LADRI DI SALARIO DEI NEOASSUNTI

giovedì 11 agosto 2011 · Posted in

Precari stabilizzati,  il governo ruba ai lavoratori fino a 7 mila euro
 Assunti tutti entro il 1° settembre. Ma con uno stipendio "congelato" per qualche anno e una perdita secca che, secondo le prime stime, può arrivare a 7 mila euro. È quanto prevede il nuovo contratto nazionale di lavoro per assumere a tempo indeterminato nelle scuole 30.300 docenti e 36mila Ata precari, firmato ieri all'Aran da Cisl, Uil, Snals e Gilda mentre la Cgil per ora ha scelto di sospendere la firma
Contrari i cobas al furto in busta paga contenuto nell'accordo che "allunga" in modo strutturale il primo "gradone" stipendiale (che nella scuola consente la progressione economica per anzianità), portandolo da 0-2 anni a 0-8 anni. Con quali effetti? Che per esempio un docente precario neo assunto con 5 anni di pre-ruolo, col vecchio gradone, sarebbe scattato di fascia l'anno successivo (è previsto un anno di prova). Come cambiano gli scaloni di anzianità degli insegnanti precari
Mentre ora per effetto del contratto dovrà aspettare 3 anni e 4 mesi (gli anni di pre-ruolo infatti si conteggiano per intero i primi 4 e per due terzi per gli anni eccedenti). E quindi, in base al nuovo gradone, perderà l'aumento per il periodo mancante al raggiungimento del gradone successivo (9-14 anni). Se (nell'esempio fatto di 5 anni di pre-ruolo) si tratta di un docente di scuola primaria - è la tesi della Cisl Scuola - dirà addio a 1.740,10 euro, se insegnante di scuola media, a 1.929,83 euro. Fino ad arrivare alla penalizzazione maggiore se professore alle superiori, visto che lascerà sul campo quasi 8.000 € in sei anni.
Stesso discorso vale per gli Ata, che, sempre nell'ipotesi di neo assunti con 5 anni di anzianità pre-ruolo, perderanno da 1.254,07 euro (se collaboratore scolastico) a 1.612,95 euro (se assistenti amministrativi e tecnici). Se infine Dsga (vale a dire, Direttori dei servizi generali e amministrativi), 2.784,64 euro.
Cercano di giustifiicarsi con le solite menzogne i sindacati di Stato come Massimo Di Menna della Uil Scuola«Si tratta di un sacrificio limitato. Ma in cambio abbiamo ottenuto per tante persone la stabilità del posto di lavoro in un momento di crisi». Altra presa in giro dalla Cisl Scuola, Francesco Scrima: «La penalizzazione in busta paga opera fino al prossimo rinnovo contrattuale. In più: la stragrande maggioranza derecari neo assunti ha molta anzianità di servizio e quindi non subirà alcun pregiudizio economico» quando sanno bene che la stabilizzazione-furto non copre neanche i pensionamenti e si è resa necessaria per depotenziare le vertenze per l'assunzione dopo 3 anni e il pagamento delle spettanze dovute ai precari.
Come avverranno ora le assunzioni? Secondo le prime anticipazioni, tutte utilizzando le nuove graduatorie. Tranne 10mila professori assunti in base a quelle non aggiornate (2010-2011) per dare un contentino ai razzisti della Lega. Per la ripartizione regionale e per ordini di scuola bisognerà attendere ancora qualche giorno. Una buona notizia arriva invece sul fronte assunzioni per il 2012 e 2013. Viale Trastevere punterebbe a stabilizzare (in base al turn over), 22mila docenti e 7mila Ata precari per ciascuno dei due anni. Ma servirà l'ok del Tesoro.


I CONTI SULLA REALE PERDITA SALARIALE  relativa alla soppressione del gradone 3 (art. 2 accordo del 4 agosto)
Aumento da 3 a 9 viene annullato - Il gradone di 9 rimane invariato come valore
Da 3 a 9 Perdita per
6 anni
Mensile Annuale
(con 13^)
Collaboratore scolastico 24,12 313,52 1881,12
AA/AT 31,27 406,49 2438,94
DSGA 53,56 696,27 4177,62
Docente infanzia/Primaria 43,50 565,53 3393,18
Docente diploma 2° 43,50 565,53 3393,18
Docente media 1° 48,25 627,20 3763,20
Docente laurea 2° 99,01 1.287,14 7722,84

Immissioni in ruolo docenti e ATA: ecco tutti i numeri provincia per provincia comunicati dal MIUR

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Sulla distribuzione fra le diverse regioni e province si registra già l’ok della Cisl Scuola. Per i docenti sono programmate da subito più di 30mila assunzioni; per il personale Ata i numeri sono anche più alti: 36mila.
Con un paio di giorni di anticipo rispetto alle previsioni il Miur ha resi noti i dati sulle immissioni in ruolo provincia per provincia .

