di Osvaldo Roman
Viene dimostrato come il numero degli oltre 492 mila alunni frequentanti nel 2008-09 il tempo lungo con mensa risulti ormai azzerato
Tale nuovo assetto avrebbe dovuto investire progressivamente le classi successive.
Per i docenti la riduzione dell’organico, nel triennio 2009-10; 2010-11: 2011-12, ha riguardato circa 30 mila posti di cui 9.260 solo nell’anno scolastico 2011-2012. Altre riduzioni di organico, tra l’altro non contemplate dalla legge di controriforma (art.64. legge 133/08) si verificheranno negli anni 2012-13 e 2013-14 con il suo passaggio alle quarte e quinte classi.
Con l’a.s. 2011-2012 siamo giunti al terzo anno di questa controriforma ed è semplicemente incredibile che non venga ancora reso noto cosa essa abbia realmente prodotto nell’assetto complessivo di questo fondamentale settore della scuola italiana.
Per due anni ha cessato di uscire la pubblicazione del MIUR “La scuola in cifre” il cui ultimo numero del 2008, riferiva che nell’anno scolastico 2007/08 su un totale di 2.575.310 studenti 669.101 (26,0%) frequentavano classi di 40 ore settimanali a tempo pieno (due insegnanti con 4 ore di compresenza e 4 a disposizione per la programmazione); 430.770 (16,7%) frequentavano classi con un orario settimanale variante dalle 31 alle 39 ore con mensa (i cosiddetti TEAM); 53.311 (2,1%) frequentavano classi da 31 a 39 ore senza mensa; 1.303.473 (50,6%) frequentavano classi con un orario variante tra le 28 e le 30 ore settimanali e 118.665(4,6%) frequentavano classi con 27 ore settimanali.
Fino ad oggi nulla é dato ufficialmente conoscere del reale destino dei circa 492.815 alunni che frequentavano, nell’anno 2008-09 classi da 31 a 39 ore al 90,5% con mensa.
I dati relativi a questo anno scolastico, riportati nel Dossier, non sono mai stata pubblicati ufficialmente dal MIUR e sono noti solo perché la relativa tabella risulta allegata negli atti parlamentari alla risposta ad un’ interrogazione discussa in VII Commissione martedì 24 novembre 2009.
Da essi risultava che nell’anno scolastico 2008-09, quello che precede la riforma, gli studenti che frequentavano classi, non a tempo pieno, ma con un orario settimanale da 31 a 39 ore con mensa erano stati 446.049, pari al 17,4% del totale degli alunni frequentanti la scuola primaria. Quelli frequentanti lo stesso orario ma senza mensa erano stati 46.566 pari all’ 1,8%. In quell’occasione il MIUR dichiarò di non poter ancora disporre dei dati della rilevazione integrativa riguardante l’anno scolastico 2009-10.
Proprio nelle scorse settimane, forse non casualmente in coincidenza con l’insediamento del nuovo ministro, è stata finalmente resa nota l’ultima edizione di La Scuola in Cifre. Essa si riferisce agli anni 2009 e 2010, ma tratta prevalentemente i dati dell’anno scolastico 2009-2010.
Questa pubblicazione, che è stata posta alla base della nostra ricerca, ha un difetto di fondo: rifugge in genere dai confronti con gli anni precedenti.
Per quanto riguarda il problema che stiamo esaminando essa riporta, i dati dell’anno scolastico 2009-2010 ignorando che quelli dell’anno 2008-2009 non hanno mai trovato posto in una pubblicazione ufficiale del MIUR.
Per operare un confronto con i dati dei due anni scolastici precedenti si è dovuto tenere conto, operando gli opportuni adeguamenti, che quelli riportati nella citata pubblicazione del SISTAN-MIUR del 2009-10 riguardano un numero di classi che si riferiscono al totale della scuola primaria e quindi comprendono anche quelli delle scuole paritarie e delle scuole delle Regioni autonome della Val D’Aosta e del T. Alto Adige (definite scuole a carattere statale). I dati riguardanti l’orario di frequenza invece comprendono solo la scuola statale e quella a carattere statale.
