di Michele Lucivero*
La “GIOCHI PREZIOSI” va alla guerra
Tra pochi giorni comincia un nuovo anno scolastico e la tendenza didattica ed educativa per i nostri ragazzi e le nostre ragazze sembra essere già chiaramente anticipata dalle aziende che producono e distribuiscono zaini. E così, all’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole giunge la segnalazione che Giochi Preziosi, leader nella distribuzione di giochi in Italia, azienda che probabilmente di marketing se ne intende, comprende la linea verso la quale i nostri governi spingono la scuola ed esce sul mercato con una nuova campagna pubblicitaria per la collezione di zaini dell’Esercito Italiano prodotti da Officina Italia, zaini con i marchi anche della Folgore e degli Alpini.
Potrebbe sembrare anche una innocua operazione commerciale, ma ciò che la rende raccapricciante ai nostri occhi è l’uso delle parole adottate per il lancio di articoli che dovrebbero essere indossati dai ragazzi e dalle ragazze per andare a scuola a studiare: «Tutti sull’attenti!» o, peggio: «L’esclusiva collezione zaini Esercito per sentirsi sempre in missione!».
L’idea stessa di interpretare la lezione e la vita scolastica come una missione militare, il fatto di immaginare che un docente, magari entrando in classe, possa battere i tacchi e urlare «Tutti sull’attenti!» fa venire i brividi a chi ha scelto i processi educativi per costruire un mondo che allontani la guerra dai pensieri, dal linguaggio e dalla pratica quotidiana. Quello adottato da Giochi Preziosi, che su questa sbavatura non può permettersi di peccare di ingenuità, è un linguaggio che evoca in noi scenari inaccettabili risalenti ai momenti più bui della nostra storia, quelli in cui la familiarizzazione con la violenza era funzionale ad una ideologia totalitaria e di sistema che doveva indirizzare i giovani verso una “Cultura della difesa”, una “Cultura della sicurezza”, ma che, in fondo, era una “Retorica di guerra”.
La necessità di disarmare il linguaggio nelle nostre pratiche didattiche quotidiane deve essere l’antidoto, veramente degno di essere definito culturale, cioè, fatto di storia, di letteratura, di spirito critico, a quell’ossimoro che si presenta in forme linguistiche, come “Cultura della sicurezza”, “Cultura della difesa”, che ritornano di moda oggi nelle iniziative del ministro Guido Crosetto, ma che, come sappiamo, conducono solo ad una deleteria familiarizzazione e abitudine a fare la guerra, proprio mentre la si dice e la si pensa.
Ringraziamo chi ha segnalato la foto all’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e invitiamo genitori, alunne, alunni e docenti ad essere veramente attent* a questa deriva militaristica della scuola italiana, e non solo, come dimostrano anche le segnalazioni internazionali che giungono ai nostri contatti.
Chiediamo, pertanto, ai genitori di aiutarci a contrastare la militarizzazione delle scuole opponendole una cultura di pace, di solidarietà e di rispetto per l’altr*, magari anche evitando di acquistare per i propri figli e le proprie figlie materiale scolastico con riferimenti militari.
Prendiamo atto del fatto che Giochi Preziosi abbia nelle ultime ore rimosso il post della pessima campagna pubblicitaria lanciata per vendere gli zaini prodotti da Officina Italia, sebbene anche altre realtà l’avessero già notato, e ci auguriamo che anche altre aziende, in accordo con i propri codici etici, possano aiutarci a demilitarizzare le scuole e disarmare il linguaggio.
Tra pochi giorni comincia un nuovo anno scolastico e non possiamo farci cogliere impreparat* da chi, a diversi livelli istituzionali, sta subdolamente preparando nelle nostre scuole, mediante una becera ma martellante retorica di guerra, un processo di deculturazione che porterà solo morte e dolore per i nostri figli e le nostre figlie.
* Michele Lucivero, Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole, Molfetta (BA)