Scarica qui il file in PDF con tutti i numeri dei docenti ripartiti per provincia e tipologia di scuola

Scarica qui il file in PDF con tutti i numeri degli ATA ripartiti per provincia e tipologia di profilo

Nella sostanza i numeri confermano le previsioni della vigilia e non mancheranno di provocare ulteriori polemiche.
Intanto è confermata la ripartizione delle assunzioni per dare un contentino ai razzisti della Lega Nord fra nomine con decorrenza 2010/2011 e nomine 2011/2012: per quanto riguarda i docenti sono 10mila quelle che decorrono dal 1° settembre 2010 e poco più di 20.200 quelle del 2011/2012.
Per gli Ata le immissioni in ruolo saranno 36mila e decorreranno tutte dal 2011/2012.
Questo il quadro complessivo delle immissioni in ruolo relative al personale docente (per il personale ATA cliccare il link)
regione
nomine 2010/2011
nomine 2011/2012
totale
Abruzzo
206
470
676
Basilicata
97
189
286
Calabria
290
629
919
Campania
861
1718
2579
Emilia Romagna
1025
1910
2935
Friuli
186
444
630
Lazio
1106
2101
3207
Liguria
223
462
685
Lombardia
1802
3289
5091
Marche
259
606
865
Molise
55
144
199
Piemonte
804
1621
2425
Puglia
627
1273
1900
Sardegna
269
579
848
Sicilia
490
1105
1595
Toscana
821
1818
2639
Umbria
162
345
507
Veneto
717
1516
2233
10000
20219
30219
I numeri comprendono anche le assunzioni sui posti di sostegno che sono 6.800 in tutto e rappresentano poco più del 20% del totale dei posti (3.250 sono le nomine retrodatate al 1° settembre 2010 e 3.550 quelle che decorrono dal settembre 2011).
Pronto anche il decreto interministeriale per le immissioni in ruolo nel prossimo triennio (clicca qui per scaricare il testo).



NO AD ASSUNZIONI TRUFFA CHE MANTENGONO IN CONDIZIONI DI PRECARIETÀ I NEOASSUNTI : RITIRO DEI TAGLI, ASSUNZIONE IMMEDIATA SU TUTTI I POSTI DISPONIBILI, PARITÀ DI DIRITTI PER TUTTI !