Pertanto il numero di studenti delle scuole statali a cui riferire correttamente il confronto nelle percentuali che vengono ricavate é in totale di 2.560mila. Quelli iscritti al primo anno sono 510mila e quelli frequentanti le classi dalla seconda alla quinta sono 2.050mila.
Un primo dato molto significativo che emerge da tale analisi riguarda il fatto che nelle classi dalla seconda alla quinta, non ancora pienamente investite dalla controriforma la percentuale degli alunni che hanno frequentato classi a tempo lungo, fino a 39 ore, è precipitata dal 19,2% dell’a.s. 2008-09 all’8,4% dell’anno successivo. Il passaggio a livello nazionale è da 492.674 a 214.935 unità.
Gli alunni frequentanti il tempo pieno a 40 ore settimanali senza compresenze sono stati nelle prime classi il 34,8% (177.480) nelle classi dalla seconda alla quinta il 27,9% (571.950) per un totale di 749.430 alunni pari al 29,2% sul totale (nel 2008-09 questi erano stati 685.908 pari al 26,7%).Rispetto all’a.s. 2007-08 tale percentuale risulta invariata.
Se si considerano le percentuali di andamento dei servizi di tempo pieno (TP) e di tempo lungo (TL) per aree geografiche risulta che nel NORD il TP passa dal 36,9 al 40,8 e il TL dal 24,3 all’11,5. Nel CENTRO il TP passa dal 36,6 al 39,8 e il TL dal 23,5 al 9,6. Nel Mezzogiorno (sud e isole) il TP passa dal 7,7 al 10,9 e il TL dal 13,6 al 4,9.
Si verifica cioè che, quello che rappresentava un servizio molto richiesto e qualificato della scuola primaria, già dopo il primo anno della riforma, subisce un calo vistosissimo che si ridistribuisce con un aumento di circa il 3% di un tempo pieno ridotto a 40 ore senza compresenze e talvolta messo insieme con una pluralità di docenti e con un incremento dell’orario ridotto settimanale di 30 o di 27 ore. Non ha un particolare rilievo, se non a dimostrarne l’ assoluta inconsistenza culturale e di servizio per le famiglie, il fatto che, in tutta Italia, siano stati 3.591 gli alunni pari allo 0,2% che si sono avvalsi del cosiddetto maestro unico a 24 ore di lezione settimanali.
Le statistiche ministeriali non recano traccia delle notizie sul servizio di mensa pur presenti nella scheda di rilevamento statistico di quell’anno. Le riduzioni operate, a partire dal 2010, nei trasferimenti comunali in nome del federalismo fiscale lasciano presagire quale sarà stato l’andamento di tale fenomeno nei due anni successivi.
Quello indicato è il primo significativo bilancio, in termini di servizio della scuola primaria, che scaturisce della tragica controriforma.
Altri dati anche più significativi si possono ricavare dalle tabelle riportate nel Dossier, specie con riferimento alla aree del Sud del paese e all’incremento del numero degli alunni frequentanti con orari brevi di 24, 27 e 30 ore.
Poiché il tempo pieno si è ormai stabilizzato con l’assorbimento di una quota degli orari lunghi è importante conoscere la situazione che al riguardo si è determinata nell’anno scolastico 2010-2011 e quella in atto nell’anno scolastico in corso.
Si tratta di dati che un ministro che rispetti, come preannunciato, il principio della trasparenza, potrebbe far uscire in 24 ore dalle stanze degli uffici ministeriali che attualmente li custodiscono.
Non è difficile prevedere come quel numero degli oltre 492 mila alunni frequentanti nel 2008-09 il tempo lungo con mensa risulti azzerato e rappresenti ormai la caratteristica più rilevante del grave impoverimento della capacità educativa e della riduzione del ruolo di decondizionamento sociale che la scuola primaria ha sempre saputo interpretare nel nostro paese.
Tutto ciò rappresenta solo un ricordo di un felice passato da tenere presente per ripartire e gradualmente ricostruire.