, bestiale, del sistema in cui viviamo.
Ma Loro possono perchè Noi glielo permettiamo, senza la nostra passività, il nostro individualismo, il nostro fatalismo, il "fino ad oggi tutto bene", Loro sarebbero poca cosa. Ridiventiamo protagonisti della nostra vita, ridiamogli dignità, cominciando a dare il giusto peso alle cose più importanti, la quotidianità, gli affetti, le cose che ci piace fare, ripartiamo dalle piccole cose, dalla lotta quotidiana per ridisegnare un sistema che ad esempio faccia diventare un'eccezione morire di lavoro e non la normalità com'è oggi.

Alessandro D'Auria

Il posto fisso per Monti è monotono Ma la figlia del ministro Fornero ne ha due

martedì 7 febbraio 2012

Silvia Deaglio, 37 anni, risulta professore associato alla facoltà di Medicina dell’Università di Torino. Il secondo impiego è quello di responsabile della ricerca presso la HuGeF, una fondazione attiva nel campo della genetica
Il ministro del Lavoro che ha un figlia con doppio lavoro e per giunta nella stessa università torinese di mamma e papà. Silvia Deaglio, 37 anni, risulta così ricercatrice in oncologia e professore associato alla facoltà di Medicina dell’Università di Torino. Il secondo impiego è quello di responsabile della ricerca presso la HuGeF, una fondazione attiva nel campo della genetica, genomica e proteomica umana.
La figlia del ministro ha preso a insegnare medicina, a soli 30 anni, proprio nella stessa università in cui insegnano economia il padre Mario e la madre neoministro.
Ma anche l’altro posto fisso che affligge Silvia è sotto tiro. Dietro l’incarico presso la “Human Genetics Foundation” ci sarebbe ancora lo zampino di mamma. Solo perché la fondazione è stata creata dalla Compagnia di San Paolo di cui la Fornero era vicepresidente, dall’università di Torino in cui insegnano i genitori e dal Politecnico di Torino il cui rettore era nel consiglio direttivo della Fondazione, fino a che non è diventato ministro dell’Istruzione con il nome di Francesco Profumo. Sarà che Torino è piccola. E che – come scrive Dagospia – la figlia del ministro è “l’incarnazione del ceto accademico-bancario della sinistra liberale sabauda” (e lei, per non smentire l’alto lignaggio, ha sposato un alto dirigente di banca, Giovanni Ronca, già responsabile dell’area Nord–ovest di Unicredit). Ma queste son chiacchiere da bar, gossip, tutto fumo.
Per diradare nebbie e dubbi bisogna scorrere tutto il curriculum senza fermarsi all’intestazione. Si scopre allora che Silvia il suo successo lo merita tutto quanto perché è una calamita di fondi pubblici e privati, un prodigio della natura nel finanziare la ricerca. Soprattutto la propria. In un Paese che investe in questo campo meno dell’1% del Pil Silvia Deaglio è riuscita a ottenere dai ministeri della Salute e della Ricerca quasi un milione di euro in due anni (500mila nel 2008, 373.400 e 69mila nel 2009). Le briciole arrivano dalla Regione Piemonte con finanziamenti a progetti per 12mila e 6mila euro. Altrettanto frenetica l’attività di ricerca fondi per il secondo posto fisso, dove l’intervento delle “alte sfere” è palese. La Compagnia di San Paolo, quella “vicepresieduta” dalla mamma, nello stesso biennio ha finanziato a Silvia un progetto di ricerca da 120mila euro divisi in due trance da 60mila. Nel 2010 la fondazione “Human Gentics Foundation”, creatura della Compagnia stessa, ha garantito il posto da responsabile di unità di ricerca affidandole un progetto da 190mila euro. Silvia, alla fine dei conti, è una donna da un milione e mezzo di euro. A fronte di tutto questo ha pubblicato su Blood, la bibbia mondiale della ricerca sulle malattie del sangue.

Sono spariti i numeri!


Stando così le cose è davvero difficile poter affermare che tra l’attuale e il passato Governo ci sia discontinuità