martedì 9 agosto 2011 · Posted in

E’ stato siglato da CISL, UIL, SNALS e Gilda, (la CGIL si è riservata ancora di firmarlo) un contratto separato e in deroga al Contratto Nazionale, per i nuovi assunti, il quale prevede il congelamento delle ricostruzioni di carriera per i precari che stipuleranno l’agognato contratto a tempo indeterminato.
Ecco i numeri che caratterizzano l’accordo:
30.308 docenti, dei quali 10.000 ad integrazione delle nomine effettuate nel 2010/11, e quindi utilizzando le precedenti graduatorie, e 20.308 dalle nuove.
   Per gli ATA le nomine saranno 36.000, da cui bisogna detrarre i 450 posti accantonati per il concorso ordinario di DSGA e la quota parte (1300 posti) dei circa 4000 docenti inidonei che vogliono costringere a chiedere l’inquadramento nei ruoli ATA ed i posti degli idonei alla mobilità professionale.
I numerosi ricorsi pendenti presso i Tribunali del Lavoro li hanno costretti ad aumentare il numero delle immissioni in  ruolo ma si tratta ancora di numeri limitati che neppure garantiscono il turn-over con i pensionamenti di questi ultimi anni ed è prevedibile che l’utilizzazione in parte delle  graduatorie 2009-11 ed in parte di quelle vigenti  scatenerà ancora una volta la “guerra tra poveri” dei ricorsi e controricorsi giurisdizionali.
I criteri di nomina per i docenti rimangono quelli già utilizzati in precedenza: il 50% delle assunzioni avverrà da Graduatorie di merito dei concorsi ordinari, risalenti addirittura al 2000, il rimanente 50% dalle graduatorie ad esaurimento.
   Ma spieghiamo il senso del contratto, che ancora una volta i Sindacati di Stato hanno firmato sulla pelle dei precari e di tutta la categoria
   Nella scuola, da sempre o quasi, la percentuale del personale con contratti a tempo determinato è altissima. Circa un sesto dei docenti e quasi la metà degli ata – per circa 220.000 unità – sono precari.   Questo sia per avere una quota di personale da poter facilmente lasciare a casa quando si attuano i tagli straordinari della cosiddetta riforma Gelmini, sia per una questione di risparmio.
   Mediamente il personale precario percepisce – per svolgere la stessa prestazione lavorativa – in un anno - circa 9.000 € lordi in meno del personale a tempo indeterminato.
Questo per lo stipendio estivo che i supplenti fino al termine dell’attività didattica non hanno e per la progressione di carriera (gli scatti di anzianità) che i precari, anche se hanno lustri e lustri di servizio, non percepiscono.
Insomma è solo ed esclusivamente una questione di sfruttamento: poter sottopagare una quota consistente di personale per svolgere la stessa attività professionale, anche a costo di precarizzare il servizio scolastico e non garantire la continuità didattica agli studenti.
  E’ per questo motivo che l’Amministrazione - al di là del ministro pro-tempore che via via si insedia a Viale Trastevere e della compagine politica che sta al governo – in questi anni ha effettuato le immissioni in ruolo con il contagocce, non garantendo neppure il normale turn-over con le cessazioni dal servizo di coloro che se ne vanno in pensione.
   E’ dal 1997 che è stata inserita una norma – dal governo Prodi dell’epoca – per cui le assunzioni devono essere autorizzate dal Ministero dell’Economia, mentre fino ad allora i posti vacanti disponibili di organico di diritto venivano normalmente e automaticamente coperti con assunzioni stabili.
   Senza contare che moltissimi sono i posti che vengono mantenuti in organico di fatto sui quali occupare supplenti fino al 30 giugno.
   I 67.000 posti che si accingono a coprire con le nuove assunzioni infatti sono solo i posti vacanti di organico di diritto, mentre altre decine di migliaia – e nonostante i tagli straordinari – saranno le assunzioni a termine che saranno fatte dal 1 settembre per far funzionare la scuola.
   Dal 2005 ad oggi ci sono stati ben 275 mila pensionamenti, tra docenti e personale A.T.A., pensionamenti che continueranno al ritmo di almeno 25-30.000 l’anno, per quanto riguarda i docenti, nel prossimo futuro, mentre 155 mila sono i posti finora cancellati a seguito dei tagli.
   Ora, in cambio di queste limitate assunzioni, si congelano per i nuovi assunti anni ed anni di supplenze, congelando gli scatti di anzianità e lo stipendio fino al nono anno di servizio, puntando alla cancellazione del Contratto Collettivo e al superamento della progressione automatica delle carriere.
   Il personale della scuola, come progressione di carriera, poteva godere solo degli scatti di anzianità. La manovra economica dell’estate scorsa ha cancellato per tre anni tali scatti e la manovra economica di questi giorni ne ha cancellato un quarto.
 Se pensiamo a questo comprendiamo come, dopo aver bloccato gli scatti per il personale di ruolo che si accingeva a raggiungere il gradone più alto e quindi lo stipendio al massimo della carriera, l’accordo del 4 agosto, che congela il primo gradone di carriera (fascia 0-2) per i neoassunti, oltre a completare un attacco senza precedenti al monte stipendi di tutta la categoria, allude ad un attacco al Contratto Nazionale.
  Insomma, da una parte si intende attuare nella scuola la cosiddetta riforma Brunetta per premiare il presunto “merito” (legare i premi ai quiz invalsi od altro?) dall’altra si bloccano gli scatti di anzianità per tutti e si congelano gli anni di servizio pre-ruolo per i precari neo-assunti.
   Si tratta quindi di un attacco senza precedenti non solo ai precari, che per poter entrare in ruolo dovranno continuare a prendere uno stipendio da precari, ma all’intera categoria e all’istituto contrattuale della progressione di carriera.
NO ALL’ ACCORDO CHE MANTIENE IN CONDIZIONE DI PRECARIETA’ I NEOASSUNTI   E  CHE CANCELLA DIRITTI PER I PRECARI E PER TUTTA LA CATEGORIA.
INVITIAMO I PRECARI AD AUTORGANIZZARSI DAL BASSO PER :
- LA  FINE DELLA PRECARIETA’, CON LE ASSUNZIONI SU TUTTI I POSTI DISPONIBILI, NON SOLO QUELLI DI ORGANICO DI DIRITTO, MA ANCHE QUELLI CHE SI OSTINANO A MANTENERE IN ORGANICO DI FATTO ANNUALE
- IL RITIRO DEI TAGLI
- LA PARITA’ DI TRATTAMENTO TRA PERSONALE A TEMPO DETERMINATO ED INDETERMINATO, come già i Tribunali del Lavoro di tutta Italia stanno sancendo, emettendo sentenze favorevoli ai precari che sono ricorsi per  il diritto appunto a percepire gli scatti di anzianità anche nel periodo pre-ruolo.
Solo la parità di trattamento – e quindi l’abolizione dello sfruttamento dei precari – potrà in  futuro, abolendo la convenienza per lo Stato a mantenere la precarietà stessa, risolvere i problemi dei precari della scuola.

