Manifesto per la difesa della scuola pubblica, statale, libera e democratica

martedì 13 ottobre 2015

La legge n. 107 del 9 luglio 2015 ha sop­presso la libertà e la demo­cra­zia nella scuola pub­blica di Stato.
Nell’approvarla nono­stante il netto e pres­so­ché una­nime dis­senso espresso dal mondo della scuola in tutte le sue com­po­nenti, il Par­la­mento ha com­piuto il lungo per­corso di dismis­sione della fun­zione civile dell’istruzione sta­tale avviato con l’autonomia sco­la­stica. L’autonomia orga­niz­za­tiva e gestio­nale ha can­cel­lato l’unitarietà del sistema e ha posto i sin­goli isti­tuti sco­la­stici in com­pe­ti­zione tra loro, pri­vando l’istruzione della sua natura di diritto/dovere e tra­sfor­man­dola in una merce, sog­getta alle leggi della domanda e dell’offerta.
Ampu­tata della pro­pria fun­zione civile, l’istruzione pub­blica è stata ridotta alla mera fun­zione eco­no­mica, per il con­trollo della quale si è isti­tuito il Sistema Nazio­nale di Valu­ta­zione, che deter­mina gli obiet­tivi didat­tici e com­mis­sa­ria gli isti­tuti sco­la­stici che ad essi non si conformino.
Con la legge n. 107/2015 il Par­la­mento è inter­ve­nuto su mate­ria di rango costi­tu­zio­nale, qual è la scuola, mal­grado la sua com­po­si­zione risul­tasse dele­git­ti­mata oltre l’ordinaria ammi­ni­stra­zione dalla sen­tenza n. 1/2014 della Corte Costi­tu­zio­nale.
La legge n. 107/2015:
- ha sot­to­po­sto i docenti pre­cari al ricatto della scelta tra lavoro e diritti;
– sog­gioga i lavo­ra­tori alle scelte arbi­tra­rie del Diri­gente sco­la­stico che può di fatto a pro­pria discre­zione col­lo­carli in mobi­lità, deman­sio­narli, san­zio­narli con pro­ce­dura mono­cra­tica;
– con l’Alternanza Scuola-Lavoro, ha pie­gato il diritto allo stu­dio in sfrut­ta­mento del lavoro mino­rile, attri­buendo alle scuole l’esercizio di un capo­ra­lato isti­tu­zio­nale;
– ha espro­priato i docenti della pro­pria auto­no­mia pro­fes­sio­nale tra­sfe­rendo all’INVALSI la tito­la­rità dei para­me­tri di giu­di­zio dell’attività di insegnamento.
La legge n. 107/2015 palesa nel suo stesso arti­co­lato, che con­sta di un unico arti­colo con 212 commi – di cui 11 di dele­ghe gene­ri­che al Governo — la vio­lenza eser­ci­tata sulle pro­ce­dure legi­sla­tive pre­vi­ste dall’Ordinamento. La mani­fe­sta vio­la­zione dei prin­cipi costi­tu­zio­nali dell’identificazione del lavoro come valore fon­dante della Repub­blica (Art. 1), dell’eguaglianza dei cit­ta­dini davanti alla legge (Art. 3), del diritto al lavoro (Art. 4), del diritto alla mani­fe­sta­zione libera del pro­prio pen­siero (Art. 21), della libertà di inse­gna­mento (Art. 33), del vin­colo per l’iniziativa eco­no­mica pri­vata a non potersi svol­gersi in con­tra­sto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla libertà e alla dignità umana (art. 41), della pere­qua­zione con­tri­bu­tiva (Art. 53), del diritto del Par­la­mento di defi­nire prin­cipi, cri­teri diret­tivi e vali­dità tem­po­rale della delega affi­data all’Esecutivo (Art. 76), dell’imparzialità dell’Amministrazione (Art. 97) impone alle cit­ta­dine e ai cit­ta­dini che si rico­no­scano nei valori della Repub­blica nata dalla Resi­stenza, di con­trap­porsi con ogni mezzo lecito all’attuazione della sud­detta legge, in virtù di quel prin­ci­pio non scritto, mai riget­tato e pie­na­mente vigente, che nei lavori dell’Assemblea Costi­tuente si con­densò nella seguente formulazione:
“Quando i poteri pub­blici vio­lino le libertà fon­da­men­tali ed i diritti garan­titi dalla Costi­tu­zione, la resi­stenza all’oppressione è diritto e dovere del cit­ta­dino.” (onn. Giu­seppe Dos­setti e Mario Cevolotto)
Le cit­ta­dine e i cit­ta­dini, le lavo­ra­trici e i lavo­ra­tori che si rico­no­scono in que­sto Mani­fe­sto, dichia­rano di dare imme­diato avvio a tutte le pra­ti­che di cor­retta infor­ma­zione, resi­stenza e di disob­be­dienza civile intese a disar­ti­co­lare l’impianto della scuola dise­gnato dalla sud­detta legge, nella chiara e con­vinta con­sa­pe­vo­lezza di agire nell’interesse della comu­nità, per la difesa dei prin­cipi di ugua­glianza, libertà e di giu­sti­zia sociale a cui sono stati edu­cati e in cui pro­fes­sano fede, su di un fronte che non con­sente alcun mar­gine di com­pro­messo e nel quale a cia­scuno viene chie­sto di sce­gliere di col­lo­carsi in soli­da­rietà alla lotta, fino alle ultime conseguenze.
Con­te­stual­mente, le cit­ta­dine e i cit­ta­dini, le lavo­ra­trici e i lavo­ra­tori che si rico­no­scono in que­sto Mani­fe­sto si impe­gnano, nelle isti­tu­zioni sco­la­sti­che e nella società civile, ad ela­bo­rare e spe­ri­men­tare espe­rienze di didat­tica col­la­bo­ra­tiva, inclu­siva, egua­li­ta­ria e cri­ti­ca­mente for­ma­tiva per la costi­tu­zione della scuola in comu­nità edu­cante libera e demo­cra­tica.
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Ludo­vico Chia­nese, Lucia Fama, Fer­di­nando Goglia, Mar­cella Raiola, Mas­simo Mon­tella per il gruppo di lavoro Cobas Scuola Napoli, Coor­di­na­mento napo­le­tano per la difesa della Scuola pub­blica e Coor­di­na­mento Pre­cari Scuola Napoli.
Primi fir­ma­tari: Giu­seppe Ara­gno, sto­rico, Piero Bevi­lac­qua, ordi­na­rio Sto­ria Con­tem­po­ra­nea Uni­ver­sità La Sapienza, Roma; Roberto Cic­ca­relli, gior­na­li­sta del Mani­fe­sto e filo­sofo; Erri De Luca, scrit­tore; Luigi De Magi­stris, Sin­daco di Napoli; Angelo D’Orsi, ordi­na­rio di Sto­ria del pen­siero poli­tico, Uni­ver­sità di Torino; Cri­stiana Fia­mingo, Sto­ria delle rela­zioni inter­na­zio­nali, Uni­ver­sità Sta­tale, Milano; Fer­di­nando Impo­si­mato, magi­strato, Ugo Oli­vieri, docente di Let­te­ra­tura ita­liana, Uni­ver­sità Fede­rico II, Napoli; Vale­ria Pinto, docente di filo­so­fia teo­re­tica Uni­ver­sità Fede­rico II, Napoli; Ros­sana Ros­sanda, gior­na­li­sta e scrit­trice; Sara Sap­pino, sto­rica, Enzo Scan­durra, ordi­na­rio di Urba­ni­stica Uni­ver­sità degli Studi La Sapienza, Roma, padre Alex Zano­telli, mis­sio­na­rio com­bo­niano.
Per ade­rire scri­vere a geppinoaragno@​libero.​it.

