2 GIUGNO: PARATI A LUTTO ? NO PARATA MILITARE. NAPOLITANO PEGGIO DI LEONE.

sabato 2 giugno 2012

Leone e Forlani dissero di no alla parata militare dopo il terremoto del Friuli, forse perché i democristiani qualche scrupolo lo avevano o più probabilmente perché il movimento dei lavoratori e i ceti popolari erano molto più forti allora.
Il Presidente Napolitano dice di si, il contabile delle banche d’affari, Monti, non ha nulla da dire, quando si tratta di tagliare, i destinatari per questo signore possono essere solo i ceti sociali popolari.
Se si propone di tagliare la parata militare, Napolitano dice che è demagogia, se si propone di cancellare il finanziamento ai partiti per dare i soldi ai terremotati Napolitano dice che è populismo, se si chiede di cancellare le missioni militari all’estero, di tagliare gliF35, Napolitano dice che gli impegni vanno rispettati.
Quando poi si tratta di prendere i soldi la parte del leone la fa il prescelto Monti, che per il terremoto ha avuto un’idea originale:mettere nuove tasse sulla benzina. IMU,Lavoro, Pensioni, Benzina, ma che fantasia  finanziaria!
E’ la cultura del banchiere che fa male (ma tanto male) all’Italia che lavora.
Militari, speculatori, evasori, finanzieri, industriali, possono stare tranquilli, dal ticket Napoletano, Monti, non avranno noie.
Intanto i lavoratori costretti dalle condizioni sociali (chi è precario non può mai dire di no) a tornare al lavoro, muoiono sotto i capannoni industriali a "risparmio sismico".
Operai mandati a morire perché i padroni non volevano perdere le commesse. Hanno saltato i controlli dei Comuni con una perizia di parte: 29 maggio BbG srl ai clienti sulla homepage “La nostra azienda ha subito danni che non sono ancora stati classificati dalla Protezione Civile”; 24 maggio “Siamo lieti di comunicare che la nostra azienda potrà riprendere la normale attività il 28 maggio”; il 29 maggio il terremoto uccide 3 operai.
A Spoleto i precari IMS non servono più e i contratti non sono stati rinnovati, i lavoratori che hanno un contratto sono in cassa integrazione.
La società governata dal punto di vista degli industriali e dei banchieri torna (senza opposizione politica e sindacale) a ridurre a pura merce il lavoro, che si acquista e si disfa secondo gli ordini del mercato finanziario.
E’  l’idea classista che governa l’Italia ( e non solo ovviamente),altro che morte delle ideologie, oggi più che mai negli ultimi cento anni, il capitale regna impunemente.
Agli operai, ai pensionati, ai giovani disoccupati, resta l’unica scelta possibile, tornare a lottare, per difendere la propria condizione sociale e per aprire un nuovo ciclo  di lotte, per una società incardinata sui principi dell’uguaglianza e della libertà.
Associazione Culturale CASA ROSSA

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