PRECARI DELLA SCUOLA COME OPERAI FIAT: NO AI RICATTI MARCHIONNE-GELMINI-BRUNETTA

Mentre i Tribunali del Lavoro di tutta Italia danno ragione ai precari che stanno ricorrendo per  il diritto all'immissione in ruolo dopo tre anni di contratti a termine e per il diritto al riconoscimento degli scatti di anzianità, il governo cerca di aggirare l'ostacolo.
   In data 19 luglio 2011, presso l'Aran, CISL, UIL, SNALS e Gilda, (la CGIL si è riservata di valutare il piano con i propri dirigenti prima di decidere se firmarlo o meno) è stata sottoscritta la grande promessa del piano assunzioni, applicando la filosofia di Marchionne anche nella scuola: posti di lavoro stabili, pochi e con il contagocce, in cambio di diritti.
   Il piano triennale di assunzioni nella scuola (al 1 settembre 2011 i posti vacanti di organico di diritto ammontano a 67mila unità, di cui 30.500 docenti e 36.700 Ata, ma non è ancora chiaro se saranno coperti da assunzioni a tempo indeterminato subito o, appunto, in tre anni) è stato subordinato all’esito di una specifica sessione negoziale.
E’ stato siglato un contratto separato e in deroga al Contratto Nazionale, per i nuovi assunti, il quale prevede il congelamento delle ricostruzioni di carriera per i precari che stipuleranno l’agognato contratto a tempo indeterminato.

Un ricordo di Massimo Bontempelli

lunedì 1 agosto 2011 · Posted in



Domenica sera 31 luglio si è spento a Pisa Massimo Bontempelli. Docente di Storia e Filosofia, era nato nel 1946.  In gioventù, negli anni ’70 -’80, è stato militante in alcune formazioni della nuova sinistra: nel gruppo del Manifesto, nel PDUP di Lucio Magri e, infine, in Democrazia Proletaria.
A partire dagli anni ’80 Bontempelli ha concentrato le proprie attenzioni  sulla scuola ed in particolare sull’ attività didattica e scientifica, ritenendola una modalità di impegno civile e politico per lui più efficace della militanza tradizionale. In questa sua ricerca ha elaborato e pubblicato diversi testi scolastici tra cui i  manuali di storia per i licei  in collaborazione con il Prof. E. Bruni (in particolare Storia e coscienza storica, Trevisini, Brescia 1998) e quelli di filosofia in collaborazione con il Prof. F. Bentivoglio ( Il senso dell’Essere nelle culture occidentali, Trevisini, Brescia 1992).
All’attività scolastica ha affiancato un impegno sindacale, militando nei Cobas Scuola fin dalla loro origine, partecipando a diverse iniziative culturali dei Cobas e del CESP e ricoprendo anche il ruolo di RSU presso il Liceo G. Galilei di Pisa. Sul piano scientifico ha pubblicato numerosi lavori di storia e di storiografia filosofica tra i quali si ricordano:  una biografia di Gesù reinterpretato in ottica laica (Gesù uomo nella storia Dio nel pensiero, CRT, Pistoia, 2000), una lettura della Filosofia di Hegel ( Filosofia e realtà, CRT, Pistoia 2000), un pamphlet di critica delle riforme scolastiche degli anni ’90 ( L’agonia della scuola italiana, CRT, Pistoia 2000).
La radicalità e l’onestà intellettuale che lo hanno sempre contraddistinto lo hanno portato, negli ultimi anni, ad un atteggiamento sempre più critico verso le derive della sinistra, che riteneva ormai incapace di distinguersi ideologicamente e politicamente dalla destra: per questo aveva intrapreso percorsi di ricerca e di studio non ortodossi rispetto alla tradizione marxista e di sinistra, suscitando riflessioni e discussioni accese, ma mai banali, sulle prospettive del cambiamento sociale e culturale nel nostro Paese. Ne sono testimonianza i due libri prodotti in collaborazione con Roberto Massari : La sinistra rivelata. Il Buon Elettore di Sinistra nell'epoca del capitalismo assoluto (con M. Badiale), «Quaderno di Utopia rossa» n. 2, 2007, e il saggio I cattivi maestri in I Forchettoni rossi. La sottocasta della "sinistra radicale",  Quaderni di Utopia rossa, 2007.
Negli ultimi anni il suo pensiero si è orientato verso i temi della critica ambientalista al modello di sviluppo economico contemporaneo con la pubblicazione di alcuni lavori sui temi della decrescita e della crisi economica come occasione di cambiamento positivo ( Marx e la decrescita, Abiblio, 2010).
Massimo era un compagno ed un intellettuale intransigente sul piano culturale, morale e politico che, nella sua vita, ha sempre rifiutato scelte opportunistiche e di compromesso e per questo è stato emarginato dalla cultura ufficiale, anche e soprattutto da quella di sinistra.
Lo spessore culturale e politico del suo pensiero resta nei suoi scritti e nella sua coerenza morale, culturale e politica . Ci mancherà molto ma faremo tesoro della grande eredità che ci ha lasciato.