MOZIONE COLLEGIO DOCENTI O CONSIGLIO ISTITUTO SU COMITATO VALUTAZIONE

CONSIDERATO CHE la Legge n. 107/2015 prevede:
- l'istituzione di un Comitato per la valutazione dei docenti presieduto dal dirigente scolastico e composto da tre docenti (di cui due scelti dal Collegio docenti e uno dal Consiglio di Istituto), da due rappresentanti dei genitori (da un genitore e uno studente per la scuola secondaria superiore di secondo grado) e da un componente esterno individuato dall'USR;
- che il dirigente scolastico, sulla base dei criteri individuati dal comitato per la valutazione dei docenti, assegni annualmente ai docenti che ritiene meritevoli una quota del fondo istituito per la valorizzazione del merito;

CONSIDERATO INOLTRE CHE
i criteri sui quali si procederа alla valutazione dei docenti devono essere individuati sulla base:
a) della qualitа dellinsegnamento e del contributo al miglioramento dellistituzione scolastica, nonchй del successo formativo e scolastico degli studenti;
b) dei risultati ottenuti dal docente o dal gruppo di docenti in relazione al potenziamento delle competenze degli alunni e dellinnovazione didattica e metodologica, nonchй della collaborazione alla ricerca didattica, alla documentazione e alla diffusione di buone pratiche didattiche;
c) delle responsabilitа assunte nel coordinamento organizzativo e didattico e nella formazione del personale.

CONSIDERATO INFINE CHE
i docenti cosiddetti meritevoli riceveranno un premio in denaro per il quale il governo ha stanziato complessivamente 200 milioni di euro.

IL COLLEGIO DEI DOCENTI ( o IL CONSIGLIO DISTITUTO) RITIENE
    tale sistema di valutazione comporta uno sterile aumento della competizione individuale tra i docenti, mentre al contrario una scuola di qualitа ha bisogno di effettiva collegialitа e cooperazione;
    siffatto meccanismo di valutazione spingerebbe i docenti ad uniformare l'attivitа didattica adattandola a priori ai criteri prestabiliti, sacrificando di fatto la pluralitа e la libertа d'insegnamento, nonchй le reali e specifiche peculiaritа della singola classe e dei singoli alunni;
    il potere deliberante sullassegnazione dei premi dei dirigenti scolastici (che presiedono anche il Comitato, decidono sullesito dellanno di prova, scelgono i docenti a cui conferire lincarico triennale) determini una forte gerarchizzazione e aziendalizzazione della scuola pubblica, minandone il pluralismo e la democrazia previsti dalla Costituzione.
IL COLLEGIO DEI DOCENTI (o IL CONSIGLIO DISTITUTO) DELIBERA:
di non procedere alla designazione dei membri del Comitato di propria competenza, per garantire effettivamente la libertа di insegnamento, il pluralismo e la democrazia previsti alla Costituzione.
O IN ALTERNATIVA:
per garantire effettivamente la libertа di insegnamento, il pluralismo e la democrazia previsti alla Costituzione, di procedere alla designazione dei membri del Comitato di propria competenza con il seguente vincolo di mandato:
- limitare esplicitamente il proprio operato all'espressione del proprio parere sul superamento del periodo di formazione e di prova per il personale docente ed educativo (art. 11, comma 4 del d.lgs. n. 297/1994 come modificato dalla l. 107/2015).
OPPURE:

- oltre ad esprimere il parere sul periodo di prova dei docenti neo assunti, indicare come criterio unico di distribuzione dei fondi le responsabilitа assunte nel coordinamento organizzativo e didattico, destinandoli principalmente a tutti i coordinatori e segretari dei Consigli di classe.

LA SCUOLA PUBBLICA TRA AUTORITARISMO ED AZIENDALISMO convegno cesp docenti ed ATA

lunedì 12 ottobre 2015 · Posted in


Sede Nazionale: Viale Manzoni, 55 - 00185 ROMA, Tel. 06/70452452 - Fax 06/77206060 
Sede Provinciale:via del Lanificio 19-05100 TERNI,tel.3485635443 cesp.terni@gmail.com