Il 3 febbraio il Governo ha approvato definitivamente il testo del decreto legge “Semplificazioni e Sviluppo”. Il testo del medesimo decreto inizialmente approvato venerdì 27 gennaio è stato modificato. Le modifiche coinvolgono anche la scuola. Alcune parti del documento iniziale sono scomparse, mentre altre hanno subito cambiamenti significativi. Entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto, più o meno quindi entro la fine di aprile, mediante decreto interministeriale saranno adottate dal MIUR e dal MEF nuove linee guida per la definizione degli organici delle istituzioni scolastiche.
Saranno costituite reti territoriali di scuole. Ogni scuola disporrà di un “organico dell’autonomia” e potrà condividere con le scuole della rete di appartenenza un “organico di rete”.
L’organico dell’autonomia dovrà essere funzionale “all’ordinaria attività didattica, educativa, amministrativa, tecnica e ausiliaria, alle esigenze di sviluppo delle eccellenze, di recupero, di integrazione e sostegno ai diversamente abili e di programmazione dei fabbisogni di personale scolastico”.
L’organico di rete sarà utilizzato “per l’integrazione degli alunni diversamente abili, la prevenzione dell’abbandono e il contrasto dell’insuccesso scolastico e formativo, specie per le aree di massima corrispondenza tra povertà e dispersione scolastica”.
Sia l’organico dell’autonomia che quello di rete saranno costituiti “sulla base dei posti corrispondenti a fabbisogni con carattere di stabilità per almeno un triennio sulla singola scuola, sulle reti di scuole e sugli ambiti provinciali, anche per i posti di sostegno, fatte salve le esigenze che ne determinano la rimodulazione annuale”.
Gli organici saranno determinati nel rispetto dell’art. 64 della legge n. 133/2008 e dell’art. 19, comma 7 della legge n. 111/2011. I risparmi previsti per effetto del taglio di 132.000 posti dovranno continuare a essere garantiti nei prossimi anni, in caso contrario il MIUR sarà costretto a compensare il disavanzo mediante un corrispondente taglio lineare al suo bilancio.
Per evitare comunque fraintendimenti, l’articolo sugli organici si conclude così:
“Dall’attuazione delle disposizioni del presente articolo non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.”
Qualcosa è cambiato rispetto al testo del 27 gennaio?
Certamente: sono spariti i numeri!
Nella prima versione si leggeva:
“In sede di prima applicazione l’organico dell’autonomia è determinato in misura uguale a quello dell’anno scolastico 2011/2012, pari a 724.000 posti docenti e 233.100 posti ATA
L’organico dell’autonomia comprende ulteriori 10.000 posti, da attivare successivamente alla definizione di una apposita sequenza contrattuale che non rechi nuovi o maggiori oneri per le finanze pubbliche, destinati al supporto dell’autonomia scolastica, per la flessibilità e il potenziamento dell’offerta didattica e per gli interventi perequativi.”
Adesso tutto questo è scomparso.
Per l’a.s. 2011/2012 sono stati autorizzati in organico di diritto 691.289 posti per il personale docente e 207.123 posti per il personale ATA. Confrontando i dati si può ipotizzare che il Governo abbia preso come riferimento iniziale per l’organico dell’autonomia l’organico di fatto, non quello di diritto, relativo all’a.s. 2011/2012. Rispetto all’organico di diritto si tratta di 32.711 posti in più per il personale docente e 25.977 posti in più per il personale ATA.
È chiaro a tutti che, partendo da un organico di diritto devastato dai tagli, la scuola non può funzionare come dovrebbe solo per effetto dell’adeguamento dell’organico alla situazione di fatto. I numeri comunque, seppur insufficienti, potevano garantire un limite al di sotto del quale non sarebbe stato possibile andare. Senza numeri il limite non c’è più.
Sono spariti anche i 10.000 posti in più. Il numero è consistente, ma il Governo aveva intenzione di attivarli a costo zero. Pare che in cambio dei posti avrebbe voluto proporre ai sindacati una riduzione equivalente dei finanziamenti per il salario accessorio dei lavoratori della scuola. La logica perversa è la stessa che ha portato a utilizzare parte dei risparmi ottenuti con il taglio di 132.000 posti per la riduzione di un anno del blocco triennale degli scatti, o che ha portato alla cancellazione della seconda fascia stipendiale per l’assunzione a tempo indeterminato di 65.000 lavoratori precari.
L’attuale Governo non vuole quindi rinunciare ai risparmi che ormai a regime sono garantiti dai tagli previsti dall’art. 64 della legge n. 133/2008. In ogni caso per principio la scuola non deve produrre “nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica”.
Stando così le cose è davvero difficile poter affermare che tra l’attuale e il passato Governo ci sia discontinuità, al contrario il nuovo agire mi sembra assolutamente in linea con il vecchio. DA RETESCUOLE

Scarica il documento con il confronto fra i due testi

DISTRUGGONO LA SCUOLA PUBBLICA E LO CHIAMANO SEMPLIFICAZIONE...

lunedì 6 febbraio 2012

ecco la bozza degli articoli del "decreto semplificazioni (dal 54 al 59)" che trasformano, in continuità con Berlinguer/Moratti/Fioroni/Gelmini, la nostra scuola in una triste filiale di un'azienda in fallimento.
Altro che "professori", Profumo e Monti sono per la scuola pubblica peggio di Tamerlano.... le prime avvisaglie provengono dagli esuberi: 42 solo in provincia di Terni!

 Contro la scuola azienda, alle elezioni RSU del 5/7 marzo votate le liste dei Cobas

TFA: Ultime notizie dal MIUR.

La programmazione dei corsi dei Tirocini Formativi Attivi è per il momento bloccata perché la Corte dei Conti ha richiesto una programmazione anche contabile per il prossimo triennio sui posti disponibili, mediante un DPCM.  Il MIUR non è in grado in questo momento di adempiere alle richieste della Corte e pertanto sta cercando di trovare una strada tecnica alternativa per far partire i TFA. Il giorno 13 febbraio è previsto un incontro per dirimere la questione.

LA DIGOS SULLA STRADA DI BRUSHWOOD, PONE MOLTE DOMANDE.

domenica 5 febbraio 2012

 Lo stato autoritario, quello che preleva dalle tasche dei lavoratori e ignora quelle dei ricchi che esportano capitali nei paradisi fiscali, è venuto a bussare, 4 anni e 3 mesi dopo il 23 ottobre 2007, nelle case dei 4 ragazzi di Brushwood (i morti almeno, si spera, li abbiano lasciati stare). Perché? Perché se ti etichettano come nemico dei potenti, entri in una lista nera, che l’apparato poliziesco/giudiziario dello stato, tira fuori ogniqualvolta un pezzo del potere si sente minacciato. Così funziona la democrazia all’occidentale. Non conta ignorare persino  cosa cercano, per limitare la libertà basta che si corrisponda alla categoria del sovversivo come l’iconografia della cultura borghese lo immagina.