Cobas Scuola

 

"Un impegno costante a difesa della giustizia e della verità"

Il ricordo dell'amico e collega Fabio Bentivoglio dopo la scomparsa di Massimo Scrivere, oggi, una nota in ricordo di Massimo Bontempelli mi è possibile soltanto perché sono ancora in quella sorta di limbo emotivo che da un lato consente di registrare mentalmente l'incredibile notizia della sua scomparsa, dall'altro non consente ancora, per quanto mi riguarda, di cogliere per intero la smisurata voragine che mi si è aperta dentro. Parlare con distacco della sua vita mi è impossibile, perché la sua vita è stata anche la mia. Trent'anni fa, quando in questo Paese si facevano ancora i concorsi pubblici per accedere alla professione insegnante, era necessario studiare e approfondire i contenuti di esame. Conobbi Massimo in occasione di una serie di lezioni da lui tenute a questo scopo. Mi riconosco un merito: dopo poche lezioni compresi subito di trovarmi di fronte a un personaggio eccezionale di cui intuivo una profondità di pensiero che corrispondeva a quello che con passione cercavo nella filosofia. Da quel momento nacque un sodalizio culturale che avrebbe costituito uno degli assi portanti della mia esistenza, non solo professionale. Le sue analisi storiche, filosofiche, sociali, anche nelle loro punte di massima astrazione, finiscono sempre per dare fondamento teorico a un impegno politico teso ad affermare il valore irrinunciabile della giustizia. Massimo ha scritto pagine e opere memorabili su questo e su tanti altri temi, e fatico a contenere la mia indignazione nel vedere come i suoi scritti siano stati colpevolmente ignorati dai circuiti ufficiali della cultura. Ma quegli scritti sono lì e devono essere raccolti, ordinati, letti e discussi per rendersi conto del posto che Massimo deve occupare nel panorama della cultura italiana, e per rendersi conto di come in un mondo di intellettuali di cartapesta esistano ancora potenti testimonianze di rigore culturale, di onestà e amore della verità.E forse è proprio questo che rendeva Massimo un intellettuale scomodo, ma scomodo davvero, temuto dagli apparati: perché ci si trovava di fronte ad un'intelligenza straordinaria non disponibile ad essere piegata ad alcun interesse particolare, perché Massimo quell'intelligenza l'ha messa al servizio dell'essenza della filosofia, cioè dell'amore per la verità e quindi dell'amore per la giustizia, al di fuori di qualsiasi convenienza, al di fuori di qualsiasi appartenenza politico-identitaria. In trent'anni mai una volta che abbia ceduto di un millimetro quando in gioco c'era il valore della coerenza intellettuale. In trent'anni mai una volta che lo abbia visto cedere anche lontanamente alla malattia del narcisismo; mai una volta che abbia privilegiato la convenienza, spesso anche strameritata, all'amicizia e al valore dei rapporti umani. E poi, soprattutto, ha commesso un reato oggi insopportabile: nessuno scarto tra le sue idee scritte e la sua vita pratica. Un intellettuale con le sue doti avrebbe potuto anche senza grandi compromessi occupare posti di privilegio e cattedre importanti. Massimo Bontempelli ha dato tanto, tantissimo, a chiunque gli si avvicinasse con desiderio di conoscenza, in una misura che è difficile poter anche immaginare. Ci ha insegnato con la semplicità della sua vita, con la sua incredibile disponibilità, con la sua umanità che davvero un altro mondo è possibile. Ciascuno di noi, in coscienza, se vuole ricordare Massimo, rifletta sul valore di questo suo insegnamento.
Fabio Bentivoglio

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