MARTEDI’ 13 Ottobre 2015  ore 8.30 - 13.00

 AULA MAGNA IISPTC “CASAGRANDE-CESI”largo Paolucci 1 (viale Trento) – Terni

 CORSO NAZIONALE DI FORMAZIONE  E  DI AGGIORNAMENTO PER IL PERSONALE DELLA SCUOLA PUBBLICA STATALE

LA SCUOLA PUBBLICA TRA AUTORITARISMO ED AZIENDALISMO
Nuovi poteri ai Dirigenti, valutazione dei docenti, organico potenziato, mobilità…
Come  sta  cambiando  la  scuola con la Legge 107
 e come fronteggiare i rischi peggiori         
• ore  8.30 – 9.00  Accoglienza e registrazione delle/dei partecipanti
• ore  9.00 – 9.30  LA CATENA DI COMANDO, Franco Coppoli (docente),
• ore  9.30 – 10.00 DAL PRECARIATO ALLA DISOCCUPAZIONE, Elisabetta Grimani (docente)
ore 10.00 – 11.15 IMPEDIRE L’IMMISERIMENTO DELLA DIDATTICA E LA DISTRUZIONE DELLA COLLEGIALITÀ E DELLA COOPERAZIONE NELLE SCUOLE, Anna Grazia Stammati, RESPONSABILE  NAZIONALE CESP
• ore  11.15-11.30 pausa
• ore 11,30-13.00  Dibattito
 Al termine lavori rilascio attestati di partecipazione

Il CESP è Ente Accreditato/Qualificato per la formazione del personale della scuola   (D M 25/07/06 prot.869)
ESONERO DAL SERVIZIO PER IL PERSONALE ISPETTIVO, DIRIGENTE, DOCENTE E ATA CON DIRITTO ALLA SOSTITUZIONEin base all’art.64 comma 4-5-6-7 CCNL2006/2009 - CIRC. MIUR PROT. 406 del 21/02/06

Il comma 5 dell’art.64 del CCNL qualifica la fruizione di 5 gg per la partecipazione dei docenti come un diritto non subordinato  a condizioni ostative da parte dei  Dirigenti Scolastici, salvo l’applicazione di criteri predeterminati di fruizione, previsti nella contrattazione integrativa.
Per la preiscrizione inviare la domanda via mail a cobastr@yahoo.it , è possibile iscriversi anche la mattina stessa.
Al termine dei lavori verrà rilasciato l’idoneo attestato di frequenza ai sensi della normativa vigente.
scaricate qui il modello per l'esenzione dal servizio da consegnare in segreteria

I COBAS DELLA SCUOLA, SOSTENGONO LA MOBILITAZIONE NAZIONALE DEGLI STUDENTI DEL 9 OTTOBRE 2015 CONTRO LA “MALA SCUOLA” DI RENZI

COBAS DELLA SCUOLA SOSTENGONO LA MOBILITAZIONE NAZIONALE DEGLI STUDENTI DEL 9 OTTOBRE 2015 CONTRO LA “MALASCUOLA” DI RENZI
I docenti ed ATA dei cobas della scuola ribadiscono la ferma opposizione di tutti coloro che vivono e fanno la scuola nei confronti della L.107/15, che introduce nel nostro Paese un modello autoritario e aziendalistico di istruzione.
I Cobas denunciano in particolare:
  • la negazione del diritto costituzionale ad una scuola pubblica, gratuita e finanziata dallo Stato, con l’ingresso delle imprese private nel finanziamento e nella gestione della vita scolastica come vogliono Renzi e la ministra Giannini;
  • il permanere di flussi sempre più̀ consistenti di finanziamento pubblico alle scuole private, in deroga all’art. 33 della Costituzione;
  • l’estensione dell’obbligo della formazione scuola/lavoro, che fornisce manodopera gratuita alle aziende dietro il falso pretesto di facilitare l’ingresso degli studenti nel mondo del lavoro;
  • la riduzione degli spazi di democrazia e confronto negli organi collegiali scolastici, con l’ulteriore accentuazione del ruolo autoritario del dirigente scolastico/manager;
  • l’inefficienza crescente del sistema dell’istruzione introdotta dalle logiche del risparmio.
I lavoratori della scuola dei Cobas difendono i diritti democratici della Costituzione e criticano l’attacco alla funzione della scuola pubblica che questo governo vuole trasformare da comunità educante dove si forma la cittadinanza critica a un’agenzia di addestramento del futuro lavoratore precario, tramite quiz, falsa meritocrazia ed autoritarismo, adottando modelli già falliti all’estero che rischiano di distruggere un importante e fondamentale patrimonio educativo. 
 COBAS DELLA SCUOLA TERNI