INFORMAZIONI SULLE PERQUISIZIONI L’iniziativa di perquisire le abitazioni dei 4 ragazzi dell’operazione Ganzer/Comodi del 23 ottobre 2007, è partita dal sostituto procuratore della Repubblica di Roma Marcello Monteleone, delegando per la perquisizione gli Ufficiali di P.G. in servizio al DAP - Nucleo Investigativo Centrale  e al Dipartimento della Pubblica Sicurezza DIGOS di Roma. E’ stata ritrovata ( da quello che ci hanno detto gli stessi agenti, nel 2010), in un Ufficio Postale una busta con 2 proiettili indirizzata al Vice Capo Vicario del DAP Emilio Somma, contenente un volantino manoscritto in stampatello a firma FAI COOP. Il Giudice scrive  di compatibilità di funzionalità grafica dello stampatello contenuto nella lettera con quello di Michele e quindi su informativa del DAP del 19/20 gennaio “ si presume che gli autori potrebbero verosimilmente  identificarsi nella cellula insurrezionalista operante dal 2007 su Territorio, composta da Michele Fabiani, Andrea Di Nucci , Damiano Corrias e Dario Polinori”. Conclude,  ordinando le perquisizioni: “considerata la necessità di acquisire al procedimento manoscritti in stile stampatello maiuscolo, degli stessi, ovunque rinvenibili in quanto prova di reato”.

Al termine delle perquisizioni sono stati sequestrati varie decine di scritti, 37 a casa di Michele, ragioni per la quale i nostri ragazzi sono stati trattenuti in commissariato fino alle 16,30. Il fatto primo che abbiamo già sottolineato, che immaginare qualcuno mano scrivere una lettera di minacce mentre è sottoprocesso per un reato che gli si vuole attribuire, dove la prova “regina” dell’accusa sarebbe una perizia calligrafica è come dargli la patente da stupido, ma tutti sanno il valore dei ragazzi di Brushwood, perciò un po’ di serietà. Una seconda considerazione evidente; il Pubblico Ministero parla  di una cellula anarchico insurrezionali sta operante dal 2007, composta da Michele, Damiano, Andrea e Dario. Ma il giudice di Terni non ha forse sentenziato che Damiano e Dario non ne  fanno parte ? Allora, il giudice Monteleone che fa, arruola anche coloro che i Giudici di Terni hanno assolto ? Terza considerazione, non sa il giudice di Roma che è in possesso dell’autorità giudiziaria una mole di scritti a mano di Michele, di perizie calligrafiche del tribunale di Terni e dei difensori di Michele, oltreché di buona parte delle lettere sequestrate visto che provengono dal carcere o sono dirette al carcere ? Domande elementari che ci fanno pensare a qualcosa di molto raffazzonato oppure c’è altro.

Una lettera con due proiettili,  nel 2010 come nel 2007, una lettera firmata COOP FAI nel 2010 come nel 2007, una lettera in parte manoscritta nel 2010 come nel 2007. Perciò le cose non possono essere che due o al giudice Monteleone interessa un colpevole qualsiasi, basta che corrisponda il colore, oppure sarà ora di chiedersi seriamente: chi ha veramente scritto la lettera alla Lorenzetti nel 2007
SE LA DEVONO FINIRE ! Lo stato autoritario dei pochi ricchissimi.

Di chi ha paura questo tipo di stato ? ce lo dicono i fatti: i lavoratori, i ceti poveri della società, i giovani, chiunque manifesti idee dalla parte degli sfruttati.

Ad ognuno poi il suo ministero, cioè la sua croce. A crocifiggere i lavoratori ci pensano la ministra che piange e il primo ministro che parla come chi gli dà a mangiare.

Ai giovani che portano il peso delle idee scomode, quelle che non piacciono al potere,  la croce è quella del potere giudiziario.

La legge è uguale per tutti. Non è vero !

I potenti non si toccano, sono proprio le “disgrazie” giudiziarie di Berlusconi che lo confermano, decine di processi, centinaia dice lui, nessuna condanna. Questo significa una cosa semplicissima per i ricchi, i potenti, la macchina giudiziaria non funziona. C’è il rito, ma il finale è sempre lo stesso.

Per i poveri, i lavoratori, chi li difende, chi si ribella alle ingiustizie è diverso, c’è il carcere, c’è la condanna  anche se si è innocenti, a meno che non ci sia una mobilitazione che smascheri  pregiudizi e depistaggi. La storia della Repubblica italiana è piena di queste storie. COMITATO23OTTOBRE  4 febbraio 2012

