Davvero
una giornata di grande soddisfazione per noi e per centinaia di
migliaia di lavoratori/trici che hanno scioperato, e in particolare per
le decine di migliaia di essi/e che hanno manifestato in almeno 30
città: l'unità dei COBAS e di tutto il sindacalismo di base e
conflittuale ha pagato, convincendo a mobilitarsi lavoratori/trici non
appartenenti a nessuna organizzazione ma attratti da questa positiva
unità. E la stessa attrazione abbiamo esercitato verso settori
studenteschi e giovanili, a partire dall'ambientalismo e dal climatismo.
Particolarmente rilevanti i numeri delle manifestazioni di Roma e
Firenze (circa 10 mila presenze in entrambe le città) ma anche quelle di
Torino, Napoli, Bologna e Milano con 5 mila manifestanti, seguite da
Palermo, Catania, Trieste, Cagliari, Padova e tante altre. In tutte le
piazze e nei cortei si è levata la protesta contro le politiche
economiche e sociali del governo Draghi e sul tentativo di far credere
che la vaccinazione di massa, pur utile e necessaria (ma senza imporla
di fatto come obbligatoria per tutti/e), sia sufficiente a far sparire
la pandemia se tale importante intervento vaccinale non è accompagnato
dai provvedimenti che come COBAS e sindacalismo conflittuale
rivendichiamo fin dall'inizio della pandemia. Soprattutto su questo si
sono addensate le proteste, su quanto non è stato fatto in primo luogo
nei tre settori chiave della vita associata: la scuola, la sanità e i
trasporti. Per la scuola nessuna delle richieste che avanziamo da più di
un anno e mezzo é stata accolta: nè la riduzione del numero di alunni/e
per classe, nè l'aumento delle aule, nè la stabilizzazione dei precari
docenti ed Ata per garantire più personale per più classi, nè gli
indispensabili presidi sanitari nelle scuole. La stessa inadempienza ha
colpito la Sanità il cui personale non è affatto aumentato, così come
non è cresciuta quella medicina territoriale che può garantire una
medicalità che non debba finire per intasare gli ospedali, se non nelle
forme davvero gravi della pandemia. E altrettanto clamorosa l'assenza
degli interventi nei trasporti urbani, il cui parco vetture avrebbe
dovuto essere significativamente aumentato per evitare le
carrozze-"bestiame" con centinaia di persone ammassate a massimo rischio
contagio: processo che andava accompagnato dalla piena
ripubblicizzazione del trasporto. Ma le manifestazioni hanno espresso
anche la più ferma ostilità allo sblocco dei licenziamenti, richiedendo
anzi la salvaguardia dei tanti lavoratori minacciati (come nel caso
Alitalia, GKN, Ilva, Stellantis e altri) di pagare le colpe di gestioni
sciagurate, che hanno dilapidato cifre enormi di denaro pubblico. Si è
poi ricordato come i salari del lavoro dipendente siano fermi a venti
anni fa, tra i più bassi d'Europa e con un tasso di precarietà sempre
crescente e insopportabile. Oltre a vari altri temi, presenti nella
piattaforma dello sciopero, abbiamo espresso la nostra indignazione per
l'ignobile assalto alla sede della Cgil (alla quale è stata rinnovata la
piena solidarietà), evento senza precedenti nella storia repubblicana,
da parte di gruppi fascisti ben noti e che però hanno potuto utilizzare
almeno la tolleranza di migliaia di manifestanti che volevano protestare
contro vaccini e Green pass ma che non hanno saputo scindere le loro
rivendicazioni da una gestione violenta di fascisti che hanno contato
anche sul comportamento inqualificabile delle "forze dell'ordine" che li
hanno lasciati agire indisturbati malgrado i loro intendimenti fossero
chiari assai prima dell'assalto.
Infine, in particolare nella manifestazione romana, ci si è dati come prossimo impegno unitario l'organizzazione, insieme a tutte le altre forze disponibili, di una manifestazione a carattere nazionale in occasione del summit del G20 del 30 ottobre prossimo.