RACCOLTA DI FIRME CONTRO IL BLOCCO DELLE SUPPLENZE

martedì 6 ottobre 2015 · Posted in


 
 
 
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DAL SITO COBAS SCUOLA PISA
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Indetto dai COBAS lo sciopero generale della scuola per il 13 novembre

Nessuna risposta al nostro Appello ai sindacati, che con noi
hanno indetto i grandi scioperi di maggio-giugno, per un nuovo sciopero e una manifestazione nazionale contro gli effetti nefasti della legge 107 e per un forte recupero salariale

Convochiamo dunque per il 13 novembre lo sciopero della scuola, disponibili ad altre proposte di data che giungano in tempi rapidi, e ribadiamo l’importanza di una manifestazione nazionale

Scrivevamo nel nostro Appello (del 19 settembre) ai Cinque sindacati Cgil-Cisl-Uil-Snals-Gilda, che con noi hanno promosso e gestito i grandi scioperi di maggio-giugno nella scuola: “Si susseguono nelle scuole enormi assemblee unitarie che testimoniano la volontà diffusa di impedire la realizzazione degli effetti nefasti della legge 107…Ma docenti ed Ata segnalano con forza che non si può rinchiudere tale lotta solo nelle singole scuole e chiedono che i sindacati che hanno condotto lo scontro con la cattiva scuola di Renzi diano vita ad un nuovo e plebiscitario sciopero generale della scuola e ad una oceanica manifestazione nazionale”. E poi, preso atto che i Cinque avevano indetto una giornata di mobilitazione in tale data, proponevamo che “il 24 ottobre si svolga una grandiosa manifestazione nazionale a Roma, da gestire unitariamente; e che si convochi nella prima parte di novembre uno sciopero generale della scuola per la cancellazione degli effetti nefasti della 107 e per un forte recupero salariale per docenti ed Ata” di quanto perso negli ultimi anni e in particolare a causa di sei anni di blocco contrattuale.
Non abbiamo ricevuto risposte anche se sappiamo che i Cinque discutono da settimane, tra loro, sul da farsi. Poiché l’immobilismo non fa bene ai livelli di conflitto contro la cattiva scuola renziana né alla resistenza nelle scuole contro l’applicazione della 107, rompiamo gli indugi e convochiamo per il 13 novembre lo sciopero generale della scuola, ribadendo nel contempo la cruciale necessità che lo sciopero sia unitario per realizzare i livelli di partecipazione del 5 maggio e del blocco degli scrutini. Siamo quindi anche disposti a rivedere la data (entro la prima metà di novembre, comunque) di fronte ad una proposta avanzata dai Cinque in tempi celeri, e pure favorevoli all’estensione dello sciopero al restante Pubblico Impiego. Per la manifestazione nazionale riteniamo che la data preferibile resti il 24 ottobre. Qualora però ci sia disponibilità ad effettuare tale manifestazione in coincidenza con lo sciopero generale di novembre, potremmo accettare tale proposta, articolando anche noi la mobilitazione del 24 ottobre a livello regionale o interregionale. Ci auguriamo, dunque, che i tempi decisionali degli altri sindacati si accelerino e che si possa ricevere una risposta chiara ed ufficiale nei prossimi giorni.