Governo Monti: Tramonta la sicurezza sul lavoro per i lavoratori della scuola

Governo Monti: Tramonta la sicurezza sul lavoro per i lavoratori della scuola

Quante parole, parole e parole sono state espresse, anche dall’attuale Capo dello Stato in tema di sicurezza sul lavoro? Si dice che è inaccettabile, che è insopportabile, che è insostenibile morire sul lavoro o patire ferite sul lavoro, per il lavoro, durante il lavoro. Eppure, ancora una volta, queste parole rischiano di divenire, semplicemente espressioni di pura demagogia. Si piangono in morti, si condannano gli omicidi sul lavoro, ma la prevenzione non esiste. E in tempo di crisi, morale, etica, sociale ed economica, cosa ha deciso di fare il Governo tecnico-politico Monti? Il Decreto legge 6 dicembre 2011, n. 201 - Disposizioni urgenti per la crescita, l’equità e il consolidamento dei conti pubblici (in G.U. n. 284 del 6 dicembre 2011), come attualmente modificato nel primo passaggio parlamentare, e confermato dalla conversione con la Legge di conversione 22 dicembre 2011, n. 214, all’articolo 6 afferma testualmente che ferma la tutela derivante dall’assicurazione obbligatoria contro gli infortuni e le malattie professionali, sono abrogati gli istituti dell’accertamento della dipendenza dell’infermità da causa di servizio, del rimborso delle spese di degenza per causa di servizio, dell’equo indennizzo e della pensione privilegiata. La disposizione di cui al primo periodo del presente comma non si applica nei confronti del personale appartenente al comparto sicurezza, difesa, vigili del fuoco e soccorso pubblico. ( omissis) Di norma, e per norma, i periodi di assenza per infortunio e malattia connessi a fatti di servizio sono regolamentati dalle disposizioni contenute nei contratti di comparto. Per esempio L’impianto contrattuale è simile per ogni singolo comparto, salvo alcune differenze per il personale dei ministeri e della scuola, il diritto alla conservazione del posto di lavoro è diversamente disciplinato a seconda si tratti di infortunio o malattia. Nel primo caso, il posto è confermato fino a completa guarigione clinica; nel secondo, per un periodo non superiore a 36 mesi (intera retribuzione). Al personale invalido per servizio è riconosciuto un beneficio consistente un incremento percentuale della base stipendiale pari al 2,5% o all’ 1,25% per le invalidità ascritte rispettivamente alle prime 6 o alle ultime due categorie della tabella A allegata al DPR n. 834 del 1981. E quindi, si avviano con apposita denuncia, le pratiche per ottenere il riconoscimento della malattia professionale o infortunio sul lavoro con la c.d causa di servizio. Molti potrebbero dire, beh, esiste l’Inail quale è il problema? Hanno abrogato l’Inpdap, associandolo all’Inps, perché non fare lo stesso con la causa di servizio? Il problema, ed è un problema, è che gli infortuni che si possono verificare nella scuola sono da considerarsi infortuni sul lavoro se riferiti a soggetti assicurati INAIL. Sono quindi protetti da assicurazione sociale contro gli infortuni sul lavoro: gli insegnanti e gli alunni che attendono ad esperienze tecnico - scientifiche o esercitazioni pratiche, o che svolgono esercitazioni di lavoro; collaboratori, allorché utilizzino macchine elettriche o informatiche per l’espletamento dei compiti del proprio ufficio o lavoro; gli ausiliari, in quanto svolgono attività di tipo manuale con l’uso di attrezzature o utensili. Quindi, sembrerebbe di capire, che la maggior parte del personale della scuola, in caso di infortunio sul lavoro o malattia professionale, rimarrebbe senza tutela. Follia? Ignoranza? Distrazione? Ho voluto attendere il passaggio parlamentare di tale norma, sperando che qualcuno si accorgesse di tale assurda disposizione. Almeno per come intesa dal sottoscritto. Invece nulla. Ho sperato, che si disponesse ampliamento, ovvio, della tutela Inail, per tutto quel personale, non solo della scuola, che rimarrebbe senza tutela in caso di malattia professionale o infortunio sul lavoro. Invece, a quanto pare, tanto ovvio non era. Ed in tale mancata ovvietà, l’abrogazione, ad oggi, è confermata. Dobbiamo sperare che i docenti od il personale della scuola, non patiscano infortuni sul lavoro, perché oltre al danno avrebbero la beffa. La beffa di essere abbandonati, sfruttati e dimenticati, dal proprio datore di lavoro, lo Stato italiano.
Marco Barone -

Perchè gli Stati Uniti distruggono il loro sistema scolastico di Chris Hedges*

Perchè gli Stati Uniti distruggono il loro sistema scolastico di Chris Hedges*

Una nazione che distrugge il proprio sistema educativo, degrada la sua informazione pubblica, sbudella le proprie librerie pubbliche e trasforma le proprie frequenze in veicoli di svago ripetitivo a buon mercato, diventa cieca, sorda e muta. Apprezza i punteggi nei test più del pensiero critico e dell'istruzione. Celebra l'addestramento meccanico al lavoro e la singola, amorale abilità nel far soldi. Sforna prodotti umani rachitici, privi della capacità e del vocabolario per contrastare gli assiomi e le strutture dello stato delle imprese. Li incanala in un sistema castale di gestori di droni e di sistemi. Trasforma uno stato democratico in un sistema feudale di padroni e servi delle imprese.

Gli insegnanti, con i loro sindacati sotto attacco, stanno diventando altrettanto sostituibili che i dipendenti a paga minima di Burger King. Disprezziamo gli insegnanti veri - quelli con la capacità di ispirare i bambini a pensare, quelli che aiutano i giovani a scoprire i propri doni e potenziali - e li sostituiamo con istruttori che insegnano in funzione di test stupidi e standardizzati. Questi istruttori obbediscono. Insegnano ai bambini a obbedire. E questo è il punto. Il programma 'Nessun Bambino Lasciato Indietro', sul modello del "Miracolo Texano", è una truffa. Non ha funzionato meglio del nostro sistema finanziario deregolamentato. Ma quando si esclude il dibattito, queste idee morte si autoperpetuano.

