Ad aprile ho accompagnato una quinta superiore alla gita ad Amsterdam. Ho saputo che la quota di noi docenti non è stata pagata dalla scuola, ma dagli studenti. Non so quanto sia regolare. Quello che è veramente incredibile è che, essendo previsto il trattamento di mezza pensione, abbiamo pranzato a spese nostre (una media di 20 € a pasto) e pagato noi il tragitto in autobus dall’albergo (lontano dal centro) al centro città. Sapevamo che la diaria è stata abolita, ma quando abbiamo presentato le ricevute delle spese di vitto e trasporto al Dsga questo ci ha risposto (per ora a voce ma abbiamo chiesto comunicazione formale per eventuale vertenza) che non era previsto nessun rimborso delle spese effettuate. Non pensiamo sia possibile: dovremmo pagare di tasca nostra per mangiare e spostarci mentre siamo in servizio per lo Stato, con enorme responsabilità? Franco Coppoli ed altri docenti IISAG di Terni
I dipendenti pubblici in missione, e i docenti in gita lo sono, hanno diritto al rimborso delle spese sostenute per vitto e alloggio documentate con fattura o ricevuta fi scale, art. 5 del decreto del Presidente della repubblica n. 395 del 23 agosto 1988. Tale norma continua a trovare applicazione per effetto dell’art. 146, primo comma, lett. d), del vigente contratto di lavoro. Il rimborso è ammesso fi no a € 22,26 per un pasto, quando la missione è di almeno otto ore, e fino a € 44,26 per due pasti, quando la missione supera le dodici ore. Tali importi sono ancora quelli stabiliti con decreto del ministero del tesoro del 14 marzo 1996, da allora mai più aggiornato. Il dipendente ha diritto al rimborso di un solo pasto al giorno, quando fruisce a carico dell’amministrazione di trattamento di mezza pensione (prima colazione e pranzo o cena). Lo suggeriscono buon senso e ministero delle finanze con nota del 14 maggio 1999, prot. n. 205876. Anche le spese di trasporto vanno rimborsate, art. 12 della legge 18 dicembre 1973, n. 836, non abrogata nemmeno dalle norme di contenimento della spesa pubblica di questi ultimi anni.
Il finanziamento della gita a carico delle famiglie degli studenti relativamente ai costi sostenuti per il personale si poteva ammettere solo se volontario e preventivamente conosciuto nelle sue fi nalità, e dovrà essere rendicontato. Questo almeno il senso della nota ministeriale del 7 marzo 2013, prot. n. 593, sui contributi richiesti alle famiglie.
Powered by Blogger.
"Lo suggeriscono buon senso e ministero delle finanze con nota del 14 maggio 1999, prot. n. 205876."
RispondiEliminaLa nota citata dice tutto il contrario.
Ma non si tratta di norma cogente e neanche di una nota, men che meno di una CM (a cui qualcuno erroneamente attribuisce valore normativo), ma solo di una risposta di un funzionario del MEF ad un quesito di una scuola sull'argomento, il quale esprime un parere del tutto di parte che non ha neanche la valenza di corretta interpretazione di una norma.
Nel passaggio più significativo della risposta si dice:
"... si è dell'avviso che, nel caso di specie, al fine di contenere la spesa complessiva nei limiti previsti dalla vigente normativa, il trattamento concordato di mezza pensione debba considerarsi comprensivo delle spese per i due pasti giornalieri. Pertanto, l'importo relativo alla prima colazione va equiparato al corrispettivo per il consumo di un vero e proprio pasto anche se fruito nelle ore antimeridiane."
Risulta allora evidente che si tratti di un parere del tutto personale (... si è dell'avviso che ...) che non interpreta una norma ma decide una equiparazione di natura linguistica ardita, e molto anglosassone, tra 1^ colazione e pasto, che nella lingua italiano hanno significati del tutto diversi.
Occorrerebbe chiarire al funzionario che hanno anche un peso economico decisamente differente, al punto che se ci si ostinasse a ritenere valida tale interpretazione, nel futuro dovremmo considerare la possibilità o di richiedere un preventivo per trattamento di mezza pensione che comprenda i due pasti e non la colazione o, alla peggio, di un trattamento di mezza pensione con solo un pasto, nella convinzione che sia molto meglio per un docente pagarsi la prima colazione che non un pasto.
Il consiglio è che la RSU faccia richiesta al DS di attenersi alla norma e al buon senso che dice che oltre le 8 ore di visita si ha diritto al rimborso di due "pasti"; per cui, secondo il significato che la lingua italiana attribuisce al termine, e fino a quando una legge dello stato stabilirà che pasto vuol dire anche 1^ colazione, chi ha un trattamento di mezza pensione avrà diritto al rimborso di un solo pasto, perchè l'altro è compreso nella mezza pensione.
Dove si può consultare tale nota ? Ho inserito gli estremi in un motore di ricerca ma ne ho trovate solo citazioni...
Eliminagrazie.