Piero Bernocchi  portavoce nazionale COBAS

Neoimmessi in ruolo, documenti di rito. 18 modelli da scaricare gratuitamente

Il Personale Docente all’atto della nomina in ruolo ‐ dopo aver sottoscritto il contratto individuale di lavoro a tempo indeterminato ‐ è tenuto ad espletare una serie di adempimenti e presentazione di documenti
OBBLIGATORI che dimostrano i requisiti per l’accesso all’impiego, definiti anche documenti di rito ‐ FACOLTATIVI, istanze da produrre per i propri interessi pensionistici, previdenziali e di carriera.
Documenti obbligatori | di rito
  1. devono dimostrare all’Amministrazione che il neo-immesso in ruolo possiede tutti i requisiti;
  2. devono essere presentati entro 30 giorni dall’immissione in ruolo;
  3. sono sostituibili con dichiarazioni sottoscritte dall’interessato e rese ai sensi del DPR 445/2000 e successive modificazioni.
[Dal 1 gennaio 2012 sono entrate in vigore le nuove disposizioni in materia di certificati e di dichiarazioni sostitutive di cui all’art.15 L.183/2011 sono esenti da bollo].
La Circolare n. 65 del 29/07/2003, al punto “C” definisce i DOCUMENTI DI RITO in:
Documenti di carattere generale: come il certificato di idoneità fisica all’impiego che non è più obbligatorio presentare. In merito si evidenzia la Nota MIUR 1878 del 30/8/13 che pone fine a tale obbligo dall’anno scolastico 2013-14;
Documenti specifici: tra i documenti specifici, si segnala la Dichiarazione dei Servizi – è prevista dall’art. 145 del DPR N. 1092/1973:
  1. va resa anche negativa;
  2. può essere integrata entro 2 anni dalla presentazione;
  3. rappresenta un elenco di tutti i servizi di ruolo e non di ruolo prestati alle dipendenze:
  4. Stato (compreso il servizio militare);
  5. Enti Pubblici;
  6. Privati;
  7. Lavoro autonomo
  8. Libero professionista.
Documenti facoltativi | non obbligatori ma di fondamentale importanza:
  1. Domanda di ricostruzione di carriera. Presentazione: dopo la conferma del ruolo.
  2. Domanda adesione fondo espero. Presentazione: qualsiasi momento.
  3. Domanda di computo/riscatto ai fini della pensione/TFR. Presentazione: qualsiasi momento.
  4. Domanda di ricongiunzione/totalizzazione ai fini della pensione. Presentazione: qualsiasi momento.
Domanda di ricostruzione di carriera
La ricostruzione di carriera è una procedura che determina la fascia stipendiale di riferimento del CCNL, in seguito alla valutazione del servizio pre-ruolo del personale Docente.
Si ricorda che la R.C. avviene solo “a domanda”:
  1. va presentata dopo il periodo di prova (concluso con esito positivo);
  2. la domanda va presentata al D.S. della scuola in cui è titolare il personale (DPR 275/99);
  3. sono previsti dei termini di prescrizione;
  4. va presentata al D.S. in carta libera, allegando la seguente documentazione:
  5. Autocertificazione relativa ai servizi per i quali si richiede il riconoscimento.
  6. Autocertificazione del titolo di studio.
  7. Autocertificazione del certificato di abilitazione.
  8. Autocertificazione del certificato di specializzazione.
[Con la Direttiva n. 14 del 22/12/2011 le Amministrazioni Pubbliche non possono più chiedere né rilasciare certificazioni utilizzabili nei rapporti tra Pubbliche Amministrazioni].

NO BADGE e TIMBRATURA PER I DOCENTI

i nuovi schiavi: pronto il decreto sull'apprendistato

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Pronto il Decreto interministeriale (Ministero lavoro e istruzione) contenente le regole per l’avvio della scuola-lavoro.
Agli studenti dovrà essere “cucito” un piano personalizzato che contenga sia le competenze della scuola che dell’azienda. Tra le indicazioni anche l’inquadramento professionale, l’orario di lavoro e la retribuzione. Il modello del piano personalizzato lo trovate nel decreto, come allegato 1A.
La durata dell’apprendistato non può essere inferiore a sei mesi e deve rispettare tetti massimi che sono contenuti nell’Articolo 4 del decreto.
Per quanto riguarda la flessibilità curriculare essa può riguardare fino al 30/35%, se si tratta di una seconda superiore oppure di una classe del triennio.
Nel Decreto anche i diritti e i doveri degli apprendisti, nonché le indicazioni per i tutor aziendali e formativi, nonché sulla valutazione e la certificazione delle competenze.