Il superamento di test a scelta multipla [bubble test] celebra e premia una forma peculiare di intelligenza analitica. Questo tipo di intelligenza è apprezzato dai gestori e dalle imprese del settore finanziario. Non vogliono dipendenti che pongano domande scomode o verifichino le strutture e gli assiomi esistenti. Vogliono che essi servano il sistema. Questi testi producono uomini e donne che sanno leggere e far di conto quanto basta per occupare posti di lavoro relativi a funzioni e servizi elementari. I test elevano quelli che hanno i mezzi finanziari per prepararsi ad essi. Premiano quelli che rispettano le regole, memorizzano le formule e mostrano deferenza all'autorità. I ribelli, gli artisti, i pensatori indipendenti, gli eccentrici e gli iconoclasti - quelli che marciano al suono del proprio tamburo - sono eliminati.

"Immagina" ha detto un insegnante di scuola pubblica di New York che ha chiesto di non fare il suo nome, "andare ogni giorno al lavoro sapendo che molto di quello che fai è una truffa, sapendo che non stai in alcun modo preparando gli studenti alla vita in un mondo sempre più brutale, sapendo che se non continui, secondo copione, con i tuoi corsi di preparazione ai test, e anzi se non migliori al riguardo, resterai senza lavoro. Fino a pochissimo tempo fa, il preside di una scuola era qualcosa di simile a un direttore d'orchestra: una persona che aveva una profonda esperienza e conoscenza della parte e della collocazione di ogni membro e di ogni strumento. Negli ultimi dieci anni assistito all'emergere sia dell'Accademia della Leadership del [sindaco] Mike Bloomberg sia dell'Accademia dei Sovrintendenti di Eli Broad, entrambe create esclusivamente per produrre all'istante presidi e sovrintendenti che si modellano sugli amministratori delegati delle imprese. Come è possibile che una cosa del genere sia legale? Come vengono riconosciute tali accademie? Di leader di che qualità ha bisogno una "accademia della leadership"? Che tipo di società consente a persone simili di amministrare le scuole dei suoi bambini? I testi di alto livello possono essere inutili da punto di vista pedagogico ma sono un meccanismo brillante per minare il sistema scolastico, instillando paura e creando una giustificazione perché se ne impossessino le imprese. C'è qualcosa di grottesco nel fatto che la riforma dell'istruzione sia diretta non da educatori bensì da finanzieri e speculatori e miliardari."

Gli insegnanti, sotto attacco da ogni direzione, stanno abbandonando la professione. Anche prima del blitzkrieg della "riforma" stavamo perdendo metà di tutti gli insegnanti nell'arco di cinque anni da quando avevano iniziato a lavorare, e si trattava di persone che avevano speso anni e molte migliaia di dollari per diventare insegnanti. Come può aspettarsi il paese di trattenere professionisti dignitosi e addestrati di fronte all'ostilità delle condizioni attuali? Sospetto che i gestori di fondi speculativi che stanno dietro il nostro sistema delle scuole parificate - il cui interesse principale non è certo l'istruzione - siano felicissimi di sostituire gli insegnanti veri con istruttori non sindacalizzati e scarsamente addestrati. Insegnare sul serio significa instillare i valori e il sapere che promuovono il bene comune e proteggono una società dalla follia dell'amnesia della storia. L'ideologia utilitaristica industriale abbracciata dal sistema dei test standardizzati e delle 'accademie della leadership' non ha tempo per le sottigliezze e le ambiguità morali intrinseche a un'educazione alle arti liberali. L'industrialismo ruota intorno al culto dell'io. E' incentrato sull'arricchimento e il profitto personale come solo fine dell'esistenza umana. E quelli che non si adeguano sono messi da parte.

"E' estremamente avvilente rendersi conto che si sta in realtà mentendo a questi bambini insinuando che questa dieta di letture industriali e di test standardizzati li stia preparando a qualcosa," ha detto questo insegnante, che temeva di subire rappresaglie dagli amministratori scolastici se questi avessero saputo che stava parlando fuori dai denti. "E' ancor più avvilente sapere che la tua sussistenza dipende sempre più dal sostenere questa bugia. Ti devi chiedere come mai gli amministratori dei fondi speculativi siano così improvvisamente interessati all'istruzione dei poveri delle città? Lo scopo principale della follia dei test non è di valutare gli studenti, bensì di valutare gli insegnanti."
"Non posso dirlo con certezza - non con la certezza di un Bill Gates o di un Mike Bloomberg che pontificano con certezza assoluta in un campo del quale non sanno assolutamente nulla - ma sospetto sempre più che uno degli obiettivi principali della campagna per la riforma sia di rendere il lavoro dell'insegnante così degradante e offensivo che gli insegnanti dignitosi e davvero istruiti semplicemente se ne andranno fin quando mantengono ancora un po' di rispetto per sé stessi," ha aggiunto. "In meno di un decennio siamo stati spogliati dell'autonomia e siamo sempre più microgestiti. Agli studenti è stato dare il potere di licenziarci per il fallimento nei loro test. Gli insegnanti sono stati assimilati a porci al truogolo e incolpati del collasso economico degli Stati Uniti. A New York ai presidi è stato dato ogni incentivo, sia finanziario sia in termini di controllo, perché sostituiscano gli insegnanti esperti con reclute di 22 anni fuori ruolo. Costano meno. Non sanno niente. Sono malleabili e vulnerabili alla revoca."