CAMPAGNA DI AUTOFINANZIAMENTO “LIBERIAMO L’ACQUA DAL PROFITTO”

watermakesmoney
La privatizzazione dell’acqua è la causa dei rincari in bolletta e di un servizio di qualità sempre più scarso.
Vedi l’articolo di approfondimento
Oggi, visto il silenzio e la connivenza della politica, per fermare la speculazione sull’acqua e l’ulteriore prelievo relativo alle partite pregresse, possiamo solo far valere le nostre ragioni con un ricorso al TAR Umbria finanziato con il piccolo contributo di tutti!
Per questo iniziamo da oggi una campagna di raccolta fondi fino ai primi giorni di novembre. Di seguito i luoghi dove potete trovare il banchetto informativo e di raccolta fondi:
Perugia, giardini Carducci sabato 3 e domenica 4 ottobre
San Marco, Mercatezio, sabato 10 ottobre
Città di Castello, Altrocioccolato , venerdì 16, sabato 17 e domenica 18 ottobre
Fiera dei Morti 1/5 novembre
Perugia, Via del Lavoro 29 c/o Comitato Umbro Acqua Pubblica, ogni mercoledi pomeriggio dalle ore 17 alle ore 20.
IMPORTO SOTTOSCRITTO AD OGGI: inizio campagna scarica il volantino della campagna.
Comitato Umbro Acqua Pubblica
(https://acquapubblica-umbria.noblogs.org/)
Contatti: e_mail (acquapubblicapg@gmail.com), telefoni: Michel 3381912990, Massimo 3384611681, Elisabetta 3337826433.
partite pregresse volantino ridotto