La demonizzazione degli insegnanti è un'altra finta della propaganda, un modo, da parte dell'industria, di sviare l'attenzione dal furto di circa 17 miliardi di dollari di stipendi, salari e risparmi a danno dei lavoratori statunitensi e da un panorama in cui un lavoratore su sei è disoccupato. Gli speculatori di Wall Street hanno saccheggiato il Tesoro statunitense. Hanno frustrato ogni tipo di regolamentazione. Hanno evitato incriminazioni penali. Stanno svuotando i servizi sociali fondamentali. E ora stanno pretendendo di amministrare le nostre scuole e università.

"Non solo i riformatori hanno rimosso la povertà come fattore; hanno anche rimosso le attitudini e le motivazioni degli studenti come fattori," ha detto questo insegnante, che è membro di un sindacato insegnanti. "Sembrano credere che gli studenti siano qualcosa di simile alle piante cui basti dar acqua ed esporle al sole del tuo insegnamento e tutto fiorisce. Questa è una fantasia che insulta sia lo studente sia l'insegnante. I riformatori sono venuti fuori con una varietà di piani insidiosi promossi come passi per professionalizzare il lavoro degli insegnanti. Siccome sono tutti uomini d'affari che non sanno nulla del settore, è superfluo dire che ciò non si fa dando agli insegnanti autonomia e rispetto. Usano remunerazioni basate sul merito in cui gli insegnanti degli studenti che fanno bene nei test a risposta multipla ricevono più soldi e gli insegnanti i cui studenti non fanno così bene nei test a risposta multipla, ricevono meno soldi. Naturalmente l'unico modo in cui ciò potrebbe essere concepito come equo sarebbe se in ogni classe si avesse un gruppo identico di studenti; una cosa impossibile. Lo scopo vero della remunerazione in base al merito consiste nel dividere gli insegnanti gli uni dagli altri spingendoli alla caccia agli studenti più brillanti e più motivati e a istituzionalizzare ulteriormente l'idea idiota dei test standardizzati. C'è sicuramente un'intelligenza diabolica all'opera in tutto ciò."

"Se si può dire che l'amministrazione Bloomber sia riuscita in qualcosa," ha detto, "ha avuto successo nel trasformare le scuole in fabbriche di stress in cui gli insegnanti scorrazzano a chiedersi se è possibile compiacere i propri presidi, se la propria scuola sarà ancora aperta l'anno prossimo, se il sindacato sarà ancora lì a offrire un qualche genere di protezione, se avranno ancora un posto di lavoro l'anno prossimo. Non è così che si gestisce un sistema scolastico. Così lo si distrugge. I riformatori e i loro compari nei media hanno creato un mondo manicheo di insegnanti cattivi e di insegnanti efficienti. In questo universo alternativo non ci sono altri fattori. Ovvero, tutti gli altri fattori - povertà, genitori degeneri, malattie mentali e denutrizione - sono tutte scuse del Cattivo Insegnante che possono essere superate dal duro lavoro dell'Insegnante Efficiente."

I davvero istruiti diventano consci. Diventano consapevoli di sé stessi. Non mentono a sé stessi. Non fanno finta che la truffa sia una cosa morale o che l'avidità della imprese sia una cosa buona. Non affermano che le esigenze del mercato possano giustificare moralmente la fame dei bambini o la negazione dell'assistenza medica ai malati. Non cacciano di casa 6 milioni di famiglie come costo della conduzione degli affari. Il pensiero è un dialogo con il proprio io interiore. Quelli che pensano pongono domande, domande che coloro che detengono l'autorità non vogliono siano poste. Ricordano chi siamo, da dove veniamo e dove dovremmo andare. Restano eternamente scettici e diffidenti nei confronti del potere. E sanno che questa indipendenza morale è l'unica protezione dal male radicale che deriva dall'incoscienza collettiva. Questa capacità di pensare è baluardo contro ogni autorità centralizzata che cerchi di imporre un'obbedienza stupida. C'è un'enorme differenza, come comprese Socrate, tra l'insegnare alle persone cosa pensare e l'insegnar loro come pensare. Quelli che sono dotati di una coscienza morale rifiutano di commettere delitti, anche quelli sanzionato dallo stato-impresa, perché alla fine non vogliono vivere con dei criminali, sé stessi.

"E' meglio essere in conflitto con il mondo intero [.] che essere in conflitto con me stesso," disse Socrate.

Quelli che sono in grado di porre le domande giuste sono armati della capacità di fare una scelta morale, di difendere il bene contro le pressioni esterne. Ed è per questo che il filosofo Immanuel Kant pone i doveri che abbiamo verso noi stessi prima dei doveri che abbiamo verso gli altri. Il riferimento, per Kant, non è l'idea biblica dell'amore per sé stessi - ama il tuo prossimo come te stesso, fai agli altri quello che vorresti che essi facessero a te - ma il rispetto di sé. Quel che ci dà valore e significato come esseri umani è la capacità di sollevarci ed opporci all'ingiustizia e alla vasta indifferenza morale dell'universo. Una volta che muore la giustizia, come sapeva Kant, la vita perde ogni significato. Quelli che obbediscono docilmente alle leggi e alle norme imposte dall'esterno - comprese le leggi religiose - non sono esseri umani morali. L'adempimento di una legge imposta è moralmente neutro. I davvero istruiti mettono le loro volontà al servizio di un'istanza di giustizia, empatia e ragione più elevate. Socrate ha sostenuto la stessa tesi quando ha detto che è meglio patire il male che farlo.

"Il male più grande che sia stato perpetrato," ha scritto Hannah Arendt, "è il male commesso dai nessuno, ovvero dagli esseri umani che rifiutano di essere persone."

Come ha puntualizzato la Arendt, dobbiamo aver fiducia soltanto in coloro che hanno questa consapevolezza di sé stessi. Questa consapevolezza di sé stessi viene solo dalla coscienza. Viene dalla capacità di guardare la crimine che viene commesso e dire "Io non posso." Dobbiamo temere, ha ammonito la Arendt, quelli il cui sistema morale è costruito sulla struttura inconsistente dell'obbedienza cieca. Dobbiamo temere quelli che non sono in grado di pensare. Le civiltà prive di coscienza si trasformano in deserti autoritari.

"I malvagi peggiori sono quelli che non ricordano perché non hanno mai prestato attenzione alla questione e, senza ricordo, niente può trattenerli," scrive la Arendt. "Per gli esseri umani, pensare al passato significa muoversi nella dimensione della profondità, gettando radici e così rendendosi stabili, in modo da non essere spazzati via da qualsiasi cosa possa accadere, lo Zeitgeist [lo spirito dell'epoca], o la Storia o la semplice tentazione. Il male più grande non è profondo, non ha radici, e poiché non ha radici non ha limiti, può arrivare a estremi impensabili e spazzare il mondo intero."


*Christopher Lynn Hedges (St. Johnsbury18 settembre 1956) è un giornalistascrittore ed ex corrispondente di guerra statunitense.
Hedges è stato per quindici anni corrispondente di diverse testate, tra cui il “New York Times” e il “Dallas Morning News”. Insegna Giornalismo presso la New York University e ha ottenuto vari riconoscimenti. L'ultimo, nel 2002, è stato l'“Amnesty International Global Award for Human Rights”

Emesse le prime dieci sentenze positive sul contenzioso precari.

venerdì 3 febbraio 2012


Il Giudice del Lavoro di Roma ha accolto il ricorso patrocinato dall’avvocato Marco Tavernese e sostenuto dai Cobas, condannando il Miur a risarcire in favore dei precari -
a fronte dei contratti a termine illegittimamente stipulati - una somma pari a 15 mensilità di retribuzione. 

Quale rischio di patologia psichiatrica per la categoria professionale degli insegnanti?

La Medicina del Lavoro N. 5 – AD 2004
Quale rischio di patologia psichiatrica per la categoria professionale degli insegnanti?

INSEGNANTI E PATOLOGIE


E’ stata peraltro riscontrata una tendenza ad un’età più giovane tra gli insegnanti affetti da patologie psichiatriche rispetto agli insegnanti che non presentavano patologia psichiatrica (48.8 ± 0.37 anni negli insegnanti con motivazioni psichiatriche vs 50.2 ± 0.41 anni senza motivazioni psichiatriche; p<0.05). Questo confronto è risultato significativo solo per gli insegnanti, non per le altre categorie professionali.

INSEGNANTI E PATOLOGIE uno studio datato ma illuminante

Dal momento che gli insegnanti sono significativamente più “attempati” al momento della richiesta di inabilità rispetto alle altre categorie di dipendenti (tabella 1) è stata effettuata la stratificazione per età del rischio relativo. Questa analisi ha indicato che l’età non è un fattore di confondimento infatti il rischio relativo cumulativo di patologia psichiatrica per età non differisce da quello grezzo (RRetà= 2.09 e RRgrezzo= 2.08). L’età dei soggetti sottoposti ad accertamenti d’inabilità per patologie di natura psichiatrica è risultata sostanzialmente sovrapponibile all’età di soggetti che non presentavano una patologia psichiatrica (rispettivamente 46.2 ± 0.26 vs 46.3 ± 0.18 anni, NS). E’ stata peraltro riscontrata una tendenza ad un’età più giovane tra gli insegnanti affetti da patologie psichiatriche rispetto agli insegnanti che non presentavano patologia psichiatrica (48.8 ± 0.37 anni negli insegnanti con motivazioni psichiatriche vs 50.2 ± 0.41 anni senza motivazioni psichiatriche; p<0.05). Questo confronto è risultato significativo solo per gli insegnanti, non per le altre categorie professionali. Riguardo alla distribuzione per sesso, considerando che la popolazione dei soggetti sottoposti ad accertamenti di inabilità è composta per il 69.9% da donne e 30.1% da uomini (tabella 1), è apparso curioso osservare come la frequenza di motivazioni psichiatriche sia risultata uguale tra gli iscritti INPDAP nei due sessi (30.5% tra le donne, 28.1% tra gli uomini, NS). La prevalenza di patologia psichiatrica è risultata uguale anche tra insegnanti maschi e femmine: 49.7% nelle donne, 50.3% negli uomini (tabella 5).
Tabella 5 - Distribuzione delle patologie psichiatriche suddivise per sesso, diagnosticate nella categoria degli insegnanti sul totale della popolazione docente.
M F totale PATOLOGIE PSICHIATRICHE 86 300 386 POPOLAZIONE INSEGNANTI 171 603 774 PERCENTUALE PATOLOGIE PSICHIATRICHE PER SESSO 50,3% 49,7% 49,8%
Analogamente, il rischio relativo di patologia psichiatrica è apparso immodificato dopo la stratificazione per sesso, attestando il fatto che il sesso non è un elemento di confondimento per la patologia psichiatrica (RRsex= 2.08 e RRgrezzo= 2.08). Non è stata riscontrata una maggiore numerosità di accertamenti d’inabilità al lavoro con motivazioni psichiatriche tra gli insegnanti provenienti dalla scuola materna piuttosto che elementare, media o superiore (rispettivamente 46.6%, 52%, 51.8% e 48.4%) (tabella 6).
Tabella 6 – Stratificazione dei docenti per livello d’insegnamento e patologia psichiatrica.
SCUOLE INSEGNANTI INSEGNANTI PSICO MATERNE 103 13,3% 48 46,6% ELEMENTARI 223 28,8% 116 52,0% MEDIE 220 28,5% 114 51,8% SUPERIORI 219 28,2% 106 48,4% ALTRO 9 1,1% 2 22,2% TOTALE 774 100 386 49,8
La professione di insegnante sembra pertanto influire sulla prevalenza di patologie psichiatriche indipendentemente dal livello scolastico al quale si esercita. Infine, la domanda d’inabilità, presentata per motivazioni psichiatriche (tabella 7), ha portato al riconoscimento di inidoneità all’insegnamento nell’80.7% dei casi (53.1% permanentemente e 27.6% temporaneamente) mentre il 9.9% degli insegnanti è stato riconosciuto assolutamente e permanentemente inabile a qualsiasi proficuo lavoro. Solo l’8.8% è stato ritenuto idoneo all’insegnamento dal Collegio Medico.

l’ordinanza del Sindaco sospende le attività didattiche SCUOLE VUOTE, MA APERTE:CHE INUTILE SPRECO

giovedì 2 febbraio 2012

L’ordinanza del Sindaco sospende le attività didattiche
SCUOLE VUOTE, MA APERTE: CHE INUTILE SPRECO


Il sindaco di Terni con l’ordinanza 20222 del 2 febbraio ha ordinato la sospensione dell'attività didattica delle scuole di ogni ordine e grado per la giornata di venerdì 3 febbraio 2012.
Per motivi condivisibili, dovuti alle pessime previsioni meteo, ha così imposto a studenti ed insegnanti di restare a casa.
C’è però un ma… Invece della chiusura delle scuole -che sarebbe stata auspicabile- si è decisa l’interruzione delle attività didattiche, per cui il personale ATA, cioè amministrativo e i collaboratori scolastici saranno costretti ad andare a scuola. A che fare? A sprecare gasolio ed elettricità negli edifici vuoti, ma aperti.
La prossima volta, invece di interrompere le attività didattiche si chiudano direttamente le scuole. Sarà meglio per il risparmio energetico, la pubblica sicurezza e anche per l’ambiente
COBAS DELLA SCUOLA- TERNI

PERSECUZIONE LA DIGOS DI ROMA NELLE CASE DEI RAGAZZI DI BRUSHWOOD


Nell’epoca del governo dei banchieri e del Presidente del: “nessuna categoria deve sentirsi esente dai sacrifici” , messaggio concretissimamente arrivato nelle famiglie dei lavoratori ( e a quelle soltanto, ovviamente), ci sono magistrati che cercano ancora l’untore.
Gli untori, le streghe sono notoriamente figli del male, del diavolo,predestinati da qualche divinità ( con la toga) a finire sotto le attenzioni delle forze di polizia.
I ragazzi di Brushwood predestinati dall’apparato giudiziario dello stato a questo ruolo il 23 ottobre 2007, hanno subito oggi, di nuovo,una limitazione arbitraria della loro libertà personale, attraverso
una perquisizione della DIGOS di Roma su ordine di un giudice della capitale.
Si è capito per ora, che è in corso una indagine per una lettera contenente 2 proiettili, inviata nel 2010 al capo del DAP (dipartimento amministrazione penitenziaria) firmata COOP FAI.
In uno dei passaggi del documento che autorizza la perquisizione, si legge che ci sarebbero corrispondenze tra lo stampatello attribuito a
Michele nel caso Lorenzetti e quello della lettera al capo del DAP.
Un passaggio questo che non può non suscitare la nostra ilarità.Infatti, l’immagine che viene in mente immediatamente è di Michele laureato in filosofia; ci viene da pensare sogghignando, che forse lo studiare tanto gli è servito per arrivare a scrivere di propria mano,nel 2010, una lettera di minaccia, allo stesso modo, di quella che gli si è voluto attribuire, e scritta da qualcuno nel 2007, e per la quale, prima del 2010, si è fatto 400 giorni di arresti.” Insomma anarchico si, ma stupido no !
O invece, molto più seriamente, questo fatto, se mai fosse vero, è un’ulteriore dimostrazione che i nostri ragazzi nulla c’ entrano con la lettera alla Lorenzetti!
La foresta di Brushwood è come il peccato originale, non se ne esce, ma è soprattutto come quella del Machbeth di Shakespeare, cammina con la fantasia del loro autore, che non è uno scrittore ma un giudice.
Ora però, basta con le persecuzioni !
Mentre scriviamo Michele, Andrea e forse altri sono ancora nel Commissariato a Spoleto


                                    Comitato 23 ottobre

MONTI DELIRA SULLA MONOTONIA DEL POSTO FISSO...

UFFA CHE NOIA

A vita! Ora, siccome mi riesce difficile immaginare un posto più fisso di un incarico “a vita”, possiamo dire senza tema di smentite che dall’età di 26 anni a oggi che viaggia per i 70, il professor Monti ha sempre avuto un posto fisso. Chissà che monotonia! 
Il suo consiglio ai giovani, quindi, non può che essere frutto dell’invidia: beati voi ragazzi che ogni due mesi avete questo stratosferico brivido del rinnovo del contrattino. Guardate me, invece, che noia!
Niente male, eh? Come dite voi a Roma ……paraculo?

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