il preside sceriffo della scuola di Renzi

lunedì 5 ottobre 2015 · Posted in


Il ruolo dei Capi d’Istituto, nel corso del tempo, ha subito importanti
trasformazioni, soprattutto a partire dal 1997, quando è stata emanata la legge sull’Autonomia scolastica.
La Legge n. 59/97, sull’Autonomia appunto, ha attribuito ai Capi d’Istituto la funzione dirigenziale, trasformando i Presidi e i Direttori didattici in Dirigenti scolastici.
Funzioni, compiti e competenze dei D.D.S.S., nella scuola dell’Autonomia, sino all’approvazione della legge n. 107/2015, sono stati definiti e regolati dalla legge n. 59/97, dal D.L.vo  n. 59/98, dal DPR n. 275/99 e dal D.L.vo n. 165/01, secondo cui il Dirigente ha la rappresentanza legale dell’Istituto, rappresenta l’unitarietà dell’Istituzione ed è responsabile della gestione della medesima.
Nello specifico, le suddette norme prevedono che il D.S.:
  • gestisca unitariamente la scuola;
  • rappresenti legalmente l’istituzione che dirige;
  • gestisca le risorse finanziarie, umane e strumentali;
  • diriga e coordini le risorse umane;
  • organizzi le attività scolastiche in base a criteri di efficacia ed efficienza;
  • assicuri la qualità della formazione, la collaborazione culturale, professionale, sociale ed economica del territorio interagendo con gli Enti locali, la libertà di scelta educativa delle famiglie e il diritto di apprendimento.
Compiti specifici derivanti dalla gestione della Scuola sono:
  • la presidenza del Collegio dei Docenti, dei Consigli di Classe, del Comitato di valutazione e della Giunta esecutiva del Consiglio di Istituto;
  • l’esecuzione delle delibere di questi collegi;
  • il mantenimento dei rapporti con l’autorità scolastica centrale e periferica (Ministero e Provveditorato);
  • la formazione delle classi, il ruolo docenti, il calendario delle lezioni (insieme al Collegio dei Docenti).
Le competenze e i compiti, sopra descritti, sono stati potenziati dalla Legge n. 107/2015 che, si legge al Comma 1, dà piena attuazione all’Autonomia delle Istituzioni scolastiche.
Le competenze e i compiti del D.S., descritte sinteticamente nel comma 78 della suddetta legge, proseguono nel solco tracciato dalle norme sopra citate:
“il dirigente scolastico, nel rispetto delle competenze degli organi collegiali, fermi restando i livelli unitari e nazionali di fruizione del diritto allo studio, garantisce un’efficace ed efficiente gestione delle risorse umane, finanziarie, tecnologiche e materiali, nonche’ gli elementi  comuni del sistema scolastico pubblico, assicurandone il buon andamento. A tale scopo, svolge compiti di direzione, gestione, organizzazione e coordinamento ed e’ responsabile della gestione delle risorse finanziarie e strumentali e dei risultati del servizio secondo quanto previsto dall’articolo 25 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, nonche’ della valorizzazione delle risorse umane.”
Le novità più rilevanti sono introdotte, invece, dai commi 4, 79, 80 e 127.
Il comma 4 prevede che il Dirigente definisca gli indirizzi, per le attività della scuola e delle scelte di gestione e amministrazione, da seguire nell’elaborazione del PTOF.
I commi 79 e 80 prevedono che dall’anno scolastico 2016/17, siano i Dirigenti a coprire i posti dell’organico dell’autonomia, prioritariamente posti comuni e di sostegno, proponendo incarichi triennali (quella che è stata diffusamente definita “chiamata diretta”) ai docenti di ruolo assegnati all’ambito territoriale di riferimento. La proposta di incarico ai docenti viene formulata in coerenza con il Piano triennale dell’offerta formativa e sulla base del curriculum, delle esperienze e delle competenze professionali e anche di un colloquio.
Il comma 127 attribuisce, infine, al Dirigente scolastico il compito di valorizzare il merito dei docenti di ruolotramite l’assegnazione di una somma di denaro, retribuita dall’apposito fondo previsto dal comma 126. I criteri per individuare gli insegnanti più meritevoli vengono stabiliti dal novellato Comitato di valutazione (comma 129).
Proviamo ora ad analizzare i suddetti commi, individuandone la portata innovativa.
Il comma 4 conferisce al D.S. un’attribuzione di fondamentale importanza, in quanto egli indicherà, per l’elaborazione del PTOF, gli indirizzi (prima determinati dal Consiglio d’Istituto) per l’organizzazione dell’attività didattica curricolare ed extracurricolare, per il potenziamento dell’offerta formativa, per le attività progettuali anche d’intesa con gli enti e le associazioni del territorio, per la formazione di tutto il personale docente e non.
L’importanza di tale attribuzione, grazie alla quale è possibile delineare in maniera significativa l’identità dell’Istituzione scolastica cui si è preposti, è testimoniata dal fatto che le indicazioni del D.S. saranno sottoposte al vaglio dei due principali organi collegiali della scuola: il Collegio dei docenti, che elabora il PTOF e il Consiglio d’istituto, che lo delibera.
I commi 79 e 80 daranno luogo ad una vera e propria “rivoluzione” relativamente alle competenze del D.S. e al funzionamento dell’Istituzione scolastica stessa. La “chiamata diretta” dei docenti, infatti, permetterà al Dirigente di individuare gli insegnanti più confacenti, in base alle loro competenze ed esperienze professionali, all’Offerta Formativa della Scuola. Vero è che è lasciata ampia discrezionalità al Capo d’Istituto, considerato che la proposta può fondarsi anche su colloqui, ma è pur vero che i criteri adottati per l’incarico devono essere trasparenti e pubblici. Quanto previsto dai prima citati commi può risultare determinante per migliorare la qualità e l’efficacia dell’Offerta Formativa, in quanto il D.S. ha concretamente la possibilità di mettere in relazione i bisogni formativi degli alunni con le competenze dei docenti, al fine di effettuare la scelta migliore.
Il comma 127, come quelli 79 e 80, va nella direzione di una scuola a guida manageriale, in cui è il dirigente a premiare i propri dipendenti.
L’incremento dei poteri del Dirigente scolastico, coadiuvato comunque dagli organi collegiali della Scuola, è direttamente proporzionale all’attuazione dell’Autonomia scolastica, per cui difficilmente le scuole saranno concretamente autonome senza un potenziamento delle competenze dei D.D.